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Cattivo zelo 2 - ANTICA MADRE

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Enea, compensata dal fatto che Enea si allea con gli Etruschi e si reca da solo a Corito unicamente per unirsi all’esercito<br />

etrusco. Lo sbarco e l’insediamento eneade avviene invece nel territorio dei Laurentini, a sud del Tevere; e questa è la<br />

leggenda magnogreca. I nessi con il territorio degli Arcadi, dove sarà la futura Urbe, servono poi per statuire l’ultimo degli<br />

apporti mitici, la leggenda romana. Forse Virgilio riteneva che la verità storica fosse l’autoctonicità dei Romani e ciò ci pare<br />

asseverato dal fatto che gli Eneadi, appena preso contatto con il re Latino, gli offrono in omaggio di dichiarata<br />

subordinazione i simboli della regalità di Priamo. L’ultimo degli elementi cacozelici, è il tentativo di Virgilio di contrapporre il<br />

“diritto materno” dell’Antica Madre a quello “paterno” di Enea e dei Romani, con il comportamento e le affermazioni di Amata,<br />

la dionisiaca moglie di Latino, nonché con la figura della vergine Camilla.<br />

║ si qua est ea gloria se in qualche modo è questa una gloria Beffarda nota di Virgilio sulla morte di Gaeta. Nell’ottica<br />

augustea è un evento gratificante lasciare memoria di sé anche solo in veste topografica; non certo in quella filosofica<br />

epicurea, come annotò anche il commentatore Servio, scrivendo che per gli Epicurei gli Dei non si curano dei mortali║Urit<br />

odoratam nocturna in lumina cedrum. Circe, nottetempo, brucia cedro aromatico in onore dei luminari notturni è interessante<br />

questo brandello di rituaria, che apre uno squarcio su un antico culto reso alle stelle 146 ║ ex aequore… dal mare Enea<br />

avvista un grande bosco sacro nel cui mezzo si apre la foce del fiume Tevere che il troiano …succedit risale. Virgilio fa<br />

dunque approdare gli Eneadi esattamente sulla sponda meridionale del Tevere, deformando in tal modo i più antichi racconti<br />

mitici che, come vederemo, vogliono Enea sbarcato più a sud, presso Laurento, 147 alla foce del Numico (Servio, VII 150: “il<br />

Numico un tempo era un grosso fiume”), dove c’era il santuario di Sol Indiges. Non è dunque senza importanza che Virgilio<br />

parli di un bosco sacro (lucus) e non di un semplice bosco (nemus), come giustamente fece osservare Servio. Una cacozelia<br />

che passa dalla finestra…║Latinus Il re che vive nel luogo dello sbarco eneade è Latino, nome fittizio denotante il popolo<br />

stesso; a meno di non volerlo identificare con il Lakinio della leggenda magnogreca di Crotone/Corito trasposta da Virgilio.<br />

Costui rappresentava i più antichi latini della pianura laziale, essendo figlio di Fauno (Pan) e della ninfa Marica, che però<br />

era venerata molto più a sud, a Minturno. Servio scrisse che la madre vera fu Fauna o Fatua e che Virgilio la scambiò<br />

con Marica per motivi di metrica stilistica. Per Esiodo invece Latino era figlio di Circe e di Ulisse, ma Circe può essere<br />

considerata la grecizzazione dell’italica Marica. Sua figlia è Lavinia, che ci pare una deformazione da un originario “Latinia”,<br />

così come Turnus Turno, a sua volta, non è altro che la metatesi del nome del popolo rutulo. Secondo Dionisio di<br />

