LE IDEE PER BATTERE LA CRISI - Shopping24 - Il Sole 24 Ore
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5 L’Italia e la ripresa<br />
Paura dell’inflazione?<br />
no, rischio deflazione<br />
«Un po’<br />
Le autorità monetarie non comprendono il pericolo<br />
di un avvitamento verso il basso dei prezzi<br />
di Carlo De Benedetti<br />
d’inflazione controllata in questa fase sarebbe più<br />
che utile». Lo ha detto Jacques Delors qualche settimana fa<br />
presentando il suo ultimo libro Investir dans le social, dove<br />
emerge un ruolo nuovo dello stato in economia, concentrato<br />
soprattutto nel rafforzare quelle che Amartya Sen definirebbe capabilities<br />
dell’individuo, sin dall’infanzia. Mi ha colpito la sua insistenza sul tema dell’inflazione<br />
come strumento utile a uscire dalla crisi e sulla necessità di una<br />
relazione più stretta, che anch’io da tempo sostengo, tra politiche monetarie<br />
ed economiche.<br />
Qualche settimana fa il New York Times citava un cantante country western<br />
americano, Merle Hazard, come colui che meglio di chiunque altro ha<br />
evidenziato, in questi mesi, il dilemma che abbiamo davanti: «Inflation or<br />
deflation - canticchia Merle - tell me if you can: will we become Zimbabwe<br />
or will we be Japan?». Esiste davvero questo Merle. Lo sono andato a scovare<br />
su YouTube. Basta mettere il suo nome su Google. Un personaggio stralunato,<br />
con tanto di cappellone da cowboy, e accompagnato da un certo Bretton<br />
Wood. Va avanti per due minuti e mezzo, rivolgendosi a un certo punto anche<br />
a John Maynard Keynes: «Dimmi John, i dollari nel mio taschino compreranno<br />
di più o di meno il prossimo anno?». Straordinario. Secondo me dietro<br />
quel tipo si nasconde un economista raffinato. Perché è proprio intorno a<br />
quest’ultima domanda che oggi ci giochiamo l’uscita dalla crisi.<br />
Per alcuni la crisi ha indubbiamente determinato una riduzione del reddito<br />
disponibile. Sono coloro che hanno subìto in famiglia licenziamenti o che<br />
hanno comunque dovuto affrontare un taglio della retribuzione. Ma per molti<br />
altri i salari hanno mantenuto una dinamica assolutamente normale. Anzi,<br />
la contrazione in taluni prezzi ha di fatto aumentato il loro potere d’acquisto.<br />
Perché allora queste persone non comprano come potrebbero? La risposta è<br />
nel gioco cruciale delle aspettative. Per l’appunto in quel dilemma: «Dimmi<br />
John, i dollari nel mio taschino compreranno di più o di meno il prossimo<br />
anno?». Ebbene, fino a quando l’aspettativa sarà che quei dollari compreranno<br />
di più, perché i prezzi caleranno, l’avvitamento della crisi nella deflazione<br />
farà peggiorare la situazione giorno dopo giorno. Più le persone rinvieranno<br />
gli acquisti, più i prezzi caleranno, più i debiti contratti - soprattutto nell’acquisto<br />
delle case - peseranno sui potenziali consumatori.<br />
È una realtà che le autorità monetarie, preoccupate per decenni soprattutto<br />
dell’inflazione, non comprendono in tutta la reale portata. Certo,<br />
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