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Opuscolo Palazzo Barozzi - Città di Vignola - Sito Ufficiale

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Il <strong>Palazzo</strong> <strong>Barozzi</strong><br />

Boncompagni - Ludovisi<br />

per il suo restauro e riuso<br />

<strong>Vignola</strong><br />

ricerca <strong>di</strong> elena pancal<strong>di</strong> architetto<br />

fotografie <strong>di</strong> massimo trenti<br />

Parrocchia <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>


Introduzione<br />

La presente pubblicazione vuole mettere<br />

a conoscenza, in modo del tutto<br />

sintetico, della storia, degli aspetti costruttivi,<br />

della situazione attuale, del<br />

riuso e del volume <strong>di</strong> spesa per la ristrutturazione<br />

<strong>di</strong> “<strong>Palazzo</strong> <strong>Barozzi</strong>”.<br />

E’ necessario e quin<strong>di</strong> improcrastinabile<br />

un intervento incisivo e risolutivo<br />

<strong>di</strong> consolidamento, restauro ed adeguamento<br />

funzionale delle <strong>di</strong>verse aree<br />

del <strong>Palazzo</strong>.<br />

Alcune parti dello stabile presentano<br />

<strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> conservazione, altre si<br />

trovano in stato <strong>di</strong> degrado, altre ancora<br />

presentano profonde lesioni che<br />

interessano intere zone dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Necessita, quin<strong>di</strong>, un urgente intervento<br />

<strong>di</strong> restauro: per completare il<br />

recupero della scala a chiocciola, per<br />

lavori <strong>di</strong> consolidamento e rispristino<br />

della copertura, per recuperare le zone<br />

degradate, per il rifacimento degli<br />

impianti e degli infissi, per il rior<strong>di</strong>no<br />

pittorico delle sale affrescate ed, in<br />

generale, per riportare l’intero <strong>Palazzo</strong><br />

all’antico splendore.<br />

Tali interventi dovranno tener conto<br />

non solo delle <strong>di</strong>mensioni e della<br />

natura degli spazi esistenti, ma anche<br />

dell’esigenza <strong>di</strong> riconsegnare tutto<br />

l’e<strong>di</strong>ficio all’attività parrocchiale e non<br />

meno alle molteplici iniziative della<br />

comunità <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong> e dei territori limitrofi.<br />

Come ognuno può ben comprendere,<br />

i costi <strong>di</strong> un tale intervento sono ingenti.<br />

Comune <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>, Provincia <strong>di</strong> Modena,<br />

Regione Emilia-Romagna e Ministero<br />

dei Beni Culturali hanno dato<br />

la loro <strong>di</strong>sponibilità in or<strong>di</strong>ne agli<br />

interventi succitati; ma anche Enti,<br />

Aziende e privati <strong>di</strong> tutto il territorio<br />

vanno assicurando la loro convinta<br />

partecipazione a sostegno <strong>di</strong> questo<br />

importante recupero.<br />

Auspico che il forte senso <strong>di</strong> appartenenza<br />

dei Vignolesi nei confronti<br />

<strong>di</strong> questo e<strong>di</strong>ficio stimoli Istituzioni,<br />

Enti, Imprese ed i citta<strong>di</strong>ni in genere<br />

a partecipare a questo ambizioso progetto,<br />

sostenendo il considerevole sforzo<br />

economico necessario per riconsegnare<br />

<strong>Palazzo</strong> <strong>Barozzi</strong> alla comunità vignolese<br />

come a quelle vicine e ad un opportuno<br />

riuso della preziosa struttura.<br />

Il Parroco<br />

Don Gaetano Popoli


Il <strong>Palazzo</strong><br />

Analisi delle strutture e degli spazi<br />

Brevi cenni storici inerenti datazione ed attribuzione<br />

L’antico palazzo, sorto intorno al 1560<br />

circa, si trova nel cuore del centro storico<br />

<strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>, affacciato sulla piazza dei<br />

Contrari, davanti alla Rocca. In questa<br />

zona si trovano così riuniti i simboli dell’autorità,<br />

della ricchezza e del commercio,<br />

rispettivamente la Rocca, il <strong>Palazzo</strong><br />

e la Loggia.<br />

E’ un elegante palazzo rinascimentale,<br />

che sorge nella parte più vecchia <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>,<br />

nella prima piazza del paese, che<br />

proprio da lui prese il nome <strong>di</strong> Palèsi, il<br />

latino palatium volgarizzato nel <strong>di</strong>aletto<br />

locale. E’ con questo nome che la piazza<br />

sarà chiamata dalla gente comune, fino<br />

alla prima metà del XX secolo.<br />

Il palazzo è un capolavoro <strong>di</strong> equilibrio<br />

ed eleganza formale, imponente e maestoso<br />

nella sua semplicità. Si tratta <strong>di</strong> un<br />

tipico esempio <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficio rinascimentale,<br />

con corte interna a belvedere, composto<br />

da un corpo <strong>di</strong> fabbrica principale<br />

a pianta pressoché quadrata <strong>di</strong> metri<br />

22,50 per 20,00 circa, al quale sono annesse<br />

due ali laterali <strong>di</strong> forma rettangolare,<br />

poste a prolungamento del fronte<br />

ovest, <strong>di</strong>sposte secondo l’asse est-ovest,<br />

ciascuna <strong>di</strong> lunghezza pari a 10,00 per<br />

6,00 metri circa. Tra <strong>di</strong> esse è racchiuso<br />

un portico archivoltato, sormontato da<br />

una loggia un tempo aperta, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

pari a circa 4,00 metri per 10,50<br />

metri circa. I fronti dell’e<strong>di</strong>ficio si presentano<br />

maestosi ed austeri, ma ingenti-<br />

liti dalla presenza <strong>di</strong> una scarpa muraria<br />

intonacata che, abbracciando la base<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio sui lati nord, sud ed est, si<br />

