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Schema di lezioni di apicoltura

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<strong>Schema</strong> <strong>di</strong> <strong>lezioni</strong> <strong>di</strong> <strong>apicoltura</strong><br />

Roberto Grillini<br />

esperto <strong>di</strong> <strong>apicoltura</strong> e <strong>di</strong> legislazione apistica<br />

Importanza dell’attività apistica<br />

• L’<strong>apicoltura</strong> come branca della zootecnia<br />

• Importanza dell’<strong>apicoltura</strong> nel settore alimentare,<br />

salutare ed agrario<br />

• Cenni sull’origine dell’ape (periodo cretaceo assieme alle angiosperme) e<br />

dell’<strong>apicoltura</strong> (dagli Egiziani ai Greci , ai Romani, fino ai nostri giorni)<br />

• Citazioni nella Bibbia, nel Corano, nella letteratura greca<br />

e latina (Aristotele, Virgilio, Columella, Plinio, Varrone).<br />

• La recente legge sull’<strong>apicoltura</strong> e la relativa<br />

regolamentazione anche a carattere regionale.<br />

1


Specie, razze e sottorazze <strong>di</strong> api<br />

• Le api appartengono all’0r<strong>di</strong>ne degli Imenotteri, al<br />

sottor<strong>di</strong>ne degli Apocriti, alla famiglia Apidae, al genere<br />

Apis<br />

• Il genere Apis comprende 9 specie. Tra le principali<br />

troviamo:<br />

• Apis dorsata o gigante (In<strong>di</strong>a, Cina, Filippine)<br />

• Apis florea o Nana dell’In<strong>di</strong>a (In<strong>di</strong>a e Arcipelago indonesiano)<br />

• Apis cerana (In<strong>di</strong>a sett., Cina Giappone, Filippine)<br />

• Apis mellifera (o mellifica) <strong>di</strong>ffusa con numerose razze,<br />

nel vecchio continente.<br />

Apis mellifera<br />

• Le principali sottospecie o razze geografiche sono:<br />

• Apis mellifera ligustica o Ape italiana (esportata in tutto il mondo)<br />

• Apis mellifera sicula Grassi o Ape siciliana (quasi scomparsa in<br />

purezza, rimangono gli ibri<strong>di</strong>)<br />

• Apis mellifera mellifera o Ape tedesca (Nord Europa)<br />

• Apis mellifera Carnica o Ape Carnica (confini Jugoslavia)<br />

• Apis mellifera Caucasica (zone montuose del Caucaso)<br />

• Altre razze <strong>di</strong> Apis mellifera appartengono al Gruppo<br />

Me<strong>di</strong>terraneo- Iraniano come l’Ape gialla (Turchia e Iran), la<br />

Taurica (Crimea), la Cipriota, la Syriaca, ecc. , al Gruppo<br />

Me<strong>di</strong>terraneo Occidentale (Iberica) e al Gruppo africano.<br />

• Ci sono poi gli ibri<strong>di</strong> specialmente in zone <strong>di</strong> confine.<br />

2


Organizzazione sociale degli api<strong>di</strong> e dell’alveare<br />

• Aggregazioni sociali (famiglia, superorganismo, feromoni, caste) e<br />

api<strong>di</strong> solitari<br />

• Ricoveri (naturali e artificiali: alveari, apiari)<br />

• Le caste (operaie, regina, fuchi)<br />

• Sostanze antibiotiche elaborate (rendono sterile l’alveare)<br />

• Le uova e la covata (corion, membrana vitellina, verticalità dell’uovo appena<br />

deposto, nascita larva dopo il terzo giorno, nutrizione fino al 6°-7° giorno (in me<strong>di</strong>a 143 nutrizioni e<br />

1000 visite d’ispezione), opercolatura al 7° giorno, 5 mute).<br />

• Dall’uovo all’insetto perfetto passano 21 giorni per l’ape<br />

operaia (3 giorni uovo, 6 lar va 12 ninfa - nasce al 22 giorno), 15 giorni per<br />

l’ape regina (3 uovo, 5 larva, 7 ninfa – nasce al 16°) e 24 giorni per il fuco<br />

