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L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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Il testo era il seguente: “Ciao Profiu (è uno dei miei due soprannomi da<br />

battaglia, l’altro è Messia N.d.A.), devi assolutamente guardare questo<br />

filmato, è un vero spasso!” Firmato, Daffy.<br />

Detto, fatto. Lanciai ulteriori imprecazioni nell’aria del mio studio poiché<br />

il video necessitava di un codec per essere riprodotto dal Windows Media<br />

Player, ma una volta scaricato quello potei finalmente scoprire di che si<br />

trattava.<br />

Scorsero tre secondi di schermo blue blue electric blue that’s the color of<br />

my room. Al quarto comparve un pannello elettorale: “Giovanni Bivona,<br />

Patto per la Sicilia, Elezioni Provinciali 25-26 maggio 2003, collegi di<br />

Agrigento-Favara/Canicattì. IO PROTESTO, E TU?”<br />

Già mi scappò un risolino dalle narici: il candidato era un faccione siculo<br />

dalla marcata calvizie fronto-occipitale ma con i capelli superstiti lunghi<br />

fino alle spalle a bottiglia e una camicia bianca dal colletto spropositato,<br />

come quelle che indossava il leggendario pornodivo Ron Jeremy nei suoi<br />

filmacci degli anni Settanta. Prometteva esplosioni di raggi gamma e<br />

supernove.<br />

Ancora qualche attimo e cominciò il filmato vero e proprio. Da una strada<br />

alberata di Favara, Agrigento o vai tu a sapere, Giovanni Bivona lanciava<br />

il suo proclama avanzando lentamente verso la telecamera: “La politica, è<br />

triste. Facciamola diventare allegra.” E poi, fermatosi: “Protestate, con<br />

me.” Camicia e volto stropicciati, come si fosse alzato appena tre minuti<br />

prima da una suntuosa siesta estiva profondo-italiana dopo una spanciata<br />

di melanzane alla parmigiana e cannolicchi annaffiata di Nero d’Avola.<br />

Seguì una ripresa al rallentatore del Sicilian Candidate stringendo la mano<br />

ai suoi sostenitori (per chiamarli in qualche modo) e un coro abborracciato<br />

degli stessi: “NOI PROTESTIAMO!!! NOI VOTIAMO GIOVANNI<br />

BIVONA!”<br />

Da lì in avanti, spettacolo! Bivona che sulle note introduttive all’inno di<br />

Mameli esce dal portone di un palazzo agitando scompostamente il pugno<br />

sinistro accompagnato da un doppio squillo di clacson: “Sto arrivando, sto<br />

arrivando!” Bivona che chiuso in una specie di camera anecoica snocciola<br />

il suo programma: “Io sono qui per... dirvi che dobbiamo lottare tutti uniti<br />

e assieme, uno per tutti e tutti per uno, perché non se ne può più di queste<br />

cose che manca il lavoro, manca… ehhh… il turismo, manca l’edilizia,<br />

manca… iiih… la serietà della gente in famiglia, manca la sicurezza del<br />

lavoro…” e tralignando nel dialetto siciliano “’Un si voglie spusare più<br />

nuggu perché manca u trabagghiu” Bivona esortante il popolo siculo alla<br />

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