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n°84 - Eco della Brigna

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Numero 84<br />

Novembre 2011<br />

ECO <strong>della</strong><br />

BRIGNA<br />

Πολυχρόνιον ποιήσαι,<br />

Κύριος ο Θεός<br />

Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità Un fuoco da alimentare Spigolature dall’Archivio di San Nicola Festa dell’incontro<br />

Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata<br />

Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia<br />

Spedizione in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo<br />

La festa di compleanno Giuseppe Bellone Concerto in Piazza Grande Gente di Mezzojuso<br />

Il castello dei giochi L’alfa e l’omega del volley Disastri annunciati


don Enzo Cosentino<br />

editoriale di<br />

La nostra Chiesa, ultimamente,<br />

ha celebrato<br />

il secondo Sinodo intereparchiale<br />

con lo scopo<br />

di rinnovarsi con un<br />

“aggiornamento” che<br />

fosse obbediente alla grande tradizione<br />

<strong>della</strong> Chiesa ed ai segni dei tempi.<br />

E’ trascorso più di un anno da quando<br />

sono stati promulgati i documenti del<br />

Sinodo, il 17 ottobre 2010, tale evento<br />

rappresenta di certo un importante<br />

occasione di riflessione per la nostra<br />

comunità.<br />

Qualche settimana fa ho partecipato,<br />

come assistente ecclesiastico, ad un<br />

campo scout (CFM - Campo di formazione<br />

metodologica) e mi ha fatto<br />

riflettere il racconto di ambientazione:<br />

la storia di Pinocchio, il pezzo di<br />

legno da mo<strong>della</strong>re…<br />

Il primo giorno tutti i partecipanti,<br />

provenienti da vari luoghi, hanno portato<br />

ciascuno un pezzo di legno, che<br />

hanno deposto ai piedi dell’altare.<br />

L’idea di fondo era quella <strong>della</strong> partecipazione<br />

e del lasciarsi mo<strong>della</strong>re, il<br />

modo <strong>della</strong> disponibilità, essere utile.<br />

Al Rev. Clero, ai religiosi e religiose,<br />

ai gruppi e ai movimenti ecclesiali, ai<br />

fedeli tutti dell’Eparchia di Piana<br />

degli Albanesi.<br />

Cari cristiani,<br />

il giorno 19 Novembre 2011 ricorre il<br />

50° anniversario <strong>della</strong> chirotonia presbiterale<br />

del nostro Vescovo S.E. Mons.<br />

Sotir Ferrara. Vogliamo ringraziare il<br />

Signore Iddio per averlo donato alla<br />

nostra Chiesa come Sacerdote e Pastore<br />

ed augurare al nostro Vescovo che possa<br />

continuare a lavorare nella Vigna del<br />

Signore come umile e fedele Suo servo.<br />

Per trarre frutto da questo momento di<br />

grazia, si è ritenuto di organizzare un<br />

incontro spirituale con una riflessione<br />

giorno 18 Novembre alle ore 18,00<br />

presso il teatro del Seminario diocesano<br />

ea cui seguirà alle 21.00 in Cattedrale<br />

2<br />

Un fuoco da alimentare<br />

Nell’Adorazione notturna dinanzi al<br />

Santissimo, l’immagine che mi è<br />

venuta in mente è stata quella di un<br />

grande fuoco spento e dei carboni<br />

ardenti coperti dalla cenere. Ho pensato<br />

che se tutti quelli che avevano portato<br />

il “pezzo” di legno lo avessero<br />

buttato in quella cenere il fuoco sarebbe<br />

ripreso ad ardere con vigore.<br />

Ho pensato al fuoco spento <strong>della</strong> nostra<br />

Chiesa locale, alla possibilità che ciascuno<br />

di noi buttasse in quella cenere,<br />

in quel fuoco spento il proprio “pezzo<br />

di legno” per alimentare anche con<br />

esso un fuoco da fare ardere con forza.<br />

L’immagine che ho <strong>della</strong> nostra<br />

Chiesa non è certo quella di un fossile,<br />

ma quello di albero vivo dove, alcuni<br />

rami inaridiscono mentre altri spuntano<br />

e vigoreggiano. La morte è seguita<br />

sempre dalla risurrezione, spesso in<br />

forme umanamente impreviste.<br />

Tali riflessioni mi sono state rievocate<br />

alla mente da quel fuoco ardente sotto<br />

la cenere. Il fuoco è sempre vivo sotto<br />

la cenere, anche se in certe stagioni<br />

appare spento, non temiamo, non<br />

disperiamo: riprenderà ancora.<br />

una Veglia di preghiera con il canto<br />

dell’Inno Akathistos a Gesù<br />

Dolcissimo. La naturale conclusione si<br />

avrà con la celebrazione <strong>della</strong> Divina<br />

Liturgia Pontificale presso la Cattedrale<br />

di S. Demetrio Megalomartire alle ore<br />

10,30 del giorno 19.<br />

Ricorrendo inoltre, il 15 Gennaio<br />

2012, il suo 21° anno di episcopato e<br />

avviandosi nel contempo alla conclusione<br />

del suo mandato episcopale, si è<br />

pensato di celebrare questa ricorrenza<br />

con due incontri, il primo di carattere<br />

scientifico, con un Convegno di studi,<br />

e il secondo eminentemente liturgico,<br />

di cui sarà reso noto quanto prima il<br />

programma.<br />

Colgo quindi l’occasione di invitare<br />

tutto il popolo <strong>della</strong> nostra Chiesa<br />

eparchiale a partecipare ai due appuntamenti,<br />

come segno dell’unità e <strong>della</strong><br />

fraternità nel nome di Cristo Sommo<br />

Sacerdote e Pastore <strong>della</strong> Chiesa e nel<br />

suo Nome vi saluto cordialmente.<br />

Papas Jani Pecoraro<br />

Protosincello


S.E. Mons. Sotir Ferrara<br />

50° Anniversario<br />

dell’Ordinazione Sacerdotale<br />

Il 19 novembre di quest’anno, il nostro Vescovo celebra il 50° anniversario<br />

<strong>della</strong> Chirotonia sacerdotale avvenuta a Piana degli Albanesi nella Chiesa<br />

<strong>della</strong> Madonna Odigitria nel 1961. La Comunità ecclesiale di Mezzojuso si<br />

unisce alla lode di ringraziamento al Signore, rinnovando la fedeltà al Pastore.<br />

