LE IDEE PER BATTERE LA CRISI - Shopping24 - Il Sole 24 Ore
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6 <strong>Il</strong> pendolo tra stato e mercato<br />
18% dello stimolo fiscale di Obama, in Corea del Sud addirittura il 75 per cento.<br />
<strong>Il</strong> ruolo dello stato si afferma, dunque, ma questo non significa affatto stilare<br />
rigide previsioni per il futuro con scadenze pluriennali dominate dalla volontà<br />
del governo. Significa, certo, la fine della deregulation thatcheriana.<br />
Anche lei si allinea con chi vede nel riformismo neoliberista degli anni<br />
80 le origini di questa crisi e s’arruola con i fautori di politiche keynesiane?<br />
Credo che all’origine della crisi ci siano anche le scelte thatcheriane e sono<br />
convinto che quell’epoca sia finita, ma non penso che Keynes possa convivere<br />
con il livello di globalizzazione raggiunto. Comincia un’era che va oltre queste<br />
categorizzazioni. Cambia un’epoca, ma non sappiamo in quale epoca stiamo<br />
entrando. Per questo si pone l’urgenza di un enorme sforzo di pensiero, sociologico,<br />
economico, politico. Pensiero laterale intendo, ad altissimo tasso<br />
di creatività. E manciate di utopia. Un processo che ci vedrà impegnati in<br />
proiezioni teoriche molto avanzate, seguite da un ritorno alla realtà odierna<br />
e a molte successive discussioni per decidere come arrivare dal presente a<br />
un obiettivo futuro. Sarà un’impresa faticosa immaginare il nuovo volto di un<br />
capitalismo responsabile. Intendo, ad esempio, un capitalismo che non misuri<br />
lo sviluppo solo in termini di Pil. Nelle società avanzate la crescita del Pil non<br />
si declina sempre con il welfare. Spesso va nella direzione opposta.<br />
<strong>Il</strong> suo collega ai Lords ed ex cancelliere di Margaret Thatcher, Nigel Lawson,<br />
autore di “An appeal to reason. A cool look at global warming”, considera<br />
il discettare climatico una sostanziale invenzione... Antitesi totale?<br />
Certo. La capacità di penetrazione degli scettici sulla pubblica opinione è enorme.<br />
L’1% degli scienziati non crede ai cambiamenti climatici, ma il 40% della popolazione<br />
è convinta che sia un tema che davvero divide la comunità scientifica.<br />
C’è una giustificata tendenza alla rimozione. I temi climatici appaiono<br />
ai più incomprensibili e catastrofisti. È come se Martin Luther King<br />
avesse iniziato il suo più celebre discorso dicendo «Ho un incubo» invece<br />
di «un sogno», lo dice lei stesso...<br />
Questo è quello che considero il “paradosso di Giddens” ed è il problema centrale<br />
del dibattito climatico. Per gli intellettuali è una sfida aperta. La crisi del<br />
credito è diventata tema di discussione in famiglia perché la bolla immobiliare<br />
tocca il portafoglio. <strong>Il</strong> cambiamento climatico, invece, è un tema politico che<br />
non ha precedenti nella storia perché narra di rischi astratti e futuri. <strong>Il</strong> cittadino<br />
comune ha difficoltà a stabilire una relazione fra questi scenari e l’urgenza<br />
della quotidianità e, così, il clima resta in fondo ai suoi pensieri. Diventerà una<br />
priorità solo quando il disastro sarà imminente. Un paradosso, appunto. La<br />
frase di Martin Luther King è esplicativa dell’approccio positivo che va dato<br />
al cambiamento ambientale. Ci vuole una visione forte della società prossima<br />
ventura, basata su quel capitalismo responsabile e pianificato di cui ho detto.<br />
Visioni future, utopie, pensiero laterale: la comunicazione di messaggi<br />
del genere è impresa in verticale che mette alle corde il principio<br />
stesso di democrazia...<br />
Tanti pensano che sia necessario un approccio dall’alto al basso che, cioè, per<br />
determinare una svolta nei comportamenti ci voglia davvero un atteggiamento<br />
autoritario. Non appartengo a quella scuola. La chiave è in tre passaggi. Prima<br />
di tutto, ritorno alla pianificazione politico-economica adottando una strategia<br />
simile a quella che si usa per organizzare la riforma del sistema pensionistico.<br />
In secondo luogo, si deve creare un’atmosfera sociale ed economica che agevoli<br />
la creatività, perché sono i salti tecnologici che determinano le vere svolte. In<br />
terzo luogo, dobbiamo sviluppare consenso politico trasversale.<br />
Anthony Giddens è sociologo e teorico della “Terza via”<br />
Leonardo Maisano è il corrispondente dal Regno Unito del <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong><br />
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<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> <strong>Ore</strong> <strong>LE</strong>ZIONI <strong>PER</strong> IL FUTURO