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L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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Dopo essere sopravvissuti a una critica mancanza di <strong>birra</strong> durante i primi<br />

mesi seguenti il loro arrivo, i Pellegrini designarono l’edificazione di un<br />

birrificio quale priorità basilare. Come fu stabilita la colonia, le cucine<br />

<strong>casa</strong>linghe divennero fabbriche di <strong>birra</strong> e, in conformità alla tradizione, la<br />

mansione del brewing fu assegnata alle donne. Mi pare di vederle, quelle<br />

creature timorate di Dio e infaticabili, con le loro cuffie bianche inamidate<br />

e le gonne lunghe fino ai piedi, tenere d’occhio la fermentazione nei tini:<br />

B, La Lettera Dorata.<br />

Lo scorso gennaio, io e la mia fidanzata americana stavamo attaccando la<br />

prima di una lunga serie di Miller Lite da O’Leary Tiki Bar & Grill,<br />

Sarasota, Florida, quando due personaggi, sui 55-60 anni a occhio e croce,<br />

sopraggiunsero a impadronirsi dell’unico pezzo di bancone rimasto libero<br />

al momento, proprio di fianco a noi. I loro indumenti, camice hawaiane<br />

pantaloni corti e ciabatte infradito, erano un pelino leggeri perfino per un<br />

inverno clemente qual è quello della costa ovest della Florida, dov’è raro<br />

che la temperatura notturna scenda sotto i 12 gradi centigradi.<br />

Un’altra splendida giornata volgeva al termine. Era il mio primo viaggio<br />

in assoluto nei mitici (e mitizzati) Stati Uniti d’America e i sentimenti che<br />

provavo per Miss Jane Ann Thomas, sublime prodotto di Dna toscano – da<br />

parte di madre –, gallese e olandese, crescevano di giorno in giorno,<br />

totalmente ricambiati. Wow, stavo proprio una favola. La Miller Lite<br />

scendeva giù che era un piacere, fresca e corroborante. Lo stereo del bar<br />

all’aperto suonava Can’t Hardly Wait dei Replacements. La mia donna<br />

profumava di Pink Sugar. Don’t pinch me, I’m dreaming.<br />

L’accento dei due uomini mi suonava cinese. “Di dove sono?” domandai a<br />

Jane sottovoce. “Di Boston” sorrise lei. Dopodiché chiese loro conferma:<br />

“Ehi, ragazzi, siete di Boston, vero?” Creatura esuberante, la mia Jane.<br />

Il più anziano dei due almeno all’apparenza, barba bianca da capitano di<br />

lungo corso ed eritema etilico, partì subito in quarta a fare lo splendido; il<br />

suo compare, più austero e occhialuto, rimase seduto sul suo sgabello. Io<br />

dosavo sorrisetti di circostanza sforzandomi nel contempo di comprendere<br />

ciò che il Capitano Nemo andava dicendo. Chiamasi accento non-rotico:<br />

ossia, che omette e/o sostituisce la pronuncia della erre quando seguita da<br />

consonante o a fine parola. Se voi ordinaste un’aragosta nel Massachussets<br />

o nell’attiguo Maine come lobster, il cameriere potrebbe riprendervi con<br />

puntiglio: “It’s lobstah, sir, not lobster.” Colà lo schiaccianoci, nutcracker,<br />

si pronuncia nutcrackah.<br />

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