Pubblichiamo di seguito la lettera inviata da Sua Santità Benedetto XVI.<br />

Al Venerabile Fratello Sotir Ferrara<br />

Vescovo di Piana degli Albanesi<br />

Ricorrendo il 19 Novembre il cinquantesimo<br />

dalla accettazione (assunzione<br />

da parte tua) dell’ordinazione<br />

sacerdotale, Noi stessi ti inviamo questa<br />

Lettera, Venerabile Fratello, rallegrandoci<br />

insieme a te ed innalzando<br />

lodi al Signore, che si è degnato con i<br />

suoi doni di accompagnarti nell’espletamento<br />

del ministero.<br />

Figlio <strong>della</strong> Comunità di Piana degli<br />

Albanesi, presentandoti dinanzi alla<br />

chiamata del Signore al sacerdozio, con<br />

fermezza hai disposto il tuo animo<br />

all’annuncio del Evangelo affinché si<br />

diffondessero le verità apportatrici di<br />

salvezza. Completati diligentemente gli<br />

studi e ordinato presbitero, hai adempiuto<br />

con animo attento i doveri pastorali<br />

per la salvezza spirituale dei fedeli a<br />

te affidati. Considerati i tuoi meriti<br />

sacerdotali, il Venerabile Beato<br />

Giovanni Paolo II, Nostro Predecessore<br />

di recente memoria, l’anno 1988 ti ha<br />

elevato alla pienezza del Sacerdozio<br />

costituendoti Vescovo di Piana degli<br />

Albanesi.<br />

Non volendo tralasciare le difficoltà a<br />

cui sei andato incontro nella tua cura<br />

del gregge affidatoti, durante il governo<br />

pastorale, è bene esortarti ad accrescere<br />

l’opera comunitaria sia con i<br />

sacerdoti che con i fedeli laici. In tale<br />

compito Noi ti saremo vicini con le<br />

preghiere e mostreremo a te la Nostra<br />

benevolenza.<br />

Nella fausta data del tuo Giubileo, ti<br />

formuliamo sinceri auguri e ti impartiamo<br />

la Benedizione Apostolica,<br />

pegno di ogni bene, insieme a tutti i<br />

membri del diletto gregge di Piana<br />

degli Albanesi.<br />

Dal Vaticano, giorno 13 del mese di<br />

Ottobre dell’anno 2011, settimo anno<br />

del Nostro Pontificato.<br />

Benedetto XVI Papa<br />

e3


e4<br />

PAPàS<br />

LORENZO<br />

PERNICIARO<br />

Ancora due parole di chiarimento.<br />

Come si è già accennato nel<br />

numero precedente, nella canonica<br />

<strong>della</strong> chiesa di S. Nicola si conservano<br />

alcuni ritratti, per lo più degli arcipreti<br />

<strong>della</strong> Parrocchia. Si tratta di undici<br />

dipinti ad olio su tela e di alcuni ritratti<br />

fotografici. Tra i dipinti, oltre a<br />

quelli degli arcipreti Nicola Figlia<br />

(1693-1769), Francesco Cuccia<br />

(1741-1820), Nicola Dragotta (1766-<br />

1837), Antonio Maria Figlia (1863-<br />

1941), Onofrio Buccola (1843-1925),<br />

ci sono i ritratti dei papas Angelo<br />

Franco (1724-1789), Nicolò Di Marco<br />

(1752-1810), Girolamo Pravatà<br />

Ferrara (1790-1841), Cristoforo<br />

Mamola (1815-1883), Antonino<br />

Lopes (1783-1838) e quello dell’ultimo<br />

principe di Mezzojuso Francesco<br />

Paolo Corvino (1750-1832). La parrocchia<br />

possiede inoltre tre ritratti<br />

fotografici di grande formato: quello<br />

dell’arciprete Lorenzo Cavadi (1804-<br />

1886), che è conservato nella canonica<br />

e quelli di papas Giovanni Buccola<br />

(1857-1928) e di papas Cristoforo<br />

Bisulca (1856-1936) conservati nella<br />

sagrestia <strong>della</strong> chiesa. Quivi sono<br />

custoditi anche altri ritratti fotografici<br />

di minore formato: quelli dei papas<br />

Giovanni Cavadi (1848-1926),<br />

Domenico Schirò (1852-1943),<br />

Salvatore Bisulca (1862-1950),<br />

Costantino Buccola (1872-1951) e<br />

Damiano Como (1923-1985); degli<br />

arcipreti Lorenzo Cavadi (1804-<br />

1886), Onofrio Buccola (1843-1925),<br />

Lorenzo Perniciaro (1898-1975) e del<br />

vescovo mons. Giuseppe Perniciaro<br />

(1907-1981). Nei locali <strong>della</strong> sacrestia<br />

esiste anche un altorilievo in marmo<br />

che riproduce le fattezze del viso<br />

dell’arciprete Onofrio Buccola che<br />

fino al 1983, prima degli ultimi lavori<br />

di restauro eseguiti in S. Nicola, era<br />

collocato sulla parete sinistra <strong>della</strong><br />

stessa chiesa.<br />

La presente biografia di papas Nicola<br />

Dragotta è già stata pubblicata qual-<br />

Spigolature<br />

dall’Archivio <strong>della</strong> Parrocchia<br />

di S. Nicola<br />

a cura di<br />

Nino e Nicola<br />

Perniciaro<br />

che anno fa quando la Parrocchia di S.<br />

Nicola ha dato alle stampe il manoscritto<br />

<strong>della</strong> “Spiegazione <strong>della</strong> messa<br />

di S. Giovanni Crisostomo”, scritto<br />

alla fine del ‘700 dallo stesso arciprete<br />

Dragotta.<br />

XIX Papas don Nicola Dragotti -<br />

<strong>Eco</strong>nomo spirituale 9 VIII 1820 -26<br />

III 1827. Arciprete 27 III 1827 – 13<br />

VIII 1837<br />

L’arciprete papas Nicola Dragotti (o<br />

Dragotta), di mastro Francesco e di<br />

Giuseppina Bausano, nacque in<br />

Mezzojuso e fu battezzato ai 9 aprile<br />

1766 in questa madre chiesa di S.<br />

Nicolò. Fu educato nel nostro seminario<br />

italo-greco-albanese di Palermo. A<br />

17 novembre 1789 in Mezzojuso<br />

sposò la signorina Benedetta Buccola<br />

di Agostino e di Caterina. Da S. E.<br />

mons. Giorgio Stassi, vescovo ordi


nante per gli Italo-albanesi di Sicilia,<br />

ai 16 di novembre 1794 ricevette gli<br />

ordini minori del lettorato e del suddiaconato;<br />

ai 21 e 23 novembre quelli<br />

maggiori del diaconato e presbiterato.<br />

Dai registri di quest’archivio parrocchiale<br />

sappiamo che il Dragotta<br />

amministra nella qualità di cappellano<br />

di questa matrice i battesimi: a) dal 23<br />

novembre 1797 al 21 agosto 1801, b)<br />

dal 24 aprile 1802 al 22 aprile 1804.<br />

Si ha da credere quindi che appena<br />

ordinato sacerdote siasi stabilito in<br />

Mezzojuso e che poco dopo la morte<br />

<strong>della</strong> moglie, avvenuta ai 12 settembre<br />

1802, si sia trasferito a Palermo,<br />

ove fu vicerettore del nostro seminario<br />

e cappellano <strong>della</strong> parrocchia di<br />

San Nicolò dei Greci dal 1806 al<br />

1820. Come risulta difatti da due attestati<br />

del gennaio 1821, rilasciati da S.<br />

E. mons. Francesco Chiarchiaro,<br />

vescovo ordinante dei greci di Sicilia,<br />

e parroco di S. Nicolò dei Greci di<br />

Palermo, il Dragotta dal novembre<br />

1806 fino ai primi di luglio 1820 ricoprì<br />

la carica di vice-rettore del seminario<br />

e di cappellano sacramentale di<br />

detta parrocchia.<br />

Nel registro dei battezzati <strong>della</strong> parrocchia<br />

greca di Palermo leggesi la<br />

nota che qui per intero trascrivo:<br />

Registro dei battezzati, 5 gennaio<br />

1807 pag. 55: S.A.R. il principe ereditario<br />

delle due Sicilie don Francesco<br />

Borbone, la di lui consorte ed altri<br />

figli del serenissimo re Ferdinando III<br />

intervennero il dopo pranzo del 5 gennaio<br />

1807 alla messa vespertina celebrata<br />

dal reverendissimo parroco<br />

papas Francesco Chiarchiaro di<br />

Palazzo Adriano, servendo il diacono<br />

don Luca Schirò di Contessa<br />

Entellina, ed assistendo da interprete<br />

<strong>della</strong> S. Liturgia e <strong>della</strong> cerimonia<br />

<strong>della</strong> Aghiasmòs presso le LL. AA. RR.<br />

il rev. papàs Nicola Dragotti, vice-rettore<br />

del seminario greco di Palermo,<br />

<strong>della</strong> colonia di Mezzojuso.<br />

La superiore notizia è stata trascritta<br />

dallo stesso papas Dragotti. Il primo<br />

battesimo amministrato dal Dragotta<br />

nella parrocchia greca di Palermo fu il<br />

22 febbraio 1808, l’ultimo il 17 giugno<br />

1820.<br />

A dì 11 febbraio 1816 per mezzo del<br />

suo procuratore papas Andrea Reres,<br />

giusta mandato del 7 febbraio 1816<br />

rogato dal notar don Sebastiano<br />

Domenico D’Angelo da Palermo, il<br />

reverendissimo papas Antonio<br />

Lazzaretto, vicario foraneo di<br />

Mezzojuso delegato dalla reverendissima<br />

Curia di Palermo con officio del<br />

6 febbraio 1816, lo immetteva nel possesso<br />

del beneficio <strong>della</strong> venerabile<br />

chiesa sotto il titolo di Maria <strong>della</strong><br />

Scala Coeli, detta oggi “Madonna<br />

dell’Udienza”.<br />

Erano presenti alla cerimonia i testi:<br />

don Sebastiano Mamola notaro, don<br />

Basilio Schirò, e il chierico don<br />

Girolamo Pravatà 1 . Il Dragotta perciò<br />

abitava in Palermo presso il seminario<br />

greco ed è da supporsi che veniva<br />

spesso a Mezzojuso, almeno nelle<br />

vacanze estive.<br />

Intanto a 4 agosto 1820 moriva in<br />

Mezzojuso 1’arciprete papas Francesco<br />

Cuccia-Figlia e il Dragotta veniva<br />

nominato economo spirituale di questa<br />

arcipretura in sede vacante da S. Em. il<br />

cardinale Pietro Gravina arcivescovo di<br />

Palermo, con bolla del 9 agosto 1820.<br />

Questo Sindaco a nome <strong>della</strong> università<br />

di questa terra con supplica del 21<br />

marzo 1821 pregava S. Em. il cardinale<br />

Pietro Gravina, perché il Dragotti<br />

venisse eletto arciprete dei Greco-albanesi<br />

di Mezzojuso.<br />

E di fatti, dietro regolare concorso ed<br />

esami sinodali, a 27 marzo 1821 S.<br />

Em. il cardinale arcivescovo di<br />

Palermo emetteva la bolla di nomina<br />

con la quale il Dragotti veniva eletto<br />

arciprete di questa colonia. Carica<br />

questa che egli tenne con grande autorità<br />

e prestigio fino alla morte, avvenuta<br />

per colera il 13 agosto 1837.<br />

Che questa affermazione sia vera lo<br />

dimostra l’invito avuto a 20 settembre<br />

1824 per accettare la carica di rettore<br />

del nostro seminario greco di Palermo.<br />

Anzi, peggiorando le condizioni di<br />

salute del rettore mons. Francesco<br />

Chiarchiaro, la Deputazione del detto<br />

seminario nella seduta del 22 novembre<br />

1824 lo elesse rettore del medesimo<br />

seminario; carica però che non<br />

poté accettare perché tutti, clero e<br />

popolo di Mezzojuso senza distinzione<br />

di rito, come rilevasi da un attestato<br />

dei notabili del paese, che si conserva<br />

nell’archivio parrocchiale, non<br />

permisero che egli si allontanasse da<br />

questa terra.<br />

Dal medesimo attestato, che fu rilasciato<br />

a 12 marzo 1836, risulta essere<br />

il Dragotti sacerdote pieno di zelo<br />

apostolico, di eletta dottrina, di esatte<br />

cognizioni delle nostre cose liturgiche<br />

e di grande attività. Predicava assai<br />

bene, oltre le annuali omelie e le istruzioni<br />

domenicali, per tre anni un corso<br />

di predicazione quadragesimale<br />

riscuotendo il plauso di tutto il popolo.<br />

e5


e6<br />

Di lui abbiamo il manoscritto, trascritto<br />

da lui medesimo a caratteri chiarissimi,<br />

che ha il presente titolo:<br />

Spiegazione <strong>della</strong> S. Messa del nostro<br />

S. Padre Giovanni Crisostomo arcivescovo<br />

di Costantinopoli, in cui si contiene<br />

il senso letterale, mistico, storico<br />

e dogmatico <strong>della</strong> medesima, fatta da<br />

papa Nicola Dragotti <strong>della</strong> colonia<br />

greca di Mezzojuso - 1796. La dotta<br />

trattazione sulla Divina Liturgia di S.<br />

Giovanni Crisostomo, scritta due anni<br />

dalla sua ordinazione sacerdotale che<br />

chi sa quali motivi non gli permisero<br />

dare alla stampa, fu da me e dal reverendissimo<br />

Vicario foraneo papas<br />

Costantino Buccola trovata il 20 agosto<br />

1935 nella casa <strong>della</strong> distinta<br />

signora Mariannina Franco fu<br />

Gaspare, vedova del fu ing. Giovanni<br />

Schirò, la quale gentilmente volle<br />

regalarla alla matrice greca di S.<br />

Nicolò con altri libri pure del Dragotti<br />

ed altri del reverendo papas Cristoforo<br />

Mamola, vicario foraneo di<br />

Mezzojuso, ambedue parenti del<br />

defunto suo consorte sig. Schirò.<br />

Il Dragotti lasciò oltre il su descritto<br />

manoscritto altri due lavori suoi personali<br />

e cioè: “Ragionamenti morali” e<br />

“Spiegazione dei sacramenti del battesimo<br />

e del matrimonio”. Questi due<br />

ultimi manoscritti però sono stati sperduti,<br />

come sembra, o forse bruciati,<br />

come purtroppo furono sperduti e bruciati<br />

centinaia di libri preziosi e documenti<br />

importantissimi riguardanti le<br />

vicende storiche <strong>della</strong> nostra colonia.<br />

Il prezioso manoscritto, trovato tutto<br />

sdrucito, è stato da me legato e arricchito<br />

di un doppio indice. Uno generale<br />

di tutta la materia, diviso in XIII<br />

capitoli, l’altro particolare in ordine<br />

alfabetico allo scopo di rendere più<br />

facile al lettore le ricerche dei principali<br />

vocaboli e di alcune particolarità<br />

liturgiche in esso contenute.<br />

Il Dragotti non fu in ottime relazioni<br />

con il barone Calogero Schiros, il<br />

quale purtroppo oltre per le insistenze<br />

<strong>della</strong> baronessa Battaglia di lui<br />

moglie, forse anche per le poche simpatiche<br />

relazioni del dotto protopapas,<br />

si dice, abbia rifatto il suo testamento<br />

per lasciare tutti i suoi cospicui beni a<br />

questo Collegio di Maria, mentre nel<br />

primo aveva preferito questa matrice.<br />

Il Dragotti ancora fu strenue sostenitore<br />

dei diritti matriciali <strong>della</strong> nostra<br />

colonia contro il clero di rito latino, e<br />

vigile sentinella per la conservazione<br />

<strong>della</strong> disciplina e del rito greco puro<br />

contro le continue innovazioni dei<br />

Basiliani latinizzanti del nostro monastero<br />

di S. Maria.<br />

Nel 1834 fece eseguire alcuni restauri<br />

nei muri esterni <strong>della</strong> nostra chiesa<br />

madre; nel 1836-1837 con elemosine<br />

dei fedeli in Palermo il baldacchino e<br />

l’ombrello ricamati in oro: quelli che<br />

tuttora in ottimo stato vengono usati<br />

per la processione del Corpus Domini.<br />

Il 13 agosto 1837, come fu detto,<br />

affetto da colera, che tante vittime<br />

fece in questo Comune, 2 il Dragotti<br />

rendeva a Dio la sua anima dopo aver<br />

ricevuto tutti i conforti <strong>della</strong> nostra<br />

santa religione. Al viatico intervennero<br />

i due cleri greco e latino del paese 3 .<br />

Fu sepolto nel camposanto dei colerosi<br />

al Piano delle noci, località che trovasi<br />

nei pressi del mulino <strong>della</strong><br />

Trazzera. Si disse che il cadavere del<br />

Dragotti sia stato furtivamente tolto da<br />

quell’improvvisato cimitero e sepolto<br />

nella matrice greca. Si vuole altresì<br />

che il sagristano don Francesco<br />

Terrano 4 , devoto al suo arciprete,<br />

avendo bisogno d’un teschio per la<br />

celebrazione degli anniversari, abbia<br />

scelto quello del Dragotti ritenendolo<br />

adatto per una chiesa, come quello di<br />

un uomo probo e virtuoso 5 .<br />

Prima che morisse, il Dragotti volle<br />

disporre <strong>della</strong> sua ultima volontà, ciò<br />

che fece col suo testamento olografo<br />

del 10 agosto 1837 depositato presso<br />

il notar Vito Criscione e Valenza e<br />

pubblicato il 16 detto dal medesimo<br />

notaro e registrato li 17 detto al n. 535.<br />

Obbligava col superiore testamento i<br />

suoi eredi universali dr. Rosario e dr.<br />

Nicolò Schirò fu Basilio a corrispondere<br />

onze sei (£. 76,50) all’anno<br />

all’arciprete ed ai cappellani <strong>della</strong><br />

madrice greca S. Nicolò di Mezzojuso<br />

per dirne SS. Messe piane in ragione<br />

di tarì due e dieci.<br />

Detto canone fu incamerato dallo<br />

Stato per legge eversiva del 1866 e<br />

dopo dallo stesso Demanio assegnato<br />

all’arciprete-parroco come congrua<br />

curata (beneficio parrocchiale). Legò<br />

ancora onze dieci (£. 127,50) per due<br />

donzelle vergini orfane di rito greco<br />

da darsi a marito con uomini pure di<br />

rito greco; altre onze dieci e due libri<br />

liturgici per la Madonna dell’Udienza.<br />

Lasciò una crocetta di legno intarsiato<br />

foderata di argento, che doveva servire<br />

per l’aghiasmòs <strong>della</strong> festività<br />

dell’Epifania: crocetta che si conserva<br />

ora fra gli oggetti preziosi <strong>della</strong> madre<br />

chiesa S. Nicolò.<br />

Nella sacrestia <strong>della</strong> Matrice si conserva<br />

un ottimo ritratto ad olio, che lo<br />

raffigura in piedi con camilafion,<br />

barba lunga, rason ed un libro retto<br />

dalla mano sinistra e poggiato su di un<br />

tavolo, dal titolo “S. Joh. Chrisostomo<br />

De Sacerdotio”. Con l’indice <strong>della</strong><br />

destra poi, a chi lo guarda, mostra in<br />

alto un calice con dentro la figura di<br />

Gesù. Il pittore, credo, con tale simbolo<br />

ha voluto indicare la particolare<br />

divozione che l’ottimo protopapas<br />

aveva verso la SS. Eucaristia.<br />

Nel chiudere queste brevi notizie biografiche<br />

faccio voti che l’opera del<br />

Dragotta possa un giorno darsi alle<br />

stampe. Essa renderà di pubblica<br />

ragione la solida formazione scientifico-ecclesiastica<br />

del reverendissimo<br />

arciprete, il quale assieme a tanti altri<br />

delle colonie siculo-albanesi ha saputo<br />

mantenere salde e fiorenti le tradizioni<br />

tramandateci dagli avi attraverso tanti<br />

ostacoli e non comuni sacrifizi.<br />

La famiglia dei Dragotta ormai in questa<br />

colonia albanese è completamente<br />

scomparsa; l’ultima dei Dragotta<br />

cessò di vivere il 30 aprile 1925.<br />

Esistono però dei Dragotta, oriundi da<br />

Mezzojuso, negli Stati Uniti<br />

d’America. Ve ne sono ancora poi<br />

nella colonia di Palazzo Adriano ed in<br />

quella di Piana dei Greci.<br />

1 Volume III dei documenti grecanici<br />

manoscritto segnato col n. 15 a pag. 15-17<br />

di questo archivio parrocchiale.<br />

2 Il Dragotti morì all’età di 71 anni: vedi<br />

Registro dei morti Stato Civile n. 210 pag.<br />

107. In quell’anno col colera morirono 410.<br />

3,5 Notizie biografiche raccolte dal Prof.<br />

Girolamo Franco: vedi Archivio parrocchiale,<br />

cartella XXI.<br />

4 Don Francesco Terrano fu Giuseppe<br />

morì a 70 anni il 5 gennaio 1858.


