SPREAD IV Edizione - Sintesi e Raccomandazioni - ANCE
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<strong>SPREAD</strong> – Stroke Prevention and Educational Awareness Diffusion<br />
Ictus cerebrale: Linee guida italiane<br />
TRATTAMENTO RIABILITAT<strong>IV</strong>O E CONTINUITÀ DELL’ASSISTENZA<br />
Raccomandazione 14.1 Grado D<br />
Dopo la fase acuta dell’ictus è indicato che il piano assistenziale<br />
sia realizzato in strutture specializzate da parte<br />
di personale addestrato, tenendo conto delle esigenze a<br />
lungo termine del soggetto colpito dall’evento cerebrovascolare<br />
acuto.<br />
<strong>Sintesi</strong> 14-1<br />
Le attività assistenziali a fini riabilitativi che si realizzano dopo<br />
un ictus hanno caratteristiche distinte a seconda dell’epoca di<br />
intervento e richiedono il contributo di operatori diversi, a<br />
seconda degli obiettivi consentiti dalle condizioni cliniche,<br />
ambientali e delle risorse assistenziali disponibili.<br />
<strong>Sintesi</strong> 14-2<br />
La scelta dei soggetti da destinare alle strutture assistenziali<br />
dedicate alla fase post-acuta di un ictus è basata sulla probabilità<br />
del beneficio e sulla disponibilità delle risorse.<br />
Raccomandazione 14.2 ❊GPP<br />
È indicato costituire un’organizzazione efficiente di operatori<br />
finalizzata all’assistenza del soggetto che ha subito<br />
un ictus, attraverso la formazione di un team interprofessionale<br />
con esperienza specifica che condivida i diversi<br />
approcci assistenziali. Se le risorse disponibili lo consentono,<br />
è richiesta la partecipazione sia di operatori non<br />
medici (dell’area riabilitativa, infermieristica, psicologica e<br />
sociale) sia di medici specialisti, coinvolti nella soluzione<br />
delle problematiche correlate alla patologia cerebrovascolare,<br />
e di medici di medicina generale, con il supporto di<br />
rappresentanti delle associazioni laiche.<br />
Raccomandazione 14.3 Grado D<br />
L’identificazione dei fattori prognostici influenti sul recupero<br />
funzionale è indicata al fine di pianificare correttamente<br />
l’assistenza ed utilizzare le risorse disponibili in<br />
maniera appropriata.<br />
<strong>Sintesi</strong> 14-3<br />
L’età elevata non rappresenta un limite alle possibilità di recupero<br />
funzionale del soggetto colpito da ictus, se non associata<br />
ad altri parametri con valore predittivo sull’esito.<br />
stesura 15 marzo 2005<br />
<strong>Sintesi</strong> e <strong>Raccomandazioni</strong> 75<br />
<strong>Sintesi</strong> 14-4<br />
È descritto un più elevato rischio di istituzionalizzazione in soggetti<br />
di sesso femminile, rispetto ai maschi coniugati, ma l’esistenza<br />
di una correlazione causale tra questi due fattori non è<br />
supportata da alcuno studio controllato.<br />
<strong>Sintesi</strong> 14-5<br />
I soggetti residenti in strutture sanitarie od assistenziali al<br />
momento dell’evento ictale presentano un rischio particolarmente<br />
elevato di compromissione ulteriore dell’autonomia.<br />
<strong>Sintesi</strong> 14-6<br />
La presenza di condizioni morbose non disabilitanti, nei soggetti<br />
che subiscono un ictus, ha impatto sfavorevole sulla mortalità,<br />
ma non riduce l’entità del recupero funzionale, influenzandone<br />
unicamente la latenza.<br />
<strong>Sintesi</strong> 14-7<br />
Le lesioni totali del circolo anteriore, siano esse destre o sinistre,<br />
definite secondo la classificazione di Bamford, correlano<br />
con una più elevata probabilità di disabilità residua grave,<br />
mentre non vi sono differenze apprezzabili fra gli altri sottotipi,<br />
in termini di esito funzionale.<br />
Raccomandazione 14.4 Grado D<br />
Nella valutazione dell’approccio riabilitativo è indicato<br />
tenere conto della gravità dell’espressione clinica nella<br />
fase di acuzie dell’ictus (coma all’esordio, incontinenza<br />
sfinterica, persistenza di grave deficit) e della presenza di<br />
condizioni in grado di influenzare negativamente il recupero<br />
dell’autonomia (alterazioni gravi del tono muscolare,<br />
disfagia, emi-inattenzione, afasia globale).<br />
<strong>Sintesi</strong> 14-8<br />
Il coma all’esordio, la persistenza della perdita di controllo sfinterico<br />
e la lunga durata della plegia rappresentano indicatori<br />
predittivi sfavorevoli nei confronti del recupero dell’autonomia.<br />
<strong>Sintesi</strong> 14-9<br />
Una persistente flaccidità od una grave spasticità rappresentano<br />
condizioni in grado di influenzare negativamente il recupero<br />
della motilità.<br />
<strong>Sintesi</strong> 14-10<br />
Una grave afasia condiziona negativamente il recupero dell’autonomia<br />
nelle attività quotidiane.<br />
stesura 15 marzo 2005