(3 uovo, 6 larva, 14 e mezzo ninfa – nasce al 25°)<br />

Le operaie<br />

• Costituiscono il grosso della famiglia<br />

• Vita breve nei mesi cal<strong>di</strong> e lunga in quelli fred<strong>di</strong><br />

• Fin dalla nascita esplicano tutti i compiti<br />

necessari per la sopravvivenza dell’alveare (dopo la<br />

nascita e fino al 3° giorno si occupano della pulizia delle celle e poi della nutrizione delle larve<br />

appena schiuse – 4 giorni prima dello sfarfallamento – con miele, polline e secrezione). Al 6°<br />

giorno, con l’entrata in funzione delle ghiandole che producono la pappa reale <strong>di</strong>ventano anche<br />

nutrici della regina. Dal decimo giorno, appena attivate le ghiandole della cera, costruiscono o<br />

riparano i favi per poi de<strong>di</strong>carsi alla sistemazione del polline e del nettare portato dalle bottinatrici.<br />

A circa 20 giorni <strong>di</strong>ventano guar<strong>di</strong>ane e ventilatrici per poi de<strong>di</strong>carsi alla bottinatura).<br />

• Appena nate si riconoscono per i movimenti<br />

incerti, per essere pelose, piccole, chiare,<br />

inoffensive.<br />

3


La regina<br />

• E’ l’unica femmina feconda dell’alveare. Si<br />

calcola che nel periodo attivo (da aprile a<br />

settembre depone anche 2000 uova al giorno.<br />

• Viene alimentata esclusivamente con pappa<br />

reale.<br />

• Non comanda, sono le operaie che decidono<br />

quando cacciarla e quando costruire celle da<br />

operaia, celle da fuco e celle reali.<br />

• Nasce da un comunissimo uovo da operaia e da<br />

lei <strong>di</strong>pende la <strong>di</strong>scendenza tranquilla o meno.<br />

I fuchi<br />

• Sono i maschi delle api e provengono da uova non fecondate. Se si<br />

dovessero unire due alleli sessuali maschili si avrebbero in<strong>di</strong>vidui<br />

omozigoti (maschi <strong>di</strong>ploi<strong>di</strong>) che verrebbero fagogitati. Questo<br />

cannibalismo potrebbe avvenire anche a danno delle protoninfe<br />

quando nell’alveare manca il polline.<br />

• In un buon alveare nascono in me<strong>di</strong>a dai 500 ai 2000 maschi. Un<br />

numero superiore (circa 4-5000 e più è in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento della<br />

famiglia.<br />

• Non hanno pungiglione, hanno andamento lento e sono privi <strong>di</strong><br />

apparati <strong>di</strong> lavoro, vivono una cinquantina <strong>di</strong> giorni.<br />

• Esce dall’alveare dopo il nono o decimo giorno e si mette in cerca <strong>di</strong><br />

regine vergini negli alveari e nelle piazzole <strong>di</strong> fecondazione del<br />

territorio.<br />

• Hanno apparato sessuale ben sviluppato e complesso e alla fine del<br />

periodo <strong>di</strong> riproduzione viene loro impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> alimentarsi e sono<br />

scacciati dall’alveare.<br />

4


Le tre caste<br />

CARATTERISTICHE OPERAIE REGINA FUCHI<br />

Lunghezza corpo mm 12-13 18-20 15<br />

Larghezza torace mm 4 4,2 5<br />

Peso in g 1 2,5 2,3<br />

Lunghezza ligula mm 5,5-7 corta corta<br />

Pungiglione presente (seghettato) presente (liscio) assente<br />

Sv iluppo in giorni 21 16 24<br />

Durata della v ita 4-6 settimane d’estate 4-5 anni poche<br />

5-6 mesi d’inverno settimane<br />

Regine ed api fucaiole<br />

• Quando le regine non vengono fecondate o<br />

fecondate male depongono soltanto covata<br />

maschile.<br />

• Quando nell’alveare manca la regina e non ci<br />

sono possibilità <strong>di</strong> costruire celle reali, una delle<br />

api operaie da sterili <strong>di</strong>venta ovoproduttrice. Non<br />

avendo però subito la fecondazione darà<br />

soltanto covata maschile che sarà facilmente<br />

riconoscibile.<br />

5


Architettura dell’alveare<br />

• I loro favi sono composti da una serie <strong>di</strong> prismi esagonali<br />

