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ALPE Estate 2012 - Seiser Alm

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www.alpedisiusi.info<br />

<strong>ALPE</strong><br />

estate <strong>2012</strong><br />

Alpe di Siusi Magazine<br />

castelrotto Kastelruth · seis siusi am allo schlern sciliar · Völs · Fiè allo am schlern sciliar · alpe seiser di alm siusi<br />

Spiriti del castello<br />

un viaggio attraverso il medioevo<br />

Otto teste, un unico obiettivo<br />

30° cavalcata oswald von Wolkenstein<br />

Sport di tendenza<br />

slacklining ai piedi dello sciliar


Massimo impegno.<br />

Raggiungere gli obiettivi.<br />

Il successo è la sintesi di numerosi fattori. Duro lavoro, massimo impegno e forza mentale non sono determinanti<br />

solo nello sport. Raiffeisen, il partner giusto in tutte le questioni finanziarie, sostiene lo sport locale per consentirvi<br />

di raggiungere sempre il vostro traguardo.<br />

Le nostre filiali:<br />

Castelrotto<br />

Tel. 0471 711 711<br />

E-Mail: cra.castelrotto@raiffeisen.it<br />

Oltretorrente<br />

Tel. 0471 711 800<br />

E-Mail: cra.oltretorrente@raiffeisen.it<br />

www.raiffeisencastelrotto.it<br />

Siusi<br />

Tel. 0471 711 700<br />

E-Mail: cra.siusi@raiffeisen.it<br />

Roncadizza<br />

Tel. 0471 711 811<br />

E-Mail: cra.roncadizza@raiffeisen.it<br />

Alpe di Siusi<br />

Tel. 0471 727 944<br />

E-Mail: cra.castelrotto@raiffeisen.it<br />

Werbemitteilung<br />

Foto: Armin Mayr<br />

Editoriale & Sommario<br />

Cari ospiti!<br />

Trascorrere l’estate nell’area vacanze Alpe<br />

di Siusi significa godere di belle e rilassanti<br />

vacanze a stretto contatto con una<br />

natura incontaminata, dove l’avventura la fa da<br />

padrona. Fare escursioni o arrampicate, andare in<br />

mountain bike, cimentarsi nel parapendio, nell’equitazione<br />

o nel nuoto, gironzolare oppure oziare,<br />

qualsiasi cosa decidiate di fare, per tutta la vacanza<br />

dimenticherete la quotidianità. Gli articoli nelle<br />

prossime pagine saranno uno spunto per provare<br />

qualcosa di diverso dal solito dove le emozioni indimenticabili<br />

sono garantite.<br />

Questa rivista racchiude interessanti articoli per<br />

famiglie, buongustai, appassionati d’arte e sportivi.<br />

Al centro di quest’edizione c’è soprattutto<br />

l’estate all’insegna della famiglia e della cultura a<br />

Castel Prösels: a questo proposito vi invitiamo a<br />

effettuare un viaggio nel medioevo oppure ad assistere<br />

all’esibizione dei “Fiati dei Berliner Philharmoniker”.<br />

Inoltre potete scoprire cosa è lo “slacklining“,<br />

leggere l‘avvincente storia dell’Albergo<br />

Unterwirt di Siusi, nonché intraprendere un viaggio<br />

nel mondo dei colori e profumi del Maso Pflegerhof.<br />

L’articolo “Otto teste, un unico obiettivo“<br />

racconta della “Cavalcata di Oswald von Wolkenstein”,<br />

lo spettacolo equestre più grande e affasci­<br />

nante dell’Alto Adige. Siete curiosi di scoprire cosa<br />

si nasconde dietro la parola “Schwoager”? Volete<br />

saperne di più del “Giardino delle rose” di Bulla e<br />

conoscere chi erano i “vip“ che frequentavano la<br />

località di Siusi ai tempi d’oro? Leggete le pagine<br />

seguenti e lo scoprirete!<br />

<strong>ALPE</strong> vorrebbe anche essere un’utile guida per la<br />

vostra vacanza: oltre ad informazioni importanti<br />

sui servizi pubblici e dati interessanti, presenta<br />

molti consigli circa i migliori ristoranti, trattorie e<br />

punti d’incontro, così come numerose e allettanti<br />

possibilità per lo shopping nei paesi dell’altopiano<br />

e dintorni. Questo magazine contiene anche un<br />

programma dettagliato di eventi, appuntamenti<br />

culturali e ricreativi, da vivere in compagnia. Se<br />

deciderete di partecipare, l’album delle vostre vacanze<br />

sarà ricco di momenti felici e indelebili.<br />

Vi auguriamo di trascorrere un meraviglioso e indimenticabile<br />

soggiorno, all’insegna di benessere<br />

e relax.<br />

Eduard Tröbinger Scherlin - Presidente<br />

per Alpe di Siusi Marketing e le Associazioni<br />

Turistiche di Castelrotto, Siusi allo Sciliar,<br />

Fiè allo Sciliar e Alpe di Siusi.<br />

Foto: Helmuth Rier<br />

Pagina 5<br />

Castel Prösels:<br />

Un viaggo nel medioevo<br />

Pagina 10<br />

Punto d’incontro: Dalla<br />

musica classica al jazz<br />

Pagina 13<br />

Albergo “Unterwirt”<br />

a Siusi allo Sciliar<br />

Pagina 17<br />

Giardino dell’Eden:<br />

Il Maso Pflegerhof<br />

Pagina 23<br />

La giardiniera delle rose:<br />

Il regno di Lotte Zemmer<br />

Pagina 26<br />

Tradizione: Il “Schwoagen“<br />

all’Alpe di Siusi<br />

Pagina 32<br />

Slackline: Divertimento<br />

sospesi nell’aria<br />

Pagina 35<br />

La 30 ° Cavalcata<br />

Oswald von Wolkenstein<br />

Pagina 38<br />

Anteprima estate ’12<br />

Pagina 40<br />

Anteprima inverno ’12/13<br />

Pagina 42<br />

Visto & sentito<br />

sommer estate | <strong>ALPE</strong> 3


4 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

Un piccolo viale conduce attraverso un<br />

verde prato al portone d’ingresso in legno<br />

del castello. “Papà, dove si trova il<br />

ponte levatoio?“, vuole sapere Nina che<br />

non vede l’ora di entrare nel regno dei cavalieri.<br />

Non c’è nemmeno traccia del fossato che Nina conosce<br />

dai libri sui cavalieri.<br />

Bambini come Nina entrano nel castello con la voglia<br />

e la fantasia di ripercorrere le tracce della storia.<br />

Circondati da antiche mura hanno la possibilità<br />

di vivere a stretto contatto con la storia e di<br />

conoscere personaggi come il conte Leonardo di<br />

Fiè, valorosi cavalieri e nobili dame. Durante una<br />

visita guidata al castello si ha la possibilità di capire<br />

come vivevano una volta cavalieri e damigelle,<br />

nonché la servitù.<br />

I bambini vengono accolti al portone d’entrata dal<br />

“cavaliere” Karl oppure dalla “castellana” Veronica<br />

o la strega Martha. Nina riceve subito una risposta<br />

Nina<br />

nel paese delle meraviglie<br />

Simboli magici: I bambini amano<br />

immergersi nel passato.<br />

Un viaggio attraverso il medioevo a Castel Prösels<br />

un modo diverso di pensare alla storia - questo promettono le visite<br />

guidate alle famiglie in visita a castel prösels. Qui, lungo il Fiume<br />

adige, dove un tempo vivevano i signori dell’alto adige, sono custodite<br />

molte interessanti testimonianze storiche d’un tempo.<br />

alle sue prime domande. “Il castello era protetto<br />

molto bene“, dice Karl, che oggi ha il compito di<br />

spiegare in modo semplice e convincente, un po’<br />

di storia altoatesina. “Fino alla rivolta dei contadini,<br />

a causa delle troppe tasse richieste dal leggendario<br />

conte Leonardo di Fiè, il maestoso Castel Prösels,<br />

si salvò dagli assalti”, racconta Karl. “Il castello, che<br />

si erge su di uno sperone di roccia, era accessibile<br />

solo da un lato e pertanto relativamente sicuro. Per<br />

questo motivo non vediamo nessuno ponte levatoio<br />

e fossato”.<br />

Nina parte subito alla ricerca di tracce. Karl consegna<br />

ai curiosi visitatori alcuni elementi di un modellino<br />

di castello e spiega il loro significato: torre<br />

del castello, battifredo, cappella … Alla fine della<br />

visita tutti gli elementi consegnati comporranno<br />

un avvincente insieme.<br />

Prima sosta obbligata del castello è la stanza delle<br />

armi. La collezione raccoglie vere armature e una<br />

»<br />

»<br />

Testo: Elisabeth Augustin<br />

Foto: Helmuth Rier<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 5


Non c’è tempo per la noia:<br />

A Castel Prösels il divertimento<br />

formato famiglia è assicurato.<br />

corazza, diverse alabarde e lance del XVI secolo,<br />

canoni, sciabole e spade del XVII secolo, armi di<br />

fanteria francese e sciabole di cavalieri del XVIV<br />

secolo. A questo s’aggiungono diversi strumenti e<br />

coltelli di caccia del XVIII secolo dati in prestito<br />

da un altro museo ed esposti accuratamente nella<br />

stanza delle armi di Castel Prösels.<br />

Attraverso una stretta scala a chiocciola i bambini<br />

raggiungono poi una bella sala del camino che<br />

emana una particolare atmosfera romantica. Questo<br />

è il luogo dove le donne si emozionano di più.<br />

Ora Nina si sente come una vera principessa, o<br />

forse la dama di un cavaliere oppure un giullare di<br />

corte? Abiti rosso porpora, verde muschio, bianco<br />

e marrone – un’infinita di vestiti, gonne, pantaloni<br />

e cappelli che i giovani visitatori possono indos­<br />

sare. Nina e la sua amica non riescono più a trattenersi.<br />

I pezzi forti per le ragazze sono i vestiti delle<br />

nobildonne. Davanti ad antichi “erker”, vetrate variopinte<br />

e sedie feudali i genitori tengono a portata<br />

di mano le macchine fotografiche per immortalare<br />

questo magico momento.<br />

Dopo aver indossato gli abiti medioevali e ispezionato<br />

il grande caminetto, i bambini sono oramai<br />

incontenibili. Non vedono l’ora di entrare nella<br />

sala dei cavalieri. Nel “cuore del castello“ vengono<br />

ancora oggi organizzate meravigliose feste, matrimoni,<br />

giubilei e concerti classici di artisti di fama<br />

internazionale, racconta Karl ai bambini, prima di<br />

iniziare a raccontare la saga di Castel Prösels. “Si<br />

tratta della storia di un monaco francescano che<br />

elemosinava burro, speck e uova. Egli trovò il por­ »<br />

Simboli magici<br />

a Castel Prösels<br />

In occasione dell’iniziativa<br />

“<strong>Estate</strong> in famiglia all’Alpe<br />

di Siusi”, l’area vacanze<br />

Alpe di Siusi organizza,<br />

tra luglio e agosto, sette<br />

visite guidate per famiglie<br />

a Castel Prösels.<br />

Date:<br />

martedì ­ 17, 24 e 31 luglio,<br />

nonché 7, 14, 21 e<br />

28 agosto – dalle ore<br />

14.00 alle ore 16.30<br />

Prenotazione &<br />

informazioni presso<br />

gli Uffici Turistici di<br />

Castelrotto, Siusi, Fiè allo<br />

Sciliar e Alpe di Siusi.<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 7


tone del castello aperto ed infine …“ Al<br />

momento Karl non vuole svelare più di<br />

questo.<br />

Visitando la piccola cappella si tocca<br />

con mano la fede cristiana che ancora<br />

oggi permane nei discendenti dei castellani.<br />

Nella pala dell’altare si scorge anche la<br />

figura del Conte Leonardo di Fiè che –<br />

modestamente – si è fatto raffigurare.<br />

“Il fatto che presenti gli stessi tratti di<br />

Gesù, non è sicuramente un caso”, sostiene<br />

sorridendo Karl. Nella cappella<br />

i bambini scorgono molti interessanti<br />

simboli, tra questi anche le croci degli<br />

apostoli.<br />

Anche nel cortile interno i bambini<br />

scoprono molte cose: l’aquila raffigurata<br />

nello stemma rappresenta la forza<br />

e l’intelligenza, mentre il leone è il re<br />

degli animali. I simboli degli animali sopra<br />

l’orologio indicano il ciclo delle stagioni.<br />

Particolarmente intriganti sono<br />

i simboli scolpiti nella pietra, pertanto<br />

molto ben conservati nel tempo. In<br />

particolare il simbolo della cisterna stimola<br />

la fantasia dei bambini e non solo.<br />

Il viaggio attraverso il medioevo trascorre<br />

in un battibaleno. Durante<br />

un’avvincente caccia al tesoro bisogna<br />

tentare di decifrare magici simboli.<br />

“Chi riesce a risolvere l’enigma,<br />

alla fine troverà un tesoro”, promette<br />

Karl. Alla fine della visita i bambini possono<br />

sfidare i genitori con giochi tipici<br />

del medioevo, tra questi il gioco del<br />

filetto, lo storico gioco dei birilli e il<br />

gioco dei draghi.<br />

Quando al termine della visita al Castel<br />

Prösels, Nina, l’amica e i genitori si congedano<br />

da Karl per ritornare al 21° secolo,<br />

hanno la sensazione di aver trascorso<br />

momenti indimenticabili, d’altri<br />

tempi. «<br />

I fiati dei Berliner Philharmoniker<br />

con l’arrivo del direttore d’orchestra sir simon rattle ha inizio<br />

la rinascita del famoso ensemble.<br />

I fiati dei Berliner Philharmoniker<br />

si formarono già ai tempi<br />

di Herbert von Karajan e per<br />

decenni si esibirono in concerti<br />

di musica da camera.<br />

Dopo il cambio di generazione<br />

di una delle più famose orchestre<br />

tedesche si formò, nel<br />

2002 un nuovo ensemble su<br />

iniziativa del clarinettista Walter<br />

Seyfarth e del clarinettista<br />

solista Karl­Heinz Steffens. Il<br />

nuovo ensemble era composto<br />

da nuovi musicisti e propo­<br />

neva programmi innovativi.<br />

Il centro dell’orchestra è composto<br />

dal quintetto di fiati<br />

formato da Jonathan Kelly e<br />

Andreas Wittmann (oboe),<br />

Alexander Bader e Walther<br />

Seyfarth (clarinetto), Fergus<br />

Mc William e Andrej Zust<br />

(corni), Marion Reinhard e<br />

Henning Trog (fagotto). Particolarmente<br />

piacevole è l’aggiunta<br />

di un contrabbasso<br />

(Martin Heinze), strumento<br />

che non può assolutamente<br />

mancare durante una serenata<br />

classica viennese di strumenti<br />

a fiato. L’ensemble di fiati propone<br />

musica leggera, dai suoni<br />

cristallini.<br />

L’ensemble si esibisce a livello<br />

nazionale ed internazionale e<br />

suona spesso brani di musica<br />

da camera dei Berliner Philharmoniker.<br />

In occasione del concerto del<br />

26 giugno <strong>2012</strong> nel cortile di<br />

Castel Prösels verranno eseguiti<br />

l’ottetto di Franz Vincenz<br />

Krommer, una serenata di W.<br />

A. Mozart e brani del “Flauto<br />

magico” di W. A. Mozart.<br />

I biglietti per il concerto possono<br />

essere acquistati dal 10<br />

giugno presso l’Ufficio Turistico<br />

di Fiè allo Sciliar e all’entrata<br />

di Castel Prösels prima<br />

dell’inizio del concerto (prezzo<br />

Euro 20,00).<br />

In caso di maltempo il concerto<br />

si terrá nella Casa della<br />

Cultura di Fiè allo Sciliar.<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 9


Dalla musica classica<br />

alla musica jazz<br />

castel prösels è da più di trent‘anni punto d’incontro della scena culturale altoatesina.<br />

dal 1982 infatti, vengono organizzati, nell’ambito di un ricco programma musicale, concerti<br />

di livello artistico molto elevato. reinhold Janek, incaricato del ”Kuratorium schloss prösels<br />

soc.coop.a.r.l.”, spiega il programma culturale previsto per il <strong>2012</strong>.<br />