raccorda alle murature in elevazione<br />

all’altezza del davanzale dei gran<strong>di</strong> finestroni<br />

del piano rialzato, terminando<br />

alla presenza <strong>di</strong> un massiccio toro marcadavanzale.<br />

Se ne osserviamo la composizione architettonica,<br />

possiamo in<strong>di</strong>viduare un<br />

interrato, un piano terra rialzato, un<br />

primo piano nobile e un sottotetto. Delle<br />

finestre a bocca <strong>di</strong> lupo con inferiate<br />

danno luce ai vani interrati, mentre, in<br />

perfetta sovrapposizione simmetrica, al<br />

piano rialzato troviamo imponenti finestroni<br />

privi <strong>di</strong> scuri esterni, ma protetti<br />

da massicce grate in ferro, al piano nobile<br />

finestre ad infissi con telaio tripartito,<br />

protette esternamente da scuri e nel<br />

sottotetto finestrelle <strong>di</strong> semplice fattura<br />

e <strong>di</strong>segno, aperte in corrispondenza della<br />

fascia presente nel cornicione <strong>di</strong> coronamento<br />

perimetrale. Quest’ultimo è<br />

costituito da una cornice sagomata in<br />

<strong>di</strong>verse membrature realizzate in laterizio,<br />

<strong>di</strong> fattura molto semplice.<br />

La facciata principale del palazzo si<br />

staglia sulla piazza antistante, quasi ad<br />

occuparne interamente uno dei lati<br />

maggiori, con le sue imponenti proporzioni.<br />

L’ingresso principale del palazzo,<br />

collocato in perfetta posizione centrale,<br />

è costituito da un portale monumentale,<br />

A pagina due:<br />

Parte nobile della scala elicoidale - anelli<br />

avviluppati tra i piani rialzato e sottotetto<br />

Particolare del parapetto a spirale<br />

A lato:<br />

Maestosità e austerità del fronte principale<br />

dell’antico e<strong>di</strong>ficio<br />

Sopra:<br />

Veduta aerea del cuore del centro storico<br />

vignolese rappresentato dal complesso monumentale<br />

della Rocca e dall’imponente<br />

mole ad essa frontistante


evidenziato da un importante timpano<br />

formato da blocchi lapidei lavorati a bugnato<br />

piatto, preceduto da una scalinata<br />

aperta su tre lati, composta da quattro<br />

gradoni in pietra.<br />

Il fronte sud, che si affaccia su via Belvedere,<br />

è caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong><br />

tre corpi <strong>di</strong> fabbrica: il corpo centrale<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio, il corpo <strong>di</strong> una delle due<br />

ali laterali, il cui involucro architettonico<br />

ospita internamente la famosa scala a<br />

chiocciola elicoidale ed infine il corpo<br />

aggiunto della rimessa, costruito successivamente<br />

e quale ad<strong>di</strong>zione dell’impianto<br />

originario del palazzo, non si sa<br />

in quale epoca. Il fronte sud presenta un<br />

totale <strong>di</strong> trentanove aperture, fra cui un<br />

portoncino d’ingresso secondario, per<br />

l’accesso laterale al palazzo e trentotto finestre,<br />

<strong>di</strong> cui sei in sovrapposizione simmetrica<br />

per i quattro piani dell’e<strong>di</strong>ficio.<br />

Il lato nord, quello <strong>di</strong> Piazza Boncompagni,<br />

si compone <strong>di</strong> due corpi <strong>di</strong> fabbrica,<br />

ovvero il corpo centrale ed il corpo<br />

<strong>di</strong> una delle ali laterali, i quali presentano<br />

le medesime forometrie dello speculare<br />

fronte su via Belvedere: trentasei<br />

aperture, <strong>di</strong> cui trentacinque finestre ed<br />

un portoncino laterale.<br />

Da Piazza Boncompagni, attraverso un<br />

passaggio oggi delimitato da un cancello,<br />

si può accedere al cortile interno che<br />

si apre ai pie<strong>di</strong> del fronte ovest del palazzo,<br />

originariamente aperto a belvedere<br />

sulla vallata del fiume Panaro, oggi racchiuso<br />

fra muri <strong>di</strong> cinta alterati e manomessi<br />

rispetto al <strong>di</strong>segno originale. Una<br />

volta entrati nella corte interna, ci si trova<br />

<strong>di</strong>nnanzi alla facciata più ricca <strong>di</strong> particolari<br />

stilistici dell’intero fabbricato. I<br />

lati minori delle due ali laterali racchiu-<br />

dono infatti un loggiato a tre campate,<br />

ripartite da due pilastri centrali e due<br />

paraste laterali, coperto da eleganti volte<br />

a crociera in ritmata scansione. Alle tre<br />

arcate del loggiato, corrispondevano, al<br />

primo piano nobile, altrettante ampie<br />

aperture ad arco, ora tamponate e ridotte<br />

a tre finestroni rettangolari.<br />

Attraverso il loggiato, posto nell’ala laterale<br />

a sud-ovest, si raggiunge l’unico<br />

collegamento verticale dell’e<strong>di</strong>ficio: la<br />

famosa scala a chiocciola elicoidale.<br />

La scala elicoidale a chiocciola, a pianta<br />

ovale ellittica, è senza dubbio l’elemento<br />

architettonico <strong>di</strong> maggior prestigio ed<br />

impatto emotivo e scenografico presente<br />

nel palazzo. La parte nobile della scala<br />

<strong>di</strong>parte da una semicolonna posta tra il<br />

parapetto e la sottile parete <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione<br />

del seminterrato e sale, con un movimento<br />

a spirale continuo, per un’altezza<br />

<strong>di</strong> 12,33 metri me<strong>di</strong>ante 106 alzate, 53<br />

dal piano terra al primo piano e 53 dal<br />

primo piano al sottotetto.<br />

Dal seminterrato dove ha origine, alla<br />

calotta del soffitto, dove termina, la<br />

rampa si sviluppa con cinque spirali elicoidali<br />

complete, una dal seminterrato<br />

al piano rialzato, due dal piano rialzato<br />

al piano nobile, due dal piano nobile al<br />

secondo piano sottotetto. Ad ogni piano<br />

la scala sbarca su un ballatoio, che non<br />

preclude la vista del rosone centrale posto<br />

sulla calotta del soffitto. Su ognuno<br />

dei tre pianerottoli vi sono altrettanti<br />

portoncini <strong>di</strong> accesso ai rispettivi piani<br />

superiori ed al piano seminterrato.<br />

La luce, ad ogni emiciclo, è assicurata da<br />

finestre che si affacciano sul cortile posteriore.<br />

Le <strong>di</strong>mensioni dei gra<strong>di</strong>ni variano<br />

lungo tutto lo sviluppo della scala<br />

A lato e sopra:<br />

Esterni - fronte est<br />

Il loggiato a tre campate aperto sulla corte<br />

interna e quel che resta dell’originaria<br />

composizione formata da tre gran<strong>di</strong> forometrie<br />

archivoltate sovrastanti attualmente<br />

tamponate e ridotte a finestroni rettangolari<br />

Sopra:<br />

Cortile interno<br />

Particolare dell’antico muro <strong>di</strong> protezione<br />

della corte originariamente connotato da<br />

una struttura a festoni merlati attualmente<br />

tamponati ed impropriamente intonacati


A lato:<br />

Piano seminterrato<br />

Sbarco della scala al piano seminterrato<br />

Sopra:<br />

Parte <strong>di</strong> servizio della scala - anello aviluppato<br />

tra i piani seminterrato e rialzato<br />

Il degrado del paramento ad intonaco che<br />

connota le strutture del secondo emiciclo<br />

sia in lunghezza che in larghezza; anche<br />

le alzate variano sensibilmente l’una<br />

dall’altra, raggiungendo una <strong>di</strong>fferenza<br />

massima dell’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 1-2 centimetri.<br />