Festa dell’incontro<br />

Foto Danilo Figlia<br />

Giorno 3 Novembre 2011 come<br />

ogni anno la scuola dell’infanzia<br />

“Bambino Gesù” ha inaugurato l’anno<br />

scolastico con la “Festa dell’incontro-<br />

Gesù incontra Zaccheo”.<br />

Giorni prima, con il mio aiuto, i bambini<br />

hanno preparato un grande cartellone<br />

dove abbiamo inserito tante<br />

immagini colorate che simboleggiavano<br />

l’incontro ( L’incontro di bambini<br />

con animaletti, l’incontro di bambini<br />

di culture diverse, l’incontro di bambini<br />

che giocano ecc..) soprattutto<br />

abbiamo inserito un’ immagine più<br />

grande che ricordava<br />

l’incontro di<br />

G e s ù<br />

con<br />

Zaccheo, più in basso abbiamo disegnato<br />

tanti tulipani rossi come simbolo<br />

di incontro dei bambini verso Gesù.<br />

La mattina alle ore 10.30 i bambini<br />

accompagnati da Suor Colomba si<br />

sono recati nella chiesa del Sacro<br />

Cuore di Gesù dove sono stati accolti<br />

da genitori, nonni e zii.<br />

I bambini hanno portato il cartellone,<br />

simbolo dell’incontro, all’altare e<br />

dopo una piccola funzione in cui è<br />

stata spiegata l’importanza dell’incontro<br />

di Gesù con Zaccheo, i bambini si<br />

sono disposti in fila portando un tulipano<br />

dove era scritto il proprio nome<br />

che hanno incollato al cartellone.<br />

Successivamente hanno cantato<br />

una canzoncina attinente alla<br />

festa.<br />

In fine la festa si è conclusa nel<br />

salone con un dialogo preparato<br />

dai bambini per le mamme e<br />

grazie al loro aiuto, è stata<br />

organizzata una festa con<br />

patatine e dolcetti.<br />

Concludo dicendo che i<br />

bambini sono fortunati<br />

ad avere come<br />

insegnante Suor<br />

Colomba, che ogni giorno spiega<br />

l’importanza di piccole cose, di piccoli<br />

valori, come ad esempio la parola<br />

“incontro” alla quale oggi non viene<br />

data più molta importanza.<br />

Un saluto affettuoso e un augurio a<br />

questi bambini per un sereno anno<br />

scolastico.<br />

Anna Maria Divono<br />

(Volontaria Servizio Civile)<br />

e7


e8<br />

LA FESTA<br />

DI COMPLEANNO<br />

...In quei giorni c’era un clima di alta<br />

tensione in Iraq, scene di terrore erano<br />

ricorrenti, due giorni prima un furgone<br />

pieno di esplosivi era stato portato in un<br />

campo di militari italiani a Nassiriya e<br />

aveva fatto morire diciannove persone.<br />

Mese 11.2003<br />

Alla fine di questa settimana la mia<br />

famiglia è stata invitata a cena a<br />

casa di Isabella per festeggiare il<br />

compleanno di sua figlia che compirà<br />

diciotto anni. La mia amica è ricca, la<br />

richezza di chi sa ben destreggiarsi<br />

nel settore del commercio. Non ho<br />

capito perché Isabella abbia interesse<br />

ad essere nostra amica, una coppia<br />

coniuga povera, sconosciuta. Forse<br />

suo marito si è innamorato delle pareti<br />

di casa nostra piene dei libri di mio<br />

marito, magari Isabella è rimasta folgorata<br />

dai piatti vietnamiti che le ho<br />

preparato ogni tanto, che portano con<br />

loro i gusti e i sapori di un paese in<br />

cui non ha mai messo piede ma di cui<br />

di Huynh Ngoc Nga<br />

ha sempre sentito parlare quando partecipava<br />

alle manifestazioni antiguerra<br />

al tempo in cui era ancora una studentessa.<br />

Io e lei, ci conosciamo da<br />

più di dieci anni, quando ogni pomeriggio<br />

aspettavamo le nostre figlie<br />

davanti a scuola per prendere Laura,<br />

sua figlia e Elisa, la mia. Loro erano<br />

compagne di classe e abitavamo nella<br />

stessa zona. E noi due mamme camminando<br />

assieme ogni giorno e facendo<br />

un po’ alla volta conoscenza abbiamo<br />

stretto quasi inconsciamente amicizia.<br />

Quel sentimento si consolidava nelle<br />

cene nel fine settimana qualche volta<br />

da noi ed ogni tanto da loro. Il tempo<br />

passava, le nostre figlie diventavano<br />

maggiorenni ma la nostra amicizia<br />

non mutava.<br />

Come tutte le volte che si cenava da<br />

lei andammo con grande anticipo<br />

prima di tutti gli altri invitati così che<br />

le potessi dare una mano in cucina.<br />

Mi ha sempre detto di amare questa<br />

caratteristica tipicamente vietnamita<br />

degli invitati che si comportano come<br />

fossero parte <strong>della</strong> famiglia mentre in<br />

Italia, mi raccontava, gli ospiti preferiscono<br />

essere invitati al momento<br />

preciso in cui si va a tavola.<br />

Era presto, gli altri ospiti ancora non<br />

arrivavano, mio figlio chiese il permesso<br />

per usufruire del computer per<br />

giocare un po’ mentre i due nostri<br />

mariti andarono sul balcone per<br />

discorrere sulle ultime notizie di politica.<br />

In quei giorni c’era un clima di<br />

alta tensione in Iraq, scene di terrore<br />

erano ricorrenti, due giorni prima un<br />

furgone pieno di esplosivi era stato<br />

portato in un campo di militari italiani<br />

a Nassiriya e aveva fatto morire<br />

diciannove persone, oggi avrebbero<br />

portato i loro corpi in Italia. Sentii<br />

anche che mio marito si stava lamen-


tando di Berlusconi - il ricco primo<br />

ministro d’Italia – che imitava il presidente<br />

americano George Bush,<br />

introducendo le truppe militari in un<br />

paese straniero con motivi poco chiari,<br />

e dopo la voce di Mauro – il marito<br />

<strong>della</strong> mia amica – che dissentiva fortemente<br />

sostenendo che era quasi un<br />

dovere internazionale contrastare<br />

Saddam Hussein e le sue armi chimiche<br />

nascoste. Ora Saddam Hussein<br />

non c’è più, è in prigione, le armi chimiche<br />

nessuno le trova ma le risorse<br />

petrolifere dell’Iraq sono ancora<br />

molte e il popolo iraqueno è dìviso in<br />

molti gruppi, partiti..., la società è in<br />

confusione mille volte più che al<br />

tempo di Saddam Hussein, l’occidente<br />

deve svolgere il ruolo di poliziotto per<br />

sistemare quella brutta situazione.<br />

Laura si lamentò con me prima di<br />

accompagnava Elisa nella sua stanza<br />

per vedere il suo amato cagnolino:<br />

Lo sai che Mimi ha avuto un infiammazione<br />

al polmone? Il veterinario<br />

diceva che poteva non guarire. Mi ha<br />

fatto preoccupare molto.<br />

La voce era triste e gli occhi lucidi.<br />

Non mi stupiva il suo stato d’animo<br />

nel giorno <strong>della</strong> festa di compleanno<br />

perchè sapevo quanto tenesse a Mimi,<br />

il suo cagnolino. La coppia Mauro-<br />

Isabella ha soltanto Laura, figlia<br />

unica e quindi la amavano moltissimo,<br />

la ragazzina non ha nè fratelli, nè<br />

sorelle con cui giocare per cui i suoi<br />

genitori le hanno regalato un barboncino<br />

bianco bellissimo, razza giapponese,<br />

lo curava, coccolava come un<br />

fratellino , qualche volta un pò troppo,<br />

quando mangiava o dormiva gli stava<br />

sempre accanto. Con il tempo, il cangnetto<br />

lentamente era diventato una<br />

“persona” importante nella famiglia di<br />

Isabella, aveva il certificato di nascità,<br />

anche il documento d’ assicurazione.<br />

Io e Isabella finimmo di preparare la<br />

tavola nel momento esatto in cui gli<br />

ospiti piano piano iniziavano ad arrivare.<br />

Le voci dei saluti animati si<br />

mescolavano insieme al sonoro abbastanza<br />

alto <strong>della</strong> TV al Plasma 42”.<br />

Portammo i piatti preparati, c’era<br />

anche il mio “cha giò” – un piatto<br />

tradizionale del mio paese – che ho<br />

scelto per affiancare gli antipatti di<br />

Isabella, tutti si sedettero e la cena<br />

<strong>della</strong> festa cominciò.<br />

Alla TV c’era il TG di RAI 2, la giornalista<br />

leggeva le notizie <strong>della</strong> giorna-<br />

ta. La prima notizia era quella dei<br />

corpi dei soldati italiani uccisi in Iraq<br />

rientrati in Italia, già arrivati a Roma.<br />

Vidi le diciannove bare coperte con la<br />

bandierra tricolore in mezzo alla parata<br />

e questo mi strinse il cuore. Lì vicino<br />

c’erano due file d’onore di soldati, le<br />

faccie serie dei rappresentanti di<br />

governo, le lacrime di dolore sul viso<br />

dei parenti. Tutto era risultato di un<br />

viaggio di persone che non hanno fatto<br />

altro che obbedire in nome <strong>della</strong> disciplina<br />

militare e tra di loro non c’era<br />

nessun figlio, nipote o fratello di chi<br />

dava ordini dall’alto. Iraq, quel paese<br />

lontano, lontanissimo non viveva in<br />

tranquillità adesso, quanti i danni delle<br />

esplosioni e quante le vittime cadute<br />

per un conflitto assurdo. Assurdo che<br />

una nazione che avrebbe dovuto ritenersi<br />

fortunata per aver ricevuto dal<br />

cielo ingenti risorse petrolifere avrebbe<br />

poi finito per maledire tale destino a<br />

causa dell’interferenza di avidi paesi<br />

stranieri che sentivano di avere il diritto<br />

di mettere il naso in paesi altrui.<br />

In un instante, ritornai con la mente<br />

indietro di trent’anni nel mio povero<br />

paese, con le bare dei morti del Nord<br />

e Sud Vietnam, quando tanti ragazzi<br />

partirono per il campo di battaglia in<br />

un viaggio di sola andata, morti per le<br />

armi degli stranieri che spinsero i<br />

nostri stessi fratelli ad uccidersi tra di<br />

loro. Improvvisamente mi sentii poco<br />

bene, proprio come il giorno in cui<br />

accompagnai le bare di due amici<br />

vicini di casa, tutti e due sacrificati<br />

per la patria, divisa insensatamente in<br />

Nord e Sud, in comunisti e capitalisti,<br />

quando nel mio cuore tutto questo è<br />

sempre stato un solo unico paese. Le<br />

bare erano coperte dalle bandiere<br />

vietnamite, sia quella rossa con la<br />

stella gialla del Nord sia quella gialla<br />

con tre strice rosse del Sud, ognuna<br />

immagine di una metà <strong>della</strong> lunga S<br />

che rappresenta il Vietnam unito. I<br />

soldati morti avevano solo fatto il loro<br />

dovere di buoni cittadini, eseguendo gli<br />

ordini del governo a cui avevano dato<br />

il voto. Ahimè, la guerra è come una<br />

partita a scacchi in cui il popolo, i soldati<br />

svolgono il ruolo delle pedine in<br />

un gioco mosso dai più potenti e dalla<br />

loro ambizione di dominare il pianeta.<br />

A tavola, i padroni di casa e gli ospiti<br />

cominciarono a cenare, il rumore dei<br />

bicchieri, delle forchette, coltelli che<br />

si toccavano, le parole di complimenti<br />

per i piatti, i liquori e soprattutto per<br />

quel mio piatto “cha giò”.<br />

Mangiammo guardando la TV e discutendo<br />

sulle ragioni di una guerra lontana<br />

da noi ma nella quale non c’era<br />

neanche un minuto di tregua per commemorare<br />

i figli <strong>della</strong> patria, i deceduti.<br />

Il marito <strong>della</strong> mia amica si alzò<br />

per spegnere la TV, dicendo:<br />

Ma perché rattristarci con questi<br />

argomenti. Oggi è il compleanno di<br />

Laura, ci vuole allegria!<br />

Isabella andò verso l’ Hifi sorridendo<br />

e facendomi l’occhiolino e mise a<br />

basso volume un CD musicale, proprio<br />

lo stesso che le avevo regalato tempo<br />

fa con la voce di Khanh Ly e la musica<br />

di Trinh Cong Son, due popolarissimi<br />

artisti del mio paese che si sono sempre<br />

battuti contro la guerra, da noi li<br />

paragonavamo a Bob Dylan e John<br />

Baez. Le canzoni nel brano “Musica<br />

per la pelle gialla” raccontavano una<br />

lunga guerra civile che il mio paese<br />

9e


LA FESTA DI COMPLEANNO<br />

e10<br />

aveva subito per più di un quarto di<br />

secolo, ascoltai rapita mentre tra gli<br />

altri forse nessuno capiva il significato<br />

delle parole che Khanh Ly stava cantando.<br />

L’immagine delle diciannove<br />

bare sparirono, la gente continuò a<br />

mangiare, ridere, chiacchierare dopo<br />

aver spento la TV, solo io mi sforzai di<br />

masticare senza però riuscire a<br />

inghiottire tutti i buonissimi piatti<br />

sulla tavola. Erano ormai quasi<br />

trent’anni che vivevo qui, l’Italia è il<br />

mio secondo paese, il dolore per i<br />

caduti di Nassiriya era uguale a quello<br />

che avevo sofferto in VN, dentro di me<br />

non mi sentivo più soltanto un’immigrata<br />

vietnamita ma anche una cittadina<br />

italiana, l’amore di mio marito e il<br />

sentimento di miei vicini, amici italiani<br />

mi avevano cancellato il complesso di<br />

inferiorità che ebbi nel momento in cui<br />

misi piede in questo paese.<br />

Finalmente il momento principale<br />

<strong>della</strong> festa arrivò, una torta grande,<br />

bella con le diciotto candele attorno<br />

venne portata a tavola con attenzione<br />

dalla padrona di casa. Laura era felice,<br />

sorriso solare di chi accoglie gli<br />

auguri che celebrano il giorno in cui<br />

si vedono le prime luci <strong>della</strong> vita, ricevette<br />

i regali e entusiasta li aprì ringraziando<br />

tutti e si preparò per soffiare<br />

sulle candele. Ma all’improvviso, si<br />

fermò e il suo volto cambiò espressione<br />

come se si fosse ricordata qualcosa<br />

di importante. Spostando la sedia da<br />

parte, si alzò rapidamente, e disse con<br />

la voce preoccupata:<br />

Oh, no!!... mamma, è l’ora di dare la<br />

medicina a Mimi. Vado subito a dargli<br />

la pillola e poi lo porto qui per fare le<br />

foto insieme con noi, va bene<br />

mamma?...<br />

E senza nemmeno attendere la risposta,<br />

la ragazza corse veloce alla sua camera.<br />

Fuori la gente continuò la cena,<br />

quando d’un tratto si sentì un urlo dolo-<br />

roso di Laura riecheggiare:<br />

Oh Dio, Mimi... Mimi... che cosa ti succede?<br />

Mamma, vieni, aiutami...<br />

mamma...<br />

Mauro ed Isabella si alzarono insieme<br />

come avessero preso una scossa e<br />

camminarono velocemente verso la<br />

stanza <strong>della</strong> figlia. Tutti gli altri restarono<br />

disorientati, nessuno disse una<br />

parola, silenziosi, gli occhi guardarono<br />

alla camera di Laura. Lascai la<br />

tavola e andai anch’io a vedere. Sotto<br />

i miei occhi, Laura con il viso pieno di<br />

lacrime stava inginocchiata per terra<br />

davanti alla cuccia di Mimi, alle sue<br />

spalle Isabella l’abbracciò forte.<br />

Mauro prese Mimi in braccio, e dopo<br />

qualche secondo scosse la testa,<br />

disperato, lo mise per terra. Mimi giaceva<br />

immobile, gli occhi chiusi quasi<br />

interamente coperti dai suoi peli<br />

arricciati. Mauro sollevando teneramente<br />

sia Isabella che Laura, disse:<br />

Mimi ci ha lasciato, non c’è più speranza,<br />

figlia mia. Lasciamolo qui e<br />

domani vedremo cosa fare.<br />

Laura pianse a dirotto, s’inchinò ad<br />

accarezzare dolcemente i peli dell’amato<br />

cagnolino mentre le lacrime<br />

continuavano a cadere. Tra gli ospiti,<br />

alcuni restarono ancora a tavola<br />

aspettando di continuare la festa, gli<br />

altri erano in piedi attoniti fuori dalla<br />

porta <strong>della</strong> stanza <strong>della</strong> ragazza.<br />

Isabella rivolse lo sguardo verso Elisa<br />

che era accanto a me. Comprese,<br />

Elisa, e andò subito da Laura e le sussurrò<br />

all’orecchio:<br />

Andiamo fuori. La gente ti sta aspettando<br />

per soffiare le candele. Su,<br />

coraggio.<br />

E accompagnò Laura lentamente<br />

come una bambina, Elisa portò l’amica<br />

a tavola, la metteva su una sedia al<br />

suo posto. Laura non pianse più ma<br />

ogni tanto ancora dei singhiozzi erano<br />

testimoni del groppo che ancora<br />

aveva in gola. Isabella accendeva le<br />

diciotto candeline, Mauro si mise<br />

dalla parte opposta con la macchina<br />

fotografica in mano aspettando che la<br />

figlia le spegnesse. Laura aveva uno<br />

sguardo assente, attorno a lei tutti<br />

cantarono “Tanti Auguri a Te”, ma la<br />

ragazina ancora silenziosa, non si<br />

muoveva. Elisa ed Isabella entrambe<br />

chinarono la testa, e soffiarono le candele<br />

per Laura, il battere <strong>della</strong> mani<br />

risuonò per tutta stanza, Mauro scosse<br />

la testa, sospirò e poi mise via la<br />

macchina fotografica, e non vidi di<br />

niente apparire la luce del flash. Mi<br />

alzai per aiutare Isabella di taigliare<br />

la torta mentre lei si era seduta accanto<br />

a sua figlia preoccupata.<br />

La torta fu distribuita a ognuno ma il<br />

clima di festa era ormai sparito, non<br />

c’era più il rumore di prima, tutti parlavano<br />

più dolcemente, ogni tanto<br />

sussurrando come se si avesse paura<br />

di rompere la tristezza <strong>della</strong> fanciulla.<br />

All’improvviso mi venne da ridere ma<br />

mi controllai, e non manifestai i miei<br />

sorrisi che erano più amari che soddisfatti.<br />

Le diciannove bare dei soldati<br />

alla TV prima non erano state abbastanza<br />

per far commuovere come la<br />

morte di un cagnolino, diciannove<br />

morti non si erano guadagnate neanche<br />

un minuto di silenzio nella festa,<br />

ma con la perdita del barboncino,<br />

nella stanza sembrava fosse calata<br />

l’aria di un funerale. Sospirai e andai<br />

sul balcone, guardai su in cielo per<br />

vedere il vuoto lasciato dalle diciannove<br />

stelle degli eroi caduti, e quanto<br />

era grande la differenza del vuoto<br />

lasciato da quella del cagnolino.<br />

Sulla strada di ritorno a casa, chiesi a<br />

mio marito e ai miei figli le impressioni<br />

sulla festa, mio figlio rispose subito:<br />

Non c’è stato nulla di bello, se l’avessi<br />

saputo prima me ne sarei stato a casa.<br />

Però poverina Laura, mamma, deve<br />

aver provato un gran dolore... - Mia<br />

figlia aggiunse.<br />

Non sentii la voce di mio marito, lo<br />

guardai in attesa. La sua faccia era<br />

tranquilla, mi stringeva la mano, e<br />

lentamente disse:<br />

Cara, so che cosa vuoi chiedermi, non<br />

paragonare più la tristezza comune<br />

del nostro paese con la sofferenza personale<br />

di Laura. Domani tutto tornerà<br />

alla normalità.<br />

Stetti in silenzio. Camminando nel<br />

buio <strong>della</strong> notte, un sassolino sulla<br />

strada per caso mi entrò nella scarpa,<br />

sentii un forte dolore sotto la pianta<br />

del mio piede destro. Ci fermammo un<br />

momento per permettermi di toglierlo.<br />

Osservai i miei cari, tutti sapevano<br />

che avevo male e nessuno faceva le<br />

mie stesse smorfie. Mi venne a sorridere,<br />

dentro di me sentii del mio Ego<br />

stette preoccupando di massaggiare la<br />

pianta del mio piede. In alto, nel cielo<br />

<strong>della</strong> notte non vedevo più la differenza<br />

tra il vuoto lasciato dalle stelle dei<br />

caduti e quello del cagnolino.