Intervista: Elisabeth Augustin<br />

Foto: Helmuth Rier<br />

10 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

» <strong>ALPE</strong>:<br />

Nel 2011 Castel Prösels<br />

ha registrato ca. 17.000<br />

visitatori. Quali sono le<br />

caratteristiche che rendono<br />

il castello così interessante?<br />

Reinhold Janek: Il castello risale<br />

al XIII secolo e venne trasformato<br />

in una residenza rinascimentale<br />

nel XVI secolo dall’allora<br />

conte Leonardo di Fiè. Negli<br />

anni successivi, il castello non<br />

ha subito particolari modifiche e<br />

pertanto si presenta oggi ai visitatori<br />

nella sua veste originale. Il<br />

numero dei visitatori è aumentato<br />

costantemente negli ultimi<br />

30 anni e allo stesso modo è<br />

cresciuto l’interesse della gente<br />

per il castello.<br />

E se ripensa al passato …<br />

… Penso con orgoglio che negli<br />

ultimi 30 anni sono stati organizzati<br />

più di 260 concerti d’ogni<br />

genere musicale: dalla<br />

musica popolare, jazz, musica<br />

d’intrattenimento e musica classica.<br />

Hanno completato l’offerta<br />

più di 150 mostre e otto spettacoli<br />

teatrali all’aperto. L’interesse<br />

della gente è aumentato<br />

con il passare degli anni. Di<br />

anno in anno, non solo si è po­<br />

tuto registrare un incremento<br />

del numero dei visitatori, ma anche<br />

un aumento dell’interesse<br />

mediatico nazionale e internazionale.<br />

Quali manifestazioni<br />

sono previste per il <strong>2012</strong><br />

a Castel Prösels?<br />

Il programma prevede un “Hoangart“<br />

(un piacevole incontro)<br />

con autentica musica popolare,<br />

due concerti di musica popolare<br />

“diversa”, nove concerti di musica<br />

classica, un concerto jazz e<br />

una matinee con un Brass­Quintett.<br />

Inoltre sono previste due<br />

serate al castello con musica<br />

d’intrattenimento e sei divertenti<br />

spettacoli teatrali. L’opuscolo<br />

allegato alla rivista <strong>ALPE</strong><br />

regala maggiori informazioni<br />

sugli eventi proposti.<br />

Quale sarà l’evento<br />

più particolare di<br />

quest’estate culturale?<br />

Ci saranno due eventi magici. Il<br />

concerto dei “fiati dei Berliner<br />

Philharmoniker” il 26 giugno in<br />

occasione del “giubileo dei 30<br />

anni di concerti al castello” e tre<br />

concerti nell’ambito della “festa<br />

della musica da camera di Castel<br />

Prösels” il 25, 28 e 31 luglio con<br />

particolari programmi in occasione<br />

del decennale della festa<br />

della musica da camera.<br />

Castel Prösels propone<br />

al visitatore due esposizioni<br />

permanenti<br />

L’esposizione “finff maiolica<br />

schaln“ mostra spaccati della<br />

vita quotidiana a Castel Prösels<br />

tra il 1500 e 1600 presentando<br />

reperti archeologici provenienti<br />

dalla torre sudest del muro di<br />

cinta affidati come prestito permanente<br />

al “Kuratorium Schloss<br />

Prösels Soc.coop.a.r.l.” dall’Ufficio<br />

Beni Archeologici. Nella Sala<br />

dei Pilastri è esposta una collezione<br />

d’armi che vanta principalmente<br />

oggetti appartenenti al<br />

XIX secolo, ma anche oggetti<br />

che risalgono al XVI secolo,<br />

epoca del Conte Leonardo di<br />

Fiè. La collezione quadri “Ca’ de<br />

Bezzi” mostra principalmente<br />

opere d’arte di artisti appartenenti<br />

alla Scuola di Monaco di<br />

Baviera che nel tardo XIX secolo<br />

fino al 1914 lasciarono le loro<br />

opere nel famoso locale “Ca’ de<br />

Bezzi” frequentato da artisti di<br />

Incaricato culturale<br />

Reinhold Janek:<br />

“più di 260 concerti<br />

negli ultimi 30 anni”.<br />

Bolzano. Nella galleria di<br />

Castel Prösels sono rappresentate<br />

le opere di tutti<br />

gli artisti che dal 1982 in<br />

poi hanno esposto nei<br />

mesi estivi le loro opere<br />

nel “Tischlerhaus”.<br />

Un’ulteriore esposizione<br />

mostra 21 quadri che sono<br />

stati regalati al “Kuratorium<br />

Schloss Prösels Soc.<br />

coop.a.r.l.” dall’artista Lotte<br />

Copí. Le rimanenti opere<br />

della famosa artista sono<br />

state inserite nel 2006<br />

nella collezione d’arte di<br />

Reinhold Würth.<br />

Da chi viene gestito<br />

Castel Prösels?<br />

Il “Kuratorium Schloss<br />

Prösels“ conta 65 membri<br />

con a capo il presidente<br />

Manfred Kompatscher. La<br />

cooperativa non è in grado<br />

di autofinanziarsi. Senza il<br />

sostegno della Giunta Provinciale,<br />

la Comunità Comprensoriale<br />

Salto­Sciliar, i<br />

comuni di Fiè, Castelrotto<br />

e Tires, nonché le fondazioni<br />

della Cassa di Risparmio,<br />

Cassa Raiffeisen<br />

Sciliar­Catinaccio e<br />

Castelrotto e molte altre,<br />

non sarebbe in grado di<br />

sostenere la gestione così<br />

impeccabile del castello.<br />

Chi ha interesse può diventare<br />

membro del “Circolo<br />

amici di Castel<br />

Prösels“ e contribuire con<br />

una donazione oppure anche<br />

con una prestazione<br />

lavorativa al mantenimento<br />

del castello. Le visite<br />

guidate, nonché l’affitto<br />

delle sale del castello<br />

per feste e ricevimenti,<br />

sono indubbiamente le entrate<br />

economiche più importanti.<br />

«<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 11


12 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

Hotel<br />

Unterwirt<br />

a Siusi 1518:<br />

Aquel tempo il paese di Siusi non era<br />

che un piccolo assembramento di<br />

masi contadini intorno alla torre del<br />

paese. Il paese di Siusi viene menzionato<br />

per la prima volta tra il 982 e 987 quando appare<br />

come appartenente al tribunale di Castelrotto.<br />

A quell’epoca, oltre ai masi contadini esisteva anche<br />

un’ importante zona artigianale nei pressi del<br />

Rio Freddo con botteghe di fabbri di ogni genere,<br />

maniscalchi, numerosi mulini e segherie, nonché<br />

una conceria e una piccola fabbrica di “Loden” (tipico<br />

tessuto di lana del Tirolo e dell’Alto Adige). Ma<br />

il numero degli abitanti non era ancora sufficiente<br />

per costruire una chiesa propria. La chiesa venne<br />

costruita soltanto 100 anni dopo l’edificio con lo<br />

stemma risalente al 1518.<br />

Lo stemma era l’emblema della corporazione dei<br />

fornai: lo testimonia la raffigurazione di un “brezel”<br />

e di due pagnotte, nonché l’incisione di due<br />

questa è la data riportata nello stemma di<br />

pietra che una volta sovrastava il portone d’ingresso<br />

della locanda “schwarzer adler“, la più antica<br />

locanda nel cuore di siusi che oggi ospita un<br />

accogliente albergo. 1518: esattamente 73 anni dopo che<br />

il famoso poeta cavalleresco oswald von Wolkenstein<br />

abbandonò il suo castel castelvecchio ai piedi delle<br />

scoscese pareti dello sciliar e la sua morte a merano.<br />

“PP” che stanno per la parola “Päckerpfister”. Nel<br />

1546 la casa viene menzionata per la prima volta<br />

in un documento scritto. Si tratta di un contratto<br />

dove la proprietà “Arlas­Gut”, cioè l’abitazione del<br />

fornaio, con giardino e il permesso di svolgere la<br />

professione vengono trasmesse dal padre al figlio.<br />

Oberwirt e Unterwirt. Documenti storici indicano<br />

inoltre che all’epoca il paese di Siusi possedeva<br />

anche una seconda locanda: il “Wirtshaus<br />

zum Gebhard” o meglio ­ la Locanda Oberwirt.<br />

Entrambe le locande lavoravano bene ­ sembra infatti<br />

che gli artigiani e i contadini della zona amassero<br />

molto bere e divertirsi. A quel periodo risale<br />

infatti anche un esposto emesso nel 1546 dal giudice<br />

di Castelrotto in cui si prevedeva una multa<br />

di “10 Mark Berner” (l’equivalente del prezzo di<br />

3 mucche) per gli osti della zona che avessero servito<br />

vino oltre l’ora nona della sera. Durante un<br />

controllo notturno il giudice incontrò effettiva­<br />

»<br />

Testo: Rosa Maria Erlacher<br />

Foto: Helmuth Rier<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 13


Nel periodo interbellico,<br />

il pianista Ignaz Friedman<br />

soggiornò a Siusi allo Sciliar.<br />

Un gigante del pianismo<br />

L’ebreo polacco Ignaz Friedman,<br />

pianista morto nel 1948 a Sydney,<br />

è ancora oggi una delle personalità<br />

più importanti della scena<br />

musicale del 20° secolo. Negli<br />

anni compresi tra la prima e la<br />

seconda guerra mondiale la famiglia<br />

Friedman decise di soggiornare<br />

a Siusi, in una elegante<br />

villa che fece ristrutturare, da cui<br />

Ignaz muoveva per le varie tappe<br />

mente presso la Locanda Unterwirt di Siusi un<br />

gruppo di persone chiassose che stava tranquillamente<br />

bevendo e giocando ai tavoli dell’osteria. Il<br />

giudice decise di intervenire tempestivamente e di<br />

punire l’oste in maniera esemplificativa. Non gli inflisse<br />

solo una sanzione pecuniaria, ma lo rinchiuse<br />

in galera per alcuni giorni.<br />

La denominazione “Adler­Wirt“ appare per la<br />

prima volta in un documento scritto in cui si elenca<br />

l’eredità della ventiseienne Katharina Mulser. Un<br />

anno dopo la giovane donna convolò a nozze con<br />

Anton Gasser. Da allora, per quasi 150 anni, la Locanda<br />

Aquila Nera, conosciuta come “Unterwirt”<br />

tra gli abitanti, venne gestita dalla famiglia Gasser.<br />

Nel 1987 la locanda venne rilevata dalla famiglia<br />

Mutschlechner, originaria dell’Albergo Bad Ratzes.<br />

Ospiti famosi. All’inizio del 20° secolo sempre<br />

più persone famose scelsero come meta vacanziera<br />

estiva esclusiva la zona di Siusi e di questo<br />

approfittò naturalmente anche la locanda tradizionale<br />

“Aquila Nera”. Ancora oggi si racconta della<br />

volta in cui una ricca famiglia aristocratica russa<br />