Lo spessore totale della rampa (gra<strong>di</strong>no<br />

e soffitto sottostante) è variabile in senso<br />

trasversale: dalla parte del parapetto varia<br />

da 38 a 50 cm. e <strong>di</strong>minuisce man mano<br />

che ci si avvicina alla parete perimetrale,<br />

dove è <strong>di</strong> poco superiore all’alzata stessa<br />

del gra<strong>di</strong>no, variando da 15 a 21 cm.<br />

La sezione trasversale del soffitto risulta<br />

quin<strong>di</strong> inclinata e questo aumenta l’effetto<br />

vorticoso dello sviluppo elicoidale<br />

della scala nello spazio. Il parapetto della<br />

scala, che riproduce la forma ellittica dei<br />

muri perimetrali, è sormontato da un<br />

corrimano in legno su cui, negli anni<br />

’50, sono state fissate, in modo equi<strong>di</strong>stante,<br />

delle placche <strong>di</strong> rame con funzioni<br />

decorative, ma anche per evitare che<br />

i ragazzini che frequentavano i corsi <strong>di</strong><br />

catechismo nelle sale superiori scendessero<br />

a cavalcioni del parapetto.<br />

L’aspetto o<strong>di</strong>erno della scala non è quello<br />

originale: nel ‘500 le pareti dovevano<br />

essere semplicemente intonacate e tinteggiate<br />

<strong>di</strong> bianco, poi, nel 1880 il Principe<br />

Boncompagni fece decorare pareti<br />

e soffitto della scala in tempera a colla<br />

forte con decorazioni formate “da motivi<br />

<strong>di</strong> grottesche e riquadrature geometriche”<br />

dai pittori modenesi Fermo Forti<br />

e Angelo Forghieri. Intorno al 1940 le<br />

pareti e il parapetto furono nuovamente<br />

<strong>di</strong>pinti <strong>di</strong> bianco; restarono decorati<br />

solamente il soffitto del vano e il soffitto<br />

elicoidale della rampa. Nel 1997 la scala<br />

è stata oggetto <strong>di</strong> un ra<strong>di</strong>cale intervento<br />

<strong>di</strong> restauro voluto dalla Parrocchia e<br />

dalla Fondazione Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong><br />

<strong>Vignola</strong>. I lavori sono stati eseguiti sotto<br />

la <strong>di</strong>rezione della restauratrice Giuliana<br />

Graziosi, la quale ha provveduto al restauro<br />

<strong>di</strong> quanto era ancora leggibile,<br />

con ricucitura e reintegro delle decorazioni<br />

esistenti, risalenti al 1880.<br />

La scala non può non richiamare alla<br />

memoria la superba Scala regia della<br />

villa <strong>di</strong> Caprarola, opera del <strong>Vignola</strong>.<br />

Non si sa quale sia stato il contributo<br />

del grande architetto alla costruzione<br />

della scala; probabilmente egli fornì i<br />

<strong>di</strong>segni a Bartolomeo Tristano, abilissimo<br />

maestro muratore ferrarese, che<br />

provvide alla sua esecuzione. I recenti<br />

stu<strong>di</strong> compiuti dal prof. Achille Lodovisi<br />

assieme al dott. Giuseppe Trenti e<br />

alla dott.ssa Debora Dameri, confermano<br />

questa tesi, in quanto nei documenti<br />

d’archivio sono documentate le numerose<br />

presenze a <strong>Vignola</strong> <strong>di</strong> Bartolomeo<br />

Tristano, che venne a <strong>Vignola</strong> sul finire<br />

del 1565, allo scopo <strong>di</strong> <strong>di</strong>segnare la scala<br />

del palazzo, ricevendo come mercede<br />

un “porcho grasso”, il 12 maggio 1566,<br />

il 22 dello stesso mese, quando si fermò<br />

per 13 giorni, per dare inizio alla scala<br />

e alla loggia, nei mesi <strong>di</strong> luglio e agosto<br />

dello stesso anno, quando vi trascorse<br />

ben tre settimane e dall’11 maggio fino<br />

all’8 giugno del 1567, per controllare il<br />

buon andamento dei lavori.<br />

Qual è stato allora il contributo del <strong>Barozzi</strong>?<br />

Ce lo <strong>di</strong>cono i documenti relativi<br />

alla causa intentata dagli ere<strong>di</strong> dei Contrari<br />

contro Giacomo Boncompagni, per<br />

il possesso del palazzo, considerato bene<br />

allo<strong>di</strong>ale, quin<strong>di</strong> spettante agli ere<strong>di</strong> dei<br />

Contrari. Questi ultimi, oltre a produrre<br />

in tribunale molti documenti attestanti<br />

il pagamento <strong>di</strong> ingenti somme


A lato e sopra:<br />

Piano seminterrato<br />

Le <strong>di</strong>verse forme del degrado materico che<br />

interessano la tessitura muraria delle strutture<br />

ciclopiche e gli imponenti volumi originari<br />

dei locali oggi in abbandono<br />

sostenute da Ercole Contrari, esibiscono<br />

anche lettere scritte da Jacopo <strong>Barozzi</strong>,<br />

relative alla costruzione del palazzo. Purtroppo<br />

non è rimasta nessuna <strong>di</strong> queste,<br />

che possa farci capire la portata dell’intervento.<br />

Il <strong>Barozzi</strong> offrì sicuramente la<br />

sua consulenza, se la tra<strong>di</strong>zione popolare<br />

e la cronaca <strong>di</strong> Domenico Belloi, la più<br />

antica che abbiamo oggi <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>, gli<br />