tutti perfettamente uguali <strong>di</strong>sposti in file parallele.<br />

• In genere i favi hanno in me<strong>di</strong>a 800 celle per dm² con<br />

spessore <strong>di</strong> 73 millesimi <strong>di</strong> mm. Con l’impiego <strong>di</strong> soli 40<br />

grammi <strong>di</strong> cera le api ottengono un favo <strong>di</strong> cm 37x22 che<br />

può contenere ben 2 chili <strong>di</strong> miele. Le celle sono<br />

inclinate verso l’alto (dai 9 ai 14°) e il fondo non è piatto<br />

ma formato da tre pareti romboidali.<br />

• I favi, costruiti allo stato naturale (senza l’intervento<br />

dell’uomo) sono, in genere, orientati verso il nord.<br />

Linguaggio delle api (danza circolare)<br />

• Si dev e a Von Frisch la scoperta e l’interpretazione delle comunicazioni<br />

delle api f ra loro me<strong>di</strong>ante una “danza” con v ariazioni <strong>di</strong>verse a seconda la<br />

<strong>di</strong>stanza del cibo.<br />

• Quando il cibo si trov a nelle v icinanze dell’alv eare (50-100 m) f anno la<br />

seguente danza detta circolare:<br />

6


Danza dell’addome<br />

• Viene eff ettuata quando il cibo si trov a a <strong>di</strong>stanza superiore dai 100 metri.<br />

• Se il cibo è a 100 m. l’ape effettuerà 9-10 evoluzioni in 15 secon<strong>di</strong>, a 300 m.<br />

ne eff ettuerà 7, a 500 m 6, a 1000 m. 4, 6, a 2000 m. 3,3.<br />

Informazioni feromoniche<br />

• Come tutti gli insetti anche le api secernono feromoni per lo scambio<br />

d’informazioni o <strong>di</strong> segnalazioni sessuali, <strong>di</strong> traccia, <strong>di</strong> allarme, <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> attrazione o <strong>di</strong> repulsione. La percezione <strong>di</strong> queste<br />

so stanze avviene attraverso le antenne (organi sensori).<br />

• Tra i feromoni principali troviamo: il “feromone reale” che ha la<br />

capacità <strong>di</strong> tenere unita la colonia, <strong>di</strong> inibire lo sviluppo degli ovari<br />

delle operaie e <strong>di</strong> non far costruire celle reali; la “ghiandola<br />

odoripara” che viene prodotta dalle api quando vengono introdotte in<br />

una nuova <strong>di</strong>mora o quando debbono marcare una fonte <strong>di</strong> cibo o <strong>di</strong><br />

acqua; il “feromone d’allarme”, ecc.<br />

7


sciamatura<br />

• Sciamatura naturale Si v erifica per <strong>di</strong>versi motiv i (inv ecchiamento della<br />

regina, febbre sciamatoria con conseguenti sciamature secondarie, colonie<br />

sov rappopolate e conseguente ristrettezza dell’alv eare, abbondanza <strong>di</strong><br />

nutrizione, insufficiente aerazione, esposizione a v enti dominanti, eccessiva<br />

insolazione, malattie, ecc. Lo sciame parte portandosi appresso una scorta<br />

<strong>di</strong> miele (anche Kg 3,5).<br />

• Sciamatura artificiale E’ quella prov ocata dall’apicoltore sia per impe<strong>di</strong>re la<br />

sciamatura naturale sia per motivi <strong>di</strong> moltiplicazione delle famiglie. Quando<br />

le api hanno iniziato a costruire le celle reali, prima che la v ecchia regina<br />

sciami bisogna operare la <strong>di</strong>v isione della f amiglia. Tre telaini <strong>di</strong> cav ata<br />

matura, due <strong>di</strong> miele e la regina si trasf eriscono in un’altra arnia. Una cella<br />

reale prossima allo sfarf allamento si lascerà con il resto della f amiglia. Le<br />

bottinatrici torneranno nell’arnia primitiv a. Altri meto<strong>di</strong> sono:<br />

