Riassunto - Rinascite
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patia con l’altro-da-sé; significa accettarne l’alternità, sottraendosi al desiderio di imporre i propri<br />
princìpi e la propria visione del mondo.<br />
Se l’alternativa all’ingegnere razionalista risiede, per Voegelin, nel mistico, nel “poeta”, nel<br />
pensatore, Oakeshott opta per la figura del conversatore. Pur con notevoli differenze, mistico e con-<br />
versatore condividono alcune somiglianze non superficiali. Non hanno verità a portata di mano da<br />
diffondere, né società perfette da edificare. Non ritengono la ragione umana uno strumento autosuf-<br />
ficiente con cui orientarsi nel reale. Partecipano ad un flusso di eventi che non possono, né intendo-<br />
no padroneggiare appieno. Considerano i sistemi chiusi come una paralisi del pensiero. Rigettano<br />
come materialista le interpretazioni utilitaristiche dell’azione individuale. Hanno un atteggiamento<br />
critico verso la modernità, che – almeno in parte – identificano con un tentativo di alterare i caratteri<br />
più profondi della natura umana. Sono antiutopisti. Accettano la democrazia liberale, ma ne scorgo-<br />
no i fraintendimenti e le debolezze. La loro percezione dell’universo è caratterizzata da un senso di<br />
incertezza; la condotta umana sempre segnata dalla consapevolezza del limite.<br />
La filosofia di Voegelin e Oakeshott non può essere definita «politica»in senso stretto, eppu-<br />
re è densa di implicazioni politiche, poiché frontalmente configge con le modalità più diffuse con<br />
cui la politica è stata teorizzata e praticata in Occidente nel secolo XX.<br />
VII. Epilogo: un breve incontro<br />
L’ultimo paragrafo esamina la recensione che Michael Oakeshott dedicò a The New Science<br />
of Politics di Eric Voegelin. Attraverso l’analisi del testo, emerge il diverso atteggiamento tenuto<br />
dai due autori nei confronti della tradizione intellettuale anteriore alla diffusione del razionalismo.<br />
Secondo Oakeshott, il limite di Voegelin consiste nella sottovalutazione della vitalità<br />
dell’agostinismo politico (ossia della politica dello scetticismo). Questo filone non si è esaurito; sopravvive<br />
e può vanificare, o quantomeno arginare l’entusiasmo dei razionalisti. Ma ciò che Voegelin<br />
non desidera, appunto, è ancorare la propria filosofia a qualche elaborazione teorica preesistente.<br />
La ricerca dell’ordine è un processo sempiterno, mai concluso, che impone sforzi teoretici inediti,<br />
nuovi. Non è possibile riproporre acriticamente una dottrina del passato; il problema dell’ordine<br />
impone uno sforzo di ridefinizione concettuale incentrato sull’apertura dell’anima alla dimensione<br />
trascendente.<br />
Cap. V. Conclusione. Il conservatorismo fra difesa e reazione<br />
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