L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti
L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti
L'ultima birra e andiamo a casa (forse) (.pdf) - Maurizio Ferrarotti
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
calda (sic!) in tazzine al caffè Beyer.<br />
E come tacere sui sovrani, le roi le vent! A quart of ale is a dish for a king,<br />
sosteneva Shakespeare. Un litro di <strong>birra</strong> è degno di un re. Infatti, una<br />
leggenda teutonica attribuisce a Gambrinus, mitico re germanico, proprio<br />
l’invenzione della bevanda nazionale intorno all’anno 750, benché è<br />
provato che in quella regione essa fosse già ben conosciuta e consumata<br />
abbondantemente. Re Alfredo d’Inghilterra, passato alla storia per aver<br />
definitivamente sconfitto i Danesi nell’anno 814 dopo secoli di battaglie,<br />
fu un famoso collezionista nonché provetto produttore di <strong>birra</strong>. Alla corte<br />
di Carlo VI non mancava mai la <strong>birra</strong> a tavola. Federico II il Grande fu un<br />
grande sostenitore dell’arte <strong>birra</strong>ia. Riccardo d’Inghilterra usava donare<br />
agli altri re fusti di <strong>birra</strong>. A Bismarck regalavano barili come se piovesse –<br />
cosa che a lui faceva immenso piacere, essendo tutt’altro che astemio;<br />
certamente la <strong>birra</strong> stimolava le sue capacità creative in ambito politico<br />
internazionale, come lo stratagemma adottato con il Telegramma di Ems<br />
ebbe a dimostrare.<br />
E con un ultimo colpo al motore tachionico veniamo finalmente all’Italia.<br />
Nell’anno 83 d.C. Agricola, governatore della Britannia, tornò a Roma<br />
portandosi dietro tre mastri <strong>birra</strong>i da Glevum (l’odierna Gloucester) e aprì<br />
ciò che potremmo definire il primo pub della Penisola. Le prime fabbriche<br />
di <strong>birra</strong> risalgono a un momento storico notevolmente posteriore, gli inizi<br />
dell’Ottocento; si può affermare che la <strong>birra</strong> nel nostro paese nacque al<br />
Nord, in Piemonte e in Lombardia ma anche nel Veneto. Nel 1789 tal<br />
Baldassarre Setter ottenne un privilegio per produrre <strong>birra</strong> in quel di Nizza<br />
Monferrato. Nel 1828 Franz Saverio Wührer aprì una fabbrica di <strong>birra</strong> a<br />
Brescia, e nel 1846 a Biella nacque la Menabrea.<br />
Un considerevole incremento della produzione si ebbe con l’avvento della<br />
conservazione a bassa temperatura. Ma la vera esplosione dell’industria<br />
<strong>birra</strong>ia avvenne durante il primo decennio del Novecento: si affermarono<br />
nomi ancora oggi in auge come il sopraccennato Wührer, Forst, Poretti,<br />
Peroni, Wunster, Dreher, Moretti. Pure, le aziende italiane si ritrovarono<br />
poi fare i conti con le pesanti imposizioni fiscali durante il fascismo e il<br />
secondo conflitto mondiale; finita la guerra, l’industria <strong>birra</strong>ia italiana<br />
dovette ricominciare da capo. Le fabbriche italiane impiegarono due<br />
decenni abbondanti per raggiungere il livello tecnologico delle concorrenti<br />
europee.<br />
Dal 1976 a oggi il consumo di <strong>birra</strong> in Italia è più che raddoppiato. È in<br />
corso una vera e propria rivoluzione culturale <strong>birra</strong>iola. In certo modo,<br />
18