attribuiscono la progettazione del palazzo.<br />

Il contributo <strong>di</strong> Bartolomeo Tristano<br />

è documentato dopo il 1565, ma i<br />

lavori del palazzo erano già iniziati prima,<br />

sotto la <strong>di</strong>rezione del capomastro<br />

Barabano, appartenente ad una <strong>di</strong>nastia<br />

<strong>di</strong> maestri muratori attivi a Modena<br />

già dalla fine del Quattrocento. Questi,<br />

come ci riferisce Bernardo Soli nell’opera<br />

Quadri <strong>di</strong> storia vignolese” scritta<br />

nel 1933, avevano già e<strong>di</strong>ficato il corpo<br />

principale prima del biennio 1566-67,<br />

anni in cui sarebbero stati costruiti i due<br />

corpi <strong>di</strong> fabbrica sporgenti lateralmente<br />

e, <strong>di</strong> conseguenza, anche la scala. Il<br />

Soli ha tratto probabilmente tali notizie<br />

dal testo “Gli artisti stranieri negli Stati<br />

Estensi” del modenese Marchese Giuseppe<br />

Campori, pubblicato nel 1882. Il<br />

Campori infatti assegna la paternità del<br />

palazzo a Bartolomeo Tristano, ma riconosce<br />

che la tra<strong>di</strong>zione popolare lo attribuiva<br />

al <strong>Barozzi</strong>, quin<strong>di</strong> conclude <strong>di</strong>cendo<br />

che il <strong>Barozzi</strong> potrebbe aver fornito<br />

i <strong>di</strong>segni, alla cui esecuzione avrebbe<br />

provveduto Tristano, tenuto conto che<br />

quest’ultimo “fu quasi sempre impren<strong>di</strong>tore<br />

<strong>di</strong> opere altrui”. La storica Maria<br />

Walcher Casotti ipotizza che Bartolomeo<br />

Tristano potesse essere fratello <strong>di</strong><br />

Giovanni Tristano, anche lui ferrarese,<br />

collaboratore del <strong>Barozzi</strong> nella Chiesa<br />

del Gesù a Roma, quin<strong>di</strong> quest’ultimo<br />

potrebbe avergli fornito un <strong>di</strong>segno originale<br />

del grande architetto.<br />

Chi volle realizzare tale opera e perché?<br />

Fu Ercole Contrari il Vecchio, il quale<br />

non ritenendo la Rocca una <strong>di</strong>mora<br />

molto comoda, volle costruirne una più<br />

funzionale, sfarzosa e meglio rispondente<br />

alle esigenze <strong>di</strong> una persona abituata<br />

al lusso della corte estense. Non sappiamo<br />

se costruì il palazzo ex-novo, oppure<br />

trasformò, ampliandolo e abbellendolo,<br />

un e<strong>di</strong>ficio preesistente. Dai documenti<br />

appren<strong>di</strong>amo che prima <strong>di</strong> cominciare<br />

i lavori, furono acquistati <strong>di</strong>verse case e<br />

fabbricati posti in Castel Vecchio, probabilmente<br />

perché si voleva demolirli,<br />

per far posto al palazzo ed alla piazza antistante.<br />

Un<strong>di</strong>ci furono gli e<strong>di</strong>fici acquistati,<br />

otto i nuclei familiari coinvolti. <strong>Vignola</strong><br />

<strong>di</strong>venne così un grande cantiere:<br />

operai, artigiani, lavoranti provenienti<br />

da Modena, Bologna, Ferrara e <strong>Vignola</strong>.<br />

. Manovali ed artigiani non lavorarono<br />

per “comandamento”, ovvero non<br />

fornirono prestazioni gratuite <strong>di</strong> mano<br />

d’opera, ma tutti furono regolarmente<br />

pagati da Ercole Contrari. Lo testimoniano<br />

i libri contabili forniti dai legali<br />

della famiglia nella causa sopra citata. La<br />

spesa preventivata era <strong>di</strong> sei mila ducati,<br />

secondo quanto ci riferiscono le fonti.<br />

Secondo il Belloi, l’opera restò incompiuta<br />

per l’estinzione della <strong>di</strong>scendenza<br />

maschile <strong>di</strong> casa Contrari. Il 2 agosto<br />

1575 infatti Ercole il giovane, che non<br />

aveva figli, morì improvvisamente, durante<br />

un colloquio col duca Alfonso II<br />

d’Este ed alcuni gentiluomini. La prima<br />

versione ufficiale parlò <strong>di</strong> “goccia”, che a<br />

quei tempi significava colpo apoplettico,


ma il cadavere presentava segni evidenti<br />

<strong>di</strong> morte violenta. Si pensò ad una vendetta<br />

del duca Alfonso, per ven<strong>di</strong>care<br />

uno sgarbo avvenuto cinque anni prima<br />

da parte dei Contrari, contro i Gonzaga.<br />

Tale versione non è però atten<strong>di</strong>bile,<br />

in quanto due anni prima il duca aveva<br />

dato un segno tangibile <strong>di</strong> amicizia,<br />

eleggendo marchese Ercole Contrari. I<br />

cronisti del tempo adottarono una tesi<br />

più romantica e convincente: Ercole era<br />

morto per il suo incauto amore per Lucrezia,<br />

sorella <strong>di</strong> Alfonso.<br />

Lucrezia d’Este, bella, colta, raffinata e<br />

dotata <strong>di</strong> forte personalità, aveva conosciuto<br />

ancora giovanissima Ercole Contrari,<br />

il quale era un uomo d’armi, che<br />

aveva partecipato a numerose spe<strong>di</strong>zioni<br />

militari <strong>di</strong> Alfonso. Il giovane era coraggioso,<br />

ma un po’ troppo impetuoso e<br />

collerico, ricco, ma senza possibilità <strong>di</strong><br />

aspirare alla mano <strong>di</strong> Lucrezia. La versione<br />

più atten<strong>di</strong>bile dei fatti è forse la<br />

seguente: Ercole era l’ultimo erede della<br />

più cospicua famiglia ferrarese per beni<br />

mobili ed immobili. Il feudo <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>,<br />

in particolare, era ricco d’entrate e<br />

facilmente ven<strong>di</strong>bile. Il duca Alfonso<br />

era pesantemente indebitato, costretto<br />

dalle ambizioni personali e dai problemi<br />

<strong>di</strong>nastici a forti spese, quin<strong>di</strong> ricorreva<br />

<strong>di</strong> frequente a banchieri e mercanti.<br />

La morte <strong>di</strong> Ercole, che non aveva figli,<br />

avrebbe risolto i suoi problemi. Il duca<br />

si affrettò così ad incamerare e rivendere<br />

ai Boncompagni il feudo <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>.<br />

Restauri passati<br />

e stato attuale<br />

del <strong>Palazzo</strong><br />

Abbiamo già parlato della decorazione<br />

delle pareti e del soffitto della scala fatta<br />

eseguire dal principe Boncompagni nel<br />

1880.<br />

Nel corso degli ultimi cinquant’anni,<br />

dopo l’acquisto del palazzo Contrari-<br />

Boncompagni da parte della Parrocchia<br />

<strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>, si sono succeduti alcuni interventi<br />

