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LE IDEE PER BATTERE LA CRISI - Shopping24 - Il Sole 24 Ore

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7 La terapia per la finanza<br />

Una nUova lente<br />

sUl rischio sistemico<br />

Modelli di supervisione più raffinati in grado<br />

d’identificare i fattori critici e disinnescarli<br />

di Lorenzo Bini Smaghi<br />

<strong>Il</strong> Consiglio europeo ha approvato modifiche significative nel dispositivo<br />

istituzionale dell’Unione europea per la supervisione e la regolamentazione<br />

finanziaria. Sono indubbiamente riforme importanti in<br />

particolare, ma non solo, nel contesto della crisi finanziaria iniziata nell’agosto<br />

2007. E la Bce è interessata a queste riforme, in particolare all’aspetto<br />

macro-prudenziale, vale a dire alla creazione di un Comitato europeo per il<br />

rischio sistemico.<br />

La supervisione macroprudenziale trae origine dal fenomeno di rischio<br />

sistemico. Nel 2000 Andrew Crockett - all’epoca direttore generale della<br />

Banca dei Regolamenti Internazionali e presidente del Forum per la Stabilità<br />

Finanziaria - aveva descritto in modo particolarmente illuminante la natura e<br />

la necessità di una politica di supervisione macroprudenziale. Crockett sosteneva<br />

che dovevamo «consolidare un cambiamento di prospettiva già in atto, e<br />

integrare la prospettiva microprudenziale con una maggiore consapevolezza<br />

e attenzione nei confronti dell’aspetto macro-prudenziale».<br />

Nella sua definizione, lo scopo della supervisione macroprudenziale era di<br />

limitare la probabilità di fallimento, e i relativi costi, di porzioni significative<br />

del sistema finanziario (suscettibili di rischio sistemico). Sull’altro versante,<br />

l’obiettivo microprudenziale può essere considerato come quello di limitare<br />

la probabilità di fallimento di singoli istituti (suscettibili di rischio idiosincratico).<br />

Dalla prospettiva odierna, la distinzione pare rilevante così come lo era<br />

dieci anni fa. Tuttavia l’esperienza della crisi attuale e la storia delle crisi passate,<br />

nonché le trasformazioni dei sistemi finanziari moderni, ci chiedono di<br />

andare oltre. Dovremmo per esempio chiederci quale deve essere la portata<br />

della supervisione macroprudenziale. Distinguerei due dimensioni. La prima<br />

è l’analisi e il monitoraggio del rischio. La seconda è il contenimento dei rischi<br />

già identificati, il quale richiede strumenti specifici.<br />

Quale quadro istituzionale dovrebbe sorreggere la supervisione macroprudenziale?<br />

Un tale quadro implica inevitabilmente due attori principali: la<br />

banca centrale e l’autorità di vigilanza sulle istituzioni e sui mercati finanziari.<br />

Quest’ultima ha le informazioni sui singoli operatori e sugli andamenti dei<br />

mercati, ed è responsabile per la stabilità delle istituzioni creditizie. La banca<br />

centrale dispone delle capacità analitiche per valutare il rischio macroeconomico<br />

e gli sviluppi globali dei mercati finanziari. Un sistema ben funzionante<br />

richiede un flusso completo d’informazioni: dall’autorità di vigilanza alla<br />

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<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong> <strong>LE</strong>ZIONI <strong>PER</strong> IL FUTURO

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