prenotò per alcune settimane l’intero piano superiore<br />

dell’albergo.<br />

Quando in Italia arrivò al potere Benito Mussolini,<br />

l’Alber go “Unterwirt” dovette cambiare il proprio<br />

nome in “Albergo Aquila Nera”. A quel punto iniziarono<br />

a frequentarlo anche numerosi personaggi<br />

di spicco italiani. L’albergo era conosciuto<br />

anche per la sua straordinaria cucina e l’acco­<br />

concorso pianistico internazionale Ferruccio Busoni.<br />

concerto commemorativo a siusi allo sciliar<br />

della sua tournèe nel mondo,<br />

compresa Sydney, da cui, appreso<br />

del sequestro della casa da parte<br />

dei fascisti, decise di non fare più<br />

ritorno. Il Festival Pianistico Internazionale<br />

Ferruccio Busoni, in<br />

collaborazione con il Comune di<br />

Castelrotto ne celebrerà il ricordo<br />

in una edizione speciale organizzata<br />

per il prossimo 2 Settembre<br />

<strong>2012</strong>: dopo un primo evento com­<br />

gliente “stube”, nella quale si sentirono a proprio<br />

agio molti personaggi famosi tra i quali lo scrittore<br />

Carl Zuckmayer, il pioniere delle montagne Johann<br />

Santner, il regista Luis Trenker e gli artisti Willy<br />

Valier, Oskar Wiedenhofer e Hubert Mumelter.<br />

Negli anni cinquanta l‘albergo ospitó anche il pittore<br />

italiano Filippo de Pisis e negli anni settanta,<br />

l’Albergo Aquila Nera fu sovente meta di Alfredo<br />

Beltrame.<br />

Dopo la seconda guerra mondiale il settore del<br />

turismo cambiò radicalmente. Adesso non erano<br />

più esclusivamente i ricchi a trascorrere le loro vacanze<br />

a Siusi, ma iniziarono anche a venire ospiti<br />

meno abbienti che ora potevano permettersi una<br />

vacanza con la famiglia. Il cosiddetto miracolo economico<br />

portò all’Albergo Aquila Nera ospiti tutto<br />

l’anno e questo fu il motivo principale per sottoporre<br />

la struttura ad un massiccio rimodernamento<br />

e ampliamento. Nel 1966 venne demolito<br />

il vecchio fienile e l’albergo fu alzato di un piano.<br />

Ogni camera venne dotata di bagno e alcuni anni<br />

più tardi il proprietario Josef Gasser fece costruire<br />

perfino una piscina. La prima piscina di Siusi!<br />

Nel 1997 con il passaggio alla famiglia Mutschlechner<br />

l’albergo cambiò ulteriormente aspetto.<br />

La struttura venne trasformata in un moderno albergo<br />

con sauna e reparto wellness.<br />

Sempre al suo posto è rimasto comunque l’antico<br />

portone d’ingresso in pietra con lo stemma che riporta<br />

la data 1518. «<br />

memorativo su invito, con l’esperto<br />

di storia del pianismo Peter<br />

Froundjian, Direttore artistico<br />

del Festival Pianistico di Husum,<br />

la giovane eccezionale promessa<br />

del pianoforte Beatrice Rana, recentemente<br />

laureatasi vincitrice<br />

dell’importante Concorso Pianistico<br />

Internazionale di Montreal,<br />

si esibirà in un recital pianistico<br />

organizzato presso l’Istituto Mu­<br />

sicale “Ignaz Friedman“ di Siusi<br />

con un repertorio in cui opere<br />

dello stesso Friedman si alterneranno<br />

a brani di Chopin, Clementi<br />

e Skrjabin. Una serata per e con<br />

gli Amici della Fondazione<br />

Concorso Pianistico Internazionale<br />

Ferruccio Busoni e per tutti<br />

coloro che hanno a cuore sia<br />

l‘arte del pianismo che la cultura<br />

artistica cosmopolita.<br />

Ospiti famosi a Siusi<br />

Questo periodo “d’elite” viene<br />

descritto perfettamente in un<br />

saggio scritto dal giornalista internazionale,<br />

poi residente a<br />

Siusi, Robert Huldschiner (1913 –<br />

1984) in occasione della cronaca<br />

per il 1000esimo giubileo “Comune<br />

di Castelrotto – passato e<br />

presente” (pag. 345 ff.)<br />

“[…] All’inizio del ventesimo secolo<br />

il paese di Siusi subì una grande<br />

apertura all’Europa. Il merito fu<br />

anche di alcuni cittadini facoltosi di<br />

Bolzano che iniziarono a costruire<br />

le loro ville per le vacanze estive a<br />

Siusi e S. Costantino. La fama di<br />

Siusi come paese di cura e soggiorno<br />

privilegiato per persone di<br />

dopo il 1887 quando il paese di siusi fu collegato con una strada alla<br />

stazione ferroviaria di ponte Gardena, il turismo della zona subì un<br />

incremento inaspettato. ora era possibile raggiungere comodamente<br />

in tre ore di carrozza il paese di siusi, divenuto in breve tempo luogo<br />

di cura e di soggiorno prediletto dell’alta società internazionale.<br />

nome e rango crebbe notevolmente<br />

nel tempo. Molti personaggi famosi<br />

iniziarono ad acquistare case e terreni<br />

in zona. A quel periodo risale<br />

anche la residenza del magnate<br />

della birra bavarese Köbl costruita<br />

nel tipico stile architettonico teutonico.<br />

Dopo la prima guerra mondiale<br />

l’edificio passò alla società cooperativa<br />

dell’acqua per poi essere<br />

ceduto a Sigurd, il figlio del poeta<br />

norvegese Henrik Ibsen.<br />

Sigurd Ibsen era sposato con la figlia<br />

del non meno famoso autore<br />

norvegese Björnstjerne Björnson, il<br />

cui fratello Björn si costruì una villa<br />

poco distante dalla casa di Ibsen.<br />

Nelle immediate vicinanze si stabilì<br />

il pianista polacco Ignaz Friedman,<br />

forse il più celebre interprete di<br />

Chopin del suo tempo. Siusi divenne<br />

così punto di ritrovo della<br />

scena musicale internazionale. [In<br />

memoria dello straordinario pianista<br />

Ignaz Friedman, il 2 settembre<br />

viene organizzato a Siusi allo Sciliar<br />

un concerto nell’ambito del Concorso<br />

Internazionale per pianoforte<br />

Busoni.]<br />

La villa dell’ultimo ambasciatore<br />

dello zar alla corte viennese, il<br />

Conte Bobrinsy, al margine del<br />

bosco di Laranza divenne la meta<br />

dell’intera corte europea e russa<br />

dopo la prima guerra mondiale.<br />

Ma ancora prima il paese di Siusi<br />

era stato scoperto dal Re di Sasso- »<br />

14 <strong>ALPE</strong> | estate estate | <strong>ALPE</strong> 15


nia. In estate alloggiava con l’intera<br />

famiglia presso l’Hotel Salegg.<br />

Il notiziario “Bozner Nachrichten”<br />

riportò il 20 luglio 1905 “la domenica<br />

di prima ora, grazie anche alle<br />

condizioni metrologiche ideali, il re<br />

si è incamminato con il principe e<br />

la principessa Margherita verso S.<br />

Costantino e più tardi i bambini<br />

reali sono tornati dalla passeggiata<br />

con grandi mazzi di rododendri.<br />

Dopo la famiglia reale ha assistito<br />

alla SS. Messa e poi ha visitato alcuni<br />

negozi del paese”. Nel 1905<br />

questo era possibile anche di domenica!<br />

“La mattina seguente il re, insieme<br />

ai due principi, è salito sullo Sciliar<br />

e poi il gruppo ha passato la notte<br />

presso il Rifugio Bolzano. Le principesse<br />

invece hanno preferito gustare<br />

una buona merenda presso il<br />

“Ledigen Stiefel”. Era un periodo<br />

felice, dove le teste coronate passeggiavano<br />

senza guardie del corpo<br />

e i bambini reali potevano giocare<br />

liberamente nei boschi.<br />

Dopo la guerra fu la volta del Duca<br />

d’Aosta che soggiornò nelle stanze<br />

della famiglia reale di Sassonia<br />

dell’Hotel Salegg. La sera, si poteva<br />

osservare l’elegante e cosmopolita<br />

società passeggiare lungo la strada<br />

che si snoda tra il “<strong>Seiser</strong> Hof” e l’<br />

“Enzian”, mentre sulla terrazza del<br />

Caffé “Heufler” l’elite intellettuale si<br />

sfidava in avvincenti partite di<br />

bridge. L’estate a Siusi era veramente<br />

diventata un evento mondano!<br />

Si potevano incontrare Toscanini<br />

e Arthur Schnitzler, gli attori di<br />

spicco del “Burgtheater“ e gli esponenti<br />

dell’Orchestra di Lipsia, inoltre<br />

pittori e poeti. Il vociferare nel piccolo<br />

paese ai piedi dello Sciliar era<br />

impressionante. Giá nel 1910 Hugo<br />

Bürger scrisse nella sua guida di<br />

Vienna “Im Zeichen des Fremdenverkehrs”<br />

(n.d.t “Nel segno del turismo“)<br />

che l’Hotel <strong>Seiser</strong> Hof con i<br />

suoi campi da tennis, piscina, stanza<br />

della musica, ufficio postale e telefonico<br />

interno era da considerarsi uno<br />

degli alberghi più quotati del Tirolo.<br />

E anche dopo la prima guerra mondiale,<br />

la signora Liebl, nella sua veste<br />

lunga e bianca poté accogliere nel<br />

suo albergo con dignità regale, ospiti<br />

illustri provenienti da Roma, Berlino,<br />

Londra e Parigi.<br />

Oltre agli alberghi “<strong>Seiser</strong> Hof” e<br />

“Salegg” si stabilirono giá all’inizio<br />

del secolo altri hotel di grande lustro,<br />

tra questi l’Hotel “Enzian”,<br />

“Dolomitenhof”, “Oberwirt”, “Unterwirt”<br />

e la “Villa Heufler” che di<br />

anno in anno accoglievano i loro<br />

affezionati ospiti. […]“<br />

La forza delle donne<br />

del Maso Pflegerhof<br />

nel Giardino dell’eden tra profumi e colori<br />

Mentre il sole tramonta lentamente<br />

e lo Sciliar infuoca nel rosso della<br />

sera, regalando ai pendii e boschi<br />

un meritato e piacevole refrigerio, il Maso<br />

Pflegerhof di S. Osvaldo risplende ancora nella<br />

piena luce del sole. Stretto alle antiche rovine<br />

di Castel Aichach coperte di edera, un vecchio<br />

fienile con tetto in paglia, un tradizionale maso<br />

contadino, vicino una piccola serra e intorno,<br />

fino a dove arriva lo sguardo, piante, erbe,<br />

fiori … un vero paradiso di profumi e colori. A<br />

quest’ora giovani donne ritornano dagli orti in<br />

fiore con grandi ceste colme di fiori profumati<br />

e foglie. La fine della giornata.<br />

16 <strong>ALPE</strong> | estate estate | <strong>ALPE</strong> 17<br />

»<br />

Testo: Rosa Maria Erlacher<br />

Foto: Helmuth Rier<br />

»