<strong>di</strong> manutenzione straor<strong>di</strong>naria<br />

e restauro, me<strong>di</strong>ante fon<strong>di</strong> propri della<br />

Parrocchia, ma anche con il contributo<br />

del Comune e della Fondazione Cassa<br />

<strong>di</strong> Risparmio. Si è così proceduto al<br />

restauro completo dei cicli pittorici ad<br />

affresco presenti sulle superfici intonacate<br />

della scale elicoidale, condotto dalla<br />

restauratrice locale Giuliana Graziosi, al<br />

rimaneggiamento parziale della copertura,<br />

per sostituire le parti maggiormente<br />

fatiscenti e per eliminare i fenomeni <strong>di</strong><br />

infiltrazione delle acque meteoriche, al<br />

restauro e ricollocazione <strong>di</strong> parte degli<br />

infissi relativi alle porte delle sale affacciate<br />

sui fronti nord e sud, <strong>di</strong>sposte a<br />

contorno del grande salone centrale del<br />

piano nobile.<br />

Oggi però si rende necessario un intervento<br />

più incisivo e risolutivo <strong>di</strong> consolidamento,<br />

restauro ed adeguamento<br />

funzionale delle <strong>di</strong>verse parti del palazzo.<br />

Tutto il cornicione infatti, nel suo<br />

sviluppo perimetrale, si trova in un <strong>di</strong>ffuso<br />

stato <strong>di</strong> degrado, mentre i fronti del<br />

palazzo presentano con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> conservazione<br />

<strong>di</strong>fferenziate.<br />

Il fronte est, quello principale affacciato<br />

su Piazza dei Contrari, è sicuramen-<br />

A lato :<br />

Piano rialzato, ingresso principale<br />

Sopra:<br />

Piano rialzato, sale laterali<br />

Pitture recenti ed incongrue nascondono<br />

gli antichi ornati così come l’introduzione<br />

<strong>di</strong> apparati tecnici <strong>di</strong> vario genere snaturano<br />

ed impoveriscono la valenza architettonica<br />

degli spazi originari


te quello che gode del miglior stato <strong>di</strong><br />

conservazione, mentre il fronte ovest<br />

è quello che versa nel peggior stato <strong>di</strong><br />

degrado e abbandono. Su tutti i fronti<br />

poi è possibile rimarcare il forte grado <strong>di</strong><br />

fatiscenza e vetustà degli infissi relativi<br />

alle finestre ed agli scuri <strong>di</strong> protezione, al<br />

piano nobile ed alle grate <strong>di</strong> ferro delle<br />

inferriate in corrispondenza delle bocche<br />

<strong>di</strong> lupo dell’interrato e nei gran<strong>di</strong><br />

finestroni del piano rialzato.<br />

Una profonda lesione verticale interessa<br />

il fronte nord dell’e<strong>di</strong>ficio e il fronte<br />

ovest dell’ala laterale, oltre a varie altre<br />

lesioni più <strong>di</strong>ffuse. Le due facciate inoltre<br />

sono oggetto <strong>di</strong> un rilevante e preoccupante<br />

fenomeno <strong>di</strong> sganciamento<br />

del piombo delle murature perimetrali,<br />

causa ed effetto del cinematismo che interessa<br />

l’intera parte del fabbricato posta<br />

all’angolo tra Piazza Boncompagni ed il<br />

cortile interno.<br />

Il piano nobile, planimetricamente speculare<br />

al piano rialzato, mostra ancora<br />

oggi lo splendore e la maestosità delle<br />

sue proporzioni originarie, anche se è<br />

stata manomessa l’originale loggia, oggi<br />

chiusa me<strong>di</strong>ante il tamponamento delle<br />

tre gran<strong>di</strong> arcate che si affacciano sul<br />

cortile interno. Il salone del piano rialzato,<br />

speculare a questo, è stato invece<br />

tagliato e sud<strong>di</strong>viso in due vani.<br />

Il piano sottotetto, trasformato agli inizi<br />

del XX secolo in abitazioni private, abitate<br />

fino agli anni ’80, frazionato in un<br />

labirinto <strong>di</strong> piccolissimi vani in or<strong>di</strong>ne<br />

casuale, versa oggi in abbandono ed in<br />

forte stato <strong>di</strong> degrado. Anche la struttura<br />

<strong>di</strong> copertura, dopo l’intervento <strong>di</strong><br />

manutenzione straor<strong>di</strong>naria, si trova in<br />

con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ocre conservazione,<br />

anzi, alcune parti rischiano <strong>di</strong> crollare e<br />

sono quin<strong>di</strong> pericolose per la sicurezza.<br />

Necessita quin<strong>di</strong> un urgente intervento<br />

<strong>di</strong> restauro, sia per completare i lavori<br />

della scala elicoidale, attraverso il consolidamento<br />

della base fondale e del<br />

primo anello tra piano interrato e piano<br />

rialzato, sia per concludere i lavori <strong>di</strong><br />

consolidamento e ripristino della copertura,<br />

sia per rinsaldare le parti del piano<br />

sottotetto. Un intervento particolare dovrà<br />

essere previsto per il piano nobile, il<br />

più elegante ed armonioso e per la corte<br />

interna, per riportarla all’antico splendore.<br />

A lato:<br />

Piano nobile, gran salone centrale<br />

Particolare degli ornati pittorici che decorano<br />

la pelle intradossale della grande volta<br />

<strong>di</strong> copertura<br />

Sopra:<br />

Piano nobile, sale laterali<br />

Recenti manomissioni ed interventi incongrui<br />

all’interno <strong>di</strong> alcune sale<br />

Nelle pagine successive:<br />

Piano nobile, gran salone centrale<br />

L’autenticità dei particolari della composizione<br />

architettonica e decorativa rappresentata<br />

in uno scorcio


Sopra:<br />

Piano sottotetto<br />

Il <strong>di</strong>alogo con il complesso monumentale<br />

della rocca frontistante<br />

A lato:<br />

Piano sottotetto<br />

Fatiscenza <strong>di</strong>ffusa e lacune puntuali causate<br />

da crolli dei plafoni in camorcanna<br />

che controsoffittano i locali del sottotetto<br />

oggi in completo <strong>di</strong>suso<br />

Recupero e riuso<br />

del <strong>Palazzo</strong><br />

I lavori <strong>di</strong> conservazione e restauro <strong>di</strong> <strong>Palazzo</strong><br />