• Separazione dall’alv eare <strong>di</strong> cov ata giovane; nucleo con aggiunta <strong>di</strong> regina;<br />

sciame partendo da più alv eari; Ni<strong>di</strong> sovrapposti con esclu<strong>di</strong>regina; ecc.<br />

Arnie villiche italiane<br />

• Sono <strong>di</strong>verse da località a località: <strong>di</strong> sughero in Sardegna, <strong>di</strong> ferula<br />

in Sicilia, tronchi d’albero o casse o barili fuori uso altrove.<br />

• Oggi tutte le Regioni hanno vietata l’uso delle arnie rustiche a causa<br />

dell’apici<strong>di</strong>o per la raccolta del miele.<br />

8


Le arnie razionali<br />

• Le principali sono:<br />

• Arnia Langstroth <strong>di</strong> tipo americano (melario uguale al nido).<br />

• Arnia Dadan-Blatt (è una mo<strong>di</strong>fica della precedente).<br />

• Italica Dadan- Blatt e l’Italica Carlini, da 10 o 12 telaini munita <strong>di</strong><br />

portichetto. Questa è la più <strong>di</strong>ffusa in Italia. Le misure interne sono:<br />

450x450x308 mm in quella da 10 telaini (questi misurano 435x300).<br />

Il melario è metà del nido.<br />

• Nelle Marche è <strong>di</strong>ffusa l’arnia Marchigiana il cui melario è pari al<br />

nido. Creata per gran<strong>di</strong> raccolti <strong>di</strong> miele <strong>di</strong> sulla è oggi sconsigliata<br />

per limitati raccolti e climi fred<strong>di</strong>. I telaini sono <strong>di</strong>versi ((420x253 mm<br />

oppure 440x275 mm).<br />

• Tra un telaino e l’altro lo spazio deve essere non inferiore a 13 mm<br />

• Materiali e colori (blu, giallo, nero, bianco, azzurro, violetto).<br />

Elementi dell’arnia italica da noma<strong>di</strong>smo<br />

9


Consigli per il principiante apicoltore<br />

• L’attiv ità apistica è sconsigliata a coloro che presentano allergie grav i al<br />

v eleno e a coloro che sono affetti da <strong>di</strong>sturbi renali, car<strong>di</strong>ov ascolari e hanno<br />

temperamento nervoso.<br />

• Frequentare almeno un corso teorico-pratico per principianti, munirsi <strong>di</strong> testi<br />

<strong>di</strong> pratica apistica e, se possibile, affidarsi ad un esperto.<br />

• Saper collocare l’apiario, o meglio una o due arnie come base d’avvio,<br />

ev itare linee elettriche, non f are v isite inopportune e mov imentazioni<br />

sbagliate, non provocare saccheggi, non sottovalutare le malattie, non<br />

sbagliare me<strong>di</strong>camenti, ecc.<br />

• Munirsi delle attrezzature necessarie, rispettare le norme sanitarie<br />

(autorizzazione per il locale <strong>di</strong> smielatura, applicazione del sistema HACCP,<br />

ecc.)<br />

• Dare uno sguardo ai canali <strong>di</strong> smaltimento commerciale o, se impiegate per<br />

l’impollinazione, f are attenzione ai tempi e all’uso dei presi<strong>di</strong> sanitari.<br />

