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L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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LA BIRRA E IL TAO<br />

Vedi anche: Punto di Gräfenberg.<br />

Vedi anche: Punto della Dea.<br />

Vedi anche: Punto sacro del Tantra.<br />

Vedi anche: Perla nera taoista.<br />

Chuck Palahniuk, Soffocare.<br />

L’illuminazione, secondo il Buddismo, è il completo sviluppo delle<br />

potenzialità e qualità naturali presenti nella vera natura della nostra mente;<br />

in più circoli buddisti essa è descritta come uno stato di “saggezza che<br />

sorge dall’esperienza diretta di ogni fenomeno svuotata dell’esperienza<br />

indipendente”. Quando una persona vede la luce, effettivamente vede o<br />

comprende la realtà a un livello molto più alto del terreno, non più limitata<br />

dalle transenne della ragione. L’illuminato è sagace e saggio riguardo alle<br />

sue relazioni, il proprio ruolo nella società e l’importanza d’ognuno e ogni<br />

cosa con cui egli interagisce. È dalla ricerca umana di questa luce figurata<br />

che tutte le nostre arti, scienze e religioni si sono sviluppate, originalmente<br />

un’unica ricerca di conoscenza e significato poi segmentatasi in distinte<br />

discipline specializzate.<br />

Come ad esempio la fabbricazione e il consumo della <strong>birra</strong>. Chissà quante<br />

volte avrete pronunciato questa frase: “Ho bisogno di bere un goccio per<br />

schiarirmi le idee”. Sappiate che codesto concetto viene da molto lontano:<br />

dal Tibet, esattamente. La tradizione buddista doha, infatti, contempla<br />

l’antica pratica di preparare e bere la cosiddetta “<strong>birra</strong> dell’illuminazione”.<br />

I tibetani sorseggiano la bevanda sciorinando nel contempo un repertorio<br />

di canzoni intitolate all’atto del bere. Vorrei raccontare ciò al nostro caro<br />

vecchio barman Nicky, colui per il quale Olivia Newton-John era la più<br />

bella mulatta del mondo, il bellissimo capoluogo delle Baleari è Parma di<br />

Maiorca (difatti è molto rinomato per il suo squisito prosciutto di mare), il<br />

telefono del bar funzionava a gin tonic e le birrerie “ondeggiavano”. Apro<br />

una parentesi per spiegarvi quest’ultima cosa. Una mattina d’estate io e<br />

Vito ci presentammo al locale per fare colazione dopo essere stati in giro<br />

tutta la notte a bere senza ritegno, lessi come polletti amburghesi. Nicky ci<br />

fece due cappuccini al gusto di esaclorofene, che accompagnammo con<br />

croissant e cannolicchi siciliani al solito raffermi, e attaccò a straparlare di<br />

vacanze future e passate. “Sapete, cinque anni fa sono andato in ferie a<br />

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