18 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

Un palcoscenico magico:<br />

le antiche rovine di<br />

Castel Aichach<br />

Con loro c’è anche Cornelia, la figlia di casa e<br />

giardiniera. La neonata Nicole che la trentenne<br />

ha avvolto in uno scialle e portato con sé nei<br />

campi si lamenta un pochino. Dal negozio esce<br />

Maria, la sorella di Cornelia, che si prende subito<br />

cura della bambina. Noi ci sediamo un po’ in disparte<br />

e osserviamo la scena.<br />

Azienda modello. A poca distanza osservo<br />

Martha, la madre, che trent’anni fa iniziò a coltivare<br />

per hobby un piccolo orto di erbe e spezie.<br />

Il lavoro le piacque talmente tanto che dopo<br />

la morte di suo marito decise di trasformare il<br />

maso contadino tradizionale, improntato principalmente<br />

nella produzione di prodotti ca seari,<br />

in un maso specializzato nella coltivazione di<br />

erbe e spezie biologiche. Ormai la signora Mar­<br />

tha Mulser è una famosa erbaiola che per il suo<br />

impegno è stata premiata con il titolo di “Sudtirolese<br />

dell’anno”, ha scritto un libro sulle erbe<br />

officinali ed è sempre ancora l’indiscussa “autorità”<br />

e anima del Maso Pflegerhof. Il Maso<br />

Pflegerhof è diventato negli anni l’orgoglio dei<br />

masi agricoli a coltivazione biologica dell’Alto<br />

Adige. Le due figlie sono impegnate che ciò rimanga<br />

così nel tempo. Le erbe sono da sempre<br />

una “cosa di donne“ e in tempi passati le erbaiole<br />

venivano perfino additate come streghe.<br />

Per questo motivo i due fratelli maschi non si<br />

sono mai intromessi e si occupano di cose più<br />

concrete come gli impianti di riscaldamento a<br />

trucioli.<br />

Sapere femminile. “Noi bambini abbiamo dovuto<br />

aiutare fin da piccoli nei campi e così è stato<br />

del tutto naturale che io diventassi una giardiniera”,<br />

spiega Cornelia. Dopo aver svolto l’apprendistato<br />

in una giardineria di Bolzano, iniziò<br />

a lavorare, non ancora ventenne, con la madre.<br />

Introdusse molte idee innovative. Da quel<br />

momento il Maso Pflegerhof è gestito tutto<br />

al femminile. La sorella Maria si occupa della<br />

commercializzazione, aiuta in negozio ed effettua<br />

le visite guidate al maso, mentre Cornelia<br />

controlla la crescita delle piante, dalla semina al<br />

raccolto. Martha invece, dall’alto della sua esperienza<br />

trentennale, tiene in mano le redini del<br />

maso.<br />

»<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 19


20 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

In base alla stagione le donne si fanno aiutare<br />

da un numero svariato di collaboratori: nei mesi<br />

estivi possono essere più di una dozzina, tra<br />

questi anche molti giovani giardinieri che desiderano<br />

effettuare il loro tirocinio. “In primavera,<br />

per il lavoro dei campi terrazzati, è necessario<br />

affidarsi anche a braccia forti maschili, ma<br />

tutto il resto viene gestito da noi donne”, spiega<br />

Cornelia. Questo vale soprattutto per la faticosa<br />

crescita delle piantine, il trapianto delle piante<br />

in serra, il raccolto a mano dei fiori oppure il raccolto<br />

delle erbe con la tagliatrice.<br />

Una buona organizzazione garantisce già metà<br />

risultato. Prima della semina, Cornelia organizza<br />

tutto nel minimo dettaglio. “Coltiviamo cira 80<br />

specie di erbe e lavoriamo in base al principio di<br />

cultura mista, combinando erbe e spezie in modo<br />

tale che queste possano supportarsi a vicenda e rispettiamo<br />

la rotazione delle colture”, spiega Cornelia.<br />

L’area di coltivazione disposta a terrazza copre<br />

una superficie di due ettari e viene sfruttata<br />

in modo intensivo. Tutti i campi possono essere<br />

raggiunti a piedi. Il terreno è molto vario ed è caratterizzato<br />

da una morfologia che va dal sabbioso<br />

all’argilloso. Per la concimazione vengono utilizzati<br />

esclusivamente concimi biologici e lo sterco<br />

di cavallo. I campi vengono irrigati per mezzo di<br />

un impianto d’irrigazione, sia di giorno oppure di<br />

notte, in base ai permessi forniti dalla cooperativa<br />

dell’acqua.<br />

E cosa viene fatto per combattere i parassiti?<br />

“Non ce ne sono a parte le fastidiose lumache“,<br />

racconta Cornelia, “che vengono mangiate con<br />

piacere dalle nostre amiche”, e indica divertita<br />

la colonia di anatre indiane che ritorna starnazzante<br />

dai campi.<br />

Nel negozio del maso. Dopo il raccolto le erbe<br />

e i fiori vengono raffreddati e poi essiccati con<br />

molta attenzione. Oggi sulla griglia in legno<br />

dello speciale impianto d’essicazione ad aria<br />

sono stati riposti fiordalisi blu scuro, calendole<br />

arancioni ed enotere gialle. Non appena essiccati<br />

i fiori vengono immagazzinati prima di essere<br />

utilizzati per la produzione dei prodotti<br />

che poi vengono venduti nel negozio del maso.<br />

La gamma di prodotti è molto ampia: dal sale<br />

aromatico ai cuscinetti profumati, dalle tisane<br />

alle erbe all’aceto fino al sciroppo ai petali di<br />

fiori – tutto viene prodotto artigianalmente sul<br />

maso. Solo i cosmetici vengono prodotti in un<br />

laboratorio specializzato di Padova. Utilizzando<br />

antiche ricette della nonna vengono prodotte<br />

pomate, tinture, amari, creme, sali da bagno e<br />

shampoo naturali.<br />

Sbalorditiva l’offerta di piantine giovani da acquistare.<br />

Ci sono circa 500 specie! Che bello<br />

poter scegliere tra 30 diverse specie di pomodori,<br />

40 tipi di salvia e 40 tipi di menta provenienti<br />

da tutto il mondo. “Amo scoprire erbe<br />

esotiche“, svela Cornelia, “questa passione mi<br />

porta ad intraprendere lunghi viaggi alla volta<br />

delle più importanti giardinerie europee”. Dai<br />

semi acquistati in diversi posti del mondo, ma<br />

anche dalle proprie colture, crescono le piantine<br />

in serra. Una parte è poi destinata alla vendita,<br />

l’altra alla coltivazione propria. La sua passione<br />

per le piante non ne soffre: la sua collezione di<br />

cactus e piante grasse ha oramai raggiunto dimensioni<br />

impressionanti. E questo dimostra che<br />

anche lei è nata, come del resto sua madre, con<br />

il pollice verde! «


22 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

Meraviglia fiorita:<br />

il regno di Lotte Zemmer<br />

Il roseto nelle Dolomiti<br />

Quando si parla del “Giardino delle rose delle dolomiti” si pensa sempre alla saga<br />

di re laurino e al suo roseto fatato. Quattro anni fa però una signora a Bulla ha allestito<br />