Raccomandato da<br />

Giuseppe<br />

Garibaldi<br />

Giuseppe<br />

Bellone<br />

un patriota<br />

mezzojusaro<br />

con una<br />

raccomandazione<br />

speciale<br />

Egregio Direttore,<br />

il 150° anniversario dell’Unità d’Italia<br />

mi dà occasione di ricordare ai siciliani<br />

e ai Mezzojusari in particolare, una<br />

nobile figura di patriota, di cui<br />

Mezzojuso può andare orgogliosa.<br />

Egli è il dott. Giuseppe Bellone.<br />

Nacque a Mezzojuso il 17 dicembre<br />

del 1828 ed era un mio avo e tutta la<br />

famiglia ancora oggi ne tramanda ai<br />

posteri la disinteressata figura di uomo<br />

di scienza, di uomo libero e di patriota.<br />

Ancora studente sposò la causa garibaldina<br />

e fu tra i primi a combattere<br />

per le vie e per le campagne di<br />

Palermo nelle giornate del 1848, attirando<br />

su di sé la particolare attenzione<br />

del generale La Masa.<br />

La gloria dei campi di battaglia e la<br />

stima guadagnatesi non lo distolsero<br />

dagli studi e non chiese ricompensa al<br />

suo eroismo.<br />

Tornò all’università aspettando che<br />

maturassero i destini d’Italia ed intanto<br />

si aggregò alla legione universitaria<br />

capitanata da Paolo Paternostro.<br />

Insofferente dell’attesa passò a Napoli<br />

dove rimase per più di un anno allacciando<br />

amicizie e cospirando, finchè<br />

nel 1856 d’accordo con il martire barone<br />

Francesco Bentivegna organizzò la<br />

rivoluzione all’interno dell’Isola, per<br />

ridursi, poi a Palermo. Innalzato lo stendardo<br />

<strong>della</strong> Rivoluzione in Mezzojuso,<br />

dove il mio avo godeva larga stima e<br />

fiducia, radunò pochi animosi, fiducioso<br />

che il movimento potesse<br />

rendersi imponente ed invincibile.<br />

L’organizzazione però fu scoperta<br />

e il mio avo, riconosciuto uno<br />

dei capi promotori, venne incatenato<br />

e imprigionato e sottoposto<br />

al consiglio di guerra.<br />

Unico compenso al suo sacrificio<br />

fu il riconoscimento ufficiale del<br />

suo ardire, infatti, il 28/9/1860<br />

il dott. Onofrio Di Bendetto<br />

gli rilasciò un attestato di<br />

benemerenza, che è<br />

conservato tra le<br />

carte di famiglia.<br />

Il carcere<br />

però<br />

n o n<br />

temperò,<br />

che<br />

a n z i<br />

temprò,<br />

il patriot-<br />

tismo del mio avo, il 13 maggio 1860<br />

lo vediamo nuovamente in Mezzojuso,<br />

dove, assieme ad altri pochi animosi,<br />

disarma dieci compagni d’arme militi<br />

e con le stesse armi equipaggia una<br />

squadra da lui stesso comandata ed il<br />

19 segue il generale La Masa che, passando<br />

da Mezzojuso, proseguiva per<br />

Gibilrossa, provvedendo a sue spese ai<br />

bisogni dei suoi uomini.<br />

A Gibilrossa viene nominato, con<br />

decreto del generale La Masa, capo<br />

chirurgo, e destinato a dirigente l’ambulanza<br />

chirurgica e quando il 27<br />

maggio le truppe entrano gloriosamente<br />

a Palermo, è sempre tra i primi<br />

a combattere e medicare.<br />

Il 23 luglio, con decreto ministeriale,<br />

viene chiamato a prestare servizio nell’ospedale<br />

militare di Santa Cita con il<br />

grado di chirurgo di battaglione.<br />

Compiutosi il sogno di tutti i patrioti<br />

d’Italia, il dott. Bellone non chiese<br />

onori o posti di favore, si ritirò nel<br />

suo paese ove attese alla sua libera<br />

professione onorato e stimato da tutta<br />

la cittadinanza.<br />

Suo grande conforto e compenso fu<br />

l’elogio che di lui fece il generale La<br />

Masa nel segnalarlo al dittatore.<br />

La famiglia conserva ancora la lettera<br />

che porta la firma del Grande Eroe di<br />

Caprera, che è del seguente tenore:<br />

“Illustre Dittatore. Il signor dottor<br />

Bellone di Mezzojuso, merita ogni<br />

riguardo per il suo valore dimostrato<br />

sin dal 1848 nei rivolgimenti siciliani e<br />

specialmente sull’entrata vittoriosa<br />

nella capitale nel 1860. Palermo<br />

19/6/1860. G. La Masa.<br />

Raccomandato V. G. Garibaldi”.<br />

Al dott. Giuseppe Bellone, eroe ignorato,<br />

distintosi nella bella e gloriosa<br />

lotta per l’indipendenza d’Italia, che<br />

sacrificò alla nobile causa fatica e<br />

denaro, mantenendo a proprie spese<br />

un’intera squadra durante la campagna<br />

del ’60, il governo dell’epoca gli<br />

assegnò una pensione di diciassette<br />

soldi al giorno che oggi equivarrebbero<br />

a € 8,60.<br />

Di recente, su mia sollecitazione,<br />

l’Amministrazione Comunale di<br />

Mezzojuso, con delibera di Giunta n.<br />

1 del 05/01/2007, intitolò una piazza<br />

al suo illustre concittadino.<br />

Palermo, 31 ottobre 2011<br />

Dr. Filippo Bellone<br />

e11


Concerto in<br />

Piazza Grande<br />

di Margherita Reres<br />

La festa <strong>della</strong> Madonna<br />

dei Miracoli è indubbiamente<br />

una delle più<br />

sentite e partecipate dalla<br />

nostra comunità, raccogliendo fedeli<br />

anche nei paesi vicini. Prova di ciò sono<br />

le lunghe colonne di fedeli che partecipano<br />

alle processioni dell’8 e del 15 settembre,<br />

rispettivamente fiera e ottava.<br />

La devozione supera i confini del<br />

tempo e dello spazio. Sono moltissime,<br />

infatti, le famiglie che, seppure emigrate<br />

da Mezzojuso diversi anni or sono,<br />

restano profondamente legate alla festa<br />

<strong>della</strong> natività <strong>della</strong> Madonna e non è<br />

raro che alcune di esse ritornino persino<br />

dagli Stati Uniti per partecipare alle<br />

celebrazioni o che si prodighino in<br />

offerte in favore del Santuario.<br />

Le celebrazioni, come per le altre feste<br />

principali, iniziano con “l’appizzatina<br />

ru paliu”, proseguono per diversi giorni<br />

con la novena serale per concludersi poi<br />

con la processione la sera dell’ottava.<br />

Sono sicuramente il giorno <strong>della</strong><br />

“fiera” e quello che lo precede, i due<br />

eche racchiudono la maggior parte degli<br />

12<br />

eventi, tra i quali il tradizionale “jocu<br />

ri pignateddi”, ancora molto apprezzato<br />

dai bambini e anche dagli adulti che,<br />

accompagnati dai motivetti suonati<br />

dalla banda, si fanno trasportare nei<br />

ricordi <strong>della</strong> propria infanzia (a questo<br />

proposito molte volte mi è stato raccontato<br />

dell’antico “travu cuddura”).<br />

Da un po’ di tempo a questa parte mi<br />

sembra di notare che, forse a causa dell’imperante<br />

crisi economica che non<br />

concede alle famiglie il lusso di potersi<br />

permettere molti svaghi, le popolari<br />

feste patronali stanno riprendendo<br />

vigore. Quest’anno non ha fatto eccezione<br />

nemmeno quella organizzata dal<br />

comitato <strong>della</strong> Madonna dei Miracoli.<br />

La sera del 7 settembre è stata animata<br />

dal concerto di Rosalino Cellamare,<br />

meglio conosciuto come Ron, che ha<br />

regalato al numeroso pubblico intervenuto<br />

per l’occasione una serata<br />

ricca di musica ed emozioni.<br />

Già nel pomeriggio, quando ho assistito<br />

alle prove del check sound dai<br />

gradini <strong>della</strong> chiesa di San Nicola, ho<br />

notato nel cantautore d’origine pavese<br />

una forte carica umana.<br />

Accompagnato dal suo meraviglioso<br />

pianoforte a coda (chissà se ce n’era<br />

mai stato uno sul palco <strong>della</strong> piazza?)<br />

o dalla sua chitarra, non mancava di<br />

dispensare saluti e concedere autografi<br />

ai fan accorsi per lui. Un piccolo<br />

episodio, in particolare, ha attratto la<br />

mia attenzione: per permettere alla<br />

banda musicale di terminare il suo tradizionale<br />

giro del paese con le marce<br />

in piazza, evidentemente apprezzando<br />

la performance, ha interrotto le sue<br />

prove e ha applaudito i musicisti (abitudine<br />

quest’ultima, purtroppo, non<br />

proprio radicata dalle nostre parti).<br />

Che dire poi del concerto, ascoltare<br />

dal vivo i brani, quelli famosi e quelli<br />

meno conosciuti, di un artista di questo<br />

calibro non poteva lasciare indifferente<br />

nemmeno il più scettico degli<br />

spettatori. Anche il modo di relazionarsi<br />

con il pubblico, cercando un<br />

contatto attraverso il racconto dei percorsi<br />

che hanno portato alla stesura di<br />

quelle poesie, ha reso l’evento indimenticabile<br />

e degno, a mio avviso, di<br />

entrare negli annali <strong>della</strong> memoria<br />

collettiva, quelli da cui attingono i<br />

nonni per raccontarci di come erano<br />

belle quelle feste un tempo.


RONFoto Danilo Figlia<br />

La sera del 7 settembre<br />

è stata animata<br />

dal concerto di<br />

Rosalino Cellamare,<br />

meglio conosciuto come Ron,<br />

che ha regalato<br />

al numeroso pubblico<br />

intervenuto per l’occasione<br />

una serata<br />

ricca di musica<br />

ed emozioni.<br />

MAX<br />

POTAMO<br />

& THE<br />

VINTAGE<br />

e13


GENTE DI MEZZOJUSO<br />

I ricordi di un preside<br />

Il Preside Cammareri in una foto del 1973, in occasione <strong>della</strong> inaugurazione dell’edificio destinato alla Scuola Media di Gozzano.<br />

