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Riassunto - Rinascite

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go, un punto di contatto fra moderati di diversi partiti, intenzionati a conservare il modello di vita<br />

americano, proteggendolo dagli opposti estremismi.<br />

Da un punto di vista più generale, va sottolineato l’atteggiamento distaccato e quasi indiffe-<br />

rente con cui numerosi esponenti del liberalismo degli anni ’50 e ’60 assistettero al manifestarsi di<br />

fenomeni antichi e nuovi, contrastanti con l’immagine di una realtà armonica, equilibrata e secolare.<br />

Pochi si accorsero del lento riapparire di una religiosità «orientata alla famiglia, assai consapevole<br />

della guerra fredda ed intimamente tradizionalista; ancora meno contrastarono la tesi secondo cui<br />

«libertà dal bisogno» significava possibilità di consumare ed accrescere il proprio standard di vita<br />

senza interferenze da parte dello Stato. La scarsa capacità, da parte dei liberal, di comprendere i<br />

fermenti culturali provenienti da destra e da sinistra finì per esporli ad una duplice offensiva.<br />

Alla loro sinistra emerse la cosiddetta New Left, un eterogeneo movimento reso coeso dal<br />

“gran rifiuto” della società industriale, della quale contestavano le pratiche repressive e guerrafon-<br />

daie, il disprezzo per l’individualità, la celebrazione della sensibilità piccolo-borghese. A destra, sin<br />

dai primi anni ’50, la pubblicazione di opere come Conservatism Revisited: the Revolt Against the<br />

Revolt 1815-1949 (1949) di Peter Viereck, The Conservative Mind (1953) di Russell Kirk o A Quest<br />

for Community: a Study in Ethics of Order and Freedom (1953) di Robert Nisbet prefigurarono una<br />

stagione di rinnovamento e di mobilitazione.<br />

Il capitolo seguente si concentra su autori che, pur rimanendo nel solco della tradizione libe-<br />

rale, percepirono distintamente la difficoltà, da parte del «nuovo liberalismo», di affrontare le nuove<br />

sfide, pratiche e teoriche, che la società occidentale era chiamata ad affrontare.<br />

Cap. III. Liberalismo rivisitato: Berlin, Talmon, Hayek, Niebuhr<br />

I. Liberalismo realista e liberalismo critico<br />

Nel presente paragrafo, si introduce la distinzione fra liberalismo realista e liberalismo critico,<br />

che permette di cogliere un avvicinamento, da parte di influenti autori liberali, nei primi anni<br />

’50, alla sensibilità realista.<br />

Tanto il liberale realista quanto il liberale critico sono favorevoli ad istituzioni politiche basate<br />

sul consenso. Tale consenso deve basarsi su preferenze espresse da individui singoli, universalmente<br />

concepiti come indistinguibili l’uno dall’altro. Sennonché le due tipologie liberale non<br />

concordano sulle modalità di accertamento di tale consenso. A detta del realista, le istituzioni sono<br />

giustificate dal consenso effettivo e reale di chi le vive nel loro ambito; è estremamente arduo – per<br />

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