LE IDEE PER BATTERE LA CRISI - Shopping24 - Il Sole 24 Ore
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3 Lo specchio della storia<br />
<strong>Il</strong> costo dI 120 recessIonI<br />
In mezzo secolo<br />
Dopo una crisi bancaria l’impatto del debito pubblico<br />
aumenta in media dell’86 per cento<br />
di Moisés Naím<br />
Cominciamo dalle buone notizie: in maggio 345mila persone sono state<br />
licenziate negli Stati Uniti, portando il tasso di disoccupazione in questo<br />
paese al livello più alto da un quarto di secolo a questa parte. L’altra<br />
buona notizia è che a marzo i prezzi delle materie prime sono saliti del<br />
20%, un incremento mensile senza precedenti. Sono rincarati petrolio, cotone,<br />
nichel e molti altri prodotti. Come è possibile che queste siano buone notizie?<br />
Perché il numero di posti di lavoro persi a maggio è il dato più basso degli ultimi<br />
nove mesi e sta diminuendo rapidamente. A sua volta, l’aumento dei prezzi delle<br />
materie prime segnala un aumento della domanda e questo indica che il periodo<br />
di contrazione economica globale è finito e sta cominciando la ripresa, quanto<br />
meno negli Stati Uniti. In generale, gli economisti sono concordi sul fatto che<br />
l’economia americana ricomincerà a crescere verso la fine dell’anno, anche se<br />
molto lentamente. La creazione di posti di lavoro arriverà più tardi. Anche in<br />
Asia sembra che l’uragano economico stia scemando di intensità. Ma in Europa<br />
no: purtroppo per le economie del Vecchio Continente la crisi sta colpendo più<br />
in profondità, e la ripresa per loro sarà più lunga e dolorosa.<br />
Quanto sono affidabili questi pronostici? Sono le aspettative degli economisti,<br />
una categoria che non si è distinta per l’accuratezza dei suoi modelli. Ma se come<br />
aruspici non se la cavano troppo bene, a fare le autopsie sono molto più in gamba:<br />
agli economisti riesce meglio spiegare quello che è già successo che prevedere<br />
quello che succederà. Da questo punto di vista, forse il modo migliore per capire<br />
questa crisi è esaminare le crisi precedenti.<br />
Tra il 1960 e il 2007, le 21 economie più importanti del mondo hanno dovuto<br />
affrontare 120 recessioni (periodi di sei mesi consecutivi di contrazione dell’attività<br />
economica). Secondo Stijn Claessens e M. Ayhan Kose, le recessioni sembrano<br />
frequenti, ma in realtà non lo sono. Nell’arco di 47 anni, 21 paesi sono stati<br />
in recessione solo per il 10% del tempo. E meno male che non sono frequenti,<br />
perché hanno costi enormi. Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart hanno calcolato<br />
l’impatto delle crisi finanziarie più gravi e hanno scoperto che dopo una crisi<br />
finanziaria il prezzo delle case cala mediamente del 35% e passano sei anni prima<br />
che torni ai livelli di prima della crisi. I prezzi delle azioni quotate in Borsa<br />
diminuiscono del 56% e il calo va avanti per 3-4 anni. Le ripercussioni peggiori<br />
sono sull’occupazione: mediamente continua a calare per cinque anni dopo la<br />
crisi, con un tasso di disoccupazione che arriva in media al 7 per cento. Quando le<br />
recessioni sono abbinate a disastri finanziari, l’economia si contrae mediamente<br />
di oltre il 9% e la ripresa arriva solo dopo due anni.<br />
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<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong> <strong>LE</strong>ZIONI <strong>PER</strong> IL FUTURO