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L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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(Ah ah ah. Controllo antialcol in Piazza Vittorio Veneto. I pulotti vi fanno<br />

smontare dalla vettura per sottoporvi al pretest, ma voialtri, rivolgendo<br />

loro il più serafico dei sorrisi, dichiarate: “Io non sono ubriaco.” E quelli:<br />

“Questo lo verificheremo con l’etilometro.” “Oh, non serve, signori tutori<br />

della legge e dell’ordine in questa rifulgente città. Quando bevo <strong>birra</strong>, io<br />

visualizzo me stesso come un golden retriever e la <strong>birra</strong> come acqua che<br />

sgorga da una fontana alla quale mi abbevero. Pertanto non posso essere<br />

sbronzo, benché abbia bevuto sei birre, un mojito e un chupito di tequila.<br />

Non mi sottoporrò al test.” E i signori tutori della legge v’ammanettano<br />

senza tante cerimonie, totalmente zen.)<br />

Sukhasiddhi fu una saggia indiana del secolo XI venerata da una stirpe<br />

buddista tibetana come dakini – un essere magico che si dedica ad aiutare<br />

gli altri lungo la via per l’illuminazione. Sukhasiddhi è considerata la<br />

dimostrazione che chiunque può raggiungere l’illuminazione spirituale, a<br />

dispetto d’età, sesso, educazione, condizione sociale, o condizioni di vita.<br />

Ella è vista altresì come un’incarnazione di gentilezza e generosità, poiché<br />

il suo viaggio spirituale impernia su due atti di benevolenza.<br />

Il primo tale atto è il suo allontanamento da <strong>casa</strong> da parte di suo marito e<br />

sei figli adulti all’età di cinquantanove anni. La famiglia viveva in estrema<br />

indigenza, e un giorno, quando una pentola di riso era tutto quanto era<br />

rimasto loro da mangiare, il marito e i ragazzi si divisero e partirono alla<br />

ricerca di cibo. Mentre erano via, un mendico messo perfino peggio venne<br />

alla porta e chiese del cibo a Sukhasiddhi. Pensando che la sua famiglia<br />

sarebbe ritornata presto con dell’altro, lei diede tutto il riso al pover’uomo.<br />

Quando la famiglia fece ritorno, essi montarono in collera, e l’espulsero.<br />

Miseranda, Sukhasiddhi decise di dirigersi verso un’area conosciuta come<br />

patria di molti grandi santi e maestri, siccome lei era sempre stata devota.<br />

Ella sulla sua strada riuscì a acquistare un sacco di riso, e con esso fece<br />

della <strong>birra</strong>, smerciandola al suo arrivo. Investendo parte di quanto aveva<br />

ricavato, lei comprò più riso, e presto divenne un mercante di <strong>birra</strong> locale.<br />

Un giorno, la studentessa spirituale nonché consorte (però!) di un potente<br />

maestro buddista andò da lei per comprare cervogia per conto del marito.<br />

Quando la studentessa disse a Sukhasiddhi per chi era la <strong>birra</strong>, Sukie<br />

insistette perché lei prendesse la sua <strong>birra</strong> migliore gratuitamente – il suo<br />

secondo, importantissimo atto di generosità.<br />

La studentessa tornò dal suo insegnante e gli disse ciò che era accaduto.<br />

Egli all’istante percepì che Sukie era un’anima profondamente spirituale, e<br />

disse alla sua studentessa di portargliela per istruirla. Sukhasiddhi arrivò,<br />

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