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Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

Non solo radio...<br />

Le onde elettromagnetiche e le proprietà dielettriche dei materiali<br />

Le applicazioni: dalla radio ad oggi<br />

un approfondimento di<br />

Simone Donadello<br />

classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

pag. 1


Indice generale<br />

Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

• Le onde elettromagnetiche....................................................................................................... 3<br />

٠ Cosa sono le onde elettromagnetiche............................................................................... 3<br />

٠ Le prime applicazioni: la radio........................................................................................... 4<br />

▫ La radio in guerra....................................................................................................... 4<br />

▫ La radio nella società................................................................................................. 5<br />

◦ Un esempio clamoroso: Orson Welles e l'invasione aliena............................... 5<br />

• Proprietà elettromagnetiche dei materiali................................................................................. 6<br />

٠ Cosa sono le proprietà elettromagnetiche......................................................................... 6<br />

▫ A cosa sono dovute ε e μ........................................................................................... 7<br />

▫ La luce come onda elettromagnetica......................................................................... 8<br />

▫ Gli effetti delle caratteristiche elettromagnetiche dei materiali................................... 8<br />

٠ Misura pratica della riflettanza con le microonde.............................................................. 8<br />

▫ Procedimento di misura con riflettometro.................................................................. 9<br />

▫ Applicazioni della misura delle proprietà elettromagnetiche.................................... 10<br />

◦ Punti di forza della spettroscopia dielettrica.................................................... 12<br />

Indice delle formule<br />

▪ formule dell'onda elettromagnetica..........................................................................................................3<br />

▪ relazione fra frequenza, veloc<strong>it</strong>à e lunghezza d'onda............................................................................. 3<br />

▪ costanti elettromagnetiche nel vuoto.......................................................................................................6<br />

▪ costanti elettromagnetiche relative..........................................................................................................7<br />

▪ ε e μ come numeri complessi.................................................................................................................. 7<br />

▪ veloc<strong>it</strong>à della luce.................................................................................................................................... 8<br />

▪ veloc<strong>it</strong>à della luce nei materiali................................................................................................................8<br />

▪ trasm<strong>it</strong>tanza - assorbanza - riflettanza.................................................................................................... 8<br />

▪ legge di Lambert-Beer........................................................................................................................... 11<br />

Indice delle illustrazioni<br />

◦ l'onda elettromagnetica........................................................................................................................... 3<br />

◦ lunghezze e tipi d'onda............................................................................................................................4<br />

◦ uno dei primi apparecchi radio progettati da Marconi............................................................................. 4<br />

◦ l'antenna radio sulla Torre Eiffel.............................................................................................................. 4<br />

◦ H<strong>it</strong>ler al suo primo discorso alla radio..................................................................................................... 5<br />

◦ Orson Welles rec<strong>it</strong>a alla radio................................................................................................................. 6<br />

◦ disegno di un ufo..................................................................................................................................... 6<br />

◦ andamento generale di ε al variare della frequenza................................................................................7<br />

◦ molecole d'acqua polarizzate in un campo elettrico................................................................................7<br />

◦ onde trasmesse-riflesse.......................................................................................................................... 8<br />

◦ schema dell'antenna del riflettometro......................................................................................................9<br />

◦ foto e schema riflettometro......................................................................................................................9<br />

◦ misura della riflettanza di una spugna in due differenti condizioni d'umid<strong>it</strong>à.........................................10<br />

◦ misura e confronto di ε con le concentrazioni di Gin e Vermouth nel Martini........................................11<br />

◦ modello originale di igrometro ottocentesco a capello.......................................................................... 11<br />

◦ un moderno network analyser a microonde.......................................................................................... 12<br />

pag. 2


Non solo radio...<br />

Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

Le onde elettromagnetiche e le proprietà dielettriche dei materiali<br />

Le applicazioni: dalla radio ad oggi<br />

In questo approfondimento analizzeremo una parte del grande mondo delle onde elettromagnetiche.<br />

Si tratta di un esteso argomento di fisica, che coinvolge anche nozioni di chimica ed altre<br />

scienze. Parleremo delle molte applicazioni delle onde elettromagnetiche, importanti anche nella<br />

v<strong>it</strong>a comune. In particolare, una delle più rilevanti è stata l'invenzione della radio, che rivoluzionò<br />

il modo di comunicare a partire dal ventesimo secolo; altre applicazioni, più recenti, sfruttano<br />

le nozioni riguardanti le proprietà elettromagnetiche dei materiali, che permettono di studiare<br />

e capire meglio la materia che ci circonda.<br />

Le onde elettromagnetiche<br />

Cosa sono le onde elettromagnetiche<br />

In questa sede tratteremo l'elettromagnetismo dal punto di vista classico o ondulatorio, fondato<br />

sugli studi di Maxwell, tralasciando la fisica moderna e l'interpretazione quantistica di Einstein.<br />