a 1.500 metri s.l.m. un giardino ancora più bello che conta 6.000 rosai.<br />

La padrona del regno fiorito di Bulla,<br />

uno dei tre paesi ladini del Comune di<br />

Castelrotto, si chiama Lotte Zemmer. La<br />

“regina delle rose“ non è un personaggio<br />

fittizio, ma una signora in carne ed ossa che in<br />

estate già prima delle sei del mattino lavora nel<br />

suo roseto situato sul pendio ripido sotto l’Hotel<br />

Uhrerhof. Con il suo grembiule blu, le calzature solide<br />

e in mano una cesoia si muove nel suo regno<br />

di fiori. La giardiniera trascorre ogni giorno molte<br />

ore nel suo roseto di più di 1.000 m². Ogni giorno<br />

riempie minimo otto carriole di fiori appassiti provenienti<br />

da 6.000 cespugli di rose. Sempre solo lei,<br />

senza nessun aiuto.<br />

“Questo lavoro per me è pari ad una meditazione.<br />

La pace, il profumo e i meravigliosi colori delle rose<br />

mi ripagano ogni giorno delle fatiche del lavoro”,<br />

spiega Lotte Zemmer, senza smettere di togliere<br />

le erbacce in giardino.<br />

Fino a qualche anno fa la proprietaria dell’Hotel<br />

Uhrerhof non aveva tempo per curare un suo<br />

hobby. Negli anni aveva trasformato assieme<br />

alla sua famiglia un piccolo maso contadino ereditato<br />

in un albergo di quattro stelle. Il lavoro in<br />

casa non lasciava spazio ad altro. Questo fino al<br />

suo sessantesimo compleanno. In quell’occasione<br />

decise di trasferire l’albergo a sua figlia. Poi suo<br />

marito le chiese che cosa desiderasse per il compleanno.<br />

Il suo desiderio le pareva talmente fuori<br />

dal comune che la signora non ebbe quasi il co­<br />

raggio di esprimerlo. “Desidero un roseto, un giardino<br />

solo mio“, confidò finalmente al marito. Il marito<br />

si mostrò d’accordo però pose una condizione:<br />

non avrebbe aiutato la moglie nel giardino. D‘altro<br />

canto avrebbe aiutato di più in casa.<br />

La zelante signora passò subito all’azione. Detto<br />

fatto! Il ripido pendio sotto casa, dove fino ad allora<br />

pascolavano solo pecore e capre, venne terrazzato.<br />

Poi l’aspirante giardiniera fece una ricerca<br />

approfondita in internet e alla fine ordinò<br />

100 diverse specie di rose dai più famosi coltivatori<br />

di rose della Germania, la famiglia Kordes. Complessivamente<br />

acquistò 5.000 roseti. “Una macchina<br />

nuova sarebbe costata molto di più delle<br />

5.000 piante. Sono contenta dell’acquisto, le rose<br />

mi regalano tanta gioia e tante soddisfazioni ogni<br />

giorno!” sottolinea la regina delle rose.<br />

Nel regno delle rose. Re Laurino, lo sfortunato<br />

eroe altoatesino di una delle saghe più importanti<br />

delle Dolomiti, morirebbe d’invidia alla vista di<br />

questi 6.000 roseti. Quando ci si ferma allo steccato<br />

che delimita il giardino e si respira il dolce<br />

profumo delle rose e si ammira l’impressionante<br />

spettacolo scorgendo sempre una rosa oppure una<br />

sfumatura di colore diversa, si intuisce perché la signora<br />

Lotte Zemmer sostenga di fare il lavoro più<br />

bello del mondo: curare le rose.<br />

Nel frattempo la giardiniera conosce tutte le sue<br />

rose per nome, ma soprattutto conosce le loro di­<br />

»<br />

»<br />

Testo: Barbara Pichler<br />

Foto: Helmuth Rier<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 23


Sciroppo<br />

ai petali<br />

di rosa<br />

Ingredienti<br />

1 kg di zucchero<br />

1 l d’acqua<br />

4 g di acido citrico<br />

Petali di almeno<br />

5 rose profumate<br />

e non trattate<br />

Preparazione<br />

Fare bollire l’acqua<br />

con lo zucchero e fare<br />

raffreddare durante<br />

la notte. Aggiungere<br />

poi i petali di rosa e<br />

l’acido citrico. Coprire<br />

con un telo e lasciare<br />

riposare per almeno<br />

3 giorni. Mescolare<br />

di tanto in tanto. Travasare<br />

in bottiglie di<br />

vetro e conservare in<br />

frigorifero.<br />

24 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

verse spine. “Potrei partecipare alla trasmissione<br />

‘Scommettiamo che’ e vincere una scommessa”,<br />

scherza la signora.<br />

La signora si è occupata personalmente dell’ allestimento<br />

del giardino. Il paese di Bulla si trova a 1.500<br />

m s.l.m. e la scelta delle piante è stata particolarmente<br />

accurata. Quando poi nell’estate del 2009<br />

fiorirono quasi tutte le rose, la signora Lotte Zemmer<br />

ebbe la conferma che il suo sogno del roseto<br />

poteva diventare realtà. Rose rampicanti si alternavano<br />

a rose indiche e a cespugli fioriti, una miriade<br />

di tonalità dal rosa tenue al rosso e nel bel mezzo<br />

boccioli bianchi. Oggi il roseto vanta dolci sentieri,<br />

sculture, sfere in vetro colorate e diverse costruzioni<br />

per le rose rampicanti. A questo s’aggiungono<br />

comode sedie e divanetti che invitano a una<br />

piacevole sosta. Visitatori sono sempre ben accetti!<br />

L’unica regola imposta dalla padrona del roseto e<br />

il rispetto del silenzio. “I visitatori del roseto sono<br />

sempre ospiti piacevoli. Quasi tutti apprezzano la<br />

pace che i visitatori aleggia nel giardino e quasi sempre<br />

sono senza parole di fronte a tanta bellezza” sostiene<br />

Lotte Zemmer non senza orgoglio.<br />

Anche i caprioli sembrano apprezzare i boccioli di<br />

rosa soprattutto in autunno. Sono una vera prelibatezza<br />

e nessun steccato separa gli animali dal roseto.<br />

La giardiniera sopporta la perdita con calma,<br />

in effetti capisce anche i caprioli. Quando però una<br />

mattina incontrò nel roseto due giganteschi cervi<br />

ebbe un po’ di timore.<br />

Nell’estate 2011 la signora ha vissuto un evento<br />

magico: nel roseto è stata battezzata una nuova<br />

rosa. Dopo aver chiesto ai rosicoltori Kordes se<br />

fosse possibile eseguire anche in Alto Adige un<br />

battesimo di rosa, le vennero inviati dieci esemplari<br />

da visionare. A quel punto la signora scelse<br />

una rosa a cespuglio resistente e semplice di un<br />

tenue colore bianco­rosa. La nuova rosa venne battezzata<br />

con il nome “Dolomiti” perché rispecchia<br />

nella fioritura i colori delle montagne dolomitiche.<br />

Bulla è una delle tre frazioni ladine appartenenti<br />

al territorio comunale di Castelrotto. La maggioranza<br />

degli abitanti parla oltre al tedesco e all’italiano,<br />

anche il ladino, terza lingua parlata in Alto<br />

Adige. Quest’antica lingua retoromanza viene in<br />

parte anche parlata nelle scuole e negli uffici amministrativi<br />

della Val Gardena. Geograficamente il<br />

paese di Bulla si trova in Val Gardena. Si estende<br />

a 1.500 m s.l.m. e con meno di 200 abitanti rappresenta<br />

un vero paradiso di pace in una valle, la<br />

Val Gardena appunto, notoriamente vocata per il<br />

turismo.<br />

Sembra che qui il tempo si sia fermato. Nel centro<br />

di Bulla troviamo la chiesa dedicata a San Leonardo.<br />

Il paese vanta inoltre tre locande e varie<br />

possibilità di pernottamento. Il vecchio molino<br />

lungo il Rio Bulla è stato ristrutturato alcuni anni<br />

fa e in determinati giorni è possibile assistere al<br />

procedimento antico della macina. Oltre al bellissimo<br />

roseto della signora Zemmer, il paese di Bulla<br />

riserva un’ulteriore attrazione: nell’estate 2011 è<br />

stato inaugurato il “geotrail”, un sentiero geologico<br />

tra il Passo Pinei e Bulla. Lungo il percorso facile<br />

che può essere percorso in tre ore si trovano<br />

otto interessanti cartelli informativi che spiegano<br />

la storia evolutiva delle Dolomiti, dal 2009 Patrimonio<br />

naturale UNESCO. «<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 25


“Schwoagen“<br />

all’Alpe di Siusi<br />

che bella giornata di settembre! oggi, finalmente, dopo numerose chiamate, sono riuscita<br />

nel mio intento: c’è il contadino, il bestiame è accudito, il fieno è stato portato a valle.<br />

Zenzl e sepp hanno finalmente tempo di raccontarmi della loro vita in malga.<br />

Testo: Rosa Maria Erlacher<br />

Foto: Helmuth Rier<br />

26 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

» Trovare<br />

oggi i cosiddetti “Schwoager“<br />

all’Alpe di Siusi è quasi un miracolo.<br />

Una volta, 30 – 40 anni fa, era diverso.<br />

Era naturale che le famiglie contadine<br />

in estate si trasferissero con il bestiame e suppellettili<br />

domestici in malga, portassero il fieno in<br />

valle e lavorassero il latte. Oggi il latte viene raccolto<br />

il mattino di buon’ora dal camion cisterna<br />

latte e trasportato in latteria. Recinzioni elettriche<br />

tengono a bada il bestiame, non c‘è più bisogno dei<br />

pastori e della “Schwoagerin” che accudisce i pastori,<br />

cura il bestiame, munge le mucche, fa burro<br />

e formaggio. Ora ci sono le mungitrici elettriche,<br />

la sera e il mattino il contadino raggiunge la malga<br />

in macchina, conduce il bestiame in stalla, colloca<br />

i contenitori del latte al margine della strada e ri­ »<br />

Il forno è la parte<br />

centrale della malga.<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 27


Come una volta:<br />

Zenzl all’Alpe di Siusi.<br />

torna a casa in valle. A volte sorveglia il bestiame<br />

al pascolo, controlla gli abbeveratoi e sposta le recinzioni<br />

elettriche.<br />

A 2.000 d’altitudine. Alla malga Stompfeter il<br />

tempo sembra essersi fermato. Sepp, il contadino<br />

della malga e sua moglie Zenzl, amano trascorrere<br />

le estati in malga come un tempo. Inoltre desiderano<br />

aiutare il figlio Reinhold che ora gestisce<br />

il bellissimo maso situato tra Castelrotto e Siusi.<br />

Reinhold, d’altro canto, apprezza molto il fatto che i<br />

genitori curino il bestiame in malga nei mesi estivi.<br />

La mandria è composta da 50 animali, tra cui 18<br />

mucche da latte, il resto sono vitelli d’allevamento.<br />

Gli animali pascolano sui ripidi pendii sotto le creste<br />

delle montagne e per Sepp, oramai settantaduenne,<br />

è un lavoro di grande impegno e responsabilità.<br />

Deve tenere d’occhio e curare gli animali,<br />

controllare le recinzioni, condurre il bestiame<br />

in stalla la sera, mungere le mucche due volte al<br />

giorno e portare i bidoni del latte in strade in modo<br />

che possano essere raccolti dal camion cisterna<br />

latte. Nonostante tutto gli rimane del tempo per il<br />

suo hobby preferito: fare musica con la sua banda<br />

musicale. Quando si dedica alla musica può succedere<br />

che ritorni anche abbastanza tardi, dice sua<br />

moglie Zenzl.<br />

Ma anche in questi casi Zenzl non ha tempo per<br />

annoiarsi. Cura i quattro grossi maiali che si roto­<br />

lano nel fango dietro la malga, coltiva l’orto dove, a<br />

2.000 metri s.l.m., crescono erbe officinali, spezie<br />

e insalate che utilizza per preparare ottimi piatti<br />

per Sepp e gli ospiti della malga. Con il latte fresco<br />

di malga fa il burro. Una parte del burro viene<br />

messa in congelatore per l’inverno. Zenzl si occupa<br />

anche dei tanti gerani e garofani che fioriscono<br />

ovunque.<br />

Forno a legna e macchina del caffè. “La corrente<br />

elettrica ha portato qualche comodità in più<br />

in malga”, dice Zenzl. Oggi, vicino al forno a legna,<br />

troneggia una macchina del caffè elettrica. Zenzl<br />

possiede inoltre una lavatrice, utilizza l’acqua calda<br />

corrente e la mungitrice elettrica. In questo modo<br />

si trovano a proprio agio anche la nuora Manuela<br />

e i tre nipotini Lisa, Julia e Jakob quando in estate<br />

trascorrono qualche giorno in malga. “Vengono a<br />

trovarci quasi ogni fine settimana, e la domenica<br />

andiamo insieme a messa nella Chiesetta presso il<br />

Rifugio Zallinger”, racconta Zenzl. Durante la settimana<br />

arriva spesso anche Reinhold per effettuare<br />

delle migliorie alla casa. Quest’anno, il qualificato<br />

carpentiere, vuole rinnovare la scala in legno e il<br />

solaio. Per questo motivo sta scaricando le assi di<br />

legno dal trattore.<br />

Reinhold ha sempre molto da fare in malga. In primavera<br />

deve concimare i prati con il letame naturale<br />

e all’inizio di agosto lavorare il fieno e portarlo<br />

a valle. “Un po’ di fieno rimane sempre in malga”,<br />

»<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 29


30 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

dice Sepp. Serve per gli animali quando<br />

devono rimanere in stalla perché sono<br />

ammalati oppure le mucche sono gravide<br />

e figliano. Questo succede soprattutto in<br />

autunno. A volte, in caso di una nevicata<br />

anticipata, gli animali devono rimanere<br />

in stalla anche a settembre. “Fortunatamente<br />

la neve si scioglie subito e non disturba<br />

particolarmente gli animali giovani“,<br />

spiega Sepp. Gli animali giovani,<br />

rispetto alle vacche, sono forti, arrivano<br />

in malga con anticipo già a fine maggio e<br />

ritornano in valle, tempo permettendo,<br />

solo a inizio ottobre.<br />

Verdi alpeggi e rocce dolomitiche.<br />

Sepp cura gli animali in modo impeccabile.<br />

Tutti gli animali sono ben nutriti,<br />

puliti e strigliati. Anche la malga ha un<br />

aspetto molto curato: tutto ha il suo ordine.<br />

I contenitori del latte sono accuratamente<br />

accatastati per permettere una<br />

perfetta asciugatura, i recinti sono curatissimi.<br />

Un’immagine d’altri tempi: la<br />

malga al sole, sullo sfondo i verdi alpeggi<br />

orlati da file di cembri color verde scuro in<br />

contrasto con le rocce dolomitiche bianche<br />

dell’imponente Sasso Piatto.<br />

La discesa dall’alpeggio (transumanza)<br />

è ancora lontana, ma le giornate si sono<br />

già accorciate e le notti sono già più fresche.<br />

Sepp deve provvedere alla legna<br />

da ardere nella stufa, ma deve anche già<br />

pensare a raccogliere la legna per la prossima<br />

primavera. Il “calduccio“ in malga<br />

deve essere sempre garantito, soprattutto<br />

quando il tempo si fa umido e la<br />

fredda aria di montagna irrigidisce gli<br />

arti. In questo periodo la malga viene visitata<br />

da cacciatori, forestali e contadini<br />

amici che amano riscaldarsi nell’accogliente<br />

“stube”. Sono sempre ospiti graditi.<br />

Volentieri si scambiano due parole<br />

oppure si gioca a carte.<br />

E quando le gelide notti bruciano la vegetazione<br />

nei prati, è arrivato, anche per<br />

i due “Schwoager”, il momento di chiudere<br />

la malga e ritornare in valle per l’inverno.<br />

«<br />

Idillio: la malga Stampfeter<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 31