• Osserv are le <strong>di</strong>stanze dai confini e dalle strade.<br />

I telaini e i fogli cerei<br />

• I telaini sono elementi in legno entro i quali v engono f issati i fogli cerei,<br />

ovvero lamine <strong>di</strong> cera purif icata e sterilizzata portanti impressi in entrambe<br />

le f acce, me<strong>di</strong>ante stampi o cilindri, i f on<strong>di</strong> esagonali delle celle (410-420<br />

celle per dm² in ciascuna f accia). Fanno risparmiare alle api il lav oro <strong>di</strong><br />

costruzione completa e consentono la precisione e la limitazione della<br />

produzione dei f uchi.<br />

• I f ogli cerei v engono f issati ai telaini me<strong>di</strong>ante fili metallici e corrente<br />

elettrica a 12 v olt.<br />

• Nell’acquisto dei f ogli cerei f are attenzione che siano <strong>di</strong> cera e non <strong>di</strong><br />

paraffina. L’apicoltore, in genere, la scambia con la cera grezza raccolta<br />

dalla sceratrice solare.<br />

• Tutti gli anni occorre sostituire, all’inizio dei raccolti, due telaini vecchi con<br />

due nuov i in ogni alveare.<br />

• Immagazzinamento dei telaini.<br />

10


Sistemazione dell’apiario<br />

• Ev itare campi elettrici, zone umide e v entose e scarse <strong>di</strong> f ioriture<br />

• Non scegliere posti troppo assolati né troppo ombrosi e possibilmente zone<br />

con piante a foglia caduca in modo che d’inverno restino al sole.<br />

• Fare in modo che nelle v icinanze ci siano cespugli per consentire la posa<br />

degli sciami.<br />

• Posizionare le aperture pref eribilmente verso sud o sud-est, meglio se<br />

protette da una siepe f rangivento.<br />

• Sistemare gli alv eari leggermente inclinati in avanti su supporti in legno o in<br />

f erro sollevati da terra <strong>di</strong> almeno 30 cm<br />

• Affinché il vento non faccia volar via i coperchi collocare un peso o un fermo<br />

• Per attenuare il fenomeno della deriv a mantenere una adeguata <strong>di</strong>stanza<br />

tra un alveare e l’altro con f acciate a colori <strong>di</strong>v ersi.<br />

• Applicare nel retro della prima arnia l’apposito cartello riportante i dati<br />

prescritti dalla legge regionale.<br />

• Ev itare le v icinanze dalle autostrade e dagli zuccherif ici e industrie dolciarie<br />

Apiario in montagna e apiario in pianura<br />

• In zone inclinate bisogna fare in modo che ci sia libertà <strong>di</strong> mov imento <strong>di</strong>etro<br />

agli alv eari.<br />

• In pianura, se gli alveari vengono sistemati in doppie file, occorre lasciare<br />

uno spazio <strong>di</strong> almeno 4 metri tra le f ile<br />

11


Le visite<br />

• Osserv azione esterna.<br />

• Le v isite possono essere invernali, primaverili-estiv e, autunnali.<br />

• Fasi della visita: ev itare giornate <strong>di</strong> v ento, <strong>di</strong> pioggia o <strong>di</strong> previsione <strong>di</strong><br />

temporale, <strong>di</strong> v isite troppo f requenti (stress delle api) e con scarsità <strong>di</strong><br />

raccolti, epoche <strong>di</strong> saccheggi, nerv osismo, sudorazione, rumori molesti, ore<br />

crepuscolari. Rinunciare in caso <strong>di</strong> nervosismo.<br />

• Osserv are lo stato dei fav i, delle scorte, della covata, dell’attiv ità delle<br />

ceraiole. Il fav o va sollevato pian piano per non danneggiare le api<br />

controllando le due f acciate. Si riporrà, escluso il primo f avo, nella stessa<br />

posizione iniziale.<br />

• Procedere celermente per non raffreddare la covata.<br />

• Prima <strong>di</strong> rimettere il coprifav o allontanare le api che si posano sul bordo.<br />

• Se per controllare lo stato della covata è necessario allontanare le api basta<br />

uno scrollone.<br />

• Non f ar cadere a terra pezzi <strong>di</strong> fav o, gocce <strong>di</strong> miele, pezzi <strong>di</strong> cera.<br />

