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LE IDEE PER BATTERE LA CRISI - Shopping24 - Il Sole 24 Ore

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7 La terapia per la finanza<br />

Nel Modello 3, un comitato congiunto, composto da rappresentanti della<br />

banca centrale e dall’autorità di vigilanza, decide le misure da adottare.<br />

A mio parere, il terzo modello è il meno adeguato, perché rischia di confondere<br />

le responsabilità della banca centrale e dell’autorità di vigilanza.<br />

Eventuali dissensi tra la banca centrale e l’autorità di vigilanza all’interno<br />

del comitato non potrebbero essere resi pubblici, perché ciò minerebbe la<br />

credibilità delle decisioni. Ciò significa che di fatto l’autorità di vigilanza<br />

ha un diritto di veto sulla banca centrale. Se alle due componenti del comitato<br />

fosse consentito di dissentire pubblicamente, il Modello 3 diventerebbe<br />

molto simile al Modello 1 in cui le divergenze sono rese pubbliche<br />

e l’autorità di vigilanza ha l’onere di spiegare perché non concorda con la<br />

banca centrale e non agisce come essa suggerisce. Un altro svantaggio del<br />

Modello 3 emerge quando l’autorità di vigilanza non è indipendente dall’autorità<br />

politica. Non mi dilungherò sulla necessità di tale indipendenza,<br />

ma a mio avviso la crisi recente se non altro l’ha fortemente confermata.<br />

Guardando ai vari paesi europei,<br />

sarebbe interessante verificare<br />

fino a che punto, durante la crisi<br />

recente, i problemi d’insolvenza<br />

delle banche sono emersi soprattutto<br />

laddove la vigilanza sul<br />

sistema bancario non è effettuata<br />

dalla banca centrale, e laddove<br />

l’indipendenza dell’autorità<br />

di vigilanza (anche in termini<br />

finanziari e istituzionali) è meno<br />

protetta di quella della banca<br />

centrale. Inoltre, nel contesto dell’Unione europea, il Modello 3 sarebbe<br />

particolarmente difficile da applicare in quanto richiederebbe un accordo<br />

tra molteplici autorità di vigilanza nazionali, a meno che non si arrivi a una<br />

situazione in cui le banche centrali e le autorità di supervisione siano rappresentate<br />

ciascuna da una singola istituzione europea. Nel sistema attuale<br />

le banche centrali possono essere rappresentate dalla Bce, ma i supervisori<br />

non hanno ancora un sistema analogo.<br />

I Modelli 1 e 2 consentono di ripartire più chiaramente le responsabilità,<br />

alla banca centrale e all’autorità di vigilanza. Nel valutare i due modelli, un<br />

punto chiave di cui tenere conto riguarda i potenziali conflitti d’interesse, in<br />

particolare quelli interni alla banca centrale e all’autorità di vigilanza.<br />

Consideriamo i conflitti d’interesse interni alla banca centrale, che<br />

emergerebbero in particolare nel Modello 2, tra l’obiettivo della stabilità<br />

dei prezzi e quello della stabilità macrofinanziaria. Sorgerebbe un conflitto<br />

se la banca centrale dovesse mirare ai due obiettivi con un unico strumento:<br />

il tasso d’interesse. La banca centrale potrebbe essere spinta a usare tale<br />

strumento non soltanto per conseguire la stabilità dei prezzi, ma anche per<br />

contrastare l’emergere di rischi sistemici. Per esempio, potrebbe rialzare<br />

anzitempo i tassi d’interesse per impedire che si sviluppi una bolla finanziaria,<br />

mentre i sottostanti sviluppi economici non lo richiedono. <strong>Il</strong> tasso<br />

d’interesse non è necessariamente il modo più efficace per prevenire una<br />

bolla o per farla scoppiare. <strong>Il</strong> conflitto d’interesse svanirebbe se la banca<br />

centrale disponesse di due strumenti distinti, uno per ciascun obiettivo.<br />

<strong>Il</strong> tasso d’interesse verrebbe utilizzato con l’obiettivo della stabilità dei<br />

prezzi e le misure macroprudenziali con l’obiettivo della stabilità finanziaria<br />

sistemica. Durante la crisi attuale, la Bce ha dimostrato che una<br />

simile separazione è possibile. Da un lato, il tasso d’interesse è stato usato<br />

139<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong> <strong>LE</strong>ZIONI <strong>PER</strong> IL FUTURO<br />

Più passa il tempo<br />

e i mercati finanziari mostrano<br />

segni di stabilizzazione,<br />

più emerge il rischio<br />

che sfumi il senso<br />

d’urgenza per le riforme

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