L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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21.05.2013 Views

Figura 6. Una bella birra da tifosi di calcio in trasferta. 64

MARS STOUT BEER Poche storie, la birra fa bene: e come potrebbe essere altrimenti, essendo essa derivata da infusione e decozione d’orzo, grano e cereali. Una recente ricerca effettuata dal CNR su marche italiane ha dimostrato che la birra contiene microcomponenti con azione antiossidante, ovverosia i nostri ardimentosi soldatini anti-arteriosclerosi e infarto. La scoperta delle virtù terapeutiche della nostra amatissima bevanda non è roba d’oggi. Nel XVII secolo il predicatore tedesco Colerus nel suo libro Oeconomia ruralis et domestica riconosceva alla birra di Zerbst notevoli virtù curative, quale per esempio la capacità di espellere i calcoli renali. Nel 1743 una dissertazione a cura di tal Paolo G. Homeyer s’interessava della qualità della birra da somministrare agli ammalati, spiegando come certe birre siano più adatte di altre. Alla fine, noi siamo ciò che beviamo. Di conseguenza meglio si beve meglio è. Disgraziatamente ci troviamo a vivere in una brutta epoca. Una delle sue maledizioni è il pompaggio mediatico. La nuova tendenza dei mass media italiani è deplorare indiscriminatamente il consumo d’alcol. Da forte ma coscienzioso bevitore dai passati eccessi, mi rendo perfettamente conto delle problematiche legate all’abuso di bevande alcoliche; ma non si può fare di tutta l’erba un fascio, zoomando su boccali di birra e cocktail con commento moraleggiante in off manco tutti i birraioli fossero potenziali investitori di bambini e pensionati sulle strisce pedonali. Magari qualche servizio dopo lo stesso tiggì ti esalta squadriglie di smandrappate mezze nude e strafatte di cocaina che ballano sui tavoli al Billionaire, ma quella è “bella vita”, e allora… allora, vaffanculo. Noi bevitori consapevoli scontiamo le grullerie delle marmaglie ineducate al buon bere e in generale al buon vivere non solamente con tonnellate d’ipocrisia catodica, ma anche con la proliferazione neoplasica di zone a traffico limitato, telecamere, autovelox, blitz anti-movida, e trombonate come le tabelle per il calcolo del tasso alcolico in base al peso, al sesso, al cibo e all’alcol ingeriti, nate già approssimative e invise a buona parte dei gestori. In questa maniera le Amministrazioni cittadine si puliscono la coscienza e nel contempo fanno cassa. Ma il proibizionismo non ha mai pagato, specialmente coi giovani, perché quando si è giovani si fa tutto ciò che i grandi ti dicono di non fare. I ragazzi tazzeranno di meno, forse, ma prenderanno più droghe, pressoché certo: i pusher sono tutti lì a fregarsi le 65

Figura 6. Una bella <strong>birra</strong> da tifosi di calcio in trasferta.<br />

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