Contrari-Boncompagni, una volta<br />

ultimati, permetteranno il riuso completo<br />

del contenitore storico e dei suoi<br />

spazi, attualmente fruiti solo in minima<br />

parte e per usi prevalentemente legati<br />

allo svolgimento saltuario <strong>di</strong> attività parrocchiali,<br />

nonché quale ritrovo e circolo<br />

ricreativo delle A.C.L.I. locali che gestisce<br />

pure un annesso ristoro chiamato<br />

“Taverna del <strong>Palazzo</strong>” o, come noto, per<br />

ospitare una scuola <strong>di</strong> perfezionamento<br />

<strong>di</strong> canto lirico <strong>di</strong>retta da Mirella Freni.<br />

Finalità principale dei lavori <strong>di</strong> restauro,<br />

oltre che quella primaria relativa alla<br />

conservazione e salvaguar<strong>di</strong>a del bene, è<br />

proprio quella <strong>di</strong> recuperare totalmente<br />

il contenitore storico ad usi congrui ed<br />

idonei alla natura dei suoi spazi ed al suo<br />

pregio e valore architettonico.<br />

Gli interventi interesseranno necessariamente<br />

il palazzo nel suo insieme<br />

non concentrandosi esclusivamente<br />

sugli spazi oggi inutilizzati ed in degrado,<br />

bensì analogamente anche su quelli<br />

attualmente fruiti, confermando, ove<br />

possibile, destinazioni d’uso compatibili<br />

con il pregio e la valenza architettonica<br />

dei vani e delle sale che occupano.<br />

L’analisi e la <strong>di</strong>agnosi dello stato <strong>di</strong> fatto<br />

del monumento, le ricerche, i saggi,<br />

gli approfon<strong>di</strong>menti ed ogni operazione<br />

volta allo stu<strong>di</strong>o ed alla comprensione<br />

della fabbrica architettonica, hanno<br />

condotto in via sovraor<strong>di</strong>nata rispetto<br />

alla redazione dei progetti specifici, all’in<strong>di</strong>viduazione<br />

<strong>di</strong> temi generali e lineeguida<br />

<strong>di</strong> metodo riguardanti il teorico<br />

ed auspicabile programma <strong>di</strong> interventi<br />

riabilitativi che dovranno condurre alla<br />

conservazione, al restauro ed al riuso<br />

completo dell’antico e<strong>di</strong>ficio.<br />

Tecnicamente i progetti trattano e tratteranno<br />

principalmente gli interventi <strong>di</strong><br />

consolidamento strutturale, <strong>di</strong> restauro<br />

e <strong>di</strong> adeguamento impiantistico necessari<br />

sia al completamento delle opere <strong>di</strong><br />

conservazione del monumento già avviate<br />

anni orsono, sia per intraprendere<br />

le altre innumerevoli ed oggi ormai necessarie,<br />

allo scopo <strong>di</strong> creare le premesse<br />

<strong>di</strong> una rifunzionalizzazione dell’e<strong>di</strong>ficio<br />

pressoché integrale in<strong>di</strong>pendentemente<br />

da specifiche destinazioni d’uso.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o, l’in<strong>di</strong>viduazione e la compatibilità<br />

<strong>di</strong> nuove funzioni alle quali<br />

destinare le <strong>di</strong>verse parti del palazzo saranno<br />

così suggerite o rese possibili dalla<br />

lettura delle <strong>di</strong>mensioni, delle caratteristiche<br />

architettoniche, compositive, artistiche<br />

dei suoi spazi oltre che, fattore<br />

determinante, dalle valutazioni relative<br />

la sicurezza delle strutture e l’applicazione<br />

delle relative normative.<br />

Idee <strong>di</strong> riuso nasceranno dalle esigenze<br />

espresse dall’attività parrocchiale e dalla<br />

comunità <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>.<br />

L’importanza degli spazi e la consistenza<br />

delle superfici da rivitalizzare potranno<br />

dare vita ad attività ricreative, formative


e <strong>di</strong> sostegno; il palazzo potrà <strong>di</strong>venire<br />

punto d’incontro per congressi relativi<br />

alla catechesi, alla dottrina sociale della<br />

chiesa, ma anche polo <strong>di</strong> collegamento e<br />

concentrazione per associazioni umanitarie<br />

e <strong>di</strong> volontariato sociale e, ancora,<br />

sede prestigiosa per convegni culturali<br />

e <strong>di</strong> rappresentanza impren<strong>di</strong>toriale e<br />

commerciale, luogo ideale per l’organizzazione<br />

e l’allestimento <strong>di</strong> eventi culturali<br />

ed artistici, mostre, festival, ecc…<br />

Una volta riportate al pristino splendore,<br />

alcune sale potranno essere destinate alla<br />

pubblica fruizione attraverso un museo<br />

multime<strong>di</strong>ale ed un centro <strong>di</strong> documentazione<br />

permanente allo scopo <strong>di</strong> illustrare<br />

per immagini e suoni il complesso<br />

lavoro <strong>di</strong> restauro archeologico e scientifico<br />

effettuato, mentre alcuni degli spazi<br />

oggi abbandonati, quali i locali del sottotetto<br />

o i gran<strong>di</strong> vani del seminterrato,<br />

grazie al loro fascino architettonico ed<br />

alla particolare e suggestiva atmosfera<br />

che trasmetteranno una volta recuperati,<br />

potranno ospitare attività del tutto particolari<br />

purché condotte con grande sensibilità<br />

e garantendo immagine, servizio e<br />

proposte qualitativamente eccellenti.<br />

Mentre va da sé che il progetto generale<br />

<strong>di</strong> fattibilità deve essere tema <strong>di</strong> un<br />

unico ed organico stu<strong>di</strong>o generale, gli<br />

interventi esecutivi veri e propri, sia per<br />

motivi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne economico che per la<br />

loro specificità e complessità, dovranno<br />

invece essere necessariamente sud<strong>di</strong>visi<br />

in <strong>di</strong>stinti stralci funzionali.<br />

Pertanto si descrivono <strong>di</strong> seguito in apposito<br />

paragrafo gli interventi sud<strong>di</strong>visi,<br />

fase per fase, in tre <strong>di</strong>fferenti lotti funzionali<br />

<strong>di</strong> intervento.<br />

Sopra e a lato:<br />

Piano sottotetto, sala centrale<br />

Ornati pittorici parietali e cicli decorativi<br />

della volta <strong>di</strong> copertura culminante nel<br />

lucernario centrale soprastante l’elegante<br />

tamburo ellittico anch’esso completamente<br />

decorato


In<strong>di</strong>viduazione delle linee guida per un opera <strong>di</strong> restauro generale<br />

Sud<strong>di</strong>visione in lotti funzionali <strong>di</strong> intervento<br />

