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L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti

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Maybe I’m Amazed. Il fato, fottuta canaglia, mi fece rincontrare Stefania<br />

B. al campo di concentramento nazi-metallurgico poco prima della grande<br />

fuga per “mettermi in proprio”: un giorno, sopraffatto dalla noia, aprii un<br />

bollettino aziendale e me la trovai fotografata in tailleur pantalone grigio e<br />

boccoli sciolti sulle spalle. Lavorava alla Divisione della Gioia di C.so<br />

Vercelli. Coincidenza, sincronicità, il mondo è piccolo, pensatela un po’<br />

come vi pare.<br />

Fattasi ormai donna e in carriera, un po’ segnata in viso ma <strong>forse</strong> per<br />

questo più bella che mai, Stefania si era separata dal suo biondissimo e<br />

gagliardo pallavolista e si era messa insieme con un nostro ex compagno<br />

di classe nuotatore (è fissata con gli sportivi, la ragazza) che ai tempi del<br />

liceo in una normale conversazione spiccicava monosillabi ma quando era<br />

chiamato alla lavagna per essere interrogato mitragliava date, cognizioni e<br />

logaritmi come un kalashnikov antropomorfo. Stefania organizzò una<br />

rimpatriata in una pizzeria cui da masochista patentato quale sono volli<br />

partecipare. Al dolce, alticcio come un meteorite, confessai a quei postsecchioni<br />

tutta la mia smodata passione per Iggy Pop. Mr. Monosillabo,<br />

Domenico “Mecu” Spitz della Piscina Comunale, commentò con una<br />

punta di sarcasmo: “Ci credo che ti piaccia, ha il tuo stesso fisico.” La<br />

locuzione più lunga che lo stronzetto malcagato aveva mai pronunciato,<br />

cui reagii mandandogli un bacio in punta di dita canzonatorio. Ma non so<br />

cosa mi trattenne dal volargli al collo.<br />

Le insondabili regole dell’attrazione e gli squassanti tormenti dell’amore<br />

non corrisposto: c’è chi ci ha scritto su fior di libri. E di canzoni. Come<br />

Pere Pubill Calaf, 74 anni, gitano di Mataró, Barcellona, conosciuto in<br />

tutto il mondo (meno che da noi, i soliti sciovinisti ignoranti) come Peret,<br />

l’inventore della “rumba catalana”. Dopo una lunga e dura gavetta nei club<br />

per turisti della Costa Brava e nei tablaos madrileni, la sua carriera spiccò<br />

il volo nel 1963 con La noche del hawaiano, e non si fermò più. Nel 1968<br />

vinse il Midem di Cannes con una versione adrenalinica di un valzer del<br />

maestro Monreal, Una lágrima, poi disco dell’anno in Spagna; nello stesso<br />

periodo fu invitato dal leggendario Tom Jones al suo programma per la<br />

televisione britannica. Nondimeno il suo più grande smash fu Borriquito<br />

(asinello), due anni più tardi: “Borriquito como tú, tururú, que no sabes ni<br />

la u, tururú.” Walk On The Wild Side ante litteram.<br />

I continentali immuni ai sovvertimenti sociali e sonori degli anni Sessanta<br />

andavano in sollucchero per codesto zingaro che, in giacca di leopardo e<br />

pantaloni scampanati di lino, muoveva i fianchi come Elvis e cantava<br />

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