analisi sperimentale dei flussi di fosforo dai sedimenti di un lago

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VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental IV-028 - ANALISI SPERIMENTALE DEI FLUSSI DI FOSFORO DAI SEDIMENTI DI UN LAGO: IL CASO DEL LAGO TRASIMENO (ITALIA) Paolo Viotti (1) Professore Associato di Ingegneria Sanitaria-Ambientale presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”; i campi di ricerca sono, in particolare, rivolti al trasporto di inquinanti nel suolo, sottosuolo ed atmosfera ed alla simulazione numerica di sistemi ecologici. Luigi Galeotti Tecnico laureato - Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Silvia Sbaffoni Dottoranda in Ingegneria Ambientale – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Giuseppe Sappa Ricercatore - Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Michele Leccese Collaboratore presso DITS – Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Nicoletta Stracqualursi Dottoranda in Ingegneria Ambientale – Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” Indirizzo (1) : Via Eudossiana, 18 – 00184 Roma – Italia – Tel: 0644585512 – fax: 0644585512 – e-mail: paolo.viotti@uniroma1.it PAROLE CHIAVE: Eutrofizzazione, fosforo, sedimenti RIASSUNTO I sedimenti di un lago possono assolvere la funzione sia di sorgente, sia di pozzo per il fosforo disciolto nelle diverse forme nel sistema considerato; i meccanismi che possono influire sul rilascio o sull’assorbimento di fosforo da parte dei sedimenti sono molteplici; è importante quindi valutare quale sia il loro ruolo nel caso considerato, in quanto il carico interno può andare a sommarsi al carico esterno di fosforo, contribuendo così al processo di eutrofizzazione. L’attività sperimentale presentata in questo lavoro ha l’obiettivo di caratterizzare, sotto vari punti di vista, il sistema lago Trasimeno e di cercare di capire quali siano i processi che regolano gli scambi di fosforo tra i sedimenti e la colonna d’acqua e quali siano i parametri più influenti. Si è dunque effettuata una campagna di prelievi da diversi punti del lago, campionando la fase liquida al fine di caratterizzare l’acqua del lago determinando la concentrazione di alcuni elementi importanti nel ciclo del fosforo (ferro, calcio, manganese) ed il contenuto di fosforo nelle sue varie forme. Sono stati prelevati inoltre sedimenti, su cui si sono determinati alcuni parametri caratteristici (contenuto di umidità, contenuto di sostanza organica, contenuto di fosforo) e sono state svolte estrazioni sequenziali per verificare i meccanismi con cui il fosforo tende a legarsi alla fase solida; si è poi analizzato il fenomeno del rilascio e dell’assorbimento di fosforo da parte dei sedimenti cercando di determinare i quantitativi e di evidenziare quali siano i parametri che maggiormente lo influenzano e in che modo. INTRODUZIONE L’eutrofizzazione è un processo che si realizza soprattutto nei laghi ed è dovuto all’accumulo di varie sostanze nutrienti, fra le quali particolarmente azoto e fosforo.; questo graduale accumulo, che si sviluppa anche senza la presenza antropica, in modo naturale, è stato esasperato dall’uomo con l’immissione in modo massiccio e concentrato nel tempo di grandi quantità di sostanze contenute nelle acque di rifiuto, oltre che nei fertilizzanti utilizzati in agricoltura. Nell’analizzare il processo di eutrofizzazione di un lago bisogna anche prendere in considerazione, oltre al carico esterno di nutrienti, anche un carico interno, rappresentato dal flusso rilasciato dai sedimenti del lago stesso. I sedimenti giocano un ruolo fondamentale nel metabolismo di un lago, agendo in parte, ed in determinate condizioni, come pozzo o come sorgente di fosforo. Lo studio ha preso in considerazione il caso del lago Trasimeno, che è un lago laminare chiuso i cui unici apporti idrici naturali derivano dalle piogge e dalla falda freatica; il lago rappresenta una fonte di

VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental<br />

IV-028 - ANALISI SPERIMENTALE DEI FLUSSI DI FOSFORO DAI SEDIMENTI<br />

DI UN LAGO: IL CASO DEL LAGO TRASIMENO (ITALIA)<br />

Paolo Viotti (1)<br />

Professore Associato <strong>di</strong> Ingegneria Sanitaria-Ambientale presso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La<br />

Sapienza”; i campi <strong>di</strong> ricerca sono, in particolare, rivolti al trasporto <strong>di</strong> inquinanti nel suolo, sottosuolo ed<br />

atmosfera ed alla simulazione numerica <strong>di</strong> sistemi ecologici.<br />

Luigi Galeotti<br />

Tecnico laureato - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />

Silvia Sbaffoni<br />

Dottoranda in Ingegneria Ambientale – Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “Tor Vergata”<br />

Giuseppe Sappa<br />

Ricercatore - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />

Michele Leccese<br />

Collaboratore presso DITS – Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”<br />

Nicoletta Stracqualursi<br />

Dottoranda in Ingegneria Ambientale – Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Roma “Tor Vergata”<br />

In<strong>di</strong>rizzo (1) : Via Eudossiana, 18 – 00184 Roma – Italia – Tel: 0644585512 – fax: 0644585512 – e-mail:<br />

paolo.viotti@<strong>un</strong>iroma1.it<br />

PAROLE CHIAVE: Eutrofizzazione, <strong>fosforo</strong>, se<strong>di</strong>menti<br />

RIASSUNTO<br />

I se<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>lago</strong> possono assolvere la f<strong>un</strong>zione sia <strong>di</strong> sorgente, sia <strong>di</strong> pozzo per il <strong>fosforo</strong> <strong>di</strong>sciolto nelle<br />

<strong>di</strong>verse forme nel sistema considerato; i meccanismi che possono influire sul rilascio o sull’assorbimento <strong>di</strong><br />

<strong>fosforo</strong> da parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti sono molteplici; è importante quin<strong>di</strong> valutare quale sia il loro ruolo nel caso<br />

considerato, in quanto il carico interno può andare a sommarsi al carico esterno <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>, contribuendo così<br />

al processo <strong>di</strong> eutrofizzazione.<br />

L’attività <strong>sperimentale</strong> presentata in questo lavoro ha l’obiettivo <strong>di</strong> caratterizzare, sotto vari p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista, il<br />

sistema <strong>lago</strong> Trasimeno e <strong>di</strong> cercare <strong>di</strong> capire quali siano i processi che regolano gli scambi <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> tra i<br />

se<strong>di</strong>menti e la colonna d’acqua e quali siano i parametri più influenti. Si è d<strong>un</strong>que effettuata <strong>un</strong>a campagna <strong>di</strong><br />

prelievi da <strong>di</strong>versi p<strong>un</strong>ti del <strong>lago</strong>, campionando la fase liquida al fine <strong>di</strong> caratterizzare l’acqua del <strong>lago</strong><br />

determinando la concentrazione <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i elementi importanti nel ciclo del <strong>fosforo</strong> (ferro, calcio, manganese)<br />

ed il contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> nelle sue varie forme.<br />

Sono stati prelevati inoltre se<strong>di</strong>menti, su cui si sono determinati alc<strong>un</strong>i parametri caratteristici (contenuto <strong>di</strong><br />

umi<strong>di</strong>tà, contenuto <strong>di</strong> sostanza organica, contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>) e sono state svolte estrazioni sequenziali per<br />

verificare i meccanismi con cui il <strong>fosforo</strong> tende a legarsi alla fase solida; si è poi analizzato il fenomeno del<br />

rilascio e dell’assorbimento <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> da parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti cercando <strong>di</strong> determinare i quantitativi e <strong>di</strong><br />

evidenziare quali siano i parametri che maggiormente lo influenzano e in che modo.<br />

