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LE IDEE PER BATTERE LA CRISI - Shopping24 - Il Sole 24 Ore

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mondo alla soglia della crisi è confuso<br />

e senza progetto politico.<br />

L’Europa ha bocciato la sua Costituzione<br />

e rinunciato a crescere<br />

insieme come comunità, non solo<br />

mercato. Nello storico discorso all’Università<br />

Humboldt di Berlino<br />

del 2000 il ministro degli Esteri<br />

tedesco Joschka Fischer lo dice con<br />

nettezza: l’euro è un progetto politi-<br />

co. Una comune valuta per un comune organismo politico del continente. Spenta<br />

quella strategia con il no alla Costituzione e lo shock seguito all’allargamento<br />

affrettato dell’Unione, l’euro non è più un “progetto” di idee e politica, solo una<br />

moneta. <strong>Il</strong> dollaro, orfano di Bretton Woods ma anche dell’egemonia multipolare<br />

di Bush padre e di quella soft di Clinton, resta rifugio dei cinesi ma non è più la<br />

bandiera di un mondo. Qualcuno da Pechino sogna una divisa internazionale,<br />

moneta sonante di un ulteriore e auspicato ordine mondiale dopo la crisi. Ma la<br />

verità è che il pianeta resta senza ordine né potenza egemonica e stabilizzante. Nel<br />

settembre 2008 i due candidati alla Casa Bianca, Obama e McCain, sono in volata,<br />

le curve dei sondaggi a poca distanza. È la crisi a spezzare l’equilibrio e far vincere<br />

il democratico, ma la buona volontà di Obama è per ora solo speranza, non poco in<br />

un’era che non sa più sperare, ma non ancora progetto capace di economia vera.<br />

Questo vuoto ha reso devastante la crisi del 2008, che qualcuno calcola come<br />

peggiore dei danni delle due guerre mondiale in fila. Non la fine del mercato, di<br />

cui pure perfino il Financial Times ha discusso con serietà, né la fine del capitalismo<br />

o del modo di produzione post moderno o dell’impero tecnologico criticato<br />

da Severino. È la coscienza drammatica che senza un quadro d’ordine planetario<br />

- la storia dirà presto se condiviso o imposto, occidentale, orientale o multipolare,<br />

con istituzioni internazionali o attraverso gli stati classici - la somma dei desideri<br />

degli individui e la meccanica della crescita può indurre al caos.<br />

La foga con cui economisti e altri studiosi si sono affrontati in questo dibattito<br />

de <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong>, magistralmente aperto e chiuso da Guido Tabellini e con interventi<br />

internazionali di eccellenza, darà spazio e alimento a ogni teoria corrente,<br />

keynesiani e anti, regolatori e liberisti, classici e innovatori. Ciascuno troverà<br />

radici alle proprie teorie. Se manca ancora un punto di equilibrio condiviso è<br />

perché il quadro teorico seguito alla fine della Guerra Fredda resta in movimento,<br />

il mondo non ha una sintesi né di idee, né di impero, né di forza consolidate<br />

(Churchill propose l’esercito comune europeo sessanta anni fa: non ce n’è ancora<br />

traccia) e restiamo in balia delle nostre pulsioni alla crescita, moltiplicate e confuse<br />

dal pantografo globale. Dal dibattito innescato da Tabellini e irradiato da tante<br />

firme insigni cito solo l’esemplare saggio del presidente Carlo Azeglio Ciampi che<br />

si chiede amaro, perché ci siam smarriti? Non chiedete la risposta solo agli economisti,<br />

né solo date a loro la colpa. La responsabilità è politica e storica, collettiva e<br />

individuale, di ciascuno di noi e dei nostri leader, tutti scolari confusi all’alba del<br />

XXI secolo. Come diceva Orazio nella sua Epistola all’amico tormentato Bullazio,<br />

Strenua nos exercet inertia: navibus atque quadrigis petimus bene vivere... Un’inerzia<br />

irriducibile ci frustra e andiamo per mari e terre inseguendo la felicità…<br />

gianni.riotta@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong> <strong>LE</strong>ZIONI <strong>PER</strong> IL FUTURO<br />

IL DEVASTANTE 200<br />

<strong>Il</strong> tracollo della finanza<br />

costa all’economia<br />

quanto due guerre mondiali<br />

La via d’uscita esige<br />

un ordine planetario

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