Pantera ultima non può mai essere con... - Contrada della Pantera
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Battesimo <strong>Contrada</strong>iolo: questione di appartenenza<br />
Quando la trifora di Palazzo Pubblico è<br />
così avara di magia e di gioia, come<br />
è stata per noi quest’anno, l’appuntamento<br />
<strong>con</strong> la Festa Titolare assume<br />
per la <strong>Contrada</strong>, giocoforza, un<br />
valore in più del solito e diviene indiscutibilmente<br />
l’appuntamento principale di tutta l’annata.<br />
Il Battesimo <strong>con</strong>tradaiolo, il ricevimento <strong>della</strong> Signoria,<br />
il Mattutino, il Giro, le serate panterine, i giochi, le cene<br />
sotto le stelle, il lavorare e lo stare insieme, sotto il cielo<br />
di Stalloreggi.<br />
E’ un qualcosa di unico che fa parte di noi e che aspettiamo<br />
<strong>con</strong> trepidazione, per riviverlo ogni anno, sempre<br />
uguale a se stesso, eppure sempre così diverso.<br />
Il Battesimo <strong>con</strong>tradaiolo, dicevamo.<br />
Quest’anno, il solenne rito, <strong>non</strong> antichissimo ma or<strong>mai</strong><br />
entrato nel nostro dna, si è svolto il pomeriggio del Sabato<br />
precedente al Giro, dopo il “giro del Rione”, atto<br />
questo sì antico, <strong>con</strong> cui la <strong>Contrada</strong> rende omaggio<br />
al proprio territorio ed ai suoi abitanti, svolgendone la<br />
formale ricognizione dei <strong>con</strong>fini. Sul Battesimo molto si<br />
potrebbe dire ed ognuno, a se<strong>con</strong>da del proprio gusto,<br />
potrà apprezzare lo spostamento al più quieto sabato,<br />
del rito di ingresso nella <strong>Contrada</strong> dei piccoli, nuovi<br />
Panterini; oppure, <strong>con</strong>tinuare a preferire la vecchia abitudine<br />
di svolgerlo a metà <strong>della</strong> Domenica del Giro, <strong>con</strong><br />
la solennità di tutta la Comparsa riunita in Piazzetta del<br />
Conte, ma anche la minore quiete, forse. E’ opinione<br />
pagina 20<br />
di Arturo Viviani<br />
personale di chi scrive che, al di là dell’aspetto esteriore<br />
del rito che, come tutte le cose, <strong>può</strong> probabilmente<br />
<strong>essere</strong> migliorato e reso più ordinato e solenne e perciò<br />
meglio seguito da tutti i presenti, vi è un aspetto<br />
più importante su cui la <strong>Contrada</strong> dovrebbe seriamente<br />
riflettere. Questo aspetto riguarda il significato e le ragioni<br />
profonde del gesto, del rito e le modalità <strong>con</strong> cui<br />
la <strong>Contrada</strong> lo svolge e lo rende accessibile ai battezzandi.<br />
Credo che negli ultimi anni vi sia stata, da parte<br />
di tutti noi, un po’ di superficialità nel “far battezzare”,<br />
cioè nel <strong>con</strong>cedere il Simbolo battesimale, nell’annoda-<br />
re al collo di grandi e piccini il fazzoletto, onorandoli, ed<br />
insieme onerandoli, di trasmettere ai propri discendenti<br />
la fiamma viva <strong>della</strong> nostra appartenenza.<br />
Questa notazione <strong>non</strong> vuole, si badi, <strong>essere</strong> un sintomo<br />
di chiusura agli altri, a chi è fuori, tutt’altro! Vuole sem<strong>mai</strong><br />
<strong>essere</strong> l’espressione modesta di un dubbio, di un tarlo,<br />
di una domanda che <strong>non</strong> riesce a trovare risposta.<br />
Trasmettere i valori profondi e i significati di un’appartenenza<br />
che duri per tutta la vita. Azione che necessariamente<br />
presuppone, a sua volta, l’appartenenza di<br />
chi a tale compito è onerato dalla <strong>Contrada</strong>, tramite il<br />
Priore, esattamente nel momento del Battesimo, cioè<br />
dell’accoglienza nella comunità <strong>con</strong>tradaiola.<br />
Appartenenza che, per <strong>essere</strong> reale, autentica, e <strong>non</strong><br />
meramente formale o cartacea, deve ovviamente <strong>essere</strong><br />
stata seminata, nutrita, stimolata, accresciuta <strong>con</strong> il<br />
tempo, le parole, <strong>con</strong> lo stesso vivere appartenendo;<br />
tutto ciò, <strong>può</strong> realizzarsi soltanto attraverso gli insegnamenti,<br />
i nomi, le vite, le figure, di <strong>con</strong>tradaioli, <strong>della</strong> tua<br />
famiglia e <strong>non</strong>, che quel lontano giorno ti indirizzarono e<br />
in vece tua scelsero, mettendoti quel fazzoletto al collo,