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LE IDEE PER BATTERE LA CRISI - Shopping24 - Il Sole 24 Ore

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3 Lo specchio della storia<br />

ley si schierò il peggior incubo: William Jennings Bryan, ammiratore appassionato<br />

di Andrew Jackson, avvocato in una cittadina del Nebraska, predicatore laico,<br />

e già eletto al Congresso. Per chi l’aveva sentito nel circuito evangelico o al Congresso,<br />

era l’oratore più strabiliante che avessero mai incontrato. E Bryan era un<br />

democratico. Prima che trasformasse il partito, era un’organizzazione di perdenti.<br />

Dai tempi della guerra civile uno solo dei suoi membri, Grover Cleveland, era<br />

arrivato alla Casa Bianca ed era un fanatico dell’oro. Ma alla convenzione di Chicago<br />

nel luglio 1896, Bryan – anche se poi avrebbe perso le elezioni – rivoluzionò<br />

il partito, ne fece quello che avrebbe incarnato la causa dell’Uomo comune nei<br />

tempi bui, quello di Franklin Roosevelt, Lyndon Johnson e Barack Obama.<br />

Andate su YouTube e sentirete Bryan pronunciare – o forse recitare – il discorso<br />

che fece quattro anni prima della morte nel 1925, ritenuto da molti il più grande<br />

della storia americana. Per quanto la registrazione sia ottima e melodiosa, non può<br />

sperare di riprodurre l’elettrizzante oratoria di Chicago. Bryan era stato preceduto<br />

da un demagogo ringhioso e razzista della Carolina del Sud, e da un apologo triste<br />

dell’oro. La platea era depressa. Saltò sul palco Bryan, in un completo d’alpaca dai<br />

pantaloni sformati. «Vengo a parlarvi in difesa di una causa sacra quanto la libertà,<br />

quella dell’umanità» (Lyndon Johnson ne ha quasi plagiato le parole per introdurre<br />

la legge sul diritto di voto nel 1965). Lo standard aureo era la macina che una parte<br />

dell’America aveva appeso al collo dell’altra. I suoi campioni, i repubblicani, si proclamavano<br />

il partito degli affari. Ma «l’uomo assunto in cambio di un salario è in<br />

affari quanto il suo datore di lavoro; il legale in una borgata di campagna quanto il<br />

consulente di una corporazione, il commerciante della bottega all’incrocio, quanto<br />

il mercante di New York... i minatori che scendono trecento metri sotto terra o<br />

salgono seicento metri su una scarpata e riportano dai loro nascondigli i metalli<br />

preziosi da riversare nei canali del commercio, sono uomini d’affari quanto i... magnati<br />

che nella stanza sul retro rastrellano il denaro del mondo».<br />

Era un’opera d’arte americana, quel discorso sorto dalla sua terra scura come<br />

un verso di Whitman o la spietata ribalderia di Mark Twain. Era paesaggio,<br />

dramma sociale e religione, il tutto versato nello stampo rovente dell’orgoglio<br />

patriottico. La folla in ascolto vedeva i campi di granoturco e i pascoli delle praterie,<br />

nelle fluenti cadenze di Bryan; allora egli la sollevò sopra un continente di<br />

dolore sociale. Era l’oro, la sostanza dei Mida di Wall Street, a infliggere quelle<br />

sofferenze. Che ne sapevano, quelli che l’accumulavano, dell’America vera del<br />

sudore e della preghiera? Con quella celebre perorazione Bryan aveva dato al<br />

partito democratico, vittorioso o perdente che fosse, il suo nuovo vangelo. Quanto<br />

ai Mida, «risponderemo alla loro domanda di uno standard aureo dicendo loro<br />

“non calerete sulla fronte del lavoro questa corona di spine, non inchioderete<br />

l’umanità su una croce d’oro”». Senza pudore, portato dalla verità del Vangelo,<br />

Bryan si fermò, fece alcuni passi indietro e a braccia spalancate si mise nella<br />

posizione del Salvatore martirizzato. E il clamore scoppiò attorno a lui.<br />

Non va scordato che alla Casa Bianca abbiamo un altro presidente seriamente<br />

cristiano che, nonostante i temi pacati, si carica di passione retorica per<br />

parlare alla gente comune. Certo, ha vinto New York. Ma ha vinto anche l’Indiana.<br />

E diversamente da Jackson, e diversamente da Bryan, Obama non ha mai<br />

voluto fare la guerra agli interessi monetari. Le sue inclinazioni a prendersela<br />

con Wall Street sono molto meno combattive di quelle di Franklin Roosevelt.<br />

Obama è trans-razziale, trans-sezionale, trans-ideologico. Crede in un grande<br />

abbraccio nazionale. Nei tempi duri che ci attendono di sicuro, a dispetto delle<br />

gemmule finanziarie di primavera, se riuscirà a essere riformista; se come desidera<br />

da lui la storia americana, riuscirà a rendere di nuovo il denaro morale,<br />

resta - come sapete già che avrei detto - tutto da vedere.<br />

L’autore è professore di Storia alla Columbia University<br />

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<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong> <strong>LE</strong>ZIONI <strong>PER</strong> IL FUTURO

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