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Cattivo zelo 2 - ANTICA MADRE

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identificandosi quest’ultima, invece, in Alba, sui Colli Albani. Secondo la leggenda Enea sarebbe morto in battaglia sette anni<br />

dopo contro i Rutuli o scomparso alcuni anni dopo nei pressi del Numicio, venendo divinizzato e omologato alla preesistente<br />

divinità del sole tellurico.║Città antichissima della Frigia, Troiae Troia, nota agli Ittiti come Taruiša. Le numerose distruzioniricostruzioni<br />

della città farebbero pensare ad una successione di diverse popolazioni: locali, minoiche, micenee ecc., le quali si<br />

contendevano la posizione dominante sui traffici commerciali dei Dardanelli. Nell’Età del Bronzo v’era l’usanza che diverse etnie<br />

si ripartissero la residenza di una città. Si è anche ipotizzato che i Troiani fossero un popolo di ascendenza ittita e gli<br />

Etruschi troiani fuggiaschi. Peraltro la tesi che Troia fosse uno stato vassallo dell’impero ittita era già stata affermata da<br />

Diodoro Siculo (II, 22) il quale però nulla sapendo, come tutti gli antichi, degli Ittiti, li confondeva con gli Assiri. E’<br />

significativo il fatto che nella città etrusca di Veio, datate almeno dal 450 a.C., gli archeologi abbiano rinvenuto diverse<br />

statuette votive raffiguranti Enea che porta in braccio Anchise e tiene in mano il figlioletto Ascanio. Queste immagini erano<br />

troppo antiche per poter risentire di un influsso romano e testimoniano così dell’importanza vissuta dagli Etruschi del mito<br />

greco della diaspora troiana. Il Gheorghiev poi, vuole che la parola etruria deriva da Troia 31 . Fu conquistata dagli Achei nel<br />

Giugno del 1.184 (cronologia di Eratostene), data in cui, quindi, andrebbe situata la partenza degli Eneadi. Secondo il<br />

racconto di un commentatore bizantino di Licofrone, la città sarebbe stata “consegnata” ai Greci dalla gens di Antenore, colui<br />

che fondò Padova; per altri proprio da Enea. Oltre a quello di Enea e Antenore, altri gruppi troiani emigrarono, come Egesto<br />

e Selimo in Epiro e in Sicilia. Anche in questi casi è da notare la presenza di importanti santuari di Venere. E’ notizia<br />

riportata da Orazio e Svetonio che Giulio Cesare avesse avuto in animo di ricostruire Troia e trasferirvi la sede dello Stato<br />

Romano. Ma fu solo propaganda, come più tardi fece anche Nerone, perorando una supplica dei suoi abitanti║In realtà Enea<br />

non fu primus il primo a giungere dall’Ellade in Italia anzi, è probabile che non vi giunse mai. Già esistevano lungo la<br />

penisola empori e fondaci commerciali greci e fenici. La leggenda di Enea prese piede in ambito latino solo nel sesto secolo<br />

ed era di provenienza magnogreca.║fato profugus fuggiasco a causa del Destino è fin dalle prime parole l’enunciazione della<br />

massima concezione religiosa augustea che percorrerà tutto il poema, dall’inizio alla fine.║lavinia litora le spiaggie lavinie, così<br />

dette perché approdando nel Lazio Enea conoscerà la nuova sposa, Lavinia figlia di Latino. Servio, con dotta argomentazione,<br />

nega questa lettura (aggiungendo che spiaggia è un traslocativo per terra) ma io ritengo che Virgilio volesse stabilire un<br />

parallelo con le spiagge di Troia, nei cui pressi perse la prima moglie Creusa.║La dea di Cartagine era Tanit che i Romani<br />

identificarono con Iunonis Giunone Celeste. Prima di venire assimilata alla greca Hera aveva un antichissimo culto latino come<br />

probabile compagna di Giano. Era particolarmente venerata quale Giunone Sospita (Salvatrice) nella città di Lanuvio, più nota<br />

in epoca imperiale come Lanivio e distante pochi chilometri dalla città di Lavinio che si vuole fondata da Enea. Questa<br />

