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Riassunto - Rinascite

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con la corporate economics delineata da Berle e Tugwell. L’apporto degli intellettuali al New Deal<br />

si basava tanto sulla condivisione ideologica quanto sulla garanzia di benefici materiali.<br />

L’amministrazione Roosevelt garantì posti di lavoro ed un significativo prestigio sociale a skilled<br />

workers che la crisi aveva espulso dal mercato: giornalisti, manager, giuristi, economisti, sociologi.<br />

Il coinvolgimento di questa élite all’interno della amministrazione non si arrestò col progressivo ral-<br />

lentamento della Depressione, ma proseguì ininterrottamente per tutti gli anni ’40.<br />

II. L’entrata in guerra: declino e tramonto della «Old Right»<br />

Nel corso degli anni ’30, la violenta opposizione, proveniente da destra, alle più audaci riforme<br />

sostenute dall’amministrazione Roosevelt le garantì alcune affermazioni. Dopo Pearl Harbor,<br />

tuttavia, il composito schieramento politico ed intellettuale anti-rooseveltiano entrò in crisi.<br />

L’entrata in guerra finì con lo screditare, anzitutto, quel complesso e contraddittorio conglomerato<br />

di posizioni passate alla storia sotto l’etichetta di «isolazionismo». Socialisti come Norman<br />

Thomas, elitisti come Lawrence Dennis e ammiratori del militarismo tedesco come Charles<br />

Lindbergh condividevano l’obiettivo, principalmente difensivo, di mantenere gli Stati Uniti al di<br />

fuori del reticolo di rapporti di forza, e alla logica di potenza ad essi sottesa, che reggeva le relazioni<br />

fra Stati in Europa e in Asia. Adottare un indirizzo isolazionista in politica estera non significava,<br />

tuttavia, propugnare la totale estraniazione degli Stati Uniti dallo scenario internazionale. Le amministrazioni<br />

Harding, Coolidge e Hoover – almeno sino alla crisi del 1929-1930 – avevano dimostrarono<br />

come il disimpegno verso la Società delle Nazioni, la sfiducia nei confronti dell’ordine internazionale<br />

emerso a Versailles, la rivendicazione dell’“eccezionalismo” statunitense fossero pienamente<br />

compatibili con una politica economica liberoscambista, in grado di imporre una sfera<br />

d’influenza americana nell’area asiatica. Il nesso fra libertà individuale, Stato minimo, apertura dei<br />

mercati internazionali ed isolazionismo era al centro della proposta teorica della cosiddetta Old<br />

Right, un agglomerato di intellettuali e uomini politici che ebbero in riviste come The Freeman e<br />

American Mercury il loro centro di aggregazione. Ad accomunarli, in prima istanza, era una profonda<br />

ostilità ed avversione nei confronti del potere del governo». All’intervento pubblico contrapponevano<br />

la difesa della libertà del singolo, e del libero mercato come istituzione più idonea a garantirne<br />

la libera scelta. Richiamandosi alla Scuola di Manchester di Bright e Cobden, i suoi esponenti<br />

ritenevano che un mercato internazionale deregolamentato avrebbe favorito il reciproco armonizzarsi<br />

degli interessi tra le nazioni, mentre la guerra rappresentava il logico corollario della centralità<br />

conferita agli apparati statuali nelle relazioni internazionali. Così, se da un lato rigettavano<br />

l’idea di una comunità internazionale costituita da monadi autarchiche, separate l’una dall’altra da<br />

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