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LE IDEE PER BATTERE LA CRISI - Shopping24 - Il Sole 24 Ore

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5 L’Italia e la ripresa<br />

molto significativi in tempi ragionevolmente<br />

brevi. Da dove partire allora per<br />

dare uno shock positivo e riavviare una<br />

nuova fase di crescita solida?<br />

Diamo per scontato che gli ammortizzatori<br />

sociali per affrontare la disoccupazione<br />

e il disagio sociale in aumento siano<br />

adeguati e sufficienti: se non lo fossero si<br />

dovrebbe certamente partire da qui. Al di<br />

là degli interventi pubblici - giustamente<br />

attivati per stimolare la domanda in settori specifici - per riattivare virtuosamente il<br />

ciclo economico è indispensabile innescare una grande fase di investimenti privati<br />

e pubblici che creino nuova competitività e occupazione in tempi brevi.<br />

Per gli investimenti privati è necessaria una politica di incentivi fiscali che premino<br />

in modo efficace e focalizzato le imprese - piccole e grandi - che investono<br />

in ricerca, tecnologia e nuovi mercati, che patrimonializzano, che si consolidano<br />

con processi di acquisizione e fusione. Mai come oggi infatti bisogna usare la leva<br />

fiscale per accelerare il principale motore della crescita e dell’occupazione che<br />

è la competitività delle imprese. A questo proposito fa piacere sentire parlare di<br />

Tremonti-ter.<br />

Per gli investimenti pubblici, d’altro canto, bisogna partire innanzitutto dalle<br />

infrastrutture: dalle reti di telecomunicazione (in particolare la banda larga)<br />

alle autostrade, dai porti ai centri logistici, dalle reti ferroviarie regionali a<br />

quelle dell’Alta Velocità, dai termovalorizzatori ai gassificatori, dagli acquedotti<br />

alle opere di difesa del suolo. Dalle scuole, agli ospedali, alle carceri, ai musei.<br />

In molti casi si tratta di opere nuove, in molti altri di interventi manutentivi o<br />

di riqualificazione che è possibile avviare in tempi brevissimi. Alcuni di questi<br />

capitoli hanno apparentemente a che fare solo con la dignità della vita, ma sono<br />

tutti anche motori diretti o indiretti di crescita e occupazione.<br />

Mentre le spese correnti continuano ad aumentare, le spese in conto capitale<br />

dello stato si sono praticamente annichilite. La componente di spesa per investimenti<br />

in rapporto al Pil è tornata ai livelli del 1998. È su questo capitolo di spese<br />

che si costruisce il futuro del nostro paese. Bisognerebbe incrementare di almeno<br />

un 3% del Pil gli investimenti in infrastrutture per recuperare una parte del gap<br />

accumulato e per ridurre l’enorme costo del non fare. Per dare una sferzata alla<br />

nostra economia dobbiamo avere in mente un ordine di grandezza di 250 miliardi<br />

di euro in cinque anni.<br />

Sono cifre importanti, ma che non ci devono spaventare: possono essere alla<br />

nostra portata senza mettere a rischio i conti pubblici. Un gran numero di progetti<br />

si autofinanziano e possono in buona parte trovare copertura con fondi privati. Autostrade<br />

come termovalorizzatori, porti come i tanti progetti urbani che prevedono<br />

la valorizzazione di aree e immobili demaniali sono esempi di iniziative che, con le<br />

dovute procedure autorizzative opportunamente semplificate, non avrebbero difficoltà<br />

a trovare capitali privati. Sono molte le iniziative che attirerebbero investimenti<br />

privati: 25-35 miliardi non sembrano una cifra irraggiungibile. I fondi europei - se<br />

sapremo e vorremo utilizzarli - possono dare un contributo importante. Solo dalla<br />

Bei abbiamo a disposizione finanziamenti per 15 miliardi di euro e poi ci sono i 50<br />

miliardi del settimo Programma quadro 2007-2013 di cui rischiamo di non ricevere<br />

in proporzione al nostro peso in Europa.<br />

Una parte dei fondi - almeno 50 miliardi - sono già nei piani finanziari pubblici<br />

(per esempio, Fs, Anas) e nei programmi anche recentemente approvati<br />

(Cipe) o possono essere auspicabilmente trovati nelle prossime Finanziarie.<br />

Altri 50 miliardi possono forse venire dalla razionalizzazione dell’attuale spesa<br />

sul territorio per opere pubbliche.<br />

93<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong> <strong>LE</strong>ZIONI <strong>PER</strong> IL FUTURO<br />

<strong>LA</strong> SFERZATA<br />

Sono 250 i miliardi<br />

che servirebbero, in cinque<br />

anni, a ridare fiato<br />

alla nostra economia

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