Alimentazione inv erno-primaverile<br />

• Quando, a fine inverno, le scorte <strong>di</strong> miele sono ormai in fase <strong>di</strong> esaurimento<br />

occorre procedere all’alimentazione artif iciale.<br />

• Se non è possibile aprire le arnie soppesarle.<br />

• No sciroppo <strong>di</strong> zucchero, no miele ma can<strong>di</strong>to apposto al foro del coprifav o.<br />

• Integratori pollinici (f arine <strong>di</strong> castagne o <strong>di</strong> soia, liev ito <strong>di</strong> birra, tuorlo d’uov o<br />

in polv ere e altre sostanze)<br />

• Unione delle famiglie<br />

Doppio foglio <strong>di</strong> giornale, canfora, inf arinamento.<br />

Possibilmente attendere il periodo d’importazione (migliore accettazione e<br />

meno pericolo <strong>di</strong> saccheggi).<br />

Sostituzione dei fav i vecchi<br />

Scansare ai lati quelli da sostituire<br />

Aggiungere fogli cerei solo se c’è importazione. Le api inizieranno a<br />

costruire dala parte superiore (imbiancano).<br />

12


Sostituzione <strong>di</strong> regina con una <strong>di</strong> allevamento<br />

• Usare una regina marcata (azzurra, bianca, gialla, rossa, v erde)<br />

• Eliminazione <strong>di</strong> tutte le celle reali<br />

• Assenza <strong>di</strong> cov ata fresca, attesa <strong>di</strong> qualche giorno dall’orf anizzazione<br />

• Attesa <strong>di</strong> un giorno dall’uccisione oppure metodo dello sfregamento della<br />

gabbietta<br />

• Metodo dell’ingabbiamento (meglio eliminare le accompagnatrici)<br />

• Metodo del nucleo (dopo circa 10 giorni dall’accettazione regina ingabbiata)<br />

• Metodo dell’imbrattamento col miele<br />

• Metodo della saliva (adottato da certi vecchi apicoltori romagnoli)<br />

• Metodo del f umo<br />

• Metodo dell’anestetico (nitrato d’ammonio) ma è traumatizzante. Meglio<br />

usarlo per le colonie aggressiv e o per la cattura <strong>di</strong> sciami in intercape<strong>di</strong>ni.<br />

• Trasf erimento cella reale (non capovolgere, avvolgere con carta stagnola)<br />

COME VA SOSTITUITA LA R EGINA<br />

• Gabbietta contenente la regina Introduzione della gabbietta tra i favi<br />

• (vengono fatte uscire le accompagnatrici)<br />

• E’ bene introdurre la gabbietta tra i favi contenenti la covata dopo averli leggermente allargati.<br />

13


Saccheggi – cause e rime<strong>di</strong><br />

• Vengono sempre fatti a danno d’una famiglia debole od orfana o<br />

malata ma anche per imperizia dell’apicoltore.<br />

• Allontanare le deboli o usare maschera antisaccheggio<br />

• In<strong>di</strong>viduare l’alveare da cui proviene le saccheggiatrici se fatto in<br />

maniera violenta<br />

• Se è latente restringere le porticine per il passaggio <strong>di</strong> un’ape per<br />

volta<br />

• L’uso del fumo è negativo per le guar<strong>di</strong>ane<br />

• Restringere tutte le porticine degli alveari vicini anche con<br />

l’apposizione <strong>di</strong> stracci bagnati spruzzati <strong>di</strong> aceto o <strong>di</strong> acido fenico o<br />

<strong>di</strong> essenza <strong>di</strong> mirbana<br />

• Si possono anche chiudere tutti gli alveari con griglie per riaprirli la<br />

sera, ma il giorno dopo bisogna fare attenzione che non riprenda il<br />

saccheggio.<br />

Posa dei melari<br />

• Attendere fioriture importanti e la ricostituzione delle scorte e dei ni<strong>di</strong><br />

• Se ci sono celle reali è inutile mettere i melari (possibile sciamatura)<br />

• Spruzzare prima i favi centrali con acqua e miele<br />

• Non ritardare la posa (barba e favoreggiamento alla sciamatura)<br />

• Il secondo melario è preferibile metterlo sotto al primo ed è<br />

opportuno introdurre anche un telaino da nido per le scorte invernali<br />

• Apporre l’esclu<strong>di</strong> regina per impe<strong>di</strong>re le deposizioni sui melari<br />

