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Cattivo zelo 2 - ANTICA MADRE

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stesso Caronte, simboleggia il potere distruttore e disgregatore della Morte nei confronti del corpo fisico e dei suoi<br />

collegamenti con il mondo dei sensi║ramum hunc…adgnoscas! riconosci il ramo! intima la sibilla ad un incredulo Caronte. Di<br />

fronte alla visione del ramo d’oro il demone guardiano piega il capo, riconoscendo la qualità spirituale di Enea, in grado cioè<br />

di passare da vivo nel regno della disgregazione animica senza venirne menomato║vatemque virumque Cerbero traghetta<br />

alfine sia il vate sia l’uomo; il vate è la profetessa, poiché in latino la parola è di genere maschile e femminile, l’uomo in<br />

senso eminente è Enea. Da notare che, a differenza di altri Eroi, Enea per compiere la sua impresa ha bisogno<br />

dell’assistenza di una Donna. Retaggio questo di un’antico Mistero mediterraneo non indoeuropeo?║trifauci cerbero è detto<br />

trifauce, con tre bocche, perché ha gli attributi di una divinità lunare, cui pertiene il numero tre║inremeabilis undae l’acqua<br />

dell’Acheronte non può essere risalita contro corrente, perché è il fiume stesso della vita universale║noviens per nove volte<br />

è detto che le acque paludose dello Stige avvolgono e rinserrano coloro che morirono prematuramente, e sono quelli posti ai<br />

margini esteriori dell’inferno vero e proprio. Il nove è un simbolo lunare di gestazione: indica il tempo necessario al<br />

compimento di qualcosa║lugentes campi i campi dolenti Dopo i morti anzitempo Enea si addentra nella regione di coloro che<br />

morirono per amore, dove trova “la fenicia Didone dalla ferita ancor aperta che vagava per la grande boscaglia”║(*) iussa<br />

deum gli ordini degli Dei hanno obbligato Enea a fare ciò che non avrebbe voluto: abbandonare l’amata Didone.<br />

Cacozelicamente, Virgilio ci mostra dunque che il fondatore della stirpe romana non era determinato, non sentiva il compito di<br />

fondare una nuova città (già a Troia era tornato indietro abbandonando i suoi per cercare l’amata Creusa) ma non aveva la<br />

forza per disattendere le superne volontà.║arva…ultima…secreta da ultimi quei campi defilati frequentati da coloro che furono<br />

illustri in battaglia. Nella parte iniziale dell’inferno Virgilio pone dunque due categorie, gli amanti e i combattenti, i quali<br />

sembrano avere una qualche considerazione rispetto alla gran massa dei morti, pur non meritando la sorte migliore di coloro<br />

che si trovano nei campi Elisi. E’ questa una concezione epicurea che Virgilio inserisce? ║(*) Deiphobe…genus alto a<br />

sanguine Teucri Riconosciuta l’ombra spettrale di Deifobo, Enea onora in lui il nato dal nobile sangue di Teucro, ramo<br />

cadetto, chè Enea apparteneva ad un ramo secondario║(*) tumulum l’avere eretto un tumulo a Deifobo è un ulteriore<br />

conferma della deferenza di Enea verso la legittima dinastia troiana║(*) orgia Elena simulava di festeggiare la fine della<br />

guerra troiana allestendo un’orgia bacchica con le donne frigie. Non suona molto bene questa nota dionisiaca che Virgilio<br />

mette lì, quasi apposta. Non era questo il mos maiorum propagandato da Augusto, ma la cacozelia o non venne notata o<br />

fu lasciata correre dal Principe stesso…║se via findit in ambas La sibilla informa Enea che da quel punto il cammino si<br />

divide in due: a destra si va verso il palazzo del re dell’Ade e poi ai Campi Elisi, mentre a sinistra per l’inferno vero e<br />

proprio: il simbolismo lunare della destra positiva e della sinistra negativa è qui confermato║moenia lata da lungi Enea<br />

scorge a sinistra le ampie mura di cinta del Tartaro, l’inferno vero e proprio che è descritto da Virgilio come luogo di pena<br />

di coloro che violarono la Legge morale, assecondando qui gli intenti moralizzatori di Augusto e dimenticando quell’antico detto<br />

greco che non è l’aver vissuto moralmente ciò che fa scampare dagli inferi, bensì l’essere stati iniziati ai Misteri║locos<br />

laetos presa la via di destra, Enea e la sibilla giungono al palazzo di Dite che segna l’ingresso di quello che si può<br />

considerare il Paradiso pagano e che Virgilio descrive sommariamente come luoghi piacevoli (ancora l’epicureismo romano),<br />

dove c’è un cielo azzurro e giorni e notti proprio come sopra la terra e dove i beati possono continuare a seguire i piaceri<br />

che prediligevano sulla terra. A differenza del cristianesimo, inferno e paradiso erano posti un un’unica regione, in un unico<br />

“spazio”║threicius…sacerdos il sacerdote tracio non è altri che Museo (peraltro confondibile con Orfeo) e se Virgilio lo pone al<br />

centro dei beati pagani in festa è perché l’immagine mitica di Museo era quella che meglio si accordava con l’ideale<br />

epicureo di vita felice║Eridani amnis la corrente dell’Eridano, cioè il fiume Po, nasce nella terra dei beati prima di scorrere<br />

in alto in Italia. E’ una concessione che Virgilio fa alla sua terra natale║vates…heros Museo è chiamato vate ed eroe, con<br />

il che si lascia intendere trattarsi di un essere umano che si è deificato e che svetta sulla massa dei beati per l’altezza di<br />

una spalla║Quam metui, ne quid Libyae tibi regna nocerent! Quanto ho temuto che quel regno d’Africa ti potesse nuocere!<br />

Dice Anchise ad Enea ritrovato. E’ il penultimo accenno ideologico a Didone contenuto nell’Eneide 143 , il trionfo di Roma su<br />

Cartagine cui infatti, subito dopo, segue l’esaltazione dei destini romani║altera fato corpora debentur Virgilio afferma qui<br />

esplicitamente la dottrina della reincarnazione, parlando di anime che dal destino sono debitrici di un altro corpo║Sunt<br />

geminae Somni portae le porte del Sonno sono duplici. Anchise dice che per uscire dall’Ade ci sono le porte del Sonno,<br />

con il che, Virgilio ribadisce quanto detto all’inizio del viaggio infernale (ibant…perque domos Ditis vacuas et inania regna se<br />

ne andavano…per la vuota casa di Dite e per il vacuo regno), trattarsi di un’esperienza non fisica ma di ordine<br />

extranormale║La prima porta, cornea di corno, è riservata alle anime dei trapassati che possono da essa uscire facilmente<br />

dall’inferno; è quindi la porta attraverso la quale le anime si reincarnano. Non è difficile capire per quale motivo Virgilio usi<br />

il simbolismo dell’osso di corno, che riprende da Omero; le corna animali hanno infatti sempre avuto una connotazione di<br />

virilità creatrice. Nelle ossa, come effettivamente appare in più punti del poema, vi è la sede dell’anima vegetativa. Attraverso<br />

143 In IX, 266 e in XI, 74 essa viene ancora nominata ma indirettamente.

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