1° Lotto funzionale <strong>di</strong> intervento<br />

a) completamento lavori <strong>di</strong> restauro della<br />

scala elicoidale me<strong>di</strong>ante consolidamento<br />

e restauro della base fondale e del primo<br />

anello avviluppato tra piano interrato e<br />

piano rialzato<br />

b) completamento dei lavori <strong>di</strong> consolidamento<br />

e ripristino della copertura me<strong>di</strong>ante<br />

:<br />

• Consolidamento strutturale e restauro<br />

del cornicione aggettante perimetrale;<br />

• Rimaneggiamento completo delle<br />

strutture <strong>di</strong> copertura (or<strong>di</strong>tura lignea<br />

primaria e secondaria, pianellato, manto<br />

<strong>di</strong> copertura) e successiva posa in opera <strong>di</strong><br />

guaine impermeabilizzanti;<br />

• Consolidamento e restauro dei torrini<br />

in cotto e dei comignoli e impermeabilizzazione<br />

degli attacchi in copertura;<br />

• Restauro del vano murario e ri-collocazione<br />

del lucernario originariamente<br />

presente in copertura a protezione del<br />

tamburo ellittico posto al centro del salone<br />

principale del sottotetto;<br />

• Rifacimento totale delle lattonerie in<br />

rame<br />

• Apertura <strong>di</strong> piccolo lucernario a passo<br />

d’uomo per facilitare futuri interventi<br />

<strong>di</strong> manutenzione or<strong>di</strong>naria al manto <strong>di</strong><br />

copertura e per la saltuaria pulizia della<br />

calotta in vetro del lucernario ellittico<br />

centrale.<br />

c) lavori <strong>di</strong> consolidamento e restauro <strong>di</strong><br />

parti del piano sottotetto me<strong>di</strong>ante:<br />

• Restauro ove possibile e parziale sostituzione<br />

dei serramenti delle finestrelle del<br />

piano del sottotetto;<br />

• Riapertura e restauro <strong>di</strong> formetrie originarie<br />

manomesse ed alterate e conseguente<br />

posa in opera <strong>di</strong> infissi protezione;<br />

• Ricucitura parziale del controsoffitto ad<br />

incannucciata presente nei vani del sottotetto<br />

e consolidamento generale esteso<br />

alla restante superficie;<br />

• Trasformazione delle due latrine in<br />

unico vano a servizio igienico me<strong>di</strong>ante<br />

chiusura <strong>di</strong> un vano porta e rimozione<br />

<strong>di</strong> un setto murario interno entrambi<br />

incongrui e non originari e conseguente<br />

ristrutturazione impiantistica delle reti<br />

idro-sanitarie;<br />

• Consolidamento e restauro integrale<br />

delle pellicole pittoriche presenti a decorazione<br />

sia della volta, del tamburo ellittico<br />

del lucernario centrale che delle pareti<br />

del salone centrale del sottotetto;<br />

2° Lotto funzionale <strong>di</strong> intervento<br />

d) opere <strong>di</strong> restauro e conservazione dell’intero<br />

piano nobile me<strong>di</strong>ante:<br />

• Adeguamento impiantistico generale ed<br />

in<strong>di</strong>viduazione degli opportuni ed idonei<br />

locali tecnici;<br />

• Restauro ove possibile e parziale sostituzione<br />

dei serramenti delle finestre;<br />

• Adeguamento igienico-sanitario dei<br />

locali <strong>di</strong> servizio come gia’ realizzato al<br />

piano sottetto nel corso del 1° lotto funzionale<br />

<strong>di</strong> intervento;<br />

• Restauro integrale delle superfici decorate<br />

ad affresco siano esse presenti sulla<br />

pelle intradossale delle volte <strong>di</strong> copertura<br />

dei vani, siano esse presenti in parete;<br />

e) opere <strong>di</strong> consolidamento strutturale <strong>di</strong><br />

parti <strong>di</strong> strutture interessate da <strong>di</strong>ssesti e<br />

lesioni <strong>di</strong> entità particolarmente rilevante<br />

(ve<strong>di</strong> ce<strong>di</strong>menti e lesioni presenti in corrispondenza<br />

dell’angolo nord-ovest sull’ala<br />

nord dell’e<strong>di</strong>ficio causa <strong>di</strong> un evidente<br />

scollamento strutturale tra setto murario<br />

esterno ed orizzontamento del primo piano<br />

nobile)<br />

f) completamento delle opere <strong>di</strong> restauro<br />

e riuso del piano sottotetto me<strong>di</strong>ante:<br />

• Totale recupero e riuso dei numerosi<br />

vani <strong>di</strong> piccole e m<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni attualmete<br />

presenti ed in stato <strong>di</strong> abbandono;<br />

• Adeguamento impiantistico generale;<br />

• Recupero e restauro dei pavimenti in<br />

cotto attualmente presenti.<br />

g) restauro e riuso dell’intero piano rialzato<br />

me<strong>di</strong>ante:<br />

• Adeguamento impiantistico e funzionale<br />

<strong>di</strong> tutti i vani;<br />

• Restauro e riuso delle sale previa conferma<br />

delle destinazioni d’uso compatibili<br />

ed estromissione delle funzioni incongrue<br />

attualmente presenti;<br />

• Restauro dei serramenti originari <strong>di</strong><br />

porte, portoncini e finestre e contestuale<br />

rimozione<strong>di</strong> infissi incongrui attualmente<br />

presenti;<br />

• Restauro dei pavimenti originari ove<br />

presenti e rimozione delle porzioni incongrue<br />

me<strong>di</strong>ante ripavimentazione e ricucitura<br />

delle superfici con metodologie<br />

e finiture simili alle originarie;<br />

• Rimozione <strong>di</strong> strutture superfetative<br />

realizzate incongruamente a manomissione<br />

<strong>di</strong> volumi e spazi storici (ve<strong>di</strong> soppalco<br />

del piano ammezzato).