• Appena i melari sono colmi e almeno ¾ <strong>di</strong> favo è opercolato<br />

collocare l’apiscampo e dopo un giorno ritirarli.<br />

• Non usare sostanze repellenti per allontanare le api, semmai usare<br />

una spazzola morbida.<br />

14


smielatura<br />

• Si preferisce farla quando ancora i favi sono cal<strong>di</strong> su apposito banco<br />

<strong>di</strong>sopercolatore<br />

• Disopercolare con apposito coltello riscaldato<br />

• Sistemare i favi nella smielatrice in maniera equilibrata e iniziare a<br />

girare lentamente (se l’apparecchio è tangenziale girare i favi)<br />

• Raccogliere il miele e travasarlo sul filtro posto sopra al maturatore<br />

• Riempire e coprire con un panno per facilitare l’evaporazione e<br />

lasciare riposare per 10-15 giorni (decantazione)<br />

• Prima <strong>di</strong> operare l’invasettamento togliere la schiuma superficiale<br />

contenente minute impurità.<br />

• Accertarsi che il miele sia limpido, trasparente e che non contenga<br />

impurità <strong>di</strong> alcun genere.<br />

• Lasciare scolare gli opercoli e poi torchiarli.<br />

• Il tutto deve avvenire nella piena igiene e sicurezza<br />

Riunione delle famiglie<br />

• Quando due famiglie sono troppo deboli si possono riunire tra loro<br />

molto meglio nel periodo <strong>di</strong> attività<br />

• Metodo del giornale o del fiore <strong>di</strong> farina dopo l’eliminazione della<br />

regina più vecchia<br />

• Se le regine sono giovani se ne può salvare una apponendo tra i<br />

due corpi <strong>di</strong> ni<strong>di</strong> un esclu<strong>di</strong>regina.<br />

• Eliminare i favi vecchi o danneggiati e utilizzare quelli buoni<br />

• Pizzico <strong>di</strong> canfora per inibire l’odore<br />

• Dispersione delle bottinatrici (salvo il rientro cariche negli alveari<br />

vicini<br />

15


invernamento<br />

• Verso il mese <strong>di</strong> settembre- ottobre collocare le scorte (telaini con<br />

miele)<br />

• Se le provviste sono scarse nutrire con sciroppo concentrato<br />

(rapporto 2 a 1) sempreché il clima si mantenga mite fino all’autunno<br />

inoltrato. Altrimenti, se non ci sono telaini con miele, usare il can<strong>di</strong>to.<br />

• Ogni colonia dovrebbe <strong>di</strong>sporre più <strong>di</strong> 12 chili <strong>di</strong> miele<br />

• La porticina non dovrebbe essere troppo ridotta salvo in zone<br />

fred<strong>di</strong>ssime (sopra i 20° sotto zero)<br />

• In mancanza <strong>di</strong> covata fare il trattamento antivarroa con acido<br />

ossalico<br />

• Controllare le cadute nel cassettino sottostante che dovrà essere<br />

mantenuto pulito.<br />

• Non <strong>di</strong>sturbare le colonie in glomere ed eseguire gli spostamenti<br />

molto prudentemente<br />

Alimentazione stimolante primaverile<br />

• Passato l’inverno o comunque il periodo delle gelate è bene aiutare la famiglia a ricostituirsi con<br />

una alimentazione stimolante a base <strong>di</strong> sciroppo. Onde evitare i saccheggi sopra al coprifavo si<br />

colloca lo speciale nutritore.<br />

16


Impollinazione e noma<strong>di</strong>smo<br />

• Dipendenza dell’ape al polline e al nettare per l’alimentazione. L’84% delle<br />

specie agrarie coltiv ate in Europa <strong>di</strong>pende dagli insetti utili.<br />