Accanto Oscar Luigi Scalfaro, allora ministro.<br />

Egregio Direttore,<br />

mi sono pervenuti nei recenti decorsi<br />

mesi, i numero 81 e 82 dell’<strong>Eco</strong> <strong>della</strong><br />

<strong>Brigna</strong> che ho letto con attenzione ed<br />

interesse, e sono debitore verso l’amico<br />

Giuseppe Lala per averVi egli segnalato<br />

il mio nominativo e suggerirVi l’invio<br />

del Vostro periodico.<br />

Sono stato preside titolare <strong>della</strong> Scuola<br />

Media di Mezzojuso alcuni anni or<br />

sono e, sebbene nella mia carriera scolastica<br />

io sia stato capo di istituto in<br />

più scuole di diverse sedi, l’esperienza<br />

fatta nella Sua Cittadina mi ha lasciato<br />

un positivo, particolare segno indelebile.<br />

Si tratta di un legame affettivo,<br />

capace di tenere desta la memoria su<br />

eventi ormai lontani, a dispetto del<br />

fluire inesorabile del tempo.<br />

La senilità è la stagione del silenzio e<br />

<strong>della</strong> riflessione, a motivo di ciò mi<br />

capita spesso di rimuovere le zolle del<br />

mio passato, di ritornare col pensiero<br />

nei luoghi ove ho svolto la mia attività<br />

elavorativa e di vedere, con l’occhio<br />

14<br />

<strong>della</strong> mente, le persone con le quali ho<br />

condiviso i progetti educativi, le ansie,<br />

le attese, il piacere dello stare insieme.<br />

A Mezzojuso ho avuto il privilegio<br />

<strong>della</strong> collaborazione del prof. Francesco<br />

Masi, docente di notevole profilo professionale,<br />

uomo probo e pronto di<br />

cuore. Padre Masi ebbe una concezione<br />

mazziniana del lavoro: un dovere da<br />

compiere come missione. E vorrei che<br />

in quelle lontananze non più umane<br />

gli giungesse la mia rinnovata, affettuosa<br />

gratitudine. Profonda, sincera<br />

riconoscenza, nella felice gestione<br />

<strong>della</strong> predetta scuola, sento di dovere<br />

anche al prof. Pietro Lascari, persona<br />

leale, sollecita e pragmatica nell’affrontare<br />

e risolvere i problemi quotidiani<br />

connessi con la educazione dei<br />

giovani. E mi piace altresì evidenziare,<br />

nella circostanza, l’opera assai pregevole<br />

di Padre Samuele Cuttitta tesa,<br />

in termini amorevoli e paterni, alla<br />

crescita umana degli alunni, ospiti<br />

dell’Isituto Convitto Andrea Reres.<br />

Ottimi, periodici rapporti, di natura<br />

squisitamente pedagogica, ho intrattenuto<br />

con la Superiora del Collegio di<br />

Maria, Convitto presso il quale in quegli<br />

anni trovava ospitalità ed assistenza<br />

un discreto numero di ragazze,<br />

alunne <strong>della</strong> scuola, residenti nelle<br />

borgate del circondario.<br />

La scuola, è cosa risaputa, ha la funzione<br />

irrinunciabile di trasmettere cultura<br />

e sapere. Tuttavia, sarà bene tenere<br />

a mente che le sue mansioni non si<br />

esauriscono in questo ambito. I compiti<br />

assegnati a questo istituto storico<br />

primario vanno ben oltre, essendo<br />

essa anche sede di promozione e di<br />

mobilità sociale. Ecco perché la cultura<br />

di ciascun individuo va identificata,<br />

come ordine prioritario, nel suo modo<br />

di essere che, ovviamente ingloba<br />

pure il modo di sapere.<br />

A Giuseppe Lala, funzionario di<br />

Segreteria, nonché assessore<br />

dell’Amministrazione comunale negli<br />

anni <strong>della</strong> mia presenza a Mezzojuso e


“<br />

...Sono stato preside<br />

titolare <strong>della</strong> Scuola Media<br />

di Mezzojuso alcuni anni<br />

or sono e, sebbene nella<br />

mia carriera scolastica io<br />

sia stato capo di istituto in<br />

più scuole di diversi sedi,<br />

l’esperienza fatta nella Sua<br />

Cittadina mi ha lasciato<br />

un positivo, particolare<br />

segno indelebile.<br />

ai succitati Docenti religiosi, che<br />

hanno garantito la continuità didattico-amministrativa,<br />

un plauso incondizionato<br />

per la loro disponibilità altamente<br />

meritoria.<br />

Il personale ausiliario, costituito dalle<br />

Signore Mirto, Canino e dai Sigg.<br />

Muscarello, Sgroi e Di Chiara, è vivissimo<br />

nei miei ricordi per la loro operosità<br />

e per il loro contegno serio e responsabile<br />

nei confronti degli utenti tutti.<br />

Gli alunni, continuità e divenire di una<br />

Comunità virtuosa, sono anch’essi<br />

presenti nella mia mente. In adesione<br />

alle “regole” vigenti in quel periodo,<br />

le ragazze indossavano, di norma,<br />

grembiule nero con candido colletto<br />

bianco, mentre i ragazzi facevano uso<br />

di un abbigliamento semplice, ma<br />

dignitoso in ogni caso. Il loro comportamento<br />

era improntato all’osservanza<br />

per l’ordine, per il decoro e per il<br />

rispetto nei confronti di tutti gli operatori<br />

scolastici. Vi era in essi un comune<br />

sentire per l’amicizia e per la reciproca<br />

solidarietà. I loro volti resteranno<br />

fermi nella mia mente, almeno fino<br />

a quando sarà data ai miei occhi la<br />

Santa Luce.<br />

Ma, a Mezzojuso non mi lega solamente<br />

il richiamo dell’ambiente scolastico.<br />

Fuori da quelle mura vi è un agglomerato<br />

urbano, un microcosmo con una<br />

popolazione dalle radicate tradizioni<br />

religiose, linguistiche e culturali che lo<br />

connotano per le sue specificità. La<br />

civiltà autoctona di quella Comunità, dal<br />

primo Cittadino Vittorio Pennacchio<br />

attento e assai sensibile ai valori universali<br />

dell’istruzione, è fonte inesauribile<br />

per chi ama studi approfonditi nello scibile<br />

<strong>della</strong> etnografia. Sono queste, a mio<br />

sommesso parere, le ragioni indeclinabili<br />

perché l’<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong> trovi<br />

sostegno, sollecitazioni e lunga vita. Al<br />

direttore e ai redattori del bimestrale è<br />

affidata la custodia di un patrimonio<br />

inalienabile che sarebbe delittuoso<br />

disperdere. Appare quindi quanto mai<br />

doveroso, da parte di coloro che hanno<br />

a cuore la sopravvivenza di questa ricchezza<br />

inestimabile, trasmettere, alle<br />

generazioni che verranno, la memoria<br />

storica <strong>della</strong> loro città, renderli edotti ed<br />

orgogliosi <strong>della</strong> loro appartenenza e del<br />

loro Paese. Occorre pertanto dar loro<br />

consapevolezza che il futuro ha un<br />

cuore antico, che il presente vive in funzione<br />

del passato e che ogni storia è storia<br />

contemporanea.<br />

“Avere un paese”, ci avverte Cesare<br />

Pavese nel suo capolavoro La Luna e<br />

i Falò, “vuol dire non essere mai soli<br />

perché lì c’è sempre qualcuno che ci<br />

aspetta”.<br />

Orbene, nel mito del suo paese natale,<br />

negli usi, nei costumi, nel retaggio di<br />

quella gente, Cesare Pavese trovò<br />

materia, ispirazione e suggestioni per<br />

la stesura delle pagine più alte <strong>della</strong><br />

sua produzione letteraria.<br />

Lo si prenda ad esempio!<br />

A Lei, Sig. Direttore, la mia sincera<br />

ammirazione per le doti non comuni<br />

nel riuscire a coniugare, in maniera<br />

lodevole, il Suo apprezzato lavoro<br />

editoriale con l’espletamento delle<br />

delicate e non meno importanti mansioni<br />

ecclesiali del suo Ufficio.<br />

Con viva cordialità, Suo<br />

Matteo Cammareri<br />

e15


L’importanza di una<br />

corretta alimentazione<br />

Quante volte nella nostra vita<br />

abbiamo deciso di metterci a<br />

dieta? Basta la promessa di perdere<br />

chili velocemente e siamo disposti<br />

anche a seguire regimi alimentari<br />

molto rigidi. Nella maggior parte dei<br />

casi abbiamo un’idea <strong>della</strong> dieta molto<br />

sbagliata basata sulle informazioni<br />

date in televisione o da improvvisati<br />

“specialisti”che dispensano consigli il<br />

più delle volte dannosi. Le diete dimagranti,<br />

se non sono ben bilanciate e<br />

specifiche per il singolo individuo,<br />

possono essere rischiose per la salute<br />

perché possono causare carenze nutritive<br />

gravi o danneggiare il funzionamento<br />

del metabolismo. Perdere peso<br />

non è una evoluzione che deve avvenire<br />

in tempi brevi, non facciamoci<br />

ingannare da quelle pubblicità che<br />

promettono la perdita di chili in poche<br />

settimane, è un errore grave, sbagliato<br />

e dannoso.<br />

La parola dieta deriva dal greco<br />

“DAITA” ovvero “stile di vita”, uno<br />

stile di vita in cui si mangi sano per<br />

rimanere sani, dove si assumi giornalmente<br />

cibo per soddisfare sia<br />

il nostro fabbisogno energetico<br />

sia il nostro gusto. Nel linguaggio<br />

moderno, invece, il termine<br />

dieta ha acquisito un<br />

significato diverso: astinenza<br />

da prelibatezze e uso di<br />

pietanze tristi e insapori.<br />

Recentemente in<br />

Francia l’Agenzia<br />

di sicurezza sanitaria alimentazione,<br />

ambiente e lavoro (Anses) ha denunciato<br />

i rischi sulla salute legati all’eccesso<br />

di proteine e agli squilibri nutrizionali.<br />

L’Agenzia ha analizzato una<br />

quindicina di diete alimentari tra le più<br />

seguite, come la Atkins, la Dukan, la<br />

Montignac, la californiana, Weight<br />

Watchers. Tutte, secondo gli esperti<br />

francesi, comportano uno squilibrio<br />

importante a livello nutrizionale nelle<br />

vitamine, nei minerali e nei macronutrienti<br />

(lipidi, glucidi e proteine).<br />

Queste diete sono accomunate da una<br />

assunzione di proteine superiore<br />

all’apporto consigliato, soprattutto<br />

nella dieta proposta dal Dott. Dukan,<br />

molto in voga in Francia. Altre diete,<br />

invece, sottolineano gli esperti, propongono<br />

un apporto eccessivo di lipidi.<br />

L’assunzione di fibre, invece, in tre<br />

diete su quattro è inferiore alle quantità<br />

consigliate dagli specialisti, soprattutto<br />

nelle prime settimane di dieta.<br />

Insufficienti sono spesso gli apporti in<br />

calcio, vitamine C e D, e in ferro,<br />

soprattutto per le donne. Inoltre, nel<br />

95% dei casi, si è osservata una ripresa<br />

del peso subito dopo. Elevato è<br />

anche il rischio di sviluppare disturbi<br />

nel comportamento alimentare. Le<br />

restrizioni nutritive possono provocare<br />

l’osteoporosi e fratture alle ossa, ma<br />

possono accrescere i rischi di malattie<br />

cardiovascolari e di certi tipi di tumore.<br />

Ecco dunque le diete sotto accusa:<br />

DIETA DEL DOTTOR ATKINS: è<br />

una dieta che fornisce un basso apporto<br />

in glucidi, iperlipidica e ipocalorica.<br />

L’assenza di fibre (apporto 10 volte<br />

inferiore al fabbisogno) favorisce lo<br />

sviluppo di tumori al colon-retto.<br />

Scarso è anche l’apporto di ferro, calcio<br />

e magnesio, mentre si assumono<br />

troppo sodio e troppe proteine (il doppio<br />

rispetto alla norma). Queste condizioni<br />

causano un sovraccarico dell’attività<br />

renale, epatica e cardiovascolare.<br />

REGIME DEL DOTTOR DUKAN:<br />

è una dieta iperproteica (apporto<br />