omofonia è piuttosto curiosa 32 , specie se si considera che Enea era il “nemico” dichiarato dalla Dea (soltanto alla fine del<br />

dodicesimo Libro Giunone si rappacificherà con i Troiani). Circa le origini di Lanuvio è recente il ritrovamento di frammenti di<br />

intonaco avvenuto nel 1969 a Taormina e appartenenti al ginnasio dell'antica Tauromenion, dove si parla di Fabio Pittore e<br />

gli si attribuisce la narrazione dell'arrivo in Italia, in seguito alla guerra di Troia, di un certo lanios, fondatore nel Lazio di<br />

una cittadina, che avrebbe in seguito preso da lui il nome. Un’altra tradizione vuole che venisse fondata dai Siculi. A<br />

riguardo è da menzionare il ritrovamento nel 1962 nel territorio di Centuripe, in provincia di Catania, di una lastra in calcare<br />

duro locale, in dialetto dorico, che attesta rapporti di fratellanza (syggheneia) tra le due cittadine, e a cui ha fatto seguito<br />

nel 1974 un rinnovato gemellaggio. Nel 341 a.C. Lanuvio si ribellò per la seconda volta contro Roma assieme ad altre città<br />

latine ma i Romani la rispettarono, chiedendo in cambio di associarsi alla gestione del santuario di Giunone, luogo sacro<br />

famosissimo non solo nel Lazio antico, ma nell'intera area mediterranea. Durante il periodo romano, fino alla caduta<br />

dell'Impero d'occidente, le fortune della città furono praticamente legate a questo santuario, nel quale accaddero prodigi<br />

strepitosi, narrati da Livio, Cicerone ed altri autori classici. Stando ad una testimonianza che si ricava dal quarto libro delle<br />

Elegie di Properzio e dal trattato zoologico di Eliano, ogni anno sul far della primavera alcune fanciulle dovevano porgere<br />

delle focacce ad un serpente sacro a Giunone Sospita che si trovava nel santuario: se l’animale accettava l’offerta veniva<br />

ritenuto presagio di buoni raccolti, se la rifiutava, veniva ritenuto presagio di carestia, e la fanciulla veniva offerta in sacrificio.<br />

Per una curiosa coincidenza, il cognato di Mecenate, Licinio Murena, poi messo a morte da Augusto, era uno dei<br />

maggiorenti della città e la sua famiglia si era occupata dell’ampliamento del santuario di Giunone. Oggi i resti del santuario<br />

sono contenuti all’interno di un edificio di Salesiani…. la statua della Dea è invece nei Musei Capitolini. L’imperatore romano<br />

Settimio Severo, nativo di Leptis Magna, 62 miglia a sud-est di Cartagine, introdurrà in seguito, a Roma, il culto vero e<br />

proprio di Tanit. Dopo la morte, Settimio venne dichiarato Dio dal Senato di Roma. E’ curioso che questo imperatore – che<br />

tentò di trasformare Leptis Magna in una seconda Roma -, vide la luce nel terzo centenario della distruzione di<br />

Cartagine║Come dichiara esplicitamente Giunone e lo stesso Enea più avanti, deos gli Dei che porta con sé nel Lazio sono<br />

i Penati. In questo caso Virgilio intende semplicemente gli Dei più caratteristici di una comunità e non gli Dei Penati della<br />

religione latina (ciò lo si evince quando più avanti parla anche di “libici Penati”). Infatti queste divinità sono del tutto estranee<br />

31 G. Herm: L’AVVENTURA DEI FENICI, p.208. Garzanti, Milano 1997. Si dimostra scettico a questo riguardo G. Facchetti (L’ENIGMA SVELATO<br />

DELLA LINGUA ETRUSCA, p.37. Newton & Compton, Roma 2000) il quale però riporta la sua opinione che Etruria derivi da e-trusia e aggiungendo<br />

che “effettivamente il passaggio *Trosia>*Trohia>Troia sarebbe inquadrabile nelle normali regole di mutamento fonetico della lingua greca”. Quindi Etruria,<br />

secondo il Gheorghiev, significherebbe “da Troia”.<br />

32 Secondo alcuni la parola si riferisce alla lana della pelle di capra con cui era rivestito il simulacro della Dea.

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