Divertimento<br />

sospesi nell’aria<br />

l’estate è la stagione delle attività all’aperto. lo slacklining, un esercizio<br />

di equilibrio su una fettuccia di nylon, si è imposto in europa negli<br />

ultimi anni e si è trasformato lentamente in uno sport di tendenza.<br />

Testo: Barbara Pichler<br />

Foto: Helmuth Rier<br />

32 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

»<br />

Lo slacklining nasce negli anni sessanta<br />

negli USA nell’ambiente degli freeclimber<br />

e oggi conta tra gli appassionati<br />

tantissimi giovani sportivi. Stare in equilibrio<br />

sulla fettuccia di nylon (slackline) significa divertimento<br />

puro!<br />

Slacklining ai piedi dello Sciliar. Lo slacklining<br />

conta molti simpatizzanti tra giovani,<br />

freeclimber e sportivi anche nella zona<br />

dell’Alpe di Siusi. Non importa se nel proprio<br />

giardino oppure al lago, il semplice fissaggio<br />

dello slackline (fettuccia elastica) trasforma<br />

in breve tempo quasi ogni luogo in una palestra<br />

di divertimenti. Servono solo due punti<br />

fissi e stabili, alberi, colonne oppure rocce<br />

dove fissare lo slackline e il divertimento è<br />

garantito. In estate è pertanto possibile incontrare<br />

giovani appassionati di slacklining<br />

sul Colle sopra Castelrotto, lungo il percorso<br />

della salute di Denise Karbon e Peter Fill in<br />

prossi mità del campo sportivo Wasserebene,<br />

nella piscina di Telfen, presso le rovine di<br />

Castelvecchio oppure lungo le sponde del<br />

Laghetto di Fiè.<br />

Non appena viene fissata la fettuccia di nylon<br />

larga 2,5 cm si avvicinano i primi curiosi:<br />

bambini e adulti che vogliono assistere allo<br />

spettacolo. Quasi nessuno conosce il nome di<br />

questa nuova disciplina, molti spettatori pensano<br />

di assistere ad uno spettacolo di funamboli.<br />

Ma l’arte dei funamboli è una disciplina<br />

riservata solo agli artisti che si esibiscono su<br />

una fune tesa ad altezze vertiginose. Lo slacklining<br />

è diverso. Può essere praticato da tutti<br />

e quasi tutti vogliono provarlo!<br />

Slacklining: allenamento perfetto<br />

per corpo e mente.<br />

Il termine slackline deriva dall’inglese e significa<br />

fettuccia. Al contrario della fune tesa<br />

e rigida dei funamboli, la fettuccia è elastica<br />

e per i principianti viene fissata a mezzo metro<br />

sopra il suolo. Questo soprattutto per salvaguardare<br />

la sicurezza. Al primo tentativo<br />

si è sempre un po’ traballanti, soprattutto<br />

per l’emozione. Dopo un po’ ci si entusiasma<br />

come quando da bambini si tentava di tenersi<br />

in equilibrio sopra uno steccato. Si prova e<br />

si riprova. Ogni minuto con i piedi per terra<br />

sembra tempo perso e si tenta di risalire sullo<br />

slackline non appena libero. Dopo i primi successi<br />

– quando il corpo si è abituato alla nuova<br />

dimensione sospesa – aumenta l’entusiasmo.<br />

Ora è possibile correre avanti e indietro. I più<br />

esperti riescono a fare giravolte, salti e trucchi<br />

acrobatici. Slacklining significa divertimento,<br />

sport e allenamento perfetto per corpo e<br />

mente. Lo slacklining richiede all’atleta una<br />

combinazione tra equilibrio, concentrazione<br />

e coordinamento. Cercare di stare in equilibrio<br />

sullo slackline permette di allenarsi in<br />

modo giocoso e sempre più sportivi ne sperimentano<br />

gli effetti positivi. Lo slacklining permettere<br />

di trascorrere ore divertenti all’aria<br />

aperta. Come spettatori, ma soprattutto partecipando.<br />

Sport estremo. Dai primi tentativi negli anni<br />

sessanta lo slacklining si è molto evoluto. Ora<br />

la fettuccia si è allungata e viene fissata più<br />

in alto. Lo slackining si è trasformato in uno<br />

sport estremo di tendenza. Gli arrampicatori<br />

fissano lo slackline tra due picchi opposti<br />

e tentano di tenersi in equilibrio, muniti di<br />

un’apposita attrezzatura, a centinaia di me­<br />

»<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 33


34 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

tri sopra il suolo. Lo slackline più alto d’Europa,<br />

una cosiddetta highline, è stato fissato a 4.500<br />

metri nella zona del Monte Rosa. Lo slackline<br />

più lungo, una longline, conta più di 300 metri.<br />

Una lunghezza del genere richiede massima<br />

concentrazione – la fettuccia tende ad oscillare!<br />

Una jumpline funziona come un trampolino.<br />

Lo slackline è molto teso ed è possibile<br />

effettuare giravolte e perfino salti acrobatici.<br />

Nel caso della waterline, un slackline sopra<br />

l’acqua, è soprattutto il movimento dell’acqua<br />

a rendere difficile il bilanciamento. Se l’acqua è<br />

abbastanza profonda questo è pertanto il metodo<br />

migliore per perfezionare trucchi e salti.<br />

Storia. Circa 50 anni fa, nella californiana Yosemite<br />

Valley, alcuni arrampicatori, per pas­<br />

sare il tempo, iniziarono a tenersi in equilibrio<br />

su delle funi. Era un modo per allenare il senso<br />

dell’equilibrio e il coordinamento durante le<br />

pause tra un’arrampicata e l’altra. Negli anni<br />

ottanta si passò alla fettuccia in nylon e si fissò<br />

una carrucola per fissare meglio lo slackline.<br />

Più tardi si iniziò a tendere la fettuccia con un<br />

apposito gancio. Anche se lo slacklining è arrivato<br />

dagli USA già da molti anni, in Europa ha<br />

iniziato a essere apprezzato solo di recente.<br />

Per i principianti sono disponibili diversi “slackline<br />

set“ che contengono tutto ciò che serve<br />

per avvicinarsi alla disciplina. Poiché si tende<br />

spesso a fissare lo slackline agli alberi, consigliamo<br />

al momento dell’acquisto, di pensare anche<br />

ad un’appropriata protezione per l’albero. «<br />

Otto teste, un unico obiettivo<br />

la “cavalcata oswald von Wolkenstein”, lo spettacolo equestre più grande dell’alto adige festeggia<br />

la sua 30esima edizione. 30 anni, ma l’entusiasmo dei cavalieri e degli spettatori è sempre lo stesso!<br />

