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LE IDEE PER BATTERE LA CRISI - Shopping24 - Il Sole 24 Ore

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2 Le accuse e i colpevoli<br />

Così si è dimentiCato<br />

l’abC «aziendalista»<br />

Politiche di finanziamento centrate su strumenti con scadenza<br />

più breve dei mutui che andavano a sostenere<br />

di Pier Luigi Fabrizi<br />

La crisi finanziaria globale ha portato, tra le altre cose, a mettere sotto<br />

processo gli “economisti”. I capi di accusa sono stati numerosi e<br />

il processo è stato istruito in modo rigoroso fino ad arrivare a una<br />

sentenza più o meno giusta, ma comunque di condanna. Forse però,<br />

come spesso accade anche nelle indagini di polizia giudiziaria, l’accusa ha<br />

commesso l’errore di seguire un’unica pista, immaginando che, a livello di<br />

uomini di studio, gli imputati non potessero essere diversi dagli stessi “economisti”.<br />

Un errore grossolano se si considera che la crisi ha avuto una chiara<br />

matrice finanziaria e, soprattutto, se si tiene conto del fatto che gli “economisti”<br />

non sono rappresentativi dell’intero universo degli uomini di studio che<br />

si occupano di accadimenti economici e finanziari.<br />

A comporre questo universo, infatti, concorrono pure gli “aziendalisti”,<br />

cioè gli studiosi di economia d’azienda e di management.<br />

Anche gli “aziendalisti” indagano gli accadimenti economici e finanziari,<br />

ma, diversamente dagli “economisti” che seguono un approccio sistemico,<br />

essi seguono un approccio istituzionale focalizzando la loro attenzione sulle<br />

imprese e sui mercati. Una differenza sostanziale che ha radici storiche<br />

profonde e che, nonostante l’attenuazione dei confini tra le varie discipline<br />

determinata dalla giusta contaminazione delle conoscenze, rimane universale<br />

e di assoluta attualità. Essa, infatti, riflette l’indiscutibile presenza di due modi<br />

di studiare l’economia e la finanza ai quali va riconosciuta pari dignità, ma<br />

che risultano profondamente diversi in quanto fondati l’uno (quello aziendalistico)<br />

sull’osservazione della realtà e sulla speculazione intellettuale, l’altro<br />

(quello economico) sulla modellistica quantitativa e sull’astrazione teorica. Se<br />

così è, sorge spontanea una domanda: perché il processo è stato istruito senza<br />

chiamare in causa gli “aziendalisti”?<br />

La risposta non è agevole in quanto l’omissione appare difficile da comprendere<br />

alla luce del ruolo centrale svolto dagli intermediari e dai mercati finanziari<br />

nella genesi e nello sviluppo della crisi. Non volendo immaginare che la dimenticanza<br />

sia dipesa da ragioni di scarsa considerazione, un’ipotesi plausibile è che<br />

gli “aziendalisti” siano stati dimenticati perché la loro identità si è affievolita e<br />

a ciò si è accompagnata una certa noncuranza nei confronti dei principi da essi<br />

formulati, nel caso di specie dei principi riguardanti la sana e prudente gestione<br />

delle banche e il corretto e ordinato funzionamento dei mercati mobiliari.<br />

Molti di questi principi, però, erano e sono giusti e il fatto che siano caduti<br />

nel dimenticatoio ha contribuito a favorire la nascita e la propagazione<br />

36<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong> <strong>LE</strong>ZIONI <strong>PER</strong> IL FUTURO

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