almeno 3 volte superiore al normale) e<br />

ipocalorica (nella prima fase).<br />

L’eccesso di sodio comporta un<br />

aumento <strong>della</strong> pressione arteriosa e il<br />

rischio di malattie cardiovascolari.<br />

Nella fase iniziale prevede il consumo<br />

illimitato di vitello, manzo, coniglio,<br />

pesce. Dieci giorni di proteine e solo<br />

proteine. A tutte le ore, senza limiti di<br />

quantità. Mangiare una bistecca è un<br />

piacere, ma non si può divorare carne<br />

senza criterio. Effetti probabili sui<br />

reni, rischi di tumori al colon.<br />

DIETA DEL DOTTOR FRICKER:<br />

iperproteica (apporto doppio alla normale)<br />

e ipocalorica. Carenza di ferro,<br />

calcio e vitamina C nella fase 3.<br />

DIETA MONTIGNAC: assunzione<br />

di “glucidi cattivi” per due mesi (es.<br />

pane bianco). Carenza di ferro per le<br />

donne, di fibre, di calcio, di magnesio<br />

e vitamine D. E’, inoltre, iperlipidica.<br />

DIETA DISINTOSSICANTE AL<br />

LIMONE (Lemon detox): a base di<br />

limone e sciroppo di acero. Dieta iperglucidica<br />

e estremamente ipocalorica<br />

(solo 574 kcal al giorno contro le<br />

1.800 consigliate per le donne e le<br />

2.200 per gli uomini). Carenze in<br />

ferro, calcio, sodio, lipidi e proteine. I<br />

rischi sulla salute sono di diversi tipi.<br />

Impariamo a sederci a tavola con<br />

intelligenza. Occorre mangiare tutto e<br />

in modo equilibrato. Non esistono cibi<br />

buoni o cattivi, il loro effetto dipende<br />

dalla quantità che ne assumiamo. E’<br />

importante soddisfare i fabbisogni del<br />

nostro organismo imparando a scegliere<br />

gli alimenti più salutari e a<br />

distribuirli in modo corretto nell’arco<br />

<strong>della</strong> giornata. La salute, infatti, si<br />

conquista e si conserva soprattutto a<br />

tavola, imparando sin da bambini le<br />

regole del mangiare sano.<br />

Dott.ssa Valentina Schirò<br />

(Biologa Nutrizionista)


Il Castello dei giochi<br />

L<br />

’Associazione “Voltalacarta” quest’anno,<br />

per la prima volta, ha attivato<br />

su richiesta, e per esigenza di<br />

tanti genitori, la ludoteca estiva.<br />

Il progetto pensato e realizzato ad hoc<br />

per le esigenze del territorio dal nome<br />

“Il castello dei giochi” presentato al<br />

comune, ha avuto il consenso e l’autorizzazione<br />

all’utilizzo dei locali del<br />

castello per lo svolgimento delle attività<br />

previste.<br />

La ludoteca estiva è stata attivata il 20<br />

giugno 2011, e a prenderne parte sono<br />

stati tutti i bambini dai 4 agli 11 anni.<br />

I bambini sono stati divisi per fasce<br />

d’età in 3 gruppi: il gruppo delle “coccinelle”,<br />

formato dai bambini di età<br />

compresa tra i 4 e i 5 anni ; il gruppo dei<br />

“cavalli”, composto dai bambini di età<br />

compresa tra i 7 e gli 8 anni; ed infine il<br />

gruppo dei “leoni”, costituito dai bambini<br />

di età compresa tra i 9 e gli 11 anni.<br />

All’ interno del progetto sono stati realizzati,<br />

tenendo conto delle attitudini<br />

dei bambini, diversi tipi di laboratori:<br />

laboratorio musicale, laboratorio di<br />

cucina, laboratorio grafico - pittorico,<br />

laboratorio di cartapesta, laboratorio<br />

di bijoutteria, laboratorio <strong>della</strong> risco-<br />

perta dei giochi antichi dei nonni,<br />

laboratorio pasta di sale, laboratorio di<br />

cineforum, laboratorio di creta, laboratorio<br />

attività motorie, escursioni,<br />

passeggiate a tema per far conoscere il<br />

patrimonio artistico culturale (icone,<br />

restauro dei libri) e il proprio territorio<br />

con le proprie risorse.<br />

Inoltre, sono stati svolti vari giochi<br />

all’aperto in diverse zone del paese<br />

che hanno allietato, oltre che i nostri<br />

bambini, anche tutti coloro che giornalmente<br />

sostavano in piazza o in<br />

varie aree del paese.<br />

Il 9 agosto del 2011, gli operatori<br />

hanno dedicato un ‘intera giornata a<br />

Pietro Ulmo “poeta di strada” venuto<br />

a mancare il 9 agosto del 1999 a seguito<br />

di un incidente stradale, per ricordare<br />

e far conoscere ai piccoli la sua<br />

espressione artistica e poetica.<br />

Nel primo pomeriggio si è svolto un<br />

“seminario”, nei locali del castello,<br />

sulla vita di Ulmo sia per ricordarlo,<br />

sia soprattutto per farlo conoscere ai<br />

bambini più piccoli.<br />

La giornata si è conclusa in piazza, in<br />

presenza di tutti i bambini e di alcuni<br />

genitori che hanno partecipato, con il<br />

volo di un pallone costruito con la<br />

carta velina come solitamente faceva<br />

Ulmo nelle festività.<br />

Tutte le attività del centro ludo-ricreativo<br />

estivo si sono concluse il 2 settembre<br />

del 2011, mentre il 5 settembre<br />

è stato realizzato lo spettacolo in piazza<br />

“festival canoro dei bambini”, inserito<br />

all’interno delle festività in onore<br />

di ”Maria SS dei Miracoli”.<br />

Un ringraziamento dovuto va agli<br />

operatori che si sono attivati per allietare<br />

le lunghe giornate estive dei<br />

nostri bambini:<br />

Annalisa Bua, Marco Canfora, Ina<br />

Bisulca, Rosanna Bua, Dorica Napoli,<br />

Margherita Reres, Mariangela Chetta,<br />

Carmelo D’orsa, Massimiliano Canfora<br />

e inoltre, si ringraziano alcuni ragazzi<br />

che fanno parte dell’associazione che<br />

sono stati a supporto degli operatori, i<br />

quali hanno dimostrato di avere le capacità<br />

e la pazienza necessaria per svolgere<br />

tale lavoro.<br />

L’augurio è che l’esperienza di quest’anno<br />

possa essere riproposta e realizzata<br />

anche il prossimo anno.<br />

Rita Cacciatore


L’ALFA E L’OMEGA<br />

DEL VOLLEY<br />

Chissà se un giorno i nostri ragazzi<br />

potranno vivere e sentire il volley<br />

come reale attività sportiva fatta di allenamenti,<br />

competizioni, trasferte e tutto<br />

quello che emoziona e fa emozionare di<br />

questo splendido mondo.<br />

Nel fotografare la realtà sportiva locale<br />

quello che nella immediatezza colpisce<br />

è vedere ragazzi di ogni età<br />

(ma) di sesso maschile che praticano<br />

solo calcio.<br />

Comunque bella l’immagine, peccato<br />

che l’obiettivo non riesca ad inquadrare<br />

altre angolature sportive e lo scatto di<br />

quella fotografia impressioni con nitidezza:<br />

calzettoni, parastinchi, scarpe<br />

con tacchetti e comodi completini colorati<br />

oscurando tutto il resto.<br />

Di chi sono le colpe o le competenze<br />

che hanno per anni deluso aspettative di<br />

ragazzine o ragazzi che vorrebbero<br />

competere in altre attività sportive?<br />

Il susseguirsi di amministrazioni comunali<br />

preoccupate più del dire che del<br />

fare, di assessori allo sport che hanno<br />

preferito saltare gli ostacoli con cavalli<br />

zoppi dandosi all’ippica o eseguire<br />

piroette di fronte ad incalzanti orchestre<br />

incapaci di gestire organizzazioni o<br />

manifestazioni sportive a qualsiasi titolo.<br />

Basta ricordare che le attività estive<br />

legate allo sport ed in particolare ai tornei<br />

di volley non rientrano nemmeno<br />

nel programma comunale ma vengono<br />

organizzati con mille difficoltà in autogestione<br />

da gente comune che oltre alla<br />

passione per questo sport, crede nei giovani<br />

e nell’impegno degli stessi.<br />

Ecco per grandi linee il quadro generale:<br />

un vero disastro.<br />

Ma voglio lasciarvi con una bella storia<br />

durata circa tre anni, è quella di un<br />

gruppo di amici che accomunati dalla<br />

stessa passione decidono, contro ogni<br />

aspettativa, di creare un vero comparto<br />

sportivo pallavolistico prevalentemente<br />

femminile, un progetto ambizioso e di<br />

difficile attuazione.<br />

Mezzojuso non ha strutture pensate per<br />

fare qualcosa di diverso rispetto al calcio,<br />

congetture mentali e poco proget-<br />

etuali non fanno vedere oltre campi di<br />

18<br />

100 metri con 11 campioni in campo.<br />

Il primo passo è fatto: l’Adrasto, associazione<br />

che opera con onore nel territorio,<br />

ci garantisce l’affiliazione presso<br />

la federazione competente FIPAV.<br />

Cominciamo i sopralluoghi nei paesi<br />

vicini alla ricerca <strong>della</strong> struttura che ci<br />

portano in un’unica direzione:<br />

Bolognetta, che per due anni diventa la<br />

nostra seconda residenza. Inutile raccontarvi<br />

che nessun contributo locale<br />

rende onore alla nostra iniziativa, con<br />

tanta faccia tosta elemosiniamo a<br />

benefattori distanti 40 km dal nostro<br />

centro l’acquisto di rete, palloni, completini<br />

e tutto il materiale per farci sentire<br />

una vera squadra di pallavolo.<br />

Con entusiasmo affrontiamo interminati<br />

chilometri per garantire trasferte e<br />

allenamenti.<br />

I sacrifici danno i loro frutti, cominciamo<br />

a vincere partita su partita classificandoci<br />

2° nel campionato di 3° divisione<br />

femminile.<br />

Ricordo ancora gli abbracci e la commozione<br />

del gruppo che col tempo<br />

ormai era divenuto una vera famiglia. Il<br />

secondo anno risulta più difficile: qualcuno<br />

si perde per strada, qualcun’altro<br />

subentra ma il progetto rimane ancora<br />

in piedi, otteniamo un altro buon piazzamento<br />

e contemporaneamente in una<br />

struttura a Mezzojuso, precaria e non<br />

adatta a questo<br />

sport, crescia-<br />

mo un vivaio di ragazzini con la voglia<br />

e l’entusiasmo di avvicinarsi alla pallavolo<br />

e si va avanti per quasi un anno.<br />

Ma nulla è possibile solo con le buone<br />

intenzioni, senza una vera palestra,<br />

senza un contributo economico, senza<br />

gente che crede che lo sport sia fondamentale<br />

nella vita dei ragazzi ed è la<br />

prima vera organizzazione di civiltà.<br />

Dopo circa tre anni di attività rivedo la<br />

stessa foto, nessuna angolatura è cambiata<br />

l’obiettivo continua ad inquadrare<br />

quell’ ampio campo di calcio zeppo di<br />

ragazzini con nessun’ altra alternativa.<br />

Gli amici con cui ho cominciato questo<br />

progetto: Pietro Musacchia,<br />

Vanessa Mallia, Giorgio Ferlisi,<br />

Salvatore Giardina, Rocco Danilo e<br />

Lucido Fabrizio.<br />

Gli amici con cui ho continuato questo<br />

progetto: Marco e Massimiliano<br />

Canfora, Peppe Chetta, Santina<br />

Viscardi e Giorgio Ferlisi.<br />

Gli amici che hanno collaborato alla<br />

riuscita dei tornei estivi: Giuseppe<br />

Barone, Marco Militello e Piero Lo<br />

Monte.<br />

Gli amici che hanno contribuito con<br />

sponsor: Leonardo La Barbera e Lo<br />

Brutto Vittorio.<br />

Maria Grazia Lucido


Disastri annunciati<br />

Idisastri che hanno interessato in questi<br />

ultimi giorni la Liguria, la Toscana<br />

e in ultimo l’isola d’Elba a causa delle<br />

inondazioni, mi riportano alla mente ciò<br />

che accadde nel nostro territorio nel<br />

marzo del 2005 quando, dopo giorni di<br />

incessante pioggia, vennero giù dalla<br />

collina “<strong>Brigna</strong>”, a monte <strong>della</strong> chiesetta<br />