INTRODUZIONE<br />

L’eutrofizzazione è <strong>un</strong> processo che si realizza soprattutto nei laghi ed è dovuto all’accumulo <strong>di</strong> varie sostanze<br />

nutrienti, fra le quali particolarmente azoto e <strong>fosforo</strong>.; questo graduale accumulo, che si sviluppa anche senza<br />

la presenza antropica, in modo naturale, è stato esasperato dall’uomo con l’immissione in modo massiccio e<br />

concentrato nel tempo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> sostanze contenute nelle acque <strong>di</strong> rifiuto, oltre che nei fertilizzanti<br />

utilizzati in agricoltura. Nell’analizzare il processo <strong>di</strong> eutrofizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>lago</strong> bisogna anche prendere in<br />

considerazione, oltre al carico esterno <strong>di</strong> nutrienti, anche <strong>un</strong> carico interno, rappresentato dal flusso rilasciato<br />

<strong>dai</strong> se<strong>di</strong>menti del <strong>lago</strong> stesso.<br />

I se<strong>di</strong>menti giocano <strong>un</strong> ruolo fondamentale nel metabolismo <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>lago</strong>, agendo in parte, ed in determinate<br />

con<strong>di</strong>zioni, come pozzo o come sorgente <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>.<br />

Lo stu<strong>di</strong>o ha preso in considerazione il caso del <strong>lago</strong> Trasimeno, che è <strong>un</strong> <strong>lago</strong> laminare chiuso i cui <strong>un</strong>ici<br />

apporti idrici naturali derivano dalle piogge e dalla falda freatica; il <strong>lago</strong> rappresenta <strong>un</strong>a fonte <strong>di</strong>


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approvvigionamento per le attività che si collocano all’interno del bacino; negli ultimi anni tale sfruttamento<br />

non è stato adeguatamente coperto da <strong>un</strong> sufficiente afflusso meteorico, cosa che ha comportato elevate<br />

oscillazioni del livello del <strong>lago</strong>.<br />

Il <strong>lago</strong> Trasimeno, quarto <strong>lago</strong> d’Italia per estensione dello specchio liquido e principale corpo idrico<br />

dell’Umbria è situato in <strong>un</strong>a conca intramontana parzialmente alluvionata, interamente compresa nel bacino<br />

del Fiume Tevere, con <strong>un</strong> perimetro complessivo pari a circa 53km.<br />

In tabella 1 sono riass<strong>un</strong>te alc<strong>un</strong>e caratteristiche del <strong>lago</strong>.<br />

Quota<br />

me<strong>di</strong>a<br />

(ms.l.m<br />

.)<br />

Superfici<br />

e<br />

(km 2 )<br />

Perimetr<br />

o<br />

(km)<br />

In<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong><br />

sinuosit<br />

à<br />

Profon<strong>di</strong>t<br />

à me<strong>di</strong>a<br />

(m)<br />

Profon<strong>di</strong>t<br />

à<br />

massima<br />

(m)<br />

257 124 53.1 1.34 4.75 6.30<br />

Tabella 1 – Caratteristiche del <strong>lago</strong> Trasimeno<br />

MATERIALI E METODI<br />

Volum<br />

e<br />

(m 3 )<br />

586⋅10<br />

6<br />

Bacino<br />

totale<br />

(km 2 )<br />

Piovosità<br />

me<strong>di</strong>a<br />

(mm/ann<br />

o)<br />

Tempo<br />

ricambi<br />

o<br />

(anni)<br />

383.4 791 24.4<br />

Lo stu<strong>di</strong>o del rilascio <strong>di</strong> nutrienti da parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti prevede il prelievo dello strato più superficiale del<br />

fondale (10-15 cm), dove il se<strong>di</strong>mento è meno compatto e stabilizzato, quin<strong>di</strong> più <strong>di</strong>sponibile al rilascio <strong>dei</strong><br />

nutrienti (S.I.G.L.A., 1992). Il campionamento può tuttavia estendersi anche a profon<strong>di</strong>tà maggiore per la<br />

valutazione della <strong>di</strong>stribuzione verticale delle varie forme <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> presenti<br />

I campioni raccolti sono stati sottoposti ad <strong>un</strong>a serie <strong>di</strong> test <strong>di</strong> laboratorio, al fine <strong>di</strong> caratterizzare i se<strong>di</strong>menti e<br />

le acque del <strong>lago</strong> Trasimeno, e <strong>di</strong> valutare la tendenza <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti stessi al rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> in <strong>di</strong>verse<br />

con<strong>di</strong>zioni.<br />

Nel primo campionamento, effettuato l’11 gennaio 2001, sono stati prelevati campioni <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti e <strong>di</strong> acqua<br />

da due spiagge, <strong>un</strong>a nei pressi <strong>di</strong> Albaia ( in<strong>di</strong>cata nel seguito come spiaggia A) e <strong>un</strong>a a Torricella (in<strong>di</strong>cata nel<br />

seguito come spiaggia B). Nel secondo campionamento, avvenuto il 6 febbraio 2001, sono stati prelevati<br />

campioni da due spiagge, entrambe in località Torricella (in<strong>di</strong>cate nel seguito rispettivamente come spiaggia B<br />

e spiaggia C). Entrambi i campionamenti sono stati effettuati a circa 7-10 m dalla riva e con le medesime<br />

modalità.<br />

Una parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti è stata campionata utilizzando <strong>un</strong> carotiere. Le carote, della l<strong>un</strong>ghezza <strong>di</strong> 9-12 cm,<br />

sono state analizzate per determinare la variazione con la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà, contenuto organico e<br />

contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>.<br />

L’altra aliquota <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti (se<strong>di</strong>menti superficiali fino a 10 cm <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà) è stata prelevata me<strong>di</strong>ante <strong>un</strong><br />

altro tipo <strong>di</strong> campionatore; <strong>di</strong> questi campioni sono state analizzate le caratteristiche peculiari (umi<strong>di</strong>tà,<br />

contenuto organico, contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>) e la tendenza al rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>verse (test <strong>di</strong><br />

cessione in con<strong>di</strong>zioni aerobiche statiche ed anossiche statiche, prova batch in con<strong>di</strong>zioni aerobiche<br />

mescolate).<br />

La fase <strong>di</strong> laboratorio si è articolata nel modo seguente:<br />

caratterizzazione dell’acqua del <strong>lago</strong> con la determinazione, attraverso assorbimento ionico, della<br />

concentrazione <strong>di</strong> alc<strong>un</strong>i elementi importanti nel ciclo del <strong>fosforo</strong> (ferro, calcio, manganese) e del<br />

contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> nelle sue varie forme;<br />

caratterizzazione <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti del <strong>lago</strong>, attraverso la determinazione del contenuto <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà, del<br />

contenuto <strong>di</strong> sostanza organica e del contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>; <strong>dai</strong> campioni prelevati con il carotiere si è<br />

cercato <strong>di</strong> ricostruire l’andamento con la profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questi tre parametri nei primi 9 cm <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti;<br />

sui se<strong>di</strong>menti prelevati con campionatore sono state effettuate le estrazioni sequenziali secondo lo schema<br />

<strong>di</strong> Psenner (Psenner et al., 1985) per caratterizzare ulteriormente i se<strong>di</strong>menti e cercare <strong>di</strong> capire in che<br />

modo, nel <strong>lago</strong> Trasimeno, il <strong>fosforo</strong> tenda a legarsi alla fase solida. Il <strong>fosforo</strong> è stato separato in:<br />

o NH4Cl-P: consiste in “loosely sorbed-P” per l’acqua interstiziale e in <strong>fosforo</strong> associato al CaCO3 per<br />

l’acqua <strong>di</strong> <strong>lago</strong>;<br />

o BD-P: comprende le varie forme <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> sensibile a bassi potenziali redox (<strong>fosforo</strong> adsorbito su<br />

ferro e manganese e forme organiche <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>);<br />

o NaOH-P: comprende quelle forme <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> che possono essere scambiate con ioni OH¯ (<strong>fosforo</strong><br />

legato all’alluminio, ma anche <strong>fosforo</strong> organico e incorporato nei batteri);


