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Cattivo zelo 2 - ANTICA MADRE

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L’apparizione di queste stelle coincide con la stagione delle pioggie e con la cessazione della navigazione (cosa che non<br />

avviene in Virgilio per necessità poetica). Le Orse sono le stelle note come Orsa Maggiore e Minore. Orione è una<br />

costellazione australe che appare luminosa a cavallo dell’Equatore║Anchises “Anchise”, pater e quindi capo della gente<br />

eneade, alla vista delle coste italiane compie una libazione. Come abbiamo evidenziato anche in occasione di quella voluta<br />

da Didone al banchetto con Enea, si tratta di una cerimonia religiosa che gli Antichi compivano ogni qual volta, nel corso<br />

della giornata, si verificava un fatto ritenuto grave e importante ma anche lieto e allegro. Corrisponde, grosso modo e mutatis<br />

mutandis, al normale pregare dei cristiani║giunti quasi a terra gli Eneadi scorgono sulla riva dei equos “cavalli”. In base<br />

all’arte augurale di Anchise, sappiamo che lo scorgerli è un presagio di guerra destinata a concludersi con la pace║i<br />

Cyclopum “Ciclopi”, come abbiamo già detto a proposito dei Dattili, erano una congregazione semi-nomade di sacerdoti del<br />

fuoco tellurico, abili forgiatori, divenuti in seguito, con l’avvento delle invasioni achee, dei mostri mitologici║Enceladi “Encelado”<br />

era il nome greco della divinità pre-greca dell’Etna, forse analoga ad Adrano, trasformata anch’essa in mostro mitologico dagli<br />

Achei║pater dextram Anchises dat iuveni “il padre Anchise porge al giovane la destra”. Ulteriore segno di Virgilio che mostra<br />

come sia sempre Anchise il capo riconosciuto. E’ infatti lui che accoglie con benevolenza il greco Achemenide, scampato ai<br />

Ciclopi║ l’occhio di Polifemo era come uno argolici clipei “scudo argolico”, della città di Argo sacra a Giunone, cioè pareva<br />

una mezza luna║tertia iam lunae se cornua lumine conplent “i corni della luna si riempiono già per la terza volta”:<br />

Achemenide vuol dire che da tre mesi ormai sfugge alla cattura dei Ciclopi, cosicchè Virgilio vuole intendere che la vicenda<br />

degli Eneadi si svolge in contemporanea con quella di Odisseo, da poco scampato a Polifemo. La cosa non è affatto<br />

irrilevante, poiché esiste tutta una serie di leggende, che vuole che Enea e Odisseo, di comune accordo, siano giunti<br />

assieme nel Lazio o in Etruria.║cosa intenda Virgilio per lapidosa corna “dure corniole” non è facile da capire, ma non era<br />

un botanico: il corniolo dalle bacche rosse saporite non cresce in Sicilia, mentre vi vegeta la varietà a bacche nere<br />

(sanguinella), il cui sapore è amaro e ingrato║sembra che Virgilio qui non eccella neanche in ierobotanica, poiché la sua<br />

correlazione fra lucus Dianae “sacro bosco di Diana” e cipressi non pare tradizionale.║Solo con la morte di Anchise Virgilio<br />

fa assumere ad Enea la qualifica sovrana di pater “padre”!║<br />

LIBRO QUARTO - ‘‘DIDONE’’ (1-705)<br />

1<br />

Mentre Enea raccontava la sua vicenda, proseguiva l’opera del piccolo Dio Cupido, che, su mandato di Venere, teneva<br />

acceso nel petto della regina cartaginese l’insana passione (furor) per il duce troiano. Didone confida alla sorella Anna il suo<br />

stato d’animo e, allo stesso tempo, lo strazio di dover tradire col cuore lo spirito del marito morto. Anna, invece, biasima<br />

Didone per la sua fedeltà verso uno sposo defunto e la incita a non negarsi al richiamo dell’amore, anzi, a fare in modo<br />

di procrastinare il più possibile la partenza dei Troiani. Intanto in cielo, Giunone - facendo buon viso al cattivo gioco della<br />

madre di Enea - cerca di accordarsi con quest’ultima affinchè Enea sposi Didone; e Venere finge di acconsentire. Giunone<br />

quindi fa in modo che Enea e Didone rimangano isolati in una grotta durante una battuta di caccia. La notizia dell’amore tra<br />

i due viene diffusa in tutta l’Africa settentrionale dalla Dea Fama, giungendo fino alle orecchie del re getulo Iarba, che<br />

contava di convolare a nozze con Didone e, quindi, di potersi annettere la città cartaginese. Iarba è da sempre un gran<br />

devoto di Giove e del culto del fuoco, pertanto si rivolge al sommo Dio chiedendo che non gli venga sottratta la sposa<br />

agognata. Giove, evidentemente poco attento agli “ozi cartaginesi” di Enea, manda in tutta fretta Mercurio da Enea con il<br />

compito di ricordargli la sua missione geopolitica - la creazione della potenza romana - e, perentoriamente, ordina: “Naviget”,<br />

che navighi! Mercurio sorprende Enea intento a costruire Cartagine e lo investe di improperi, ricordandogli, senza troppe<br />

parole, la sua missione. Detto fatto, scompare. Enea scorda così immediatamente l’amore per Didone, al punto che la sua<br />

unica preoccupazione è quella di riuscire a gabellare la regina. Ordina pertanto ai suoi fidi di prepararsi in segreto per<br />

abbandonare con la loro flotta Cartagine. Didone, con intuito di donna, presentisce l’inganno e gliene porta conferma ancora<br />

la Dea Fama. La regina va su tutte le furie e rinfaccia di persona ad Enea il tradimento che egli sta macchinando in<br />

segreto. Questi le risponde burocraticamente che non vorrebbe…, che non era comunque sua intenzione sposarla…, che deve<br />

obbedire al Destino. A quel punto l’amore di Didone si tramuta in odioso disprezzo e con parole sferzanti - le stesse che<br />

più tardi Ovidio riprenderà in una immaginaria epistola di lei a lui - incita il troiano ad andarsene via, non senza averlo<br />

minacciato di perseguitarlo in spirito: “pagherai, miserabile!”. Dopodichè, giunta a palazzo, per la commozione perde i sensi.<br />

L’indomani, assistendo ai preparativi della partenza dall’alto della reggia, Didone fa un estremo tentativo verso Enea, pregando<br />

la sorella Anna di fargli l’ambasceria di differire la partenza; solo il tempo necessario per abituarsi all’idea del distacco. Enea<br />

è però irremovibile cosicchè Didone prende la decisione di togliersi la vita e di nuocere nel contempo magicamente contro<br />

Enea, dopo una notte passata fra incubi e presagi funesti. Per nascondere il rito sacrificale di se stessa, Didone fa intendere<br />

alla sorella Anna di voler compiere un semplice rito magico contro Enea, e la invita a preparare una grossa pira dove<br />

avrebbe bruciato le testimonianze del troiano. Contemporaneamente Mercurio avvisa in sonno Enea di partire immediatamente,

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