Madonna dell’Udienza, alcuni grossi<br />

massi travolgendo alcune automobili e<br />

danneggiando un paio di appartamenti,<br />

mettendo a dura prova la sicurezza <strong>della</strong><br />

nostra comunità. Le riflessioni di noi<br />

tutti allora e che oggi ritornano insistenti<br />

sono sempre le stesse: perché succede<br />

tutto questo? E’ veramente cambiato<br />

così repentinamente il clima da<br />

mostrarsi con eventi così disastrosi?<br />

Possiamo additare la colpa solo a ciò?<br />

Forse prima non pioveva così tanto?<br />

Ancora più penetranti frullano nella<br />

mente altre considerazioni: Qual è il<br />

nostro ruolo in tutto questo? E’ possibile<br />

evitare queste catastrofi? Che possiamo<br />

fare singolarmente per la nostra<br />

comunità? Giorni addietro mi trovavo,<br />

così come tanti altri, a raccogliere funghi<br />

e castagne nella contrada Lacca e<br />

con molto dispiacere ho notato lo strano<br />

comportamento tenuto dai fruitori di<br />

questi posti, lontano dal principio di<br />

sana “educazione ambientale”.<br />

Sacchetti di plastica abbandonati in<br />

mezzo al lussureggiante bosco, bottiglie<br />

e bicchieri nascosti tra la bellissima coltre<br />

di foglie secche, indumenti lasciati<br />

sui massi ricoperti di splendido<br />

muschio, sentieri trasformati in piste,<br />

alberi recisi, non fanno certo onore alla<br />

“verde Lacca” che ci appartiene. Alcuni<br />

giorni dopo, sempre per la passione dei<br />

funghi, mi sposto sul lato ovest <strong>della</strong><br />

collina <strong>Brigna</strong>, costone S. Rosalia e con<br />

lo stesso dispiacere noto che il ruscello<br />

a valle, tra l’altro distrutto da un incendio<br />

durante una molto movimentata,<br />

per i piromani?, estate, è stato trasformato<br />

in una discarica a cielo aperto, che<br />

invece dell’acqua conteneva pneumatici,<br />

materassi, vecchie cucine, divani e<br />

ogni altro genere d’arredo che non<br />

serve più. Sorge spontanea la domanda:<br />

e se il nostro territorio fosse colpito<br />

<strong>della</strong> stessa intensità che ha caratteriz-<br />

Foto Danilo Figlia<br />

zato la Liguria nei giorni passati su<br />

quali vie dovrebbe defluire l’acqua se<br />

quelle naturali sono ostruite da ogni<br />

schifezza? In natura tutto ha una sua<br />

perfetta funzione: gli alberi attutiscono<br />

la forza battente <strong>della</strong> pioggia, l’erba ne<br />

rallenta la corsa, i rigagnoli la convogliano<br />

a valle e i fiumi la conducono a<br />

mare. Se tutto è a posto, anche grossi<br />

eventi piovosi, non producono danni,<br />

ma se la natura è bistrattata e mortificata<br />

non risponde con la stessa forza a<br />

contenere l’azione distruttiva dell’acqua.<br />

Non è possibile prevenire ogni<br />

sorta di calamità naturale ma è scontato<br />

che possiamo farci trovare preparati<br />

così da poter limitare i danni. Non certo<br />

con questo comportamento, è ovvio!<br />

Da tutte le fonti, scritte o rappresentate,<br />

<strong>della</strong> nostra tradizione, pervenute<br />

fino a noi, emerge un dato inconfutabile:<br />

il nostro progenitore concepiva la<br />

natura diversamente da come la concepiva<br />

l’omo contemporaneo fortemente<br />

tecnologizzato. Egli si sentiva<br />

immerso nella natura e parte integrante<br />

<strong>della</strong> stessa. Noi usiamo la natura per<br />

raggiungere i nostri scopi e per migliorare<br />

le nostre condizioni di vita non<br />

curandoci di essa, anzi sconvolgendola<br />

e usando spesso quella parte che ad<br />

essa appartiene e che noi depauperiamo<br />

in ogni momento senza renderci conto<br />

del danno che le arrechiamo.<br />

Rendiamoci conto che il degrado<br />

ambientale è strettamente legato al<br />

degrado <strong>della</strong> vita di tutti gli esseri<br />

viventi, uomo compreso. Allora rattristiamoci<br />

per quanto successo al Nord,<br />

ma cerchiamo di trarne insegnamento e<br />

quindi operare per proteggere il nostro<br />

territorio e ancora di più diventare tutti<br />

“sentinelle <strong>della</strong> nostra natura”.<br />

Salvatore Giardina<br />

e19


e20<br />

Caro Don Enzo, sono Ingraffia<br />

Rosalia. Volevo ringraziarla per l’invio<br />

di “<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>”.... non sa la<br />

felicità che proviamo io e mio marito,<br />

nel leggere le notizie di Mezzojuso.<br />

Ogni pagina è un’emozione e soprattutto<br />

i racconti del Sig. Lillo<br />

Pennacchio, nei quali mi ritrovo pienamente.<br />

E’ bello ricordare e per un<br />

attimo rivivere, attraverso le sue parole,<br />

la mia adolescenza.<br />

Mi mancano le tradizioni di<br />

Mezzojuso, le feste e processioni; In<br />

Lombardia sono meno le opportunità<br />

per celebrare insieme alla comunità<br />

questi avvenimenti.<br />

Mi mancano le scampagnate, la vendemmia<br />

con mia nonna e la mietitura<br />

a mano... qui non ho più occasione di<br />

rivivere questi momenti.<br />

Ma ringrazio il Signore per tutto quello<br />

che mi sta facendo vivere qui,<br />

insieme alla mia famiglia.<br />

Ringraziandola nuovamente.<br />

Cordiali Saluti<br />

Ingraffia Rosalia<br />

Caro Don Enzo, sono Caterina<br />

Perniciaro. Innanzitutto la ringrazio<br />

per la compagnia che mi fa, attraverso<br />

la lettura di “<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>”;<br />

Secondo poi, volevo raccontarle dei<br />

miei ricordi, di quando la ripenso<br />

bambino, insieme ad altri piccoli coetanei;<br />

Ricordo, quando sua madre<br />

l’accompagnava da sua nonna<br />

“Duzza”… E ora, eccomi qui a parlare<br />

con quel bambino che è diventato un<br />

bravo Sacerdote… Non mi dilungo<br />

oltre e la ringrazio ancora per tutte le<br />

notizie che attraverso “<strong>Eco</strong> <strong>della</strong><br />

<strong>Brigna</strong>” riesco a ricevere. E’ bello<br />

sapere che nonostante la lontananza,<br />

le tradizioni che rammento del mio<br />

paese, sono salde e continuano ad esistere<br />

nella loro bellezza.<br />

Che la Madonna la protegga,<br />

Cordiali Saluti<br />

Caterina Perniciaro<br />

I nostri lettori ci scrivono<br />

Girolamo Ganci, Commissario straordinario<br />

del Comune di Mezzojuso.<br />

A seguito <strong>della</strong> mozione di sfiducia al<br />

Sindaco Nicola Cannizzaro, votata nel<br />

mese di Luglio 2011, è stato nominato<br />

un Commissario straordinario di cui<br />

pubblichiamo un breve saluto.<br />

Ciao a tutti sono il Commissario<br />

Straordinario di Mezzojuso.<br />

Scusate il tono confidenziale ma in<br />

questo momento mi sento uno di voi<br />

considerato che grazie alla carica che<br />

rivesto ho il piacere di conoscere questo<br />

paese e i suoi simpatici cittadini.<br />

Nei primi tre mesi del mio incarico ho<br />

attenzionato le problematiche da<br />

affrontare.<br />

Non sono un Mago ma con il coraggio<br />

e la forza di chi, all’interno del comune<br />

mi collabora, spero di risolvere<br />

parte dei problemi che più volte voi<br />

cittadini mi avete rappresentato.<br />

Primo fra tutti il problema <strong>della</strong> carenza<br />

idrica che in questi giorni sta creando<br />

notevoli difficoltà alla cittadinanza.<br />

Da non sottovalutare inoltre il problema<br />

dei rifiuti e delle strade interne ed<br />

esterne.<br />

Quanto sopra è certamente solo una<br />

parte delle difficoltà che si presenteranno<br />

fino alle prossime elezioni ma<br />

ho tanta fiducia e pertanto confido<br />

tanto nella vostra collaborazione e<br />

soprattutto nella vostra comprensione.<br />

Un grazie e un saluto a tutta tutti<br />

Il Commissario Straordinario<br />

Girolamo Ganci<br />

Riceviamo e pubblichiamo.<br />

A volte<br />

A volte penso<br />

Tu sia la spuma dell’oceano,<br />

carezza dolce e mormorante<br />

su un’isola che non ho mai visto.<br />

Non sai quanti silenzi mi hai rubato,<br />

sono bianchi chiostri di onde<br />

e vanno, vengono,<br />

sono vestigia lontane<br />

di un solo bacio.<br />

Ma forse<br />

sei solo un bagliore nei miei abissi<br />

ed ho immaginato tutto,<br />

forse sei un vuoto d’ombra<br />

nella luce del mio faro<br />

torre di dolore,<br />

o semplicemente<br />

non ti ho mai perduta<br />

e il tuo abbraccio è la brezza<br />

del mattino.<br />

Eppure adesso è il tramonto<br />

e ti lascio andare<br />

Alla deriva,<br />

lontano<br />

ti lascio andare<br />

e guardo il mare,<br />

le lampare <strong>della</strong> sera,<br />

seduto ed eterno<br />

sul mio piccolo scoglio.<br />

Danzando dimentico<br />

Danzando dimentico<br />

le mille ore splendenti e sfuggenti<br />

la Luna è meno pallida<br />

sulla cima del cielo.<br />

Ricorderai le nostre parole<br />

quando le tue labbra, le tue mani<br />

tremeranno di vecchiaia<br />

e giacerai<br />

inutile relitto di ricordi<br />

sul fondo <strong>della</strong> vita?<br />

Danzo sulla polvere frantumata<br />

di un presente che passa in silenzio<br />

processione di gocce e minuti.<br />

Quale vento non dimentica?<br />

Oggi voglio essere il vento<br />

e danzare gioioso<br />

su tutte le onde<br />

del mio oceano.<br />

Domenico Paladino


Mi è gradito cogliere l’occasione,<br />

offertami dalla messa in<br />

stampa di questo numero de L’<strong>Eco</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>, per rivolgere, nella<br />