Un'onda è una “perturbazione” (cioè una variazione) di<br />

una grandezza fisica che si propaga nel tempo e nello<br />

spazio: tale grandezza fisica “oscilla”, cambia il suo valore<br />

da un massimo (“cresta”) ad un minimo (“valle”). In particolare,<br />

nelle onde elettromagnetiche le “perturbazioni”<br />

coinvolgono i campi elettrici e i campi magnetici.<br />

I campi sono grandezze fisiche vettoriali, cioè possiedono<br />

un modulo (l'intens<strong>it</strong>à), una direzione e un verso. Nelle<br />

onde elettromagnetiche il campo elettrico (indicato con E) e il campo magnetico (indicato con B<br />

o H) sono sempre perpendicolari fra loro.<br />

Quando un'onda elettromagnetica si propaga nello spazio, significa<br />

che i moduli dei campi E e B, normalmente in quiete, iniziano a variare,<br />

seguendo un andamento sinusoidale nel tempo e nello spazio,<br />

esprimibile da una formula di matematica goniometrica. Questo susseguirsi<br />

di “creste” e di “valli” è un fenomeno continuo, che avviene<br />

grazie all'autoinduzione, paragonabile ad una “reazione a catena”: quando E cambia, induce<br />

un cambiamento anche in B, e viceversa.<br />

Le caratteristiche principali di un'onda elettromagnetica sono l'intens<strong>it</strong>à (quanto è<br />

“ampia” l'onda, caratterizzata da E0 e B0) e la lunghezza d'onda (cioè la distanza<br />

fra due creste o valli consecutive, indicata con λ). Strettamente collegata alla lunghezza<br />

d'onda è la frequenza, indicata con ν, cioè il numero di oscillazioni che<br />

l'onda compie in un secondo (misurata in Hz). Come vederemo più avanti, le onde<br />

E=E 0 ⋅sin[ 2π<br />

λ ⋅ x−c⋅t ]<br />

B=B 0 ⋅sin [ 2π<br />

λ ⋅x−c⋅t]<br />

ν= c<br />

λ<br />

8 m<br />

c≃3⋅10<br />

s<br />

elettromagnetiche nel vuoto si muovono ad una veloc<strong>it</strong>à costante, indicata con c; questa costante<br />

si rivelerà fondamentale in molti amb<strong>it</strong>i della fisica.<br />

pag. 3


La lunghezza d'onda definisce il tipo di onda elettromagnetica;<br />

infatti al variare di λ, le onde possono<br />

essere classificate come: raggi gamma, raggi X, radiazione<br />

ultravioletta, luce visibile, radiazione infrarossa,<br />

microonde, o onde radio... Tutte queste manifestazioni,<br />

apparentemente diverse fra loro in quanto<br />

occupano differenti campi di applicazione, fanno<br />

parte dello stesso fenomeno: quello delle onde elettromagnetiche.<br />

Le prime applicazioni: la radio<br />

Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

I primi studi sull'elettromagnetismo furono compiuti verso la fine del 1800 soprattutto ad opera<br />

del fisico James Clerk Maxwell. Poco dopo Heinrich Rudolf Hertz fu il primo a realizzare un<br />

apparecchio in grado di generare semplici segnali elettromagnetici rilevabili a breve distanza.<br />

Ma la rivoluzione vera e propria arriva nel 1897, quando l'<strong>it</strong>aliano Guglielmo Marconi trasmise<br />

per la prima volta un segnale a diversi chilometri di distanza, realizzando la prima radio.<br />

La radio è un apparecchio in grado di ricevere e trasmettere<br />

onde elettromagnetiche. Normalmente le radio utilizzano onde<br />

con frequenze relativamente basse, 0 a 10 8 Hz, che vennero<br />

per questo motivo chiamate onde radio. Usualmente le radio<br />

sono dotate di una o più antenne, che hanno forme e dimensioni<br />

diverse, adatte a particolari scopi (ad esempio, se si vuole<br />

veicolare il segnale radio in un'unica direzione o se si vuole ricevere<br />

da ovunque).<br />

Queste prime e semplici comunicazioni furono ben presto potenziate,<br />

e le distanze di trasmissione avvicinarono posti lontani,<br />

accorciando di colpo distanze fra i continenti. Tuttavia si trattava ancora di messaggi in codice<br />

Morse, come già avveniva con il telegrafo via cavo, quindi punti e linee in una sequenza da<br />

interpretare, che erano utili solo per trasmissioni di servizio o d'emergenza.<br />

Nel 1900 l'avanzamento della tecnologia rivoluziona tutto il mondo. Infatti fra il 1910 e il 1920,<br />

grazie anche alla spinta bellica, si mettono a punto le prime trasmissioni di voce umana. Ora finalmente<br />

si può parlare e comunicare a distanza: le informazioni possono essere raggiunte e<br />

cap<strong>it</strong>e da tutti. Nasce la radiofonia: sorgono le prime em<strong>it</strong>tenti (inizialmente in Inghilterra e<br />

USA), che trasmettono programmi d'intrattenimento, musica ed informazioni a grande distanza,<br />

ricevute da milioni di ascoltatori dotati di un semplice e sempre più economico ricev<strong>it</strong>ore radio.<br />

La radio in guerra<br />

Le prime applicazioni si ebbero soprattutto in campo mil<strong>it</strong>are e strategico.<br />

