L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti
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NAUSEA, OCCHI INIETTATI DI SANGUE<br />
Non abbiamo niente di meglio da fare / che guardare la tivù e farci un paio di<br />
birre.<br />
Black Flag, TV Party.<br />
Primavera 1988. Io freschissimo di congedo dal servizio militare, bramoso<br />
di denaro, di ragazze, d’alcol. Torino non era più grigia e scorbutica come<br />
l’avevo lasciata. Buck Rogers Macario si stava risvegliando dal suo lungo<br />
sonno metalmeccanico. Nuovi modi di dire comportarsi e vestire, nuova<br />
musica, nuovi ritrovi, nuovi cocktail da bere. E nuove droghe.<br />
“Ho sentito che nei pressi della Mole Antonelliana hanno aperto un nuovo<br />
disco bar” mi comunicò al telefono un pomeriggio Alex, colui che ritengo<br />
responsabile di avermi iniziato alla fede granata.<br />
“Ah sì? E come si chiama?”<br />
“Protex Blue. Sembra che al venerdì sera sia stracolmo di gnocca.”<br />
“Allora fisso che venerdì ci <strong>andiamo</strong>.”<br />
Con il cuore in mano, quello non era il vero nome del locale. Fra poco<br />
comprenderete perché ho ritenuto necessario cambiarlo. Il mio approccio<br />
col Protex Blue fu pessimo. Baldanzoso, suonai il campanello; la porta si<br />
spalancò con un cigolio di cardini bisognosi d’olio lubrificante e nell’uscio<br />
comparve un personaggio minuto dai tratti vagamente orientaleggianti: la<br />
sua faccina di tolla mi era tutt’altro che nuova. Era una classica figura di<br />
figlio di papà impegnato politicamente (o per meglio dire, impegnato a<br />
trarre vantaggio personale dalle proprie esperienze in ambito politico,<br />
come tutti quanti al porco mondo) che al liceo scientifico mi era sempre<br />
stato sulle scatole, più che altro per essere il miglior amico di Stefania B.,<br />
una biondina carinissima fanatica di Bruce “The Boss” Springsteen (di cui<br />
a me piaceva solo una canzone, Born to run, poiché dannatamente simile a<br />
X Offender dei Blondie) che al secondo anno mi aveva rifilato un due di<br />
picche silenzioso: ossia, aveva olimpicamente ignorato una lettera in cui io<br />
le dichiaravo tutto il mio amore: “Stanotte ti ho sognata” e puttanate del<br />
genere. E poi le donne stanno ancora a domandarsi, fra una puntata di Sex<br />
& The City e l’altra, perché gli uomini si siano ficcati il romanticismo nel<br />
buco del culo.<br />
“Teffera?” chiese costui, con quel suo peculiare difetto di pronuncia sulle<br />
esse. O non mi aveva riconosciuto o faceva finta.<br />
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