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L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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MARS STOUT BEER<br />

Poche storie, la <strong>birra</strong> fa bene: e come potrebbe essere altrimenti, essendo<br />

essa derivata da infusione e decozione d’orzo, grano e cereali. Una recente<br />

ricerca effettuata dal CNR su marche italiane ha dimostrato che la <strong>birra</strong><br />

contiene microcomponenti con azione antiossidante, ovverosia i nostri<br />

ardimentosi soldatini anti-arteriosclerosi e infarto.<br />

La scoperta delle virtù terapeutiche della nostra amatissima bevanda non è<br />

roba d’oggi. Nel XVII secolo il predicatore tedesco Colerus nel suo libro<br />

Oeconomia ruralis et domestica riconosceva alla <strong>birra</strong> di Zerbst notevoli<br />

virtù curative, quale per esempio la capacità di espellere i calcoli renali.<br />

Nel 1743 una dissertazione a cura di tal Paolo G. Homeyer s’interessava<br />

della qualità della <strong>birra</strong> da somministrare agli ammalati, spiegando come<br />

certe birre siano più adatte di altre. Alla fine, noi siamo ciò che beviamo.<br />

Di conseguenza meglio si beve meglio è.<br />

Disgraziatamente ci troviamo a vivere in una brutta epoca. Una delle sue<br />

maledizioni è il pompaggio mediatico. La nuova tendenza dei mass media<br />

italiani è deplorare indiscriminatamente il consumo d’alcol. Da forte ma<br />

coscienzioso bevitore dai passati eccessi, mi rendo perfettamente conto<br />

delle problematiche legate all’abuso di bevande alcoliche; ma non si può<br />

fare di tutta l’erba un fascio, zoomando su boccali di <strong>birra</strong> e cocktail con<br />

commento moraleggiante in off manco tutti i <strong>birra</strong>ioli fossero potenziali<br />

investitori di bambini e pensionati sulle strisce pedonali. Magari qualche<br />

servizio dopo lo stesso tiggì ti esalta squadriglie di smandrappate mezze<br />

nude e strafatte di cocaina che ballano sui tavoli al Billionaire, ma quella è<br />

“bella vita”, e allora… allora, vaffanculo.<br />

Noi bevitori consapevoli scontiamo le grullerie delle marmaglie ineducate<br />

al buon bere e in generale al buon vivere non solamente con tonnellate<br />

d’ipocrisia catodica, ma anche con la proliferazione neoplasica di zone a<br />

traffico limitato, telecamere, autovelox, blitz anti-movida, e trombonate<br />

come le tabelle per il calcolo del tasso alcolico in base al peso, al sesso, al<br />

cibo e all’alcol ingeriti, nate già approssimative e invise a buona parte dei<br />

gestori. In questa maniera le Amministrazioni cittadine si puliscono la<br />

coscienza e nel contempo fanno cassa. Ma il proibizionismo non ha mai<br />

pagato, specialmente coi giovani, perché quando si è giovani si fa tutto ciò<br />

che i grandi ti dicono di non fare. I ragazzi tazzeranno di meno, <strong>forse</strong>, ma<br />

prenderanno più droghe, pressoché certo: i pusher sono tutti lì a fregarsi le<br />

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