qualità di Dirigente scolastico reggente<br />

dell’Istituto Comprensivo<br />

“Gabriele Buccola”, un affettuoso<br />

saluto agli alunni, ai loro genitori, ai<br />

docenti, al personale A.T.A. e alla<br />

comunità tutta di Mezzojuso.<br />

Confesso di considerare questo incarico<br />

di reggenza, conferitomi nel mese<br />

di settembre, come una importante<br />

opportunità di arricchimento umano e<br />

professionale, in quanto mi ha permesso<br />

di scoprire una realtà scolastica<br />

e territoriale fortemente connotata dal<br />

punto di vista culturale e linguistico<br />

che costituisce senz’altro un patrimonio<br />

da salvaguardare e promuovere.<br />

Ciò rappresenta sicuramente il punto di<br />

partenza e di riferimento costante per la<br />

nostra scuola nella progettazione e nell’attuazione<br />

del suo Piano dell’Offerta<br />

Formativa che mira, però, senza alcuna<br />

contraddizione, alla formazione del cittadino<br />

europeo, nella consapevolezza<br />

che le nuove generazioni si trovano a<br />

RIPOSANO NEL SIGNORE<br />

LO MONTE FARA<br />

13/11/1923 - 03/09/2011<br />

NAPOLI DOMENICO<br />

18/04/1917 - 18/09/2011<br />

MELI ANGELO<br />

22/09/1979 - 19/09/2011<br />

BELLONE ANTONIO<br />

06/09/1921 - 21/09/2011<br />

MAGNATE VINCENZO<br />

20/12/1935 - 23/09/2011<br />

MUSSO ANNA<br />

22/11/1919 - 05/10/2011<br />

SCHIRÒ ANTONINA<br />

11/07/1931 - 10/10/2011<br />

Il Saluto del Dirigente scolastico<br />

vivere in un contesto che trascende il<br />

“locale” per aprirsi ad una dimensione<br />

decisamente “globale”.<br />

Il raggiungimento di tale finalità vede<br />

quotidianamente impegnato tutto il<br />

personale <strong>della</strong> scuola, ciascuno in<br />

ragione del proprio ruolo e <strong>della</strong> propria<br />

professionalità, al meglio delle<br />

proprie competenze e capacità.<br />

Non è compito facile, infatti, fornire ai<br />

nostri alunni i nuovi saperi richiesti<br />

dalla società <strong>della</strong> conoscenza, gli<br />

strumenti necessari per la comprensione<br />

<strong>della</strong> realtà di oggi, sempre più<br />

complessa, multiculturale e multilinguistica,<br />

e per un loro futuro inserimento,<br />

attivo e consapevole, nella vita<br />

sociale e produttiva del Paese.<br />

In tal senso va considerata anche l’introduzione<br />

di opportuni elementi<br />

innovativi e migliorativi nei tradizionali<br />

processi educativo-didattici che si<br />

realizzano all’interno del nostro<br />

Istituto resi necessari dal progresso<br />

scientifico e tecnologico e più rispondenti<br />

alle nuove forme e modalità di<br />

apprendimento e di comunicazione<br />

diffuse tra i giovani.<br />

Tale processo è stato possibile<br />

cogliendo anche le opportunità offerte<br />

dai finanziamenti <strong>della</strong> Comunità<br />

Europea che hanno consentito, in un<br />

periodo di forti ristrettezze economiche,<br />

integrando il limitato budget a<br />

disposizione <strong>della</strong> scuola, di realizzare<br />

laboratori multimediali e/o linguistici<br />

e di dotare i vari plessi di pertinenza di<br />

questo Istituto di sussidi didattici e<br />

strumentazioni all’avanguardia (lava-<br />

I NUOVI ARRIVATI<br />

DORIANA MARIA GENNARO<br />

di Giuseppe e Maria G. Pennacchio<br />

GRAZIA MARIA CARAVELLA<br />

di Giovanni e Giovanna Burriesci<br />

ALESSANDRO ACHILLE<br />

di Tommaso e Tiziana Canfora<br />

LUCIA D’INDIA<br />

di Antonino e Anna La Gattuta<br />

gne elettroniche, notebooks, etc.).<br />

Va precisato, però, che la scuola non<br />

deve solo adoperarsi per ripensare in<br />

chiave moderna i saperi essenziali, il<br />

“leggere, scrivere e far di conto” del<br />

terzo millennio, di cui deve favorire<br />

l’apprendimento, al tempo stesso deve<br />

aiutare gli allievi ad elaborare un progetto<br />

di vita per il futuro, sia in chiave<br />

personale sia in un’ottica sociale e<br />

civile, cioè a diventare cittadini del<br />

mondo, ma anche cittadini del mondo<br />

che sta cambiando e, ancora di più,<br />

cittadini capaci di cambiare il mondo.<br />

Consapevole <strong>della</strong> difficoltà del compito<br />

assegnato alla scuola, esprimo una<br />

sentita richiesta di condivisione e collaborazione<br />

perché, senza il fattivo contributo<br />

di tutte le componenti scolastiche<br />

e delle famiglie, in primo luogo, ma<br />

poi anche degli Enti locali, delle parrocchie,<br />

delle associazioni, delle altre<br />

agenzie formative, etc. , pur nel rispetto<br />

dei ruoli e delle funzioni, non è possibile<br />

garantire una proposta formativa di<br />

qualità che sia adeguata alle esigenze<br />

dei tempi ed ai bisogni del territorio.<br />

Voglio concludere questo breve intervento<br />

augurando a tutti un sereno e<br />

fruttuoso anno scolastico che, se confortato<br />

dall’azione sinergica di tutti,<br />

vedrà, ancora una volta, l’Istituto<br />

Comprensivo “Gabriele Buccola” protagonista<br />

culturale e soggetto formativo<br />

di riferimento per Mezzojuso e tutta<br />

la circostante realtà socio/territoriale.<br />

Il Dirigente scolastico<br />

Salvatore Mazzamuto<br />

OFFERTE RICEVUTE<br />

Lo Piccolo Giuseppe, Usa € 25.00<br />

Pennacchio Vittorio, PA € 30.00<br />

Mamola Angela, Mezzojuso € 20.00<br />

Pennacchio Frank € 85.00<br />

Musacchia Nicolò, Usa € 100.00<br />

Musacchia Giovanni € 100.00<br />

Nuccio Salvatore, Rivoli TO € 20.00<br />

Spataro F.sco /Meli, Grugliasco € 30.00<br />

Cannizzaro Salv., Mezzojuso € 20.00<br />

Giuseppe Di Giacomo, PA € 25.00<br />

Irene Di Giacomo, PA € 25.00<br />

Pinnola G.ppe, (Pizzomunno) € 50.00<br />

Nn. € 5.00<br />

Menozzi Marilena € 20.00<br />

e21


e22<br />

BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIB<br />

SETTEMBRE<br />

Sabato 3<br />

Dopo la Messa Vespertina delle 18,30<br />

il Simulacro di S. Rosalia viene portato<br />

in Parrocchia accompagnato da<br />

numerosi fedeli in preghiera.<br />

Domenica 4<br />

Festa di S. Rosalia: alle ore 11,30 don<br />

Enzo celebra la S. Messa in<br />

Parrocchia. In serata, per le vie del<br />

paese si svolge la processione del<br />

simulacro <strong>della</strong> Vergine siciliana.<br />

Lunedì 5<br />

Alle ore 18,00 il Complesso Bandistico<br />

“G.Verdi” di Mezzojuso apre i festeggiamenti<br />

in onore di Maria SS. dei<br />

Miracoli con il tradizionale giro del<br />

paese. Alle 22,30, in piazza Umberto I<br />

si svolge il Festival Canoro, prodotto e<br />

realizzato dall’Associazione Culturale<br />

Voltalacarta di Mezzojuso, anche quest’anno<br />

molto apprezzato dal pubblico.<br />

In tale occasione i vincitori sono stati:<br />

1° classificato: Aurora Magnate; 2°<br />

classificato: Elisa Barcia; 3° classificato:<br />

Ingraffia S., Ingraffia S., Lo<br />

Monte G., con il coro dei bambini.<br />

Martedì 6<br />

Nel pomeriggio presso il campo sportivo<br />

di Mezzojuso si svolge il Triangolare<br />

di calcio tra ASD Adrasto Mezzojuso,<br />

Sportvillage T.N. e Tieffe Parmonval<br />

Palermo, categoria “Allievi”. In serata i<br />

festeggiamenti in onore di M. SS. dei<br />

Miracoli proseguono con lo spettacolo<br />

musicale di “MAX POTAMO & THE<br />

VINTAGE”.<br />

Mercoledì 7<br />

Continuano i festeggiamenti in onore<br />

<strong>della</strong> Madonna dei Miracoli: alle 16,30<br />

in piazza Principe Corvino ha luogo<br />

una degustazione di prodotti tipici<br />

locali nell’ambito del progetto “La<br />

qualità fattore di sviluppo per i territori<br />

montani”. Alle 17,00 il Complesso<br />

Bandistico “G.Verdi” compie il giro<br />

del paese e alle 18,00 don Enzo celebra<br />

la Divina Liturgia nel luogo in cui,<br />

secondo la tradizione, la Vergine apparì<br />

al lebbroso. La serata continua in piazza<br />

Umberto I con RON in concerto.<br />

Giovedì 8<br />

Festa <strong>della</strong> Natività <strong>della</strong> Beata<br />

Vergine Maria: alle 7,00 lo sparo<br />

dell’alborata in contrada Passo Latà<br />

annuncia il giorno di festa e alle 9,00<br />

il Complesso Bandistico “G.Verdi” di<br />

Mezzojuso compie il giro del paese<br />

che ripeterà nel pomeriggio. Alle<br />

11,00 don Enzo Cosentino celebra la<br />

S. Messa in via Mons. Perniciaro, al<br />

termine <strong>della</strong> quale viene distribuito il<br />

“pane benedetto”. Subito dopo, sotto<br />

un sole cocente, si snoda per le vie del<br />

paese la tradizionale “Cunnutta”. Alle<br />

20,30 si svolge la solenne processione<br />

per le vie del paese del simulacro <strong>della</strong><br />

Madonna dei Miracoli con la partecipazione<br />

<strong>della</strong> Confraternita. Anche<br />

quest’anno la comunità cristiana, locale<br />

e non, ha mostrato devozione alla<br />

Vergine partecipando numerosa alla<br />

processione. A seguire, trattenimento<br />

musicale in Piazza Umberto I con il<br />

Complesso Bandistico “G.Verdi” di<br />

Mezzojuso.<br />

Domenica 11<br />

Anche quest’anno si svolge la Festa<br />

Unitaria Diocesana dell’Azione<br />

Cattolica che ha avuto luogo presso il<br />

Santuario di Maria SS. di Gibilmanna,<br />

dove è stata celebrata la Santa Messa.<br />

E’ stata l’occasione per riflettere sul<br />

tema dell’anno “Alzati, ti chiama” e<br />

per iniziare con entusiasmo il nuovo<br />

anno associativo. Le associazioni parrocchiali<br />

che han preso parte alla festa<br />

sono state quella di Contessa Entellina<br />

e quella di Mezzojuso con i giovanissimi<br />

e i ragazzi dell’ACR. La festa si<br />

è conclusa con una piacevole passeggiata<br />

per le vie di Cefalù.<br />

Mercoledì 14<br />

Festa dell’Esaltazione <strong>della</strong> Santa<br />

Croce: dopo il Triduo di preparazione,<br />

alle 10,30 presso la Chiesa del SS.<br />

Crocifisso, viene celebrata la Divina<br />

Liturgia al termine <strong>della</strong> quale viene<br />

distribuito il basilico benedetto.<br />

In serata si svolge la Solenne processione<br />

con la Vara del SS. Crocifisso.<br />

Giovedì 15<br />

- Suona la campanella di inizio scuola<br />

per gli alunni dell’Istituto Comprensivo<br />

“G. Buccola” di Mezzojuso.<br />

- Alle 17,00 il Complesso Bandistico<br />

“G.Verdi” di Mezzojuso compie il<br />

giro del paese e, a seguire, in via<br />

Ruggero Settimo si svolge “u jocu ri<br />

pignateddi”. In serata, a conclusione<br />

dell’ottavario alla Madonna dei<br />

Miracoli si svolge la processione per<br />

alcune vie del paese con il simulacro<br />

<strong>della</strong> Vergine.<br />

Venerdì 23<br />

Festa di S. Pio da Pietralcina: alle<br />

18,00 in piazza Principe Corvino don<br />

Enzo Celebra la S. Messa ricordando<br />

il transito del Santo.


REVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI<br />

OTTOBRE<br />

Lunedì 3<br />

Alle ore 19,00 presso la Chiesa<br />

dell’Immacolata, Don Enzo Cosentino<br />

celebra i Vespri Solenni in onore di S.<br />

Francesco d’Assisi, seguiti dalla<br />

Liturgia Eucaristica.<br />

Martedì 4<br />

Festa di San Francesco d’Assisi: alle<br />

ore 18,00 il parroco don Enzo<br />

Cosentino celebra la Santa Messa<br />

nella Chiesa dell’Immacolata. Anche<br />

quest’anno, durante la Liturgia, è stato<br />

benedetto l’inizio delle attività pastorali<br />

ed affidato il Mandato ai componenti<br />

dei vari gruppi parrocchiali quali<br />

AC, Scout, Coro e Catechisti. Al termine<br />

<strong>della</strong> Messa, si è svolta una semplice<br />

ed umile processione rionale con<br />

il simulacro del Santo.<br />

Sabato 15<br />

Presso la sede dell’ACR iniziano gli<br />

incontri, che si terranno ogni sabato<br />

alle 15,30 con i ragazzi <strong>della</strong> scuola<br />

elementare e alle 16,30 con i ragazzi<br />

<strong>della</strong> scuola media inferiore.<br />

È stato inaugurato lo scorso 18 luglio<br />

in Corso Vittorio Emanuele 15 a<br />

Mezzojuso, lo Studio Odontoiatrico<br />

<strong>della</strong> Dott.ssa Daniela Lo Re. In particolare,<br />

si occupa di Protesi dentarie,<br />

ortodonzia, implantologia, ecc.<br />

Ciao Angelo!<br />

Lo scorso 19 settembre, a causa di un tragico<br />

incidente stradale, il nostro giovane compaesano<br />

Angelo Meli è scomparso lasciando un vuoto<br />

incolmabile nella nostra comunità. Pochi giorni<br />

dopo sarebbe stato il suo 32° compleanno, che è<br />

stato ugualmente festeggiato da amici e parenti<br />

facendo volare trentadue lanterne che hanno illuminato<br />

la notte in suo ricordo.<br />

Nel cupo cielo di Mezzojuso un Angelo è volato<br />

via, più alto del timido sole, lasciandoci l’amarezza<br />

di un fiore reciso nella sua primavera e il sorriso<br />

di un ragazzo felice.<br />

Ciao Angelo!


eECO<br />

BRIGNA<br />

<strong>della</strong><br />

In copertina:<br />

Mons. Sotir Ferrara<br />

(foto di Danilo Figlia)<br />

Foto Danilo Figlia<br />

VERGOGNA!<br />

L’accesso a un’acqua potabile,<br />

pulita e di qualità,<br />

e a installazioni sanitarie di base,<br />

è un diritto dell’uomo,<br />

indispensabile per il godimento pieno<br />

del diritto alla vita.<br />

Risoluzione ONU 29 Luglio 2010<br />

PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO<br />

Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97<br />

Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino<br />

Condirettore: Carlo Parisi<br />

Redazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita Reres<br />

Indirizzo: Piazza F. Spallitta - Mezzojuso (PA) - Tel e fax 091 8203179 - ecobrigna@libero.it - IBAN: IT60 C076 0104 6000 0000 9228 668<br />

e24<br />

Grafica ed impaginazione: Gianni Schillizzi<br />

Stampa: Istituto Poligrafico Europeo s.r.l.

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