Quando Georg Gasslitter esce dal recinto<br />

dei cavalli si percepisce subito la<br />

forza di una persona in sintonia con la<br />

natura e se stesso. Il contadino d’alta montagna<br />

ha dedicato tutta la sua vita ai cavalli ed è molto<br />

fiero e grato di aver avuto la singolare opportunità<br />

di partecipare a 29 edizioni della “Cavalcata<br />

Oswald von Wolkenstein”. Ora si sta preparando<br />

per partecipare all’inizio di giugno <strong>2012</strong><br />

alla 30esima edizione dello spettacolo equestre<br />

più emozionante della stagione.<br />

Georg Gasslitter è orgoglioso di aver partecipato<br />

a tutte le edizioni del torneo cavalleresco<br />

più importante dell’Alto Adige e di aver<br />

lasciato, anche se in modo molto discreto, la<br />

propria impronta. I soli cavalieri non sarebbero<br />

mai riusciti a trasformare il torneo cavalleresco<br />

Oswald von Wolkenstein in ciò che è diventato<br />

ai giorni nostri, sostiene il signor Gasslitter. I cavalieri<br />

e le cavallerizze hanno il solo compito di<br />

occuparsi dei cavalli e di pensare a se stessi. La<br />

buona riuscita della manifestazione è però affidata<br />

a una macchinosa organizzazione e centinaia<br />

di volontari instancabili. Ma il grande<br />

merito del successo è da riporre nel grande<br />

entusiasmo degli innumerevoli spettatori che,<br />

di anno in anno, partecipano alla manifestazione<br />

incitando con slancio cavalieri e cavallerizze<br />

e trasformando il torneo in uno spettacolo<br />

unico e indimenticabile.<br />

A partire dal mese di marzo di ogni anno, ai<br />

piedi dello Sciliar non si parla d’altro che del<br />

torneo. “Ogni cavaliere può confermare“, dice<br />

Gasslitter, “che non c’è niente di più importante<br />

della Cavalcata Oswald von Wolkenstein“.<br />

Solo chi ha già partecipato al torneo può capire<br />

la tensione e le emozioni della gara. Tutto questo<br />

naturalmente, a prescindere dallo stupendo<br />

scenario montano che circonda i luoghi in cui si<br />

disputa la gara.<br />

»<br />

»<br />

Intervista: Elisabeth Augustin<br />

Foto: Helmuth Rier<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 35


Ambiziosi:<br />

cavallo e cavaliere.<br />

<strong>ALPE</strong> ha parlato con Georg<br />

Gaslitter dell’entusiasmo, delle<br />

delusioni, delle sfide e del futuro<br />

del torneo Oswald von Wolkenstein<br />

nell’immaginario dei giovani.<br />

<strong>ALPE</strong>: Lei ha partecipato a tutte<br />

le edizioni del torneo cavalleresco<br />

Oswald von Wolkenstein.<br />

Non si è ancora stancato?<br />

Georg Gasslitter: No, assolutamente.<br />

Se Dio vuole, vorrei continuare<br />

ancora per molto tempo. La<br />

voglia di cavalcare e lo spirito<br />

combattivo non conoscono età. E<br />

con il passare del tempo aumenta<br />

anche l’esperienza.<br />

Qual è stato il momento<br />

più bello?<br />

Ce ne sono molti, e non sempre<br />

sono legati a una vittoria. Le partecipazioni<br />

degli ultimi anni sono<br />

forse le più belle. A un certo<br />

punto noi cavallerizzi abbiamo<br />

iniziato ad allenarci con meno<br />

pressione. Ora la partecipazione<br />

al torneo è più rilassata che negli<br />

anni passati.<br />

Ci sono stati dei momenti<br />

deludenti?<br />

A questo proposito mi viene in<br />

mente la cavalcata del 1992,<br />

quando sono caduto da cavallo<br />

durante il percorso tra le porte di<br />

Castel Prösels. In quell’occasione<br />

il mio cavallo perse un ferro. Era<br />

piovuto tutta la settimana e il terreno<br />

era completamente bagnato.<br />

La mia caduta costò la gara alla<br />

mia squadra. Avevo perso troppo<br />

tempo. Una curiosità: ho ritrovato<br />

il ferro un anno più tardi nel<br />

corso di un allenamento. Un segno<br />

dal cielo. Quell’anno la mia<br />

squadra vinse il torneo.<br />

Quante volte ha vinto il torneo?<br />

Ho avuto la fortuna di vincere il<br />

torneo otto volte: nel 1984, 1985,<br />

1987, 1993, 1994, 1996 e nel 1997<br />

vinsi in squadra con i miei fratelli.<br />

Nel 2008 vinsi la corsa con la mia<br />

nuova squadra composta da mio<br />

fratello Reinhold, Stefan Moser e<br />

Konrad Hofer.<br />

E‘ riuscito a trasmettere<br />

l’entusiasmo per il torneo<br />

ai suoi figli?<br />

La mia famiglia mi segue da sempre<br />

e mi sprona anche durante gli<br />

allenamenti. I miei cinque figli e<br />

mia moglie sono dei cavallerizzi<br />

provetti. Andiamo a cavallo tutto<br />

l’anno e partecipiamo a svariate<br />

gare. La mia famiglia partecipa a<br />

ogni avvenimento. Un tempo<br />

presso il maso c’era un maneggio.<br />

Attualmente, oltre al bestiame,<br />

teniamo otto cavalli. I miei figli<br />

crescono con i cavalli, come del<br />

resto sono cresciuto io. Per il mio<br />

primogenito è naturale partecipare<br />

al torneo cavalleresco<br />

Oswald von Wolkenstein, come<br />

per me 29 anni fa, quando ho partecipato<br />

alla primissima edizione.<br />

Anche sua moglie Evi ha<br />

partecipato al torneo?<br />

Evi ha partecipato al torneo per<br />

cinque anni di seguito. Due volte<br />

ha fatto parte di una squadra<br />

completamente femminile. Le<br />

quattro cavallerizze molto combattive<br />

si sono perfino guadagnate<br />

un articolo con foto intitolato<br />

“Tyrolean Razzle­Dazzle” nel<br />

New York Times.<br />

Quali caratteristiche deve<br />

avere una squadra?<br />

I quattro componenti della squadra<br />

devono andare d’accordo, interagire,<br />

fidarsi ciecamente l’una<br />

dell’altra, sapersi motivare, rispettarsi<br />

e superare il proprio egoismo.<br />

Tutti devono sapere cavalcare<br />

bene e possedere un buon<br />

cavallo. Non è così facile quanto<br />

sembra e ogni torneo si rivela<br />

un’avvincente novità che appassiona<br />

i cavalieri e gli spettatori.<br />

Tutto deve essere perfetto.<br />

Quanto si allena personalmente<br />

per il torneo, o questo<br />

è un suo segreto?<br />

Una volta mi allenavo ogni giorno<br />

per svariati mesi. A volte da solo,<br />

a volte con la squadra. Nel corso<br />

degli anni ho sviluppato un certo<br />

automatismo. Appena inizia la<br />

primavera si parte! Anche se a<br />

volte per il cavallo sarebbe meglio<br />

allenarsi meno.<br />

Con questo vuole dire che il<br />

cavallo supera il cavaliere?<br />

Assolutamente. I cavalli hanno<br />

una capacità d’apprendimento eccezionale<br />

e si ricordano benissimo<br />

le mosse dell’anno precedente.<br />

E da non dimenticare: i<br />

cavalli sono ambiziosi! Spesso più<br />

ambiziosi del cavaliere stesso.<br />

Come reagisce il cavallo<br />

se il cavaliere è nervoso?<br />

Impazienza e nervosismo si trasmettono<br />

molto facilmente. Anche<br />

se è proprio il cavallo che<br />

spesso non vede l’ora di partire.<br />

Se poi qualcosa non va per il verso<br />

giusto, il cavaliere cerca spesso la<br />

colpa nel cavallo, anche se è quasi<br />

impossibile che questo sbagli.<br />

Ebbene sì, durante il torneo cavalleresco<br />

Oswald von Wolkenstein<br />

siamo quattro cavalieri e quattro<br />

cavalli. Quindi “otto teste”, un’impresa<br />

difficile da governare!<br />

Quale è il suo gioco preferito<br />

durante il torneo?<br />

Il percorso tra le porte di Castel<br />

Prösels è sempre stato la mia passione.<br />

È l’ultimo gioco del torneo,<br />

sicuramente quello più impegnativo<br />

che decreta il successo<br />

dell’intera gara.<br />

Qual è il momento più<br />

carico di tensione?<br />

Logicamente la partenza. Si parte<br />

da Castelrotto con il primo gioco<br />

impegnativo che rappresenta già<br />

una sfida del tutto particolare. Solitamente<br />

sono più agitati i miei<br />

famigliari che assistano al torneo.<br />

Partecipare è più facile che assistere,<br />

sostiene mia moglie Evi.<br />

Come vede la cavalcata<br />

tra 30 anni?<br />

(ride) Con gli occhi di un ottantenne.<br />

A parte gli scherzi, penso<br />

che la manifestazione abbia un<br />

grande futuro. Non esiste infatti<br />

niente di paragonabile. La Cavalcata<br />

è particolarmente importante<br />

per le giovani leve che durante il<br />

torneo hanno la possibilità di misurarsi.<br />

Quali sono i cavalli che ha<br />

cavalcato in tutti questi anni?<br />

Ho iniziato cavalcando una cavalla<br />

avelignese di nome “Hex” e dal<br />

1984 al 1993 ho partecipato con<br />

“Elfi”, sempre una cavalla avelignese.<br />

Di seguito ho partecipato<br />

con il Quarter avelignese Sunny.<br />

Ora mi presento al via con il mio<br />

Quarter Horse Smart. Mentre negli<br />

anni passati potevano partecipare<br />

al torneo esclusivamente i<br />

biondi cavalli avelignesi, ora sono<br />

ammesse tutte le razze.<br />

Chi sono i suoi rivali<br />

più temibili?<br />

Un tempo sicuramente la squadra<br />

di Fiè allo Sciliar. Ora c’è più equilibrio<br />

e sono tante le squadre con<br />

ottime possibilità, tra queste sicuramente<br />

le squadre della Val Sarentino<br />

e del Renon.<br />

Durante il torneo rimane<br />

sufficiente tempo per<br />

ammirare il meraviglioso<br />

paesaggio naturale?<br />

Il percorso è un vero incanto.<br />

Ogni volta è un’avventura indimenticabile.<br />

È magnifico partire<br />

all’alba da Castel Forte a Ponte<br />

Gardena e proseguire lungo sentieri<br />

naturali, prati e boschi alla<br />

volta dei quattro luoghi in cui si<br />

disputa la gara: Castelrotto, Siusi<br />

allo Sciliar, il Laghetto di Fiè e<br />

infine Castel Prösels. «<br />

Georg<br />

Gasslitter<br />

ha iniziato la sua carriera<br />

in occasione della Cavalcata<br />

Oswald von Wolkenstein<br />

del 1983 quando partecipò<br />

con i suoi fratelli<br />

Konrad, Toni e Isolde. Di<br />

seguito entrarono a far<br />

parte della squadra i fratelli<br />

Reinhold e Andreas in<br />

quella che tra gli avversari<br />

era conosciuta come la<br />

formazione molto temuta<br />

dei “Telfen/Castelrotto”.<br />

Con complessivamente<br />

otto vittorie Georg Gaslitter<br />

detiene finora il record<br />

del cavaliere più vittorioso.<br />

I quattro giochi del torneo<br />

sono molto impegnativi<br />

per cavaliere e cavallo:<br />

il “passaggio degli<br />

anelli” sul Monte Calvario<br />

a Castel rotto, il “labirinto”<br />

al Matzlbödele, ai piedi<br />

dello Sciliar, “ il galoppo”<br />

nei pressi del Laghetto<br />

di Fiè, nonché il “passaggio<br />

tra le porte” ai piedi<br />

dell’imponente Castel<br />

Prösels.<br />

Georg Gasslitter gestisce<br />

con la moglie Evi e i suoi<br />

cinque figli l’agriturismo<br />

Oberlanzin a Castelrotto.<br />

I suoi due figli maschi e<br />

le tre figlie, di età compresa<br />

tra gli 11 e 17 anni,<br />

sono tutti cavallerizzi provetti<br />

e sicuramente sentiremo<br />

parlare di loro in<br />

occasione delle prossime<br />

edizioni della Cavalcata<br />

Oswald von Wolkenstein.<br />

Il figlio Martin ha partecipato<br />

al torneo nel 2011<br />

con la squadra “Kastelruth<br />

Königswarte” e, a detta di<br />

suo padre, ha ottenuto un<br />

risultato di tutto rispetto.<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 37


Anteprima estate ’12<br />

>1 - 3 giugno <strong>2012</strong><br />

30 ° cavalcata oswald<br />

von Wolkenstein<br />

Nessun altro evento riesce a fondere<br />

così sapientemente storia,<br />

sport, tradizione, cultura e folclore<br />

come la celebre cavalcata intitolata<br />

ad Oswald von Wolkenstein. Il<br />

tradizionale spettacolo equestre è<br />

celebrato ogni anno sullo sfondo<br />

di un paesaggio unico e di fronte<br />

ad un pubblico in visibilio. Il torneo<br />

storico ha inizio al Castel Forte a<br />

Ponte Gardena: vessilli al vento, i<br />

cavalieri passano di torneo in torneo<br />

mettendo alla prova le loro<br />

doti di velocità, abilità e governo<br />

del cavallo. Spirito di squadra, coraggio<br />

e amore per l’animale: questi<br />

i requisiti fondamentali chiesti<br />

ad una squadra che voglia aggiudicarsi<br />

il prestigioso concorso. Al<br />

termine delle sfide, la solenne premiazione<br />

a Castel Prösels fra la<br />

pompa e lo sfarzo tipici del grande<br />

poeta e cantore lirico. La presentazione<br />

delle squadre partecipanti<br />

e la grande festa si terranno<br />

nella località di Fiè allo Sciliar.<br />

www.ovwritt.com<br />

38 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

> 8/9 giugno <strong>2012</strong><br />

Grande open air<br />

dei Kastelruther spatzen<br />

L’open air dei Kastelruther Spatzen<br />

giunge nel <strong>2012</strong> alla sua sedicesima<br />

edizione. Migliaia di fans attesi a<br />

Castelrotto per applaudire i<br />

beniamini, pronti ad esibirsi<br />

sullo sfondo di uno spettacolo<br />

musicale senza eguali.<br />

> 17 giugno - 1 luglio <strong>2012</strong><br />

Cucina naturale<br />

di Fiè allo Sciliar<br />

Da anni, ormai, i cuochi di Fiè scelgono<br />

il mese di giugno per annunciare<br />

l’estate a suon di piatti leggeri<br />

e appetitosi. All’arrivo della bella stagione,<br />

con le primizie dolci e succose<br />

a far capolino negli orti, la voglia di<br />

piatti naturali e genuini prende il sopravvento.<br />

Il giugno gastronomico di<br />

Fiè affascina per la naturalezza delle<br />

sue pietanze, create con delicatezza<br />

e servite con amore. Un’occasione<br />

da non perdere per tutti coloro che<br />

amano una cucina buona e sana.<br />

>5 - 25 luglio <strong>2012</strong><br />

schlern international<br />

music Festival<br />

Per settimane si spargeranno nell’aria<br />

di Fiè e dintorni note e melodie<br />

classiche, da Anton Bruckner a<br />

Zemlinsky. Giovani talenti dagli USA,<br />

dal Giappone e dalla Corea, tentano<br />

l’ascesa all’Olimpo della musica<br />

classica regalando ogni giorno<br />

indimenticabili concerti in chiese<br />

e cappelle all’ombra dello Sciliar.<br />

www.schlernmusicfestival.eu<br />

> 2 luglio - 31 agosto <strong>2012</strong><br />

estate: tutti in famiglia!<br />

In estate l’Alpe di Siusi si trasforma<br />

in un paradiso magico per i bambini:<br />

uno straordinario programma<br />

di esplorazioni della natura e spedizioni<br />

sul campo accompagna bambini<br />

e adulti lungo un viaggio all’insegna<br />

della scoperta di un ambiente<br />

naturale unico, la regione dell’Alpe<br />

di Siusi.<br />

Assieme alla strega Martha, grandi<br />

e piccini vanno sulle tracce di streghe<br />

e stregoni. Si può scegliere tra<br />

una passeggiata notturna tra fate e<br />

folletti assieme alla strega Martha,<br />

cucinare un pasto da strega oppure<br />

ricercare magici simboli; lo spasso e<br />

il mistero sono garantiti.<br />

Coloro che invece preferiscono<br />

esplorare la vita di un maso lo possono<br />

fare con il programma “Un universo<br />

in fattoria”. Oltre a vedere da<br />

vicino mucche e cavalli le famiglie<br />

scopriranno anche come il grano si<br />

trasforma in farina.<br />

> 20 - 23 luglio <strong>2012</strong><br />

alpe di siusi running<br />

shoe experience<br />

Una novità nel programma Running<br />

attorno all’Alpe di Siusi è il test<br />

di scarpe da running Alpe di Siusi<br />

Running Shoe Experience. Tutti i<br />

partecipanti avranno la possibilità<br />

di testare in anteprima i modelli<br />

delle collezioni di scarpe da running<br />

dell’anno 2013 dei marchi protagonisti<br />

su diversi percorsi con<br />

differenti caratteristiche e una lunghezza<br />

totale di oltre 180 kilometri.<br />

> 9 luglio - 13 agosto <strong>2012</strong><br />

summer classics<br />

di siusi allo sciliar<br />

Summer Classics di Siusi allo Sciliar<br />

Agli appassionati di musica classica,<br />

Siusi propone anche quest’anno una<br />

serie di straordinari concerti. Artisti<br />

italiani con alle spalle esperienze internazionali<br />

si esibiranno sulle note<br />

di grandi compositori. Con il suo<br />

alto livello, la “Summer Classics” è<br />

da tempo parte integrante del programma<br />

culturale estivo proposto,<br />

ai piedi dello Sciliar, ad un pubblico<br />

estasiato di residenti e villeggianti.<br />

> <strong>Estate</strong> <strong>2012</strong><br />

estate a castel prösels<br />

L’estate a Castel Prösels riserva<br />

anche per il <strong>2012</strong> serate superbe e<br />

matinées d’incanto. Il prezioso repertorio<br />

degli artisti, musicisti e<br />

cantanti, spazia dalle morbide sonorità<br />

della musica classica alla<br />

genuinità della musica popolare<br />

fino alle eleganti note del jazz.<br />

E per chi non assiste ai concerti,<br />

l’opportunità di esplorare le antiche<br />

mura è comunque offerta<br />

dalle visite guidate, organizzate<br />

durante tutta la stagione calda.<br />

www.schloss-proesels.it<br />

> 2 settembre <strong>2012</strong><br />

concorso pianistico<br />

int. Ferruccio Busoni<br />

concerto commemorativo<br />

(Vedi pagina 14)<br />

> 1-31 ottobre <strong>2012</strong><br />

35° dispensa di Fiè<br />

Uno spunto per i buongustai e gli<br />

amanti della cucina locale: la Dispensa<br />

di Fiè allo Sciliar. Dal 1978<br />

i ristoratori della località invitano<br />

a pratecipare all’Ottobre gastonomico,<br />

pronti a sorprendere ancora<br />

una volta con la rivisitazione di<br />

piatti tradizionali. Piatti creati con<br />

amore e serviti con altrettanta passione.<br />

Piatti originali eppure antichi.<br />

L’ottobre culinario di Fiè: un’occasione<br />

da non lasciarsi sfuggire.<br />

> 12-14 ottobre <strong>2012</strong><br />

Festa dei<br />

Kastelruther spatzen<br />

La tradizione ha un nome. 28 anni<br />

di “Festa dei Kastelruther Spatzen”:<br />

l’occasione per festeggiare è ancora<br />

più grande, fra migliaia di<br />

fans radunati sotto il grande tendone<br />

di Castelrotto. Un’emozione<br />

davvero senza eguali.<br />

estate | <strong>ALPE</strong> 39


Anteprima inverno ’12/13<br />

> Dicembre <strong>2012</strong><br />

natale a castelrotto<br />

Per la settima volta gli abitanti di<br />

Castelrotto rivelano i segreti delle loro<br />

antiche usanze natalizie. Le contadine<br />

di Castelrotto allietano poi gli ospiti<br />

del Mercatino a suon di biscotti di panpepato,<br />

dolci natalizi, panforte e<br />

krapfen. Il 14 e il 15 dicembre l’appuntamento<br />

è anche con i “Kastelruther<br />

Spatzen”, e le loro note musicali: l’ideale<br />

per favorire l’atmosfera di raccoglimento<br />

che precede il Natale.<br />

> 07-9 dicembre <strong>2012</strong><br />

> 14-16 dicembre <strong>2012</strong><br />

> 21-23 dicembre <strong>2012</strong><br />

> 28-30 dicembre <strong>2012</strong><br />

www.kastelruther-weihnacht.com<br />

> 10 - 20 gennaio 2013<br />

antiche ricette dei<br />

banchetti nuziali<br />

Dal 10 al 20 gennaio in alcuni ristoranti<br />

di Castelrotto sarà possibile rivivere<br />

l’atmosfera e il gusto dei banchetti<br />

nuziali tradizionali, attraverso una carrellata<br />

di cibi prelibati proprio come si<br />

usava in occasione dei matrimoni contadini.<br />

Tra le varie specialità indichiamo:<br />

sella di camoscio marinato,<br />

frattaglie di vitello con canederli, nodino<br />

di cervo alle erbe, formaggio grigio<br />

con cipolla, pane dolce nuziale e<br />

“krapfen” al papavero.<br />

40 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

> 13 gennaio 2013<br />

il matrimonio contadino<br />

di castelrotto<br />

Lo spettacolo in costume più affascinante<br />

dell’Alto Adige. Si tratta della<br />

ricostruzione storica di un matrimonio<br />

contadino, così come si celebrava un<br />

tempo ai piedi dello Sciliar. Il matrimonio<br />

contadino ha inizio a S. Valentino,<br />

luogo dal quale il corteo nuziale ci si<br />

incammina con la slitta trainata dai<br />

cavalli splendidamente addobbata –<br />

nella più precisa osservanza dell’ordine<br />

da sempre seguito – e attraversa<br />

campi innevati per giungere fino a<br />

Castelrotto.<br />

> 20 gennaio 2013<br />

torneo invernale di golf<br />

all’alpe di siusi<br />

Giocare a golf sulla neve e rallegrarsi<br />

di un panorama mozzafiato:<br />

il 22 gennaio, tutti gli appassionati<br />

di golf potranno provare per la<br />

quarta volta consecutiva l’ebbrezza<br />

di questo evento speciale. Si gioca<br />

su 9 buche che hanno una lunghezza<br />

tra i 61 e i 1150 m. Con gli sci, lo<br />

snowboard o la slitta si va di buca in<br />

buca. I fairways sono bianchi anziché<br />

verdi, i green white e le palline da<br />

golf si differenziano dalla bianca<br />

neve grazie ai loro colori scintillanti.<br />

www.golfkastelruth.it<br />

> 20 - 27 gennaio 2013<br />

swing on snow<br />

Swing all’Alpe di Siusi! Sullo sfondo<br />

dorato delle sue distese di neve baciate<br />

dal sole, le note musicali di diverse<br />

band allieteranno per una settimana<br />

le imprese di sciatori e<br />

snow boardisti fondendosi con la dolcezza<br />

del paesaggio. Ritmi travolgenti<br />

e toccanti pervaderanno al mattino le<br />

piste dell’Alpe per poi spostarsi nei<br />

rifugi e ristoranti a pranzo. A partire<br />

dalle ore 21, nei locali di Castelrotto,<br />

Siusi e Fiè saranno in programma<br />

“concerti after­hour”.<br />

www.swingonsnow.com<br />

> 25 gennaio 2013<br />

alto adige moonlight<br />

classic alpe di siusi<br />

Che stupore, per la luna, quando farà<br />

capolino da dietro le Dolomiti… Al suo<br />

sorgere sarà infatti al via una maratona<br />

di fondo quanto mai insolita nel<br />

suo genere. L’appuntamento per le<br />

centinaia di fondisti partecipanti è a<br />

Compaccio. Armati di sci e torcia, eccoli<br />

scivolare silenziosamente nella<br />

notte, fra il candore del paesaggio invernale,<br />

lungo i 20 o 36 km del tracciato<br />

che li ricondurrà al punto di partenza.<br />

L’evento si prospetta unico ed<br />

emozionante anche per i tanti spettatori<br />

della “Moonlight Classic”<br />

dell’Alpe di Siusi.<br />

www.moonlightclassic.info<br />

> Inverno <strong>2012</strong>/2013<br />

Fantasmi d’inverno<br />

a castel prösels<br />

Maestoso e ben conservato, il castello<br />

troneggia nel borgo di Presule,<br />

presso Fiè allo Sciliar, richiamando<br />

visitatori anche nella stagione più<br />

fredda. Dopo un salto agli eleganti<br />

arsenali, ai saloni principeschi e alle<br />

ripidissime scale a chiocciola, la visita<br />

guidata si conclude nel salone<br />

dei cavalieri fra note musicali e specialità<br />

gastronomiche altoatesine.<br />

www.schloss-proesels.it<br />

e inoltre:<br />

> 9 dicembre <strong>2012</strong><br />

Highspeed Race<br />

> Dicembre <strong>2012</strong><br />

King Laurin Snowpark Opening<br />

> 1 gennaio 2013<br />

Fan & Fun con Denise<br />

Karbon e Peter Fill<br />

> Gennaio 2013<br />

Night Contest<br />

> Febbraio 2013<br />

Snowboard Contest<br />

> Marzo 2013<br />

Ski Contest<br />

> 10 marzo 2013<br />

La gara del “Nastro Azzurro<br />

dell’Alpe di Siusi”<br />

SMG © Alessandro Trovati<br />

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ORARI D’UFFICIO: lunedì a venerdì dalle ore 8.00 alle 12.30 e dalle ore 14.00 alle 17.00


Visto & sentito<br />

Kastelruther Spatzen. Il premio “Krone der Volksmusik” (noto premio della musica folk) viene assegnato ogni anno ai migliori interpreti della<br />

musica folk tedesca. Anche nel <strong>2012</strong> l’ambito premio è stato assegnato ai “Kastelruther Spatzen”, gruppo musicale più popolare dell’Alto Adige.<br />

Divertimento freeski con Red Bull Jib Ski Kings<br />

Che spettacolo l’evento freeski che all’inizio di marzo vanta la seconda edizione sulla<br />

pista Spitzbühl dell’Alpe di Siusi. L’evento ha messo in luce una concezione di sport<br />

totalmente innovativa: non sono stati allestiti esclusivamente giganteschi jumps e<br />

strutture perfette, ma anche molti<br />

ostacoli naturali, in legno e fieno. Per la<br />

migliore performance è stato premiato<br />

il 19enne Lukas Schäfer che è salito sul<br />

gradino più alto del podio davanti a<br />

Valentino Mori e Markus Fohr dalla<br />

Finlandia. Il premio „Best Trick price“<br />

è stato consegnato a Christoph Schenk<br />

per il suo perfetto “swich misty 9”.<br />

U.S. Cross Country Ski Team meets Alpe di Siusi<br />

Sono oramai molti anni che ogni inverno le squadre nazionali di sci di fondo<br />

norvegese, svedese, finlandese e italiana si ritrovano all’Alpe di Siusi per svolgere<br />

le sessioni di preparazione per le più importanti manifestazioni internazionali.<br />

Quest’anno si sono dati appuntamento sull’altipiano più grande d’Europa<br />

persino i fondisti americani. Come sempre le piste sono state preparate in modo<br />

impeccabile e i giovani atleti si sono detti molto colpiti dal meraviglioso panorama<br />

montano. “How wunderful, we will come back ….”, hanno esclamato.<br />

42 <strong>ALPE</strong> | estate<br />

100 anni della Banda<br />

Musicale di Siusi allo Sciliar<br />

Nel 1912 venne fondato un “circolo musicale”<br />

composto da una dozzina di musicisti allo scopo<br />

“di arricchire la celebrazione festosa di feste religiose<br />

e patriottiche, nonché allietare i turisti<br />

con concerti musicali e folcloristici”. Nel <strong>2012</strong> la<br />

Banda musicale di Siusi allo Sciliar, che oggi<br />

conta 60 musicisti (donne e uomini) ed è considerata<br />

una delle migliori bande musicali<br />

dell’Alto Adige, festeggia il suo centenario con<br />

una serie di concerti.<br />

COLOFONE. alpe: registrato pr. il trib. BZ, decreto n. 9/2002 R.St.<br />

editore: Alpe di Siusi Marketing, Via del Paese, 15, 39050 Fiè allo Sciliar, Tel. 0471 709 600, Fax 0471 704 199, info@alpedisiusi.info.<br />

capo redatore: Hubert Unterweger. redazione: Elisabeth Augustin, Rosa Maria Erlacher, Barbara Pichler­Rier, Michaela Baur, André Bechtold e Daniela Kremer, .<br />

pubblicità: Sabine Demetz, Christoph Trocker. traduzioni: Studio Cizeta. impaginazione: Komma Graphik. stampa: Litopat, Verona. tiratura: 50.000 copie<br />

Il Vostro nuovo supermercato Coop nel cuore di Castelrotto Vi offre un‘ ampia offerta di prodotti di prima<br />

qualità. Unico nel suo genere è l’assortimento di delizie culinarie di contadini del luogo, di produzione<br />

biologica e del commercio equo e solidale. Al banco vendita ci sono Heinz, il mastro macellaio della conosciutissima<br />

Macelleria Silbernagl che vi offrirà dello speck tipico del luogo e la signora Helga, cuore ed anima del<br />

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contadini<br />

del luogo<br />

Orari d’apertura: Da lunedì a sabato dalle 07.30 alle 12.30, dalle 15.00 alle 19.00 (chiuso sabato pomeriggio fuori stagione)


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Tel. +39 0471 704 270 · Fax +39 0471 704 269<br />

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> utilizzo illimitato della Cabinovia Alpe di Siusi e dell’Alpe di Siusi Express (linea 10)<br />

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(bus navetta, <strong>Alm</strong>bus e linee pubbliche) e del Nightliner<br />

> utilizzo illimitato della telecabina Bullaccia, delle seggiovie Spitzbühl,<br />

Panorama, Florian (Alpe di Siusi) e Marinzen (Castelrotto)<br />

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Periodo Periodo di di validità: validità: 7 7 giorni giorni dalla dalla prima prima vidimazione.<br />

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Sig. Giuseppe Rossi<br />

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29 luglio <strong>2012</strong> - 9:06 Uhr<br />

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2 agosto <strong>2012</strong> - 9:07 Uhr<br />

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Komma Graphik - Foto: Helmuth Rier

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