3° Lotto funzionale <strong>di</strong> intervento<br />

h) restauro, recupero e riuso dell’intero<br />

piano interrato me<strong>di</strong>ante:<br />

• Lavori <strong>di</strong> consolidamento strutturale e <strong>di</strong><br />

risanamento dei setti murari;<br />

• Recupero e restauro dei pavimenti originari;<br />

• In<strong>di</strong>viduazione e compartimentazione<br />

dei vani tecnici necessari all’adeguamento<br />

impiantistico del piano medesimo e del<br />

piano rialzato soprastante (intervento eseguito<br />

contestualmente nello stesso lotto <strong>di</strong><br />

intervento);<br />

• Adeguamento impiantistico generale;<br />

• Riapertura e restauro delle forometrie<br />

originarie manomesse ed alterate in tempi<br />

recenti;<br />

• Collocazione <strong>di</strong> serramenti <strong>di</strong> protezione<br />

idonei in corrispondenza delle feritorie a<br />

bocca <strong>di</strong> lupo.<br />

i) restauro e recupero totale della corte interna,<br />

dei suoi spazi, del patrimonio arboreo<br />

e dei corpi <strong>di</strong> fabbrica ad essa a<strong>di</strong>acenti<br />

o in essa affacciantesi me<strong>di</strong>ante:<br />

• Ripristino della configurazione originaria<br />

delle mura poste a recinzione del cortile<br />

• Ovvero ripristino della sommita’ merlata<br />

e risanamento delle superfici murarie oggi<br />

in forte stato <strong>di</strong> degrado;<br />

• Restauro del loggia e del suo colonnato;<br />

• Sostituzione dell’attuale cancellata me<strong>di</strong>ante<br />

ricollocazione <strong>di</strong> manufatto ricostruito<br />

su modello e proporzioni del cancello<br />

originario;<br />

• Recupero e restauro del corpo <strong>di</strong> fabbrica<br />

minore ed annesso successivamente all’ala<br />

orientale del palazzo me<strong>di</strong>ante suo riuso a<br />

funzioni <strong>di</strong> servizio.<br />

Quadro economico generale<br />

Stima dei costi relativi alle opere <strong>di</strong> conservazione, restauro ed adeguamento<br />

impiantistico formulata sulla base del progetto generale <strong>di</strong> fattibilità<br />

Prospetto riassuntivo<br />

• oneri della sicurezza € 130.000,00<br />

• opere e<strong>di</strong>li (compresi accantieramento<br />

e noli macchinari e attrezzature speciali) € 1.350.000,00<br />

• interventi <strong>di</strong> consolidamento strutturale € 150.000,00<br />

• lavori <strong>di</strong> adeguamento impiantistico € 980.000,00<br />

• opere <strong>di</strong> restauro e risanamento conservativo € 1.520.000,00<br />

• opere da fabbro € 240.000,00<br />

• opere da falegname € 240.000,00<br />

• opere da vetraio € 40.000,00<br />

• opere da vivaista € 80.000,00<br />

• opere da lattoniere € 30.000,00<br />

• forniture € 180.000,00<br />

sommano € 5.000.000,00<br />

i.v.a. 10% su € 3.840.000,00 € 384.000,00<br />

i.v.a. 20% su € 1.160.000,00 € 232.000,00<br />

spese tecniche € 320.000,00<br />

i.v.a. 20% su spese tecniche € 64.000,00<br />

totale € 6.000.000,00<br />

* nel calcolo preventivo delle singole voci <strong>di</strong> spesa è stata applicata una maggiorazione percentuale<br />

per imprevisti in misura variabile dal 30% al 50% a seconda <strong>di</strong> ogni specifica<br />

categoria <strong>di</strong> opere.


Bibliografia<br />

• A.A.V.V. “Jacopo <strong>Barozzi</strong> da <strong>Vignola</strong>”, Milano, Electa, 2002.<br />

• A.A.V.V. “Archivi territori poteri in area estense. (sec. XVI-XVIII), Ed. Bulzoni.<br />

• A. A. V. V. “Statuti e leggi per il marchesato <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>”, Ristampa anastatica a cura della<br />

CRV. 1974.<br />

• A.A.V.V. “Archivi territori poteri in area estense. (sec. XVI-XVIII), Ed. Bulzoni.<br />

• A.A.V.V. “Statuti e leggi per il marchesato <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>”, Ristampa anastatica a cura della<br />

CRV. 1974.<br />

• A. A. V. V. “Jacopo <strong>Barozzi</strong> il <strong>Vignola</strong>” Bologna 1974.<br />

• Belloi Domenico “Del più moderno stato <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>”, Bologna, Tanari, 1978.<br />

• Crespellani Arsenico “Passeggiata in tramway a vapore”<strong>Vignola</strong>, tipografia <strong>di</strong> Antonio<br />

Monti, 1885. (Ristampa del 1985, a cura della Cassa <strong>di</strong> Risparmio <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>).<br />

• Crespellani A. “Memorie storiche vignolesi”, Modena.<br />

• Dalla Doccia A. “Passeggiata in tramway a vapore Bologna-Bazzano-<strong>Vignola</strong>-Cicalata”<br />

<strong>Vignola</strong>, 1885.<br />

• Dameri, Lodovisi, Trenti “Il palazzo <strong>di</strong> Ercole il Vecchio - secolo XVI”, Fondazione Cassa<br />

<strong>di</strong> Risparmio, 2002.<br />

• Trenti M. Giovanna “Contributo per la conoscenza <strong>di</strong> <strong>Palazzo</strong> <strong>Barozzi</strong> sul finire del XIX<br />

secolo” in Gente <strong>di</strong> Panaro n. 9, Ed. Il Fiorino.<br />

• Soli Bernardo “Quadri <strong>di</strong> storia vignolese del dottor Bernardo Soli”, a cura della Cassa <strong>di</strong><br />

Risparmio <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>, Bologna, Tamari, 1986.<br />

Siamo pienamente coinvolti, come abitanti <strong>di</strong> questo territorio, nell’impresa<br />

<strong>di</strong> restituire alla bellezza un bene dell’architettura quale il noto<br />

<strong>Palazzo</strong> <strong>Barozzi</strong> a <strong>Vignola</strong>.<br />

Orgogliosi <strong>di</strong> offrire le immagini, la stampa ed il lavoro <strong>di</strong> questa pubblicazione,<br />

come segno tangibile del nostro contributo al progetto.<br />

Massimo Trenti Valter Bal<strong>di</strong>ni<br />

Fotografo Tipart Industrie Grafiche s.r.l.


in copertina:<br />

apparecchiatura muraria del primo emiciclo della scala<br />

elicoidale in corrispondenza della sua base fondale<br />

Auspico che il forte senso <strong>di</strong> appartenenza<br />

dei Vignolesi nei confronti<br />

<strong>di</strong> questo e<strong>di</strong>ficio stimoli<br />

Istituzioni, Enti, Imprese ed i citta<strong>di</strong>ni<br />

in genere a partecipare a<br />

questo ambizioso progetto, sostenendo<br />

il considerevole sforzo economico<br />

necessario per riconsegnare<br />

<strong>Palazzo</strong> <strong>Barozzi</strong> alla comunità<br />

vignolese come a quelle vicine e<br />

ad un opportuno riuso della preziosa<br />

struttura.<br />

Il Parroco<br />

Don Gaetano Popoli<br />

Parrocchia <strong>di</strong> <strong>Vignola</strong>

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