Gli stati si dotarono sub<strong>it</strong>o di sistemi di comunicazione radio. Trasmettere<br />

tempestivamente gli ordini dei comandanti a tutto l'eserc<strong>it</strong>o, o comunicare i<br />

rapporti di guerra dal fronte, divenne molto più semplice che in passato.<br />

Già nella Prima Guerra Mondiale si avverte la rivoluzione operata dalla<br />

radio. Infatti nella logorante guerra di trincea che si svolse dal 1914 al<br />

1918, le prime comunicazioni senza fili in codice Morse cambiarono il<br />

modo di combattere. Di conseguenza nasce la guerra di spionaggio e controspionaggio,<br />

con il tentativo degli eserc<strong>it</strong>i di intercettare i segnali radio<br />

nemici. In quegli anni la famosa Torre Eiffel venne presa in consegna dall'eserc<strong>it</strong>o<br />

e dotata di diverse e potenti antenne, in grado di ricevere e trasmettere<br />

in tutta la Francia.<br />

pag. 4


Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

Si può quindi affermare che la Prima Guerra Mondiale, o il campo mil<strong>it</strong>are in genere, diede un<br />

forte impulso alla tecnologia radiofonica, che infatti conobbe il suo massimo successo nel primo<br />

dopoguerra.<br />

Qualche decennio più tardi, nella Seconda Guerra Mondiale, le tecnologie radio erano decisamente<br />

più sviluppate; anche grazie a questo i combattimenti assunsero caratteristiche decisamente<br />

più dinamiche e rapide. In quegli anni ormai le radio erano trasportabili, e la rapid<strong>it</strong>à con<br />

la quale le disposizioni dei rispettivi generali viaggiavano era impensabile prima.<br />

La radio nella società<br />

La radio era destinata ad avere importanti ripercussioni anche sulla società e sulla comunicazione<br />

“civile”. A partire dal 1922 la BBC inglese inizia ad emettere via radio notiziari regolari.<br />

Successivamente trasmissioni musicali, dibatt<strong>it</strong>i e rec<strong>it</strong>azioni di intere commedie, raggiungono<br />

un pubblico sempre più importante. In fondo si trattò della più grande innovazione nell'amb<strong>it</strong>o<br />

della comunicazione dopo l'invenzione della stampa.<br />

La radio è stata per parecchi decenni la principale fonte di informazione di tutti, anche se tuttora,<br />

nel ventunesimo secolo, continua ad avere un ruolo piuttosto importante, sfruttando tecnologie<br />

molto simili a quelle utilizzate agli inizi del 1900. La radio ha intrattenuto, informato, comunicato<br />

a intere generazioni, formando e modellando idee e pensieri.<br />

Non a caso il controllo dei nuovi mezzi di comunicazione di massa<br />

divenne molto amb<strong>it</strong>o da tutti i sistemi pol<strong>it</strong>ici, con la creazione<br />

di numerose em<strong>it</strong>tenti statali, come la URI in Italia (che divenne<br />

RAI). Soprattutto le d<strong>it</strong>tature osservavano con particolare attenzione<br />

gli effetti della radio come formidabile mezzo di propaganda.<br />

Dopotutto, ancora oggi nell'era della democrazia e del libero consumo,<br />

possedere mezzi di comunicazione radiofonici è di importanza<br />

strategica, economica e pol<strong>it</strong>ica.<br />

Si può quindi dire che la radio contribuì all'importante passaggio dal 1800 al 1900. Essa agisce<br />

parallelamente alla rivoluzione operata in campo linguistico dal l'ermetismo e il simbolismo;<br />

cooperarono insieme per creare una nuova visione del mondo sempre più tecnologizzato, le cui<br />

conseguenze furono particolarmente visibili nell'evoluzione dell'arte, dalla p<strong>it</strong>tura alla letteratura.<br />

In particolare la corrente futurista ammirava le innovazioni apportate dalla radio, come emerge,<br />

ad esempio nel manifesto futurista chiamato “La Radia” di Marinetti e Masnata. [vedi allegati]<br />

Anche la comunicazione all'interno della società ne uscì radicalmente trasformata, introducendo<br />

concetti sconosciuti alla mental<strong>it</strong>à ottocentesca. L'informazione, precedentemente affidata ai<br />

soli quotidiani riservati ad un pubblico ristretto, ora diventava accessibile a tutti: i notiziari dovevano<br />

essere sintetici e chiari, per poter concentrare in poco tempo tutte le informazioni importanti,<br />

mentre il lessico si dovette semplificare per essere compreso anche dai meno acculturati.<br />

Un esempio clamoroso: Orson Welles e l'invasione aliena<br />

Per comprendere l'importanza e le reali potenzial<strong>it</strong>à che la comunicazione ha acquistato con la<br />

nasc<strong>it</strong>a della radio, possiamo ricordare un evento piuttosto curioso quanto inquietante. Il 30 ottobre<br />

del 1938, il giorno prima di Halloween, il famoso regista Orson Welles trasmetteva da una<br />

stazione radiofonica molto popolare negli Stati Un<strong>it</strong>i la sua commedia “The War of the Worlds”,<br />

cioè “La guerra dei mondi”.<br />

Si trattava di un dramma scr<strong>it</strong>to e rec<strong>it</strong>ato dallo stesso Welles, che immaginava la telecronaca<br />

via radio dell'attacco degli alieni alla Terra. La commedia era ben fatta, curata nei particolari e<br />

negli effetti sonori; risultava molto realistica, tanto che molti ascoltatori, credettero veramente<br />

che si trattasse di un notiziario in diretta che raccontasse del terribile attacco di mostri venuti<br />