Alicarnasso però il vero nome di Turno sarebbe stato “Tirreno” con il che si può vedere in lui un etrusco a capo di un<br />

popolo italico, fatto verificatosi, come è noto, anche in Roma arcaica. Non a caso ospite di Turno è un altro re etrusco<br />

esule: Mezenzio║Laurus anche al centro della casa di Latino vi è un lauro sacro così come c’era in casa di Priamo. La<br />

presenza di quest’albero nelle dimore di questi due re primordiali e aborigeni testimonia di una ancestrale religiosità tellurica e<br />

orgiastica 148 ║Ferebatur Phoebo sacrasse Latinus si racconta che Latino consacrasse a Febo il lauro e che dalla pianta derivò<br />

anche il nome della capitale dei Latini, Laurento. In realtà il lauro non è affatto sacro a Febo Apollo ma ad una divinità<br />

oracolare tellurica, di cui la moglie di Latino, Amata, era la sacerdotessa. Nella reggia di Priamo, analoga funzione doveva<br />

essere esercitata da Ecuba o Cassandra.║oracula Fauni re Latino turbato dai portenti che colpiscono sua figlia Lavinia decide<br />

di consultare i responsi di Fauno, che nella religione latina sostituisce il greco Pan. Fauno viene descritto da Virgilio come<br />

figlio di Pico e nipote di Saturno. Più verosimilmente, come dissero gli stoici, egli è figlio dell’anima del mondo, l’Etere. 149 La<br />

sede dell’oracolo era presso una fonte Albunea 150 , cascata d’acqua che esalava vapori mefitici. Qui il consultante doveva<br />

sgozzare e scuoiare delle pecore e dormire sulle loro pelli. In sonno avrebbe ricevuto il vaticinio del Dio. Il numero di cento<br />

va inteso come iperbole 151 , probabilmente si trattava di un piccolo armento║(*) sanguine l’oracolo di Fauno profetizza a Latino<br />

che i Troiani daranno lustro al nome latino col sangue Altra cacozelia virgiliana? Il nome di Roma non avrebbe potuto<br />

eccellere in modo meno volgare?║(*) Anchises fatorum arcana reliquit Anchise mi rivelò i segreti del destino Qui abbiamo<br />

certamente il più gigantesco imbroglio virgiliano di tutto il poema. Infatti nel Terzo Libro il poeta aveva messo in bocca<br />

146 Si tratta del cedro da frutto o Citrus medica L. (vedi anche GEORGICHE II, 126. In quei versi, dove il poeta parla delle proprietà del cedro<br />

contro gli avvelenamenti, P. Grimal ha ritenuto di scorgere un’allusione di Virgilio contro Cleopatra, che si vociferava avesse tentato di avvelenare i figli<br />

legittimi di Antonio).<br />

147 Le leggende etrusche parlano invece di uno sbarco eneade in Etruria, leggende che verranno riprese anche da Orazio nel Carmen saeculare.<br />

148 “c’era un lauro in mezzo alla casa dai profondi penetrali, la cui chioma veniva da sempre custodita con sacro timore” (VII, 60). In II, 512<br />

descrivendo il palazzo di Priamo, Virgilio scrive: “al centro della casa e sotto la nuda volta del cielo c’era un grande altare e lì accanto un lauro<br />

vetusto lo sovrastava cingendo con la sua ombra i Penati”.<br />

149 Calpurnio Siculo: EGLOGHE, I, 33.<br />

150 Dov’era esattamente questa sede oracolare? Anche se Servio addita una fonte Albunea presso Tivoli, potrebbe situarsi, sulla scorta delle<br />

osservazioni di M. Guarducci, di F. Castagnoli e L. Quilici, in località la solforata presso Tor Tignosa. Tuttavia, senza voler togliere valore a questa<br />

identificazione, fonti solfuree c’erano e ci sono in un vasto areale: lo scrivente ricorda che da piccolo, villeggiando nella spiaggia dove venne allestito<br />

un set del film “Cleopatra” con Liz Taylor e Richard Burton (località Lido di Cincinnato), vide una fonte del genere la quale esalava a distanza vapori<br />

sulfurei. Del resto è più verosimile che l’oracolo di Fauno fosse vicino alle antiche lagune, oggi insabbiate, dove c’era la sede sacrale del Sol Indiges<br />

o Katachtonios.<br />

151 In latino centum ha pure il significato di “svariato”.

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