• Conf ormazione del corpo dell’ape con peli che involontariamente<br />

raccolgono e <strong>di</strong>stribuiscono il polline<br />

• Costanza della v isita della stessa specie botanica f inché è in fioritura<br />

• Possibilità <strong>di</strong> visitare più specie botaniche data la lunga stagione <strong>di</strong> bottino<br />

• Cospicuo introito economico<br />

• Alv eari per ettaro (v ariabili 1-2 per la f ragola, 3-4 per le cucurbitacee, 6-10<br />

per il melo e Kiwi) a gruppi <strong>di</strong> 2-3 <strong>di</strong>stanziati <strong>di</strong> 100 metri l’uno dall’altro. Si<br />

tenga presente che le api <strong>di</strong> 5 alv eari possono v isitare 70 milioni <strong>di</strong> fiori in<br />

un raggio <strong>di</strong> 3 Km.<br />

• Negativ ità: costi trasporto e manodopera, nutrizione, avvelenamenti, ecc.<br />

• Noma<strong>di</strong>smo: già praticato dagli Egiziani.<br />

• Arnie da noma<strong>di</strong>smo<br />

• Dopo la pianura (tarassaco, acacia, trifoglio, sulla, ecc.) si va in collina o in<br />

zone alpine (castagno, rododendro, f ioriture v arie) valutando la<br />

conv enienza<br />

• Rispettare le norme regionali.<br />

Travaso delle colonie<br />

• Trav aso f ra arnie uguali<br />

• Trav aso f ra arnie con misure <strong>di</strong>v erse (rischioso per saccheggi e lungaggine <strong>di</strong> tempo in<br />

quanto comporta il taglio dei favi)<br />

• Trav aso dall’arnia rustica a quella razionale<br />

• Trav aso <strong>di</strong>retto (in stanza chiusa se ci sono pericoli <strong>di</strong> saccheggio, tenendo rovesciato il<br />

bugno rustico e battendo le pareti dopo affumicatura oppure lasciarlo sopra l’arnia fino<br />

all’autunno)<br />

• Conservazione dei favi<br />

• Immagazzinarli, impilati, in ambienti asciutti, ventilati e freschi<br />

• Disinfettarli con anidride solfor osa od usare celle frigorifere<br />

• Distruggere i favi anneriti e vecchi<br />

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Operazione <strong>di</strong> travaso<br />

• Travas o da bugno rustico ad arnia razionale.<br />

AVVELENAMENTO DELLE API DA PESTICIDI<br />

• Nonostante i <strong>di</strong>vieti annualmente avvengono gravi <strong>di</strong>struzioni <strong>di</strong> alveari a causa dei trattamenti in<br />

fioritura o sui vegetali senza avvisare l’apicoltore o attendere la sera in modo da consentire<br />

l’asciugatura delle goccioline durante la notte.<br />

• Sintomo <strong>di</strong> avvelenamento è sicuramente il numero <strong>di</strong> api morte sul predellino dell’arnia.<br />

18


Peste americana<br />

• Celle buc arellate Lar va filante<br />

Larve calcificate<br />

Covata calcificata o ascosferiosi<br />

19


nosemiasi<br />

• Feci <strong>di</strong>arroiche sul fronte dell’arnia lasciate dalle api mal ate <strong>di</strong> nosema.<br />

Covata a sacco<br />

• Nel caso <strong>di</strong> liev e inf estazione eliminare i f avi con cov ate infette altrimenti<br />

occorre <strong>di</strong>struggere. I fav i con il miele si possono riutilizzare soltanto dopo<br />

due mesi. Dopo tale periodo il virus perde l’effetto contagioso.<br />

20


• Acaro fortemente ingran<strong>di</strong>to<br />

La varroa<br />

Varroe cadute sul fondo dell’arnia dopo il trattamento con l’ossalico<br />

• varroe a grandezza naturale.<br />

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• Telaini danneggiati dai parassiti.<br />

Parassiti della cera<br />

• Galleria mellonella e Achroi a grisella Larve dei due parassiti<br />

Api morte per fame<br />

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Saccheggio<br />

• Come si pres enta il tel aino s accheggiato.<br />

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