pag. 5


dallo spazio agli uomini.<br />

La voce si sparse rapidamente fra la popolazione statun<strong>it</strong>ense, altre<br />

em<strong>it</strong>tenti radiofoniche caddero nella “trappola” ripetendo la notizia, e in<br />

breve tempo la psicosi invase tutta l'America. Gli americani furono preda<br />

della isteria, si riversarono nelle strade per cercare di scappare dalle<br />

c<strong>it</strong>tà, il traffico si congestionò, molti si procurarono armi pronti a resistere<br />

all'eserc<strong>it</strong>o alieno. Ci volle un po' di tempo, qualche fer<strong>it</strong>o e addir<strong>it</strong>tura<br />

qualche v<strong>it</strong>tima “vera”, per far capire che si trattava solo di uno<br />

scherzo. Questo episodio ci deve far med<strong>it</strong>are sull'importanza dei nuovi<br />

mezzi di comunicazione e sulla loro reale potenza mediatica.<br />

Lo sceneggiato di Welles comprendeva finti notiziari e collegamenti “in<br />

diretta” con gli UFO; sullo sfondo si sentivano esplosioni, spari, incendi,<br />

versi alieni, grida umane terrorizzate e sirene, a cui facevano eco<br />

rapporti di morti e fer<strong>it</strong>i, degni di veri bollettini di guerra.<br />

Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

Riportiamo qui sotto una parte della trascrizione inglese del lungo sceneggiato di Welles (che<br />

durò quasi un'ora), segu<strong>it</strong>a dalla sua traduzione in <strong>it</strong>aliano. Un inviato speciale in diretta dal punto<br />

dove sono atterrati gli alieni sta descrivendo i primi contatti con le terribili creature. Il collegamento<br />

si interromperà in modo brusco e improvviso fra le urla della gente...<br />

“Good heavens, something's wriggling out of the shadow like a gray snake.<br />

Now <strong>it</strong>'s another one, and another one, and another one! They look like<br />

tentacles to me. I can see the thing's body now. It's large, large as a bear<br />

and <strong>it</strong> glistens like wet leather. But that face, <strong>it</strong>... Ladies and gentlemen, <strong>it</strong>'s<br />

indescribable. I can hardly force myself to keep looking at <strong>it</strong>, so awful. The<br />

eyes are black and gleam like a serpent. The mouth is V-shaped w<strong>it</strong>h saliva<br />

dripping from <strong>it</strong>s rimless lips that seem to quiver and pulsate. The monster or<br />

whatever <strong>it</strong> is can hardly move. It seems weighed down by... possibly grav<strong>it</strong>y<br />

or something. The thing's... rising up now, and the crowd falls back now.<br />

They've seen plenty. This is the most extraordinary experience, ladies and<br />

gentlemen. I can't find words... I'll pull this microphone w<strong>it</strong>h me as I talk. I'll<br />

have to stop the description until I can take a new pos<strong>it</strong>ion. Hold on, will you<br />

please, I'll be right back in a minute...”<br />

“Buon Dio, dall'ombra sta uscendo qualcosa di grigio che si contorce come<br />

un serpente. Eccone un altro e un altro ancora. Sembrano tentacoli. Ecco,<br />

ora posso vedere il corpo intero. È grande come un orso e luccica come cuoio<br />

umido. Ma il muso! È... indescrivibile. Devo farmi forza per riuscire a guardarlo.<br />

Gli occhi sono neri e brillano come quelli di un serpente. La bocca è a forma di V e della bava<br />

cade dalle labbra senza forma che sembrano tremare e pulsare. Il mostro, o quello che è, si muove a<br />

fatica. Sembra appesant<strong>it</strong>o... forse la grav<strong>it</strong>à o qualcos'altro. La cosa si solleva. La folla indietreggia.<br />

Hanno visto abbastanza. È un'esperienza straordinaria. Non riesco a trovare le parole... porto il microfono<br />

con me mentre parlo... Devo sospendere la trasmissione finché non avrò trovato un nuovo posto<br />

di osservazione. Restate in ascolto, per favore, riprenderò fra un minuto...”<br />

Proprietà elettromagnetiche dei materiali<br />

Cosa sono le proprietà elettromagnetiche<br />

Quando Maxwell nel 1873 formulò le sue famose equazioni<br />

sull'elettromagnetismo, dovette introdurre delle costanti di<br />

proporzional<strong>it</strong>à per far coincidere i dati teorici con quelli<br />

sperimentali: questi valori erano la costante dielettrica nel<br />

vuoto ε0 [“epsilon-zero”] e la costante di permeabil<strong>it</strong>à nel<br />

vuoto μ0 [“mu-zero”].<br />

ε0 =8,854187817⋅10 −12F<br />

m<br />

μ 0 =4⋅π⋅10<br />

−7 N<br />

A<br />

2 =12,566370 614⋅10−7 N<br />

A 2<br />

pag. 6


Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

Inoltre si accorse che negli esperimenti condotti in condizioni di “non-vuoto” (ad<br />

esempio nell'aria), tali costanti cambiavano rispettivamente dei coefficienti εr e μr<br />

(chiamate costanti relative), le quali variavano a seconda del tipo di materiale. εr e μr<br />

, in quanto coefficienti adimensionali, sono numeri puri, cioè non hanno una propria un<strong>it</strong>à di misura.<br />

Quindi Maxwell dovette introdurre i concetti di proprietà elettromagnetiche dei materiali,<br />

espresse dai valori di ε e μ proprie di ogni materiale, ricavate dal prodotto delle costanti nel vuoto<br />

con quelle relative.<br />

Quando, invece che campi costanti, si utilizzano<br />

campi variabili e oscillanti (come nel caso<br />

delle onde elettromagnetiche), si osserva che<br />

ε e μ hanno valori diversi al variare della frequenza<br />

elettromagnetica che attraversa il materiale.<br />

Questo è dato dal fatto che ε e μ possono<br />

essere espressi matematicamente come<br />

numeri complessi o come vettori:<br />

infatti essi sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i<br />

da una parte reale e da una<br />

parte immaginaria:<br />

• parte reale, cioè ε' e μ': rappresenta l'energia che il materiale è in grado di immagazzinare<br />

quando è attraversato da una campo elettromagnetico.<br />

• parte immaginaria, cioè ε'' e μ'': è strettamente collegata al fenomeno elettromagnetico della<br />

corrente di spostamento, che rappresenta la perd<strong>it</strong>a energetica conseguenza dei repentini<br />

e continui cambiamenti dei campi elettromagnetici.<br />

A cosa sono dovute ε e μ<br />

ε=ε 0 ⋅ε r<br />

μ= μ 0 ⋅μ r<br />

ε *=ε , i⋅ε ,,<br />

μ*=μ , i⋅μ ,,<br />

Dal punto di vista fisico, le costanti nel vuoto ε0 e μ0 sono caratteristiche universali della natura,<br />

per le quali è difficile fornire una vera motivazione.<br />

Per capire profondamente a che cosa sono dovute le costanti relative εr e μr dei materiali bisogna<br />

aspettare gli anni 1970-1980, quando le conoscenze e le tecnologie di chimica e di fisica si<br />

perfezionarono giungendo a comprendere le caratteristiche delle strutture molecolari delle sostanze.<br />

La maggior parte delle molecole sono almeno in<br />

parte polari. La polar<strong>it</strong>à è una caratteristica data<br />

dal fatto che le molecole, pur neutre nel loro insieme,<br />

presentano una parte caricata pos<strong>it</strong>ivamente, e<br />

una parte caricata negativamente. In questo modo<br />

le molecole si comportano come tanti piccoli aghi di<br />

bussola: quando un materiale (la cui molecola è polare)<br />

viene immerso in un campo elettrico costante,<br />

le sue molecole si orientano tutte nello stesso senso, immagazzinando energia. Questo comportamento<br />

viene chiamato polarizzazione, ed è quantificato dalle parti reali ε' e μ' delle costanti<br />

elettromagnetiche.<br />

Se però il campo E è alternato, come quello generato da un'onda elettromagnetica di una data<br />

frequenza, allora entra in gioco anche la parte immaginaria ε'' e μ'' delle costanti elettromagnetiche,<br />

in quanto le molecole non riescono ad orientarsi alle continue e veloci variazioni di campo.<br />

Si ha in questo modo una “perd<strong>it</strong>a” (loss), così che la capac<strong>it</strong>à totale della sostanza di immagazzinare<br />

energia diminuisce e si modifica al variare della frequenza.<br />

pag. 7


La luce come onda elettromagnetica<br />

Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

Quando si parla di onde elettromagnetiche, si pensa soprattutto alle onde radio dei cellulari e<br />

della TV, o alle microonde dei forni. In realtà bisogna pensare che anche la luce visibile, quella<br />

che percepiamo con gli occhi, fa parte dello stesso fenomeno: l'unica differenza fra una onda<br />

radio e un raggio luminoso, è la loro diversa frequenza d'onda.<br />

Sofisticati esperimenti riuscirono a misurare la veloc<strong>it</strong>à della luce<br />

nel vuoto c0. La teoria della relativ<strong>it</strong>à di Einstein dice che tale veloc<strong>it</strong>à<br />

è costante e insuperabile. Infatti c0 (che quindi è la veloc<strong>it</strong>à di<br />

propagazione di tutte le onde elettromagnetiche nel vuoto) è un dato importantissimo, che si incontra<br />

in moltissime formule di fisica moderna.<br />

Con semplici operazioni ar<strong>it</strong>metiche, ci si accorge che c'è una stretta correlazione tra la veloc<strong>it</strong>à<br />

della luce nel vuoto e le costanti dielettrica e di permeabil<strong>it</strong>à magnetica nel vuoto, ε0 e μ0 . Questo<br />

non fa altro che confermare che anche la luce è un fenomeno elettromagnetico.<br />

Di conseguenza si scopre che le costanti elettromagnetiche relative<br />

εr e μr cost<strong>it</strong>uiscono l'indice di diffrazione n, che è una caratteristica<br />

di tutti i materiali, di notevole importanza in tutti gli effetti ottici.<br />

Quindi, conoscendo le costanti elettromagnetiche di un materiale, si può misurare indirettamente<br />

la veloc<strong>it</strong>à v della luce che attraversa quel materiale: infatti, quando la luce non viaggia nel<br />

vuoto, bensì in una sostanza qualsiasi, la sua veloc<strong>it</strong>à diminuisce di un fattore n.<br />

Gli effetti delle caratteristiche elettromagnetiche dei materiali<br />

Le proprietà elettromagnetiche dei materiali condizionano il<br />

comportamento della materia quando essa interagisce con<br />

dei campi elettromagnetici variabili. Infatti tali caratteristiche<br />

sono evidenti quando si effettuano misurazioni irraggiandoli<br />

con delle onde elettromagnetiche.<br />

Le onde che incontrano la materia subiscono deviazioni e<br />

modificazioni. Una parte delle onde incidenti può venir assorb<strong>it</strong>a,<br />

una parte trasmessa, una parte riflessa (simile alla riflessione<br />

dei comuni specchi). Essendo nota l'onda trasmessa<br />

che noi stessi generiamo, e misurando l'onda trasmessa o riflessa, possiamo ricavare importanti<br />

informazioni sulle caratteristiche della sostanza incontrata. Queste misurazioni fanno parte<br />

della spettroscopia dielettrica.<br />

In particolare, il rapporto tra onda trasmessa e onda incidente è chiamato trasm<strong>it</strong>tanza<br />

T o, se in scala logar<strong>it</strong>mica, assorbanza A. Invece dal rapporto tra<br />

onda riflessa e onda inviata si ricava la riflettanza R. La trasm<strong>it</strong>tanza di sol<strong>it</strong>o<br />

viene espressa in percentuale, mentre spesso l'assorbanza e la riflettanza<br />

sono espresse con una scala logar<strong>it</strong>mica: si misurano quindi in decibell (il cui<br />

simbolo è dB), anche se in realtà si tratterebbe di un numero puro. La scala logar<strong>it</strong>mica<br />

permette di “comprimere” l'intervallo di misura, cioè di esprimere facilmente<br />

sia i valori molto piccoli che i valori molto grandi.<br />

Dai valori di riflettanza o di assorbanza si possono ricavare, tram<strong>it</strong>e opportuni e complessi calcoli,<br />

i valori delle costanti elettromagnetiche ε e μ.<br />

Misura pratica della riflettanza con le microonde<br />

c0 = 1<br />

=299 792 458<br />

ε 0⋅μ 0<br />

m<br />

s<br />

n=ε r⋅μ r<br />

v= c0 1<br />

=<br />

n ε⋅μ =<br />

T = I trasmessa<br />

I 0<br />

A = log 1<br />

T <br />

R = log I riflessa<br />

<br />

I 0<br />

La tecnologia oggi ci mette a disposizione nuovi mezzi d'indagine. Lo sviluppo congiunto di elet-<br />

1<br />

ε 0 ⋅ε r ⋅μ 0 ⋅μ r<br />

pag. 8


Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

tronica e informatica ha fatto si che il miglior metodo per misurare le caratteristiche della materia<br />

è quello di utilizzare e misurare le microonde. Le microonde sono onde elettromagnetiche<br />

con frequenze che vanno da 10 9 a 10 11 Hz (cioè nell'ordine di grandezza dei GHz).<br />

Si tratta di onde relativamente poco energetiche ma versatili, tanto che oggigiorno vengono utilizzate<br />

in molti amb<strong>it</strong>i, dalle telecomunicazioni (ad esempio i cellulari GSM, i satell<strong>it</strong>i, le reti informatiche<br />

Wireless...) al riscaldamento dei cibi (come nei comuni forni a microonde).<br />

Le microonde hanno la caratteristica di poter essere generate e misurate con estrema precisione,<br />

oltre che di attraversare facilmente la materia. Questo ci permette al tempo stesso di penetrare<br />

dentro i materiali, senza distruggerli e senza conseguenze a breve termine, e di ricavare<br />

importanti notizie dall'interno, principalmente collegate con le costanti ε e μ.<br />

Procedimento di misura con riflettometro<br />

Per misurare la riflettanza, il cui term<strong>it</strong>e tecnico è reflection loss, utilizzeremo un apparecchio<br />

chiamato riflettometro. Questo riflettometro, fa parte della famiglia dei network analyzer (cioè<br />

analizzatori di rete), in quanto è in grado di generare un segnale radio e di misurarne un altro<br />

proveniente dall'ambiente.<br />

Il nostro riflettometro sarà quindi composto prima di tutto da un generatore di microonde: si tratta<br />

di un complesso sistema di circu<strong>it</strong>i integrati che è in grado di emettere con estrema precisione<br />

le frequenze richieste dall'utente.<br />

Il generatore in realtà produce solo dei segnali elettrici. Perché essi<br />

diventino microonde, cioè onde elettromagnetiche, è necessario un<br />

elemento irradiante, comunemente chiamato antenna (paragonabile<br />

a quella per la televisione o per la radio). Questa antenna in particolare<br />

viene chiamata antenna direzionale, in quanto irradia le onde in<br />

un'unica direzione, quella lungo la quale incontrerà il materiale da<br />

esaminare, senza colpire le zone circostanti. L'antenna è anche in<br />

grado di fare il processo inverso, cioè di ricevere dall'ambiente delle<br />

microonde, e di trasformale in segnali elettrici. L'antenna può essere<br />

appoggiata o immersa nella sostanza da studiare.<br />

Un'altra parte importante è chiamata accoppiatore direzionale: questo<br />

componente serve a “smistare” i segnali elettrici provenienti in<br />

entrata e in usc<strong>it</strong>a da uno stesso cavo coassiale. Esso quindi è in<br />

grado di separare gli impulsi che vengono generati da quelli che vengono<br />

ricevuti dall'antenna.<br />

Il generatore inoltre compie un processo chiamato<br />

sweep. Un generatore di frequenze con<br />

sweeping non emette singole frequenze, ma in<br />

realtà emette in ogni istante tutte le frequenze<br />

comprese fra una frequenza iniziale e una finale,<br />

con un risoluzione scelta manualmente. In<br />

questo modo viene effettuata una misura dello<br />

spettro di riflessione parziale.<br />

Annesso al generatore, c'è un ricev<strong>it</strong>ore, che<br />

studia e misura accuratamente il segnale elettrico<br />

che gli viene forn<strong>it</strong>o, cioè quello che viene<br />

riflesso.<br />

Tutto il riflettometro è infine controllato da un<br />

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Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

piccolo processore, che ha la possibil<strong>it</strong>à di collegarsi ad un computer tram<strong>it</strong>e interfaccia seriale.<br />

In questo modo, tram<strong>it</strong>e un appos<strong>it</strong>o programma, dal PC si possono impostare i parametri dello<br />

sweeping e visualizzare i risultati forn<strong>it</strong>i dal ricev<strong>it</strong>ore.<br />

Tutti i componenti solo alimentati con corrente continua a 12V, con un consumo molto basso.<br />

Prima delle misurazioni, di sol<strong>it</strong>o si effettua una calibrazione con l'aria.<br />

Elenchiamo ora i passaggi del funzionamento del nostro riflettometro:<br />

• sul computer l'utente sceglie l'intervallo di frequenze da analizzare<br />

• il generatore genera i segnali elettrici richiesti<br />

• il segnale del generatore passa all'accoppiatore direzionale, che lo indirizza verso l'antenna<br />

• l'antenna viene appoggiata al materiale da studiare<br />

• l'antenna emette in un'unica direzione le microonde corrispondenti al segnale elettrico<br />

generato<br />

• le microonde colpiscono i materiali da studiare, ed interagiscono con essi: alcune verranno<br />

trasmesse, altre assorb<strong>it</strong>e, altre riflesse<br />

• le onde riflesse vengono catturate di nuovo dall'antenna, la quale le trasforma in segnali<br />

elettrici<br />

• il segnale di r<strong>it</strong>orno viene selezionato dall'accoppiatore direzionale<br />

• il segnale riflesso viene poi inviato al ricev<strong>it</strong>ore, che lo misura<br />

• tutti i dati sono raccolti dal processore,<br />

che li elabora e li converte<br />

in informazioni dig<strong>it</strong>ali<br />

• i dati dig<strong>it</strong>ali vengono infine trasmessi<br />

ad un computer, il quale<br />

rest<strong>it</strong>uirà il valore in dB della riflettanza<br />

• sul computer verrà visualizzato<br />

graficamente l'andamento della riflettanza<br />

al variare della frequenza.<br />

La curva ottenuta è diversa in<br />

ogni materiale, e cambia in funzione<br />

delle condizioni di misura.<br />

[vedi allegati]<br />

Applicazioni della misura delle proprietà elettromagnetiche<br />

Dai risultati ottenuti con un riflettometro come quello sopra esposto si possono avere interessanti<br />

applicazioni.<br />

Per la fisica misurare caratteristiche come la riflettanza può portare ad individuare le costanti ε<br />

e μ del materiale, necessarie a compiere i numerosi calcoli dei fenomeni elettromagnetici. Infatti<br />

la struttura interna della materia influenza le proprietà elettromagnetiche della sostanza in esame.<br />

Le costanti così ricavate, possono rivelarsi utili anche nei campi dell'ingegneria, elettronica ed<br />

elettrotecnica, in quanto conoscere ε e μ è fondamentale quando si ha a che fare con circu<strong>it</strong>i<br />

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elettrici e componenti di precisione.<br />

Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

Abbiamo applicazioni in campo medico-biologico, per esempio nella ricerca e diagnosi di cancro.<br />

Infatti le cellule tumorali hanno una costante dielettrica diversa rispetto alle cellule sane.<br />

Con un fascio di onde direzionale si può individuare con molta precisione la dislocazione della<br />

malattia, per poter effettuare interventi mirati. Le microonde sono state utilizzate anche per studiare<br />

il metabolismo dell'encefalo, e le modificazioni indotte dall'assunzione di droghe all'attiv<strong>it</strong>à<br />

celebrale e alle proteine. Particolari riflettometri sono inoltre utilizzati per misurare la carica batterica<br />

di un campione, o effettuare analisi specifiche di particolari sostanze, come per la quant<strong>it</strong>à<br />

di zucchero presente nel sangue (chiamata glicemia).<br />

Lo studio della risposta della materia alle onde elettromagnetiche<br />

ha applicazioni anche nella chimica, come nel<br />

riconoscimento delle sostanze, in quanto ogni materiale<br />

ha la propria “impronta” elettromagnetica. Quindi si possono<br />

ricavare informazioni riguardo la struttura molecolare<br />

di una sostanza. Inoltre, tram<strong>it</strong>e l'assorbanza, si può<br />

quantificare la concentrazione c di una sostanza all'interno<br />

di un'altra. Tutte queste applicazioni si raggruppano<br />

sotto il nome di spettrofotometria (nel caso vengano utilizzate<br />

onde di luce visibile) o più in generale di spettroscopia<br />

dielettrica.<br />

In campo industriale i riflettometri possono essere utilizzati per misurare e<br />

quantificare sostanze e polveri presenti nelle emissioni gassose. Per esempio,<br />

nei camini delle centrali termo-elettriche, è spesso presente un riflettometro<br />

in grado di misurare la percentuale di carbone incombusto (cioè non bruciato)<br />

che esce insieme al fumo, permettendo ai tecnici della centrale di ottimizzare<br />

i consumi.<br />

Legge di Lambert-Beer:<br />

A=k⋅c⋅s<br />

c= A<br />

k⋅s<br />

Troviamo un'importante applicazione nella misura dell'umid<strong>it</strong>à. Essa è<br />

la quant<strong>it</strong>à di acqua presente nell'aria o in un corpo. La presenza di<br />

acqua modifica la capac<strong>it</strong>à di risposta dei materiali al passaggio di<br />

un'onda elettromagnetica, e quindi le sue proprietà elettromagnetiche.<br />

Effettuando opportune tarature, è possibile misurare con precisione la<br />

quant<strong>it</strong>à di acqua presente in una spugna, in un mobile di legno, o nell'aria.<br />

Infatti, questi nuovi apparecchi trovano una grande applicazione anche<br />

nella meteorologia. Si tratta di un'importante innovazione: basti pensare<br />

che fino a 2-3 decenni fa, la misura dell'umid<strong>it</strong>à dell'aria era affidata<br />

solo a metodi ottocenteschi, come l'igrometro a capello (ancor<br />

oggi ampiamente utilizzato), che sfrutta la proprietà dei capelli umani<br />

di allungarsi e restringersi al variare dell'umid<strong>it</strong>à nell'aria. La moderna<br />

tecnologia ci fornisce invece piccoli apparecchi elettronici (simili al riflettometro presentato precedentemente)<br />

che effettuano misure dig<strong>it</strong>ali, di precisione e in tempo reale.<br />

Altre particolari applicazioni sfruttano la capac<strong>it</strong>à delle microonde di attraversare facilmente i<br />

corpi che incontrano. Un apparecchio a microonde che misura la potenza riflessa, può ad<br />

esempio funzionare da radar, fornendo informazioni sugli oggetti presenti oltre una parete. Oppure<br />

si possono effettuare misure di distanza e di spessore, individuare dove all'interno di un<br />

pezzo di legno è presente un chiodo, o dove le tubature dell'acqua attraversano il pavimento.<br />

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Punti di forza della spettroscopia dielettrica<br />

Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

Le caratteristiche vincenti della misura delle caratteristiche dielettriche dei materiali con le microonde<br />

si possono riassumere in:<br />

– misure veloci (in pochi secondi), versatili e comode<br />

– misure precise e dig<strong>it</strong>alizzate<br />

– possibil<strong>it</strong>à di analizzare “a distanza” materiali altrimenti non<br />

raggiungibili o non maneggiabili (perché ad alte temperature,<br />

molto fragili, corrosivi...)<br />

– rappresenta un metodo non distruttivo per i campioni in<br />

esame: il materiale non subisce alcun danno o modificazione<br />

dalla misura. Non necess<strong>it</strong>a di particolari preparazioni<br />

e può essere riutilizzato dopo il test.<br />

Conclusione<br />

Abbiamo analizzato una parte dell'elettromagnetismo e delle sue applicazioni, osservando la<br />

loro importanza e articolazione. Siamo passati dalla radio, con i suoi effetti nella società, alle ultime<br />

innovazioni tecnologiche, che cambiano sempre più la nostra v<strong>it</strong>a.<br />

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Bibliografia essenziale<br />

Simone Donadello - classe 5°T - Matur<strong>it</strong>à 2006<br />

▪ Basics of measuring the dielectric properties of materials - Application Note 1217-1 - HP<br />

▪ Microwave Dielectric Spectroscopy Workshop - Agilent Technologies<br />

▪ HP 85070B Dielectric Probe K<strong>it</strong> - User's Manual - HP<br />

▪ varie voci di Wikipedia - l'enciclopedia libera - http://<strong>it</strong>.wikipedia.org<br />

▪ Il nuovo atlante storico 1996 - Zanichelli<br />

▪ fonti varie tratte da ricerche con Google - http://www.google.<strong>it</strong><br />

Allegati<br />

▫ “La radia - Manifesto futurista dell'ottobre 1933” di Filippo Tommaso Marinetti e Pino Masnata<br />

▫ alcune misurazioni di riflettanza effettuate con un riflettometro a microonde<br />

Ringraziamenti<br />

Si ringrazia in particolare ing. Gianni Chizzoni per la consulenza tecnica, e la d<strong>it</strong>ta PM Microwave<br />

di Mantova (specializzata in apparecchiature per microonde ad alta tecnologia) per la gentile<br />

concessione dei componenti necessari alla dimostrazione pratica di spettroscopia.<br />

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