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Riassunto - Rinascite

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autonome rispetto al potere politico, cogestite da imprenditori e sindacati, ovvero forme di pianifi-<br />

cazione parziale del mercato.<br />

I.2. Rinnovare il liberalismo: John Dewey e John Maynard Keynes<br />

Nel secondo sottoparagrafo, vengono trattate due figure cruciali – John Dewey e John Maynard<br />

Keynes – nella formulazione del «nuovo liberalismo».<br />

John Dewey distinse un liberalismo antico, dottrinario e pregiudizialmente antistatalista, da<br />

uno nuovo, pragmatico, riformatore e relativista. A suo giudizio, contrapporre individuo e Stato poteva<br />

avere un senso sotto un regime tirannico ed assolutista, ma risultava assurdo in democrazia, e<br />

finiva per gettare discredito sull’idea stessa di individualità, associata a comportamenti egoistici ed<br />

antisociali. Dovere del nuovo liberalismo era incoraggiare lo sviluppo dell’individualità. Per questo<br />

le istituzioni politiche non avrebbero dovuto meramente difendere la libertà esistente, bensì promuoverla<br />

e diffonderla attraverso nuove forme, e con nuovi metodi. I liberali, in particolare, avrebbero<br />

dovuto basarsi sulle indicazioni fornite dalle scienze sociali per garantire l’implementazione di<br />

riforme razionali, efficaci, incisive. Relativismo storico e sperimentalismo rappresentavano le stelle<br />

polari di un liberalismo che non si contrapponeva al radicalismo politico, ma sottolineava comunque<br />

l’importanza di un vasto consenso a sostegno delle trasformazioni socio-economiche da realizzare.<br />

Notevoli somiglianze con la proposta di Dewey sono rinvenibili in alcuni scritti di John Maynard<br />

Keynes, risalenti alla fine degli anni ’20.<br />

Ripercorrendo le principali tappe dell’affermazione del liberoscambismo come dottrina sociale,<br />

Keynes notava come gli economisti avessero svolto un ruolo di primo piano nel legittimare<br />

l’idea di un armonica combinazione fra interesse privato e benessere collettivo. Poiché tale assunto<br />

si era dimostrato, alla prova dei fatti, falso, si rendeva necessaria un’opera di smascheramento di<br />

pregiudizi, dogmi e luoghi comuni che ruotavano attorno al ruolo dello Stato nel settore economico.<br />

Proprio gli economisti avrebbero potuto individuare casi concreti in cui un più marcato intervento<br />

pubblico (tramite la creazione di enti pubblici autonomi , ovvero mediante il ricorso alla politica<br />

monetaria) avrebbe permesso di accrescere il benessere diffuso. Lo stesso Keynes, in una celebre<br />

lettera aperta, si rivolse a Roosevelt, definendolo il «vessillo di tutti coloro che in ogni paese cercano<br />

di correggere i mali della nostra condizione per mezzo di esperimenti ragionati, nel contesto<br />

dell’attuale sistema sociale». A suo giudizio, un capitalismo “organizzato”, non alternativo al sistema<br />

di mercato, ma in grado di stabilizzarne l’andamento, rispecchiava l’unica via d’uscita che<br />

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