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o HCl-P: comprende le forme <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> sensibili a bassi pH (apatite) e le forme organiche <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

solubili con HCl;<br />

o Res-P: è costituito essenzialmente da <strong>fosforo</strong> refrattario organico e dalla frazione inerte <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

inorganico<br />

<strong>analisi</strong> del fenomeno del rilascio o dell’assorbimento <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> da parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti, cercando <strong>di</strong><br />

quantificarlo e <strong>di</strong> evidenziare quali siano i parametri che maggiormente lo influenzano e in che modo<br />

attraverso prove <strong>di</strong> l<strong>un</strong>ga durata.<br />

Il rilascio <strong>di</strong> nutrienti è <strong>un</strong> fenomeno estremamente complesso, che coinvolge aspetti <strong>di</strong> natura fisica,<br />

chimica e biologica e che ha come motore il contenuto <strong>di</strong> sostanza organica che, se elevato, può determinare<br />

l’instaurarsi <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> anossia; i se<strong>di</strong>menti, dando luogo ad <strong>un</strong> flusso <strong>di</strong> nutrienti verso la colonna<br />

d’acqua, aumentano il carico interno del corpo idrico; in virtù <strong>di</strong> ciò sono stati effettuati test <strong>di</strong> cessione in<br />

con<strong>di</strong>zioni anossiche ed aerobiche, che consentono <strong>di</strong> quantificare tale fenomeno e <strong>di</strong> verificare le con<strong>di</strong>zioni<br />

che possono favorirlo.<br />

In entrambi i casi i se<strong>di</strong>menti sono stati messi a contatto con acqua <strong>di</strong>stillata e sono stati effettuati prelievi<br />

<strong>di</strong> acqua dopo 7, 14 e 21 giorni dall’inizio della prova. Al termine <strong>dei</strong> 21 giorni sono state effettuate le<br />

estrazioni sequenziali sui se<strong>di</strong>menti per verificare quali forme <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> contribuiscano maggiormente al<br />

rilascio.<br />

Il rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> in con<strong>di</strong>zioni riducenti fornisce delle informazioni circa i metalli a cui è principalmente<br />

legato il <strong>fosforo</strong> contenuto nei se<strong>di</strong>menti. La frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> legata al ferro è fortemente soggetta al<br />

potenziale redox: in con<strong>di</strong>zioni riducenti il ferro trivalente tende a ridursi a ferro bivalente liberando i fosfati<br />

ad esso legati (B. Boström et al., 1988); i fosfati legati all’alluminio risentono meno <strong>di</strong> eventuali mo<strong>di</strong>fiche del<br />

potenziale redox (F.A. DiGiano et el., 1978).<br />

Dati i frequenti intorbi<strong>di</strong>menti causati dall’azione del vento che caratterizzano questo <strong>lago</strong> poco<br />

profondo, si è cercato <strong>di</strong> valutare l’eventuale tendenza all’adsorbimento o al desorbimento del <strong>fosforo</strong> da parte<br />

della frazione risospesa attraverso la realizzazione <strong>di</strong> prove batch, realizzate matenendo il fango in<br />

sospensione per mezzo <strong>di</strong> agitatori meccanici.<br />

Un’azione in profon<strong>di</strong>tà del vento, che si traduce in <strong>un</strong>a risospensione del se<strong>di</strong>mento, impe<strong>di</strong>sce il<br />

consolidamento della parte superficiale <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti, incrementando ulteriormente la velocità <strong>di</strong><br />

risospensione (P. Kristensen et al., 1992). In particolare nel caso del <strong>lago</strong> Trasimeno è stato osservato<br />

(S.I.G.L.A., 1992) che la risposta del sistema al vento è imme<strong>di</strong>ata, a causa della scarsa profon<strong>di</strong>tà, ed in<br />

corrispondenza <strong>di</strong> questi eventi si verificano i valori massimi <strong>di</strong> concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> totale, nonostante la<br />

ri<strong>di</strong>stribuzione dell’ossigeno.<br />

E’ infatti da sottolineare che, a causa della limitata profon<strong>di</strong>tà, il <strong>lago</strong> Trasimeno non è soggetto a<br />

stratificazioni a che presenta durante tutto l’anno con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> omogeneità sulla verticale.<br />

Il test <strong>di</strong> adsorbimento prevede la sospensione <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti nell’acqua del <strong>lago</strong> o in acqua <strong>di</strong>stillata arricchita<br />

in <strong>fosforo</strong> per simulare le con<strong>di</strong>zioni che si verificano nel corpo lacustre; si assume raggi<strong>un</strong>to l’equilibrio<br />

quando non si registrano più variazioni nella concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> nella fase liquida: la velocità <strong>di</strong><br />

adsorbimento è molto elevata nella fase iniziale e tende a ridursi man mano che si raggi<strong>un</strong>ge l’equilibrio<br />

(figura 10).<br />

Accanto a questo test si può pensare <strong>di</strong> realizzare test <strong>di</strong> deadsorbimento, volti a valutare il rilascio del<br />

nutriente da parte della frazione risospesa, ponendo il campione in contatto con acqua <strong>di</strong>stillata non arricchita<br />

in <strong>fosforo</strong> o con l’acqua stessa del <strong>lago</strong> (M. Søndergaard et al., 1992).<br />

Per le prove <strong>di</strong> adsorbimento si sono utilizzate soluzioni a concentrazione nota (0.1 e 0.5 mg/l <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>),<br />

scelta sulla base della massima concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> riscontrata nell’acqua del <strong>lago</strong> e nell’acqua<br />

interstiziale<br />

Il fango è stato mantenuto in sospensione per mezzo <strong>di</strong> agitatori meccanici per 21 giorni e sono stati effettuati<br />

prelievi a 7, 14 e 21 giorni dall’inizio; al termine <strong>dei</strong> 21 giorni i se<strong>di</strong>menti sono stati sottoposti ad estrazioni<br />

sequenziali.<br />

RISULTATI<br />

Nella prima campagna <strong>di</strong> <strong>analisi</strong> (11/01/01) sono stati prelevati <strong>dei</strong> campioni in due spiagge (A e B): per tre si<br />

è utilizzato il carotiere e per altri tre il campionatore; sono stati inoltre prelevati due campioni <strong>di</strong> acqua del<br />

<strong>lago</strong> per ciasc<strong>un</strong>a spiaggia.<br />

Sui campioni <strong>di</strong> acqua si sono determinate le varie forme <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> presente: il contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> totale<br />

(TP), <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> reattivo solubile (SRP, è la forma <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> determinabile con il metodo colorimetrico ed è<br />

quella maggiormente <strong>di</strong>sponibile, costituita in gran parte da ortofosfati) e <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> totale <strong>di</strong>sciolto (TDP). Dal<br />

grafico <strong>di</strong> figura 1 si nota come le concentrazioni <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> caratteristiche dell’acqua della spiaggia B siano


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me<strong>di</strong>amente maggiori <strong>di</strong> quelle della spiaggia A; non vi sono gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze riguardo l’SRP, quanto<br />

piuttosto al TP e al TDP, il che significa che la spiaggia B presenta <strong>un</strong>a maggiore quantità <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> non<br />

<strong>di</strong>rettamente <strong>di</strong>sponibile rispetto alla spiaggia A.<br />

Contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

(mg/l)<br />

0.2<br />

0.15<br />

0.1<br />

0.05<br />

0<br />

A1<br />

A2<br />

campione<br />

B1<br />

B2<br />

TP<br />

TDP<br />

SRP<br />

frazione<br />

Figura 1 – Rappresentazione delle varie frazioni <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> presenti nei campioni <strong>di</strong> acqua del <strong>lago</strong><br />

Sui se<strong>di</strong>menti prelevati con il carotiere si è ricostruito l’andamento con la profon<strong>di</strong>tà del contenuto <strong>di</strong> sostanza<br />

organica (figura 2a) e <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> totale (figura 2b).<br />

I campioni presentavano anche delle <strong>di</strong>fferenze visive: il se<strong>di</strong>mento della spiaggia B appariva <strong>di</strong> colore<br />

marrone omogeneo, mentre quello della spiaggia A era caratterizzato da <strong>un</strong> colore marrone-grigio, tendente<br />

sempre più al verde con l’aumentare della profon<strong>di</strong>tà.<br />

Dalla figura 2a si può notare come il contenuto organico della spiaggia B sia molto maggiore <strong>di</strong> quello<br />

riscontrato nella spiaggia A; ha <strong>un</strong> andamento piuttosto irregolare nelle prime due sezioni e <strong>di</strong>minuisce poi<br />

nella terza; tale comportamento è dovuto probabilmente al fatto che il <strong>lago</strong> Trasimeno è poco profondo e<br />

soggetto a frequenti rimescolamenti e i primi 6 cm sono quelli maggiormente interessati da questo fenomeno<br />

0 1 2 3 4 5<br />

0<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

Contenuto organico (%)<br />

A1 A2 B1 B2<br />

6<br />

profon<strong>di</strong>tà (cm)<br />

0<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

5<br />

6<br />

7<br />

8<br />

contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> (mgP/kgsed.secco)<br />

0 50 100 150 200 250 300<br />

A1 A2 B1 B2<br />

Figura 2 – Andamento del contenuto <strong>di</strong> sostanza organica (a) e del contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> (b)<br />

Per quanto riguarda il contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> (figura 2b), questo risulta maggiore nella spiaggia B confermando<br />

la stretta <strong>di</strong>pendenza tra presenza <strong>di</strong> sostanza organica e <strong>fosforo</strong>.<br />

Andamenti in tutto simili ai precedenti sono stati ottenuti dall’<strong>analisi</strong> delle carote prelevate durante la seconda<br />

campagna nelle spiagge B e C.<br />

Sui se<strong>di</strong>menti prelevati con il campionatore sono stati determinati contenuto <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà, <strong>di</strong> sostanza organica e<br />

<strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> totale, trovando valori del tutto in linea con quelli ottenuti precedentemente.<br />

L’<strong>analisi</strong> delle acque contenute nei campioni superficiali ha permesso <strong>di</strong> valutare la concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>;<br />

nel caso del campione proveniente dalla spiaggia A, non c’è stato motivo <strong>di</strong> utilizzare la centrifugazione per<br />

l’estrazione dell’acqua, proprio in virtù delle sue caratteristiche; per il campione proveniente dalla spiaggia B,<br />

invece, l’estrazione è avvenuta con il metodo della centrifugazione. L’acqua separata per centrifugazione sarà


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costituita in parte da acqua gravifica e in parte da acqua capillare, mentre l’acqua surnatante della spiaggia A<br />

sarà quasi totalmente costituita da acqua gravifica.<br />

Le concentrazioni <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> totale <strong>di</strong>sciolto rilevati nei due casi precedenti sono riportati in figura 3.<br />

Il surnatante presenta <strong>un</strong> contenuto TDP dello stesso or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza <strong>di</strong> quello caratteristico dell’acqua del<br />

<strong>lago</strong> (figura 1), mentre la concentrazione nell’acqua interstiziale è <strong>di</strong> <strong>un</strong> or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza maggiore. Questo<br />

dato è coerente con i dati <strong>di</strong> letteratura (M. Enell et al., 1982; B. Boström et al., 1982); è proprio il gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong><br />

concentrazione tra acqua interstiziale e acqua del <strong>lago</strong> che provoca <strong>un</strong> flusso <strong>di</strong>ffusivo <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> <strong>dai</strong> se<strong>di</strong>menti<br />

alla colonna d’acqua.<br />

Contenuto <strong>di</strong> P<br />

(mg/l)<br />

0.06<br />

0.05<br />

0.04<br />

0.03<br />

0.02<br />

0.01<br />

0<br />

contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

(mg/l)<br />

1<br />

A<br />

0.1<br />

0<br />

(a) campione<br />

2<br />

(b)<br />

0.6<br />

0.5<br />

0.4<br />

0.3<br />

0.2<br />

1<br />

campione<br />

Figura 3 – Concentrazione <strong>di</strong> TDP presente nell’acqua surnatante (spiaggia A) e nell’acqua interstiziale<br />

(spiaggia B)<br />

Due campioni per ogni spiaggia sono stati sottoposti ad estrazione sequenziale. Dall’esame <strong>dei</strong> risultati<br />

ottenuti (figura 4 a e b) si nota come la <strong>di</strong>fferenza sostanziale tra i campioni della spiaggia A e quelli della<br />

spiaggia B risieda in <strong>un</strong> maggiore contenuto <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> residuo nei primi: la spiaggia A sabbiosa, per la sua<br />

natura, possiede <strong>un</strong>a quantità superiore <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> refrattario o inerte; per quanto riguarda le altre frazioni <strong>di</strong><br />

<strong>fosforo</strong> estratte, queste sono presenti in percentuali quantomeno vicine tra loro, a conferma del fatto che il<br />

<strong>fosforo</strong> si <strong>di</strong>stribuisce nei se<strong>di</strong>menti secondo proporzioni che sono sempre le stesse; questo comportamento è<br />

risultato ancora più evidente <strong>dai</strong> dati relativi alla seconda campagna, in cui sono state analizzate due spiagge<br />

con caratteristiche simili tra loro.<br />

I dati ottenuti trovano riscontro anche in letteratura, soprattutto con i dati sul <strong>lago</strong> Balaton (Istvanovics, 1988;<br />

Istvanovics et al. 1989), anch’esso <strong>di</strong> natura calcarea.<br />

La frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> facilmente scambiabile è presente in misura minore rispetto alle altre frazioni, in tutti e<br />

quattro i campioni; nella spiaggia A il <strong>fosforo</strong> è soprattutto presente nella frazione residua, quella inerte,<br />

mentre nella spiaggia B è soprattutto legato al calcio; il <strong>fosforo</strong> legato al ferro è in quantità maggiori nella<br />

spiaggia B, mentre <strong>di</strong>fferenze minori <strong>di</strong> comportamento sono rilevabili in relazione al <strong>fosforo</strong> legato<br />

all’NaOH.<br />

frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> estratto<br />

1.0<br />

0.9<br />

0.8<br />

0.7<br />

0.6<br />

0.5<br />

0.4<br />

0.3<br />

0.2<br />

0.1<br />

0.0<br />

A1 A2 B1 B2<br />

campione<br />

NH4Cl-P BD-P NaOH-P HCl-P Res-P<br />

B1<br />

B2<br />

A1<br />

A2<br />

Res-P<br />

HCl-P<br />

2<br />

NaOH-P<br />

(a) (b)<br />

BD-P<br />

3<br />

NH4Cl-P<br />

B<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

120<br />

100<br />

B1 B2 A1 A2<br />

Figura 4 – Frazioni delle varie forme <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> presenti nei campioni (a) e concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

presente nelle varie soluzioni estratte (b)<br />

In entrambi i casi il <strong>fosforo</strong> tende a legarsi ai se<strong>di</strong>menti principalmente me<strong>di</strong>ante componenti <strong>di</strong> origine<br />

inorganica, ma, mentre nella spiaggia sabbiosa lo ritroviamo soprattutto sotto forma inerte o refrattaria, nella<br />

spiaggia argillosa tende in gran parte ad adsorbirsi ai metalli e al calcio.<br />

80<br />

Concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

(mgP/kgsed.secco)


VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental<br />

Sui campioni prelevati con il campionatore è stato poi effettuato il test <strong>di</strong> cessione. Dalla figura 5, riass<strong>un</strong>tiva<br />

<strong>dei</strong> risultati del test <strong>di</strong> cessione in con<strong>di</strong>zioni aerobiche per le spiagge A e B, si nota come il rilascio risulti<br />

maggiore per i se<strong>di</strong>menti appartenenti alla spiaggia B; questo può essere dovuto sia alla maggiore<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> presente inizialmente, ma anche e soprattutto al maggiore contenuto <strong>di</strong> sostanza<br />

organica, che comporta <strong>un</strong> maggiore consumo <strong>di</strong> ossigeno <strong>di</strong>sciolto e l’abbassamento del potenziale redox che<br />

influenza il deadsorbimento <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>. Un’altra <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> comportamento tra le due spiagge risiede nel<br />

fatto che mentre per la spiaggia A avviene <strong>un</strong> rilascio effettivo per tutta la durata dell’esperimento, nella<br />

spiaggia B si osserva <strong>un</strong> aumento della concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> nelle prime due settimane e poi <strong>un</strong>a<br />

<strong>di</strong>minuzione; questo farebbe pensare ad <strong>un</strong> successivo adsorbimento <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> da parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti: dopo la<br />

prima fase <strong>di</strong> deadsorbimento il gra<strong>di</strong>ente tende a <strong>di</strong>minuire in quanto la concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> nella<br />

colonna d’acqua si avvicina sempre <strong>di</strong> più alla concentrazione nell’acqua interstiziale; a questo p<strong>un</strong>to il<br />

<strong>fosforo</strong>, che nella spiaggia B è principalmente legato a metalli e al calcio, può essere nuovamente adsorbito su<br />

<strong>di</strong> essi (il comportamento <strong>di</strong>verso della spiaggia A è dovuto alla natura <strong>di</strong>versa del terreno ed al fatto che il<br />

<strong>fosforo</strong> è legato ai se<strong>di</strong>menti in maniera <strong>di</strong>versa).<br />

Si ha com<strong>un</strong>que <strong>un</strong>a modesta tendenza al rilascio da parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti del <strong>lago</strong> Trasimeno, anche in<br />

confronto ad alc<strong>un</strong>i dati <strong>di</strong> letteratura riferiti a stu<strong>di</strong> su <strong>di</strong>versi laghi (Holdren et al., 1980; Boström e Petterson,<br />

1982).<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> (mg/l)<br />

0.16<br />

0.14<br />

0.12<br />

0.1<br />

0.08<br />

0.06<br />

0.04<br />

0.02<br />

0<br />

A1 B1<br />

A2 B2<br />

A3 B3<br />

0 7 giorni 14 21<br />

Figura 5 – Test <strong>di</strong> cessione: rilascio <strong>di</strong><br />

<strong>fosforo</strong> in con<strong>di</strong>zioni statiche aerobiche<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> (mg/l)<br />

0.6<br />

0.5<br />

0.4<br />

0.3<br />

0.2<br />

0.1<br />

0<br />

A1 B1<br />

A2 B2<br />

A3 B3<br />

0 7 giorni 14 21<br />

Figura 6 – Rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> in con<strong>di</strong>zioni<br />

statiche anossiche<br />

Su <strong>un</strong> campione per ogni spiaggia sono state quin<strong>di</strong> effettuate le estrazioni sequenziali per valutare quali<br />

frazioni <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> siano maggiormente interessate dagli scambi con la colonna d’acqua sovrastante (figura 7a,<br />

b). Per quanto riguarda il campione A1, il <strong>fosforo</strong> passato in soluzione è costituito da <strong>fosforo</strong> facilmente<br />

scambiabile, <strong>fosforo</strong> refrattario e <strong>fosforo</strong> legato al ferro, o com<strong>un</strong>que sensibile a bassi potenziali redox; il<br />

<strong>fosforo</strong> presente nelle altre forme è presente in concentrazione maggiore alla fine della prova che in quelle<br />

relative ai se<strong>di</strong>menti iniziali.<br />

frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> estratto<br />

1.0<br />

0.9<br />

0.8<br />

0.7<br />

0.6<br />

0.5<br />

0.4<br />

0.3<br />

0.2<br />

0.1<br />

0.0<br />

Iniz. A1 A1 Iniz. B1 B1<br />

campione<br />

NH4Cl-P BD-P NaOH-P HCl-P Res-P<br />

Res-P<br />

HCl-P<br />

NaOH-P<br />

BD-P<br />

NH4Cl-P<br />

40<br />

20<br />

0<br />

140<br />

120<br />

100<br />

80<br />

60<br />

160<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

(mgP/kgsed.secco)<br />

Iniz. A1 A1 Iniz. B1 B1<br />

Figura 7 - Frazioni delle (a) varie forme <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> presenti nei campioni (a) (b)<br />

e concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

presente nelle varie soluzioni estratte (b) prima e dopo il test <strong>di</strong> cessione


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Risultati vicini a quelli ottenuti per il <strong>lago</strong> Trasimeno si sono avuti a seguito degli stu<strong>di</strong> effettuati da<br />

Istvanovics (1988) sul <strong>lago</strong> Balaton.<br />

Il campione B1 presenta delle <strong>di</strong>fferenze rispetto al campione A1, soprattutto nel comportamento del <strong>fosforo</strong><br />

legato all’alluminio (la <strong>di</strong>minuzione è probabilmente dovuta al maggiore contenuto <strong>di</strong> sostanza organica della<br />

spiaggia B ed alla natura <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti); anche in questo caso si ha <strong>un</strong>a leggera <strong>di</strong>minuzione del <strong>fosforo</strong><br />

residuo, <strong>un</strong>a <strong>di</strong>minuzione sostanziosa del <strong>fosforo</strong> legato al ferro ed <strong>un</strong> aumento non trascurabile del <strong>fosforo</strong><br />

legato al calcio.<br />

Anche la prova anossica è stata effettuata su se<strong>di</strong>menti prelevati con il campionatore e su tre campioni per<br />

ciasc<strong>un</strong>a spiaggia. I risultati sono rappresentati in figura 6; si può notare come il rilascio aumenti<br />

progressivamente nel tempo, a meno del dato anomalo del campione A1.<br />

Il rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> in questo caso è determinato, oltre che dall’esistenza <strong>di</strong> <strong>un</strong> gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> concentrazione<br />

(come nel test <strong>di</strong> cessione), anche e soprattutto dalle con<strong>di</strong>zioni riducenti che si instaurano nel sistema.<br />

Anche in questa prova i se<strong>di</strong>menti della spiaggia B mostrano <strong>un</strong>a maggiore tendenza al rilascio rispetto a<br />

quelli della spiaggia A, ma la <strong>di</strong>fferenza tra i due è meno marcata: ciò probabilmente per il fatto che in<br />

con<strong>di</strong>zioni aerobiche il rilascio tende ad avvenire in microzone in cui si verifica <strong>un</strong>a <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> potenziale<br />

redox e risulta fortemente correlato all’attività batterica e al contenuto <strong>di</strong> sostanza organica, che è quattro volte<br />

maggiore nella spiaggia B; in con<strong>di</strong>zioni anossiche invece si parte già da con<strong>di</strong>zioni riducenti per entrambe le<br />

spiagge e la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> contenuto organico risulta meno influente.<br />

Il rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> in con<strong>di</strong>zioni anossiche risulta, come atteso, <strong>di</strong> <strong>un</strong> or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza maggiore rispetto a<br />

quello in con<strong>di</strong>zioni aerobiche (confronto con figura 5): essendo i se<strong>di</strong>menti del <strong>lago</strong> Trasimeno ricchi <strong>di</strong> ferro<br />

(S.I.G.L.A.) il potenziale redox è <strong>un</strong> parametro <strong>di</strong> grande influenza<br />

Anche nel caso del test in con<strong>di</strong>zioni anossiche, al termine <strong>dei</strong> 21 giorni, sono state effettuate le estrazioni<br />

sequenziali su <strong>un</strong> campione per ogni spiaggia (figura 8a, b). Per il campione A1 il <strong>fosforo</strong> che tende a passare<br />

in soluzione è ancora <strong>un</strong>a volta costituito da <strong>fosforo</strong> residuo e <strong>fosforo</strong> sensibile alle variazioni <strong>di</strong> potenziale<br />

redox, ma, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quanto avviene nel caso aerobico, non si ha <strong>un</strong> aumento della frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

legata all’NaOH, che tende per lo più a rimanere costante; ciò può essere dovuto alle con<strong>di</strong>zioni riducenti<br />

instauratesi nel sistema, che contribuiscono al rilascio <strong>di</strong> questa frazione, o com<strong>un</strong>que ne inibiscono <strong>un</strong><br />

aumento.<br />

Anche il <strong>fosforo</strong> facilmente scambiabile tende a <strong>di</strong>minuire, seppure in maniera minima; è da osservare che<br />

l’HCl-P tende ad aumentare, sempre probabilmente a causa <strong>di</strong> <strong>un</strong> adsorbimento <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> liberatosi sulla<br />

calcite.<br />

Per quanto riguarda il campione B1, si ha <strong>un</strong>a <strong>di</strong>minuzione della frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> in tutte le forme sensibili a<br />

variazioni del potenziale redox; il <strong>fosforo</strong> legato all’NH4Cl tende a <strong>di</strong>minuire, seppur <strong>di</strong> poco, mentre il <strong>fosforo</strong><br />

residuo aumenta leggermente.<br />

frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> estratto<br />

1.0<br />

0.9<br />

0.8<br />

0.7<br />

0.6<br />

0.5<br />

0.4<br />

0.3<br />

0.2<br />

0.1<br />

0.0<br />

Iniz. A1 A1 Iniz. B1 B1<br />

campione<br />

NH4Cl-P BD-P NaOH-P HCl-P Res-P<br />

NH4Cl-P<br />

BD-P<br />

NaOH-P HCl-P<br />

(a) (b)<br />

Res-P<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

140<br />

120<br />

100<br />

80<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

(mgP/kgsed.secco)<br />

Iniz. A1 A1 Iniz. B1 B1<br />

Figura 8 – Prova anossica. Distribuzione delle varie frazioni <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> (a) e concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

presente nelle varie soluzioni estratte (b) all’inizio e al termine della prova<br />

Confrontando i risultati ottenuti con il test <strong>di</strong> cessione (figura 7) e quelli ottenuti nella prova anossica (figura<br />

8), si ha in quest’ultimo caso <strong>un</strong> maggiore rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>, evidenziato da <strong>un</strong>a minore concentrazione <strong>di</strong><br />

<strong>fosforo</strong> totale presente nei se<strong>di</strong>menti al termine delle prove. Il comportamento del <strong>fosforo</strong> facilmente


VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental<br />

scambiabile risulta pressoché lo stesso nelle due tipologie <strong>di</strong> prove, mentre, coerentemente alle aspettative, nel<br />

caso delle prove anossiche si ha <strong>un</strong>a maggiore <strong>di</strong>minuzione della frazione BD-P.<br />

Per quanto riguarda l’NaOH, nel campione A1 si ha <strong>un</strong>a <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> questa frazione a seguito della prova<br />

anossica e <strong>un</strong> aumento a seguito del test <strong>di</strong> cessione; nel campione B1, invece, si ha <strong>un</strong>a <strong>di</strong>minuzione in<br />

conseguenza <strong>di</strong> entrambe le prove effettuate, segno che questa frazione è influenzata, oltre che dal potenziale<br />

redox, anche dal contenuto <strong>di</strong> sostanza organica nel se<strong>di</strong>mento, maggiore nella spiaggia B.<br />

La frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> legata al calcio tende in entrambi i campioni ad aumentare.<br />

Il <strong>fosforo</strong> che viene mobilizzato in con<strong>di</strong>zioni varie sarà, in generale, in parte rilasciato ed in parte riadsorbito<br />

sotto forme <strong>di</strong>verse in f<strong>un</strong>zione della capacità <strong>di</strong> adsorbimento <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti determinata dalla loro stessa<br />

composizione e dalle con<strong>di</strong>zioni ambientali predominanti.<br />

Le prove <strong>di</strong> adsorbimento-deadsorbimento sono state effettuate prendendo in considerazione <strong>un</strong> campione per<br />

ogni spiaggia. I risultati relativi alle prove <strong>di</strong> deadsorbimento sono rappresentati in figura 9, in cui sono state<br />

riportate, per confronto, anche i risultati ottenuti tramite il test <strong>di</strong> cessione.<br />

Interpolando i dati sperimentali con <strong>un</strong>a regressione <strong>di</strong> tipo lineare si ottiene <strong>un</strong>a f<strong>un</strong>zione che descrive il<br />

rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> da parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti in f<strong>un</strong>zione del tempo. Dai risultati ottenuti e mostrati in figura si<br />

osserva che il campione B1 presenta, in con<strong>di</strong>zioni aerate mescolate, <strong>un</strong>a maggiore tendenza al<br />

deadsorbimento rispetto al campione A1: ciò probabilmente è dovuto al maggior contenuto <strong>di</strong> sostanza<br />

organica presente nel primo. Il contenuto <strong>di</strong> sostanza organica influenza il rilascio nel processo <strong>di</strong><br />

deadsorbimento perché nei laghi calcarei, come il <strong>lago</strong> Trasimeno, <strong>un</strong>o <strong>dei</strong> principali meccanismi <strong>di</strong> rilascio <strong>di</strong><br />

<strong>fosforo</strong> <strong>dai</strong> se<strong>di</strong>menti è legato alla <strong>di</strong>ssoluzione <strong>di</strong> CaCO3 in conseguenza dell’aumento <strong>di</strong> CO2 come prodotto<br />

<strong>di</strong> mineralizzazione della sostanza organica. (Boström et al., 1988). Meno influente sarà il fatto che la<br />

degradazione della sostanza organica può portare ad <strong>un</strong>a riduzione anche locale del potenziale redox, e quin<strong>di</strong><br />

ad <strong>un</strong>a maggiore rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> da parte delle frazioni mineralogiche sensibili a queste variazioni, in<br />

quanto le con<strong>di</strong>zioni aerate ed il mescolamento continuo contribuiranno a mantenere sempre ben ossigenato il<br />

sistema, accelerando inoltre i processi <strong>di</strong> mineralizzazione della sostanza organica; si ha quin<strong>di</strong> <strong>un</strong>a maggiore<br />

liberazione <strong>di</strong> anidride carbonica ed <strong>un</strong> maggiore rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>, secondo il meccanismo sopra menzionato.<br />

Confrontando gli andamenti ottenuti per la prova <strong>di</strong> deadsorbimento con quelli relativi al test <strong>di</strong> cessione<br />

(con<strong>di</strong>zioni statiche aerate), si può avere <strong>un</strong>’idea <strong>di</strong> quale sia l’influenza del mescolamento sui processi <strong>di</strong><br />

deadsorbimento.; sia per il campione A1 che per il campione B1, il coefficiente angolare delle linee <strong>di</strong><br />

tendenza, che rappresenta la velocità <strong>di</strong> variazione della concentrazione, ha <strong>un</strong> valore, nel caso mescolato,<br />

doppio rispetto a quello caratteristico del test <strong>di</strong> cessione: il rilascio in con<strong>di</strong>zioni mescolate risulta maggiore<br />

rispetto a quello in con<strong>di</strong>zioni statiche. In genere il rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> <strong>di</strong>sciolto tende ad aumentare<br />

all’aumentare del mescolamento fino al p<strong>un</strong>to in cui avviene la sospensione <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti; da questo momento<br />

in poi tende a <strong>di</strong>minuire fino a valori minori <strong>di</strong> quelli trovati in con<strong>di</strong>zioni statiche; il <strong>fosforo</strong> totale invece<br />

continua ad aumentare, in<strong>di</strong>cando che, quando avviene la risospensione, la maggior parte del <strong>fosforo</strong> rilasciato<br />

risulta associato alla materia particolata (Holdren et al., 1980).<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> nella fase<br />

liquida (mg/l)<br />

0.3<br />

0.25<br />

0.2<br />

0.15<br />

0.1<br />

0.05<br />

0<br />

A1<br />

B1<br />

A1 cessione<br />

B1 cessione<br />

Lineare (A1)<br />

Lineare (B1 )<br />

Lineare (A1 cessione)<br />

Lineare (B1 cessione)<br />

y = 0.0089x<br />

y = 0.0048x<br />

y = 0.0043x<br />

y = 0.0023x<br />

0 7 14 21<br />

giorni<br />

Figura 9 – Confronto tra il rilascio <strong>di</strong><br />

<strong>fosforo</strong> avvenuto in con<strong>di</strong>zioni statiche<br />

durante il test <strong>di</strong> cessione e quello<br />

avvenuto in con<strong>di</strong>zioni mescolate per i<br />

campioni A1 e B1<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> in fase<br />

liquida<br />

0.6<br />

0.5<br />

0.4<br />

0.3<br />

0.2<br />

0.1<br />

0<br />

A1 C0=0.1mg/l A1 C0=0.5mg/l<br />

B1 C0=0.1mg/l B1 C0=0.5mg/l<br />

0 7 giorni 14 21<br />

Figura 10 – Adsorbimento in con<strong>di</strong>zioni<br />

aerate mescolate da parte <strong>dei</strong> campioni A1<br />

e B1 a contatto con <strong>un</strong>a soluzione con<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> pari a 0.1 e 0.5<br />

mg/l


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Anche in questo caso, la fase <strong>di</strong> deadsorbimento è seguita da <strong>un</strong>a successiva fase <strong>di</strong> adsorbimento: il materiale<br />

sospeso può costituire <strong>un</strong> facile supporto sul quale il <strong>fosforo</strong> può nuovamente adsorbire; nel caso <strong>di</strong> prove<br />

mescolate è più elevato il tasso <strong>di</strong> rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>, come pure è più elevata la quantità dello stesso che tende<br />

in <strong>un</strong> secondo momento a riadsorbirsi, quin<strong>di</strong> l’azione del vento ha <strong>un</strong> doppio aspetto, da <strong>un</strong>a parte facilita la<br />

<strong>di</strong>stribuzione del <strong>fosforo</strong> sulla colonna d’acqua, ma allo stesso tempo, per le particolari caratteristiche<br />

mineralogiche <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti del <strong>lago</strong> Trasimeno, favorisce il riadsorbimento.<br />

Mettendo a contatto i se<strong>di</strong>menti, sempre in con<strong>di</strong>zioni mescolate, con <strong>un</strong>a soluzione a concentrazione nota <strong>di</strong><br />

<strong>fosforo</strong> (figura 10), si nota come l’adsorbimento <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> da parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti sia influenzato dalla<br />

concentrazione del nutriente nella colonna d’acqua sovrastante e, in particolare, <strong>un</strong> maggiore contenuto <strong>di</strong><br />

<strong>fosforo</strong> in soluzione porta ad <strong>un</strong> maggiore adsorbimento. L’adsorbimento è seguito poi da <strong>un</strong>a fase <strong>di</strong> rilascio e<br />

ancora <strong>di</strong> adsorbimento. La fase <strong>di</strong> rilascio successiva all’adsorbimento iniziale risulta maggiore quando la<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> in fase liquida è pari a 0.5 mg/l, a causa proprio della maggiore abbondanza del<br />

nutriente nel sistema, ed è più evidente nel caso del campione B1, probabilmente in quanto il materiale<br />

argilloso è caratterizzato da <strong>un</strong>a maggiore capacità <strong>di</strong> adsorbimento, sia in relazione alla sua natura, sia in<br />

relazione alla sua superficie specifica.; infatti i parametri che influenzano maggiormente l’adsorbimento <strong>dei</strong><br />

fosfati sono il pH, il contenuto <strong>di</strong> CaCO3, la <strong>di</strong>stribuzione granulometrica, il contenuto <strong>di</strong> ferro e alluminio e <strong>di</strong><br />

carbonio organico.<br />

La frazione <strong>di</strong> argilla me<strong>di</strong>amente fine riveste <strong>un</strong> ruolo importante nei processi <strong>di</strong> adsorbimento (G<strong>un</strong>atilaka,<br />

1982); dal momento che la se<strong>di</strong>mentazione <strong>di</strong> questa frazione avviene ad <strong>un</strong>a velocità realmente molto bassa,<br />

essa contribuisce in modo importante alla persistenza della torbi<strong>di</strong>tà del <strong>lago</strong>. Inoltre alc<strong>un</strong>i tipi <strong>di</strong> argille fini<br />

hanno <strong>un</strong>’elevata capacità <strong>di</strong> adsorbimento nei confronti <strong>dei</strong> fosfati (Golterman, 1984; anche il relativamente<br />

alto contenuto <strong>di</strong> calcite <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>lago</strong> può influenzare l’adsorbimento <strong>dei</strong> fosfati (G<strong>un</strong>atilaka,<br />

1978).<br />

Al termine <strong>dei</strong> 21 giorni sono state effettuate le estrazioni sequenziali (figura 11a, b) per verificare<br />

quali frazioni <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> abbiano contribuito al rilascio o all’adsorbimento <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong>. Per quanto riguarda il<br />

deadsorbimento, sia per il campione A1 che per il campione B1, si nota <strong>un</strong>a <strong>di</strong>minuzione della concentrazione<br />

<strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> totale nei se<strong>di</strong>menti; nel campione A1 le frazioni che sembrano aver rilasciato <strong>fosforo</strong> sono quelle<br />

estraibili con l’NH4Cl, il BD e l’NaOH; si riscontra anche <strong>un</strong>a <strong>di</strong>minuzione del <strong>fosforo</strong> residuo, mentre l’HCl-<br />

P ha subito <strong>un</strong> aumento; nel campione B1 invece le frazioni <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> che hanno subito <strong>un</strong>a <strong>di</strong>minuzione sono<br />

quelle estraibili con l’NaOH, l’HCl ed il <strong>fosforo</strong> residuo, mentre l’NH4Cl-P ed il BD-P sono aumentate nel<br />

corso della prova.<br />

frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> estratto<br />

1.0<br />

0.8<br />

0.6<br />

0.4<br />

0.2<br />

0.0<br />

Iniz.<br />

A1<br />

Des.<br />

A1<br />

0.1<br />

A1<br />

0.5<br />

A1<br />

Iniz.<br />

B1<br />

Des.<br />

B1<br />

0.1<br />

B1<br />

NH4Cl-P BD-P NaOH-P HCl-P Res-P<br />

0.5<br />

B1<br />

Iniz. A1<br />

Des. A1<br />

0.1 A1<br />

0.5 A1<br />

(a) (b)<br />

Iniz. B1<br />

Des. B1<br />

0.1 A1<br />

0.5 A1<br />

100<br />

50<br />

0<br />

300<br />

250<br />

200<br />

150<br />

concentrazione <strong>di</strong><br />

<strong>fosforo</strong><br />

(mg/kgsed.secco)<br />

NH4Cl-P BD-P NaOH-P HCl-P Res-P Ptot<br />

Figura 11 – Prova <strong>di</strong> adsorbimento-deadsorbimento: <strong>di</strong>stribuzione delle varie frazioni <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> nei<br />

campioni A1 e B1<br />

La <strong>di</strong>minuzione della frazione BD-P è minore sia rispetto al caso del test <strong>di</strong> cessione, sia della prova anossica;<br />

probabilmente a causa del mescolamento l’intero sistema è sempre ben ossigenato, non si creano zone<br />

anossiche, non si ha <strong>un</strong>a significativa variazione del potenziale redox e la frazione suddetta riveste <strong>un</strong> ruolo <strong>di</strong><br />

minore importanza nel processo <strong>di</strong> rilascio del <strong>fosforo</strong>. L’NaOH tende a <strong>di</strong>minuire in entrambi i campioni, ma,<br />

vista la scarsa importanza del potenziale redox in questi casi, tale effetto è probabilmente dovuto alla frazione<br />

organica. E’ inoltre da notare il comportamento della frazione HCl-P: essa tende ad aumentare nel caso del<br />

campione A1 e a <strong>di</strong>minuire nel caso del campione B1; nel caso del deadsorbimento dal campione B1 sembra


VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental<br />

quasi che <strong>un</strong>a parte del <strong>fosforo</strong> rilasciata sia stata nuovamente adsorbita ed immagazzinata nella frazione <strong>di</strong><br />

BD-P.<br />

Relativamente alle prove <strong>di</strong> adsorbimento, i se<strong>di</strong>menti corrispondenti al campione A1 hanno immagazzinato<br />

<strong>fosforo</strong> prevalentemente sotto forma <strong>di</strong> HCl-P, mentre è stato rilasciato soprattutto dalla frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

residuo; le altre frazioni sono rimaste per lo più costanti.<br />

Per quanto riguarda il campione B1, il <strong>fosforo</strong> è stato immagazzinato principalmente sotto forma <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

residuo; le altre frazioni sono rimaste costanti o sono ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong>minuite.<br />

I risultati ottenuti confermano anche i risultati ottenuti sulla <strong>di</strong>stribuzione del <strong>fosforo</strong> a seguito <strong>di</strong> processi <strong>di</strong><br />

adsorbimento sul <strong>lago</strong> Balaton (Istvanovics et al., 1989).<br />

La medesima procedura <strong>di</strong> <strong>analisi</strong> sui se<strong>di</strong>menti è stata utilizzata per i campioni relativi alla seconda<br />

campagna, prelevati a qualche centinaio <strong>di</strong> metri l’<strong>un</strong>o dall’altro; le due spiagge si sono presentate più simili<br />

tra loro, sia visivamente, sia nel comportamento che hanno manifestato durante lo svolgimento delle <strong>analisi</strong>.<br />

I risultati ottenuti dalle due campagne sono raffrontabili, eccetto per i risultati della prova <strong>di</strong> deadsorbimento,<br />

come mostrato in figura 12 a e 12 b, rispettivamente per i campioni B1 e C1 prelevati nelle due spiagge in<br />

località Torricella.<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> in fase<br />

liquida (mg/l)<br />

0.2<br />

0.18<br />

0.16<br />

0.14<br />

0.12<br />

0.1<br />

0.08<br />

0.06<br />

0.04<br />

0.02<br />

0<br />

B1 deadsorbimento<br />

B1 cessione<br />

B1 anossica<br />

Lineare (B1 deadsorbimento)<br />

Lineare (B1 anossica)<br />

Lineare (B1 cessione)<br />

y = 0.008x<br />

y = 0.0048x<br />

y = 0.0014x<br />

0 7 giorni 14 21<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> nella fase<br />

liquida (mgP/l)<br />

0.25<br />

0.2<br />

0.15<br />

0.1<br />

0.05<br />

0<br />

C1 desadorbimento<br />

C1 cessione<br />

C1 anossica<br />

Lineare (C1 desadorbimento)<br />

Lineare (C1 cessione)<br />

Lineare (C1 anossica)<br />

y = 0.0089x<br />

y = 0.0027x<br />

y = 0.0019x<br />

0 7 giorni 14 21<br />

(a) (b)<br />

Figura 12 - Confronto tra il rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> avvenuto in con<strong>di</strong>zioni statiche e quello avvenuto in<br />

con<strong>di</strong>zioni mescolate per i campioni B1 (a) e C1 (b)<br />

Il deadsorbimento in con<strong>di</strong>zioni aerobiche mescolate è <strong>di</strong> entità maggiore, seguito dal rilascio in con<strong>di</strong>zioni<br />

anossiche e, in ultimo, dal rilascio in con<strong>di</strong>zioni aerobiche statiche. Facendo lo stesso confronto tra gli<br />

andamenti ottenuti nella prima campagna, i risultati sono <strong>di</strong>fferenti: il desorbimento <strong>di</strong> entità maggiore si ha in<br />

seguito alla prova anossica, seguito da quello ottenuto nella prova aerobica mescolata e, in ultimo da quello<br />

rilevato in relazione al test <strong>di</strong> cessione.<br />

Confrontando i vari dati, la <strong>di</strong>fferenza tra quanto avviene nelle due campagne risiede nei valori del rilascio in<br />

con<strong>di</strong>zioni anossiche che si sono ottenuti nei due casi, <strong>di</strong>versità dovuta probabilmente al fatto che, nei<br />

campioni analizzati in <strong>un</strong> primo tempo, vi era <strong>un</strong>a <strong>di</strong>versa <strong>di</strong>stribuzione del <strong>fosforo</strong> nei se<strong>di</strong>menti e, in<br />

particolare, <strong>un</strong>a maggiore quantità <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> legato al ferro rispetto agli altri. Questa frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> è<br />

quella coinvolta in maniera preponderante qualora ci si trovi in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> scarsità <strong>di</strong> ossigeno <strong>di</strong>sciolto, in<br />

quanto si ha <strong>un</strong> abbassamento del potenziale redox, <strong>un</strong>a riduzione del ferro (III) a ferro(II) e <strong>un</strong> conseguente<br />

rilascio del <strong>fosforo</strong> ad esso legato.<br />

CONCLUSIONI<br />

Confrontando i risultati ottenuti me<strong>di</strong>ante le prove effettuate con quelli relativi ad altri laghi si è potuto<br />

verificare che i se<strong>di</strong>menti del <strong>lago</strong> Trasimeno sono caratterizzati da <strong>un</strong>a scarsa tendenza al rilascio in ogni<br />

con<strong>di</strong>zione creata.<br />

Essi presentano inoltre <strong>un</strong>a non trascurabile capacità <strong>di</strong> adsorbimento, influenzata in particolar modo dalla<br />

concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> presente nella fase liquida a contatto con il campione. Tutti i campioni analizzati<br />

hanno mostrato, infatti, <strong>un</strong>a tendenza all'adsorbimento molto più elevata quando posti a contatto con la<br />

soluzione a concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> superiore e, in particolare, dopo 7 giorni sono stati tutti in grado <strong>di</strong><br />

adsorbire più dell'80 % del <strong>fosforo</strong> presente in fase liquida. Dopo la fase iniziale <strong>di</strong> adsorbimento veloce, i


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campioni sono andati tutti incontro ad <strong>un</strong>a fase <strong>di</strong> rilascio, seguita da <strong>un</strong> nuovo adsorbimento. Dopo 21 giorni<br />

in soluzione troviamo <strong>un</strong>a concentrazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> <strong>di</strong>sciolto pari a circa il 30 % <strong>di</strong> quella inizialmente<br />

presente e la situazione tende a stabilizzarsi. Per quanto riguarda il processo <strong>di</strong> deadsorbimento <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> da<br />

parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti questo si è presentato <strong>di</strong> entità non rilevante.<br />

Il rilascio in con<strong>di</strong>zioni mescolate è molto più alto rispetto a quello che si osserva in con<strong>di</strong>zioni statiche.<br />

Questo <strong>di</strong>pende dal fatto che il processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione aumenta dal momento che il <strong>fosforo</strong> viene <strong>di</strong>sperso<br />

rapidamente <strong>dai</strong> se<strong>di</strong>menti nella colonna d'acqua, se viene mantenuto il gra<strong>di</strong>ente <strong>di</strong> concentrazione. Inoltre il<br />

<strong>di</strong>sturbo apportato ai se<strong>di</strong>menti causa <strong>un</strong> mescolamento meccanico dell'acqua interstiziale e dell'acqua del<br />

<strong>lago</strong>. L'effetto imme<strong>di</strong>ato della risospensione delle particelle <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti, poi, è <strong>un</strong> aumento del <strong>fosforo</strong> legato<br />

al particolato nell'acqua del <strong>lago</strong>, e questo va a costituire <strong>un</strong>a sorgente <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> e <strong>un</strong> probabile sito <strong>di</strong><br />

adsorbimento dello stesso. Confrontando gli andamenti del rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> ottenuