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Cattivo zelo 2 - ANTICA MADRE

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In pratica Enea, non gradendo di tornare all’antica madre cretese, inganna il padre raccontandogli un FALSO SOGNO e<br />

costringendolo a far vela altrove. Naturalmente è Virgilio il regista di questa trama, è ancora una volta la sua cacozelia<br />

latens, di cui si era accorto Vipsanio Agrippa o chi per lui, che cerca di avvisare il lettore non sprovveduto di come, fin dal<br />

tempo degli Etruschi, si fossero create delle leggende mito-politiche per assecondare le ambizioni dei potenti e di cui il Poeta<br />

era uno strumento…poco accomodante.║Cassandra “Cassandra” è l’unica ad aver raccontato ad Anchise la storia della<br />

provenienza italica di Dardano; il che è già abbastanza sospetto, poiché non è ammissibile che la giovane figlia di Priamo<br />

conosca un passato ignoto ai racconti dei “veterum virorum” con cui aveva parlato Anchise!║imber ”la tempesta”; da notare<br />

che lasciata Delo per Creta, nessuna tempesta, anzi venti propizi, conducono i troiani a Creta; lasciata quest’ultima, invece,<br />

quasi Virgilio avesse voluto mettere la sua firma cacozelica, essi vengono colpiti da una tempesta che dura tre giorni e li<br />

porta fuori rotta (excutimur cursu). Virgilio manifesta ancora una volta la sua poca conoscenza di geografia, poiché da Creta<br />

all’Italia la rotta nell’antichità seguiva obbligatoriamente gli stessi luoghi che verranno descritti subito dopo come fuori rotta…si<br />

navigava a vista delle coste e seguendo il corso delle stelle║Strophadum litora “le sponde delle Strofadi”: le Strofadi (Strivali<br />

in greco moderno) sono due minuscole isole di 4 kmq posizionate a circa 40 km a sud di Zacinto e a ovest del<br />

Peloponneso. Forse a causa della modesta altezza (poco più di 20 m) che le rendeva quasi invisibili, le due isole venivano<br />

chiamate dai greci Plotai (=le fluttuanti). Il nome Strofadi invece viene da un verbo greco che significa tornare indietro e si<br />

riferisce all’episodio narrato da Apollonio Rodio (II, 296-7), che vide le Strofadi diventare termine della fuga delle Arpie.<br />

Curiosamente queste due isole sono sede “di passo” di più di mille specie di uccelli migratori. Fertilissime, sono attualmente<br />

spopolate e abitate dall’ultima arpia: un monaco ortodosso║le Harpyae ”Arpie” o Furie erano demoni femminili con corpo di<br />

uccello e testa di giovane donna, in numero di tre. Personificavano i venti delle tempeste marine, erano “traghettatrici” di<br />

morti, bestiali e stercorarie.║la descrizione del portus “porto” così come degli altri luoghi delle Strofadi è puramente fantastica,<br />

poiché in quelle isole non vi è porto, né monti, né armenti di buoi, né altissima rupe…║(*) Quasi volesse prefigurare le<br />

lamentazioni di Didone ad Enea presenti nella Lettera VII delle Heroides di Ovidio, Virgilio fa emettere a Celeno 102 (non a<br />

caso assiso su un’altissima rupe quasi fosse su un seggio di tribunale), in forma poetica, una dura condanna dell’imperialismo<br />

romano: Laomedontiadae “Laomedontidi…”, cioè discendenti di quel “ladro” di Laomedonte che dopo avere assunto a cottimo<br />

Apollo e Nettuno per costruire le mura della sua Troia, non retribuì le due divinità bellum etiam pro caede boum stratisque<br />

iuvencis bellumne inferre paratis et patrio Harpyas insontis pellere regnum “…la guerra, anche la guerra dopo l’uccisione dei<br />

buoi e la strage delle giovenche 103 siete pronti a fare, e cacciare dal patrio regno le incolpevoli Arpie?” Subito dopo,<br />

sicuramente per mascherare questo azzardato brano, Virgilio trasforma Celeno, con scarsa coerenza verso il nesso logico, in<br />

profeta apollineo, atto a rinfrancare le speranze degli Eneadi e, quasi per compensazione, li destina a rimaner vittima di una<br />

“fame terribile” che li costringerà a mangiarsi le cosiddette mense 104 . Fatto, questo, che significherà anche il segno che il loro<br />

peregrinare sarà finito. Ad ogni modo qui Virgilio ricopia sfacciatamente i versi 1250 e ssg. dell’Alessandra di Licofrone.<br />

Nell’anonimo scritto Origine del popolo romano (XI, 1) è invece Anchise che rammemora il fatto vaticinato da una profezia<br />

che gli aveva fatto Venere║E’ ancora Anchise (e non Enea) che decide della situazione, invocando la protezione dei numina<br />

magna “grandi numi” - cioè sempre quelli portati seco da Troia - e ordinando di levare gli ormeggi, avendo propizio il vento<br />

del Sud.║In successione gli Eneadi toccano le isole ionie di Zacinto, Cefalonia, Itaca e Leucade. L’isola di Zacynthos<br />

“Zacinto” (chiamata Zante dai Veneziani) venne colonizzata dall’omonimo eroe eponimo, figlio di Dardano 105 . Gli archeologi<br />

hanno stabilito che i primi abitatori vennero dall’Arcadia (dalla città di Psophis) e ciò conferma l’origine arcade (o illirica) e<br />

non italica di Dardano. Dal tempo della guerra di Troia fino alle imprese di Filippo di Macedonia, circa 650 anni, l’isola<br />

mantenne una sua propria indipendenza, tanto che riuscì anche a dedurre – ma la notizia non è sicura - una colonia nella<br />

lontana Spagna: Zakantha (Sagunto). Dulichium “Dulichio” è l’antico nome dell’isola di Cefalonia; Same “Same” e Neritos<br />

“Nerito” due promontori che guardano il Canale di Itaca, anche se Virgilio, ingannando i traduttori/traditori, li cita come fossero<br />

isole. Leucatae “Leucade” (attuale Lefkàda), qui isola e promontorio allo stesso tempo, famosa per la rupe da cui si<br />

compivano sacrifici umani e il tempio di Apollo.║Actiaque iliacis celebramus litora ludis “sulle spiagge di Azio celebriamo i<br />

giochi troiani”. Azio è appena oltre l’isola di Leucade, all’imbocco del golfo di Ambracia (in Virgilio c’è una certa confusione<br />

geografica fra Leucade e Azio e fra due diversi templi di Apollo. Potrebbe essere una prova che non potè visitare<br />

direttamente i luoghi a causa della malattia che lo colse), nelle cui acque si svolse la celebre battaglia navale tra Augusto e<br />

Antonio e Cleopatra. E’ evidente l’intenzione celebrativa di quella battaglia, quasi che il fatto che i troiani vi avessero<br />

102 Celeno è assai simile nel nome a quell’Eleno profeta che Enea interrogherà di lì a poco, quando sbarca in Caonia. Francamente tutto l’episodio<br />

delle Arpie ambientato alle Strofadi ci pare inserito a bella posta da Virgilio per fare da occulto contraltare alla profezia esaltatoria della stirpe troiana<br />

che sarà costretto a mettere in bocca ad Eleno. Se si osserva bene il mito pre-virgiliano delle Arpie, si vedrà che quest’ultime erano le tormentatrici,<br />

per volontà divina, del re trace Fineo, la cui colpa era stata quella di avere abusato della facoltà profetica! La profezia che Eleno farà ad Enea, agli<br />

occhi di Virgilio dovette equivalere a un enorme abuso d’autorità da parte di Augusto, e Virgilio, inserendo la reprimenda profetica di Celeno (voi<br />

Troiani giungerete nel Lazio ma dovrete pagare uno scotto per la vostra arroganza) non fa che vendicarsi di Augusto stesso.<br />

103 Alcuni traduttori/traditori - anche stranieri - hanno trasformato queste giovenche, chissà perché, in capre!<br />

104 Le mensae erano una specie di sottopiatti vegetali, quasi delle grezze piadine, sulle quali venivano adagiati i cibi veri e propri. Molto spesso si<br />

trattava di semplici foglie. Dionisio di Alicarnasso nel caso di Enea parla proprio di foglie di sedano.<br />

105 Zacinto non va confuso con un altro eroe, il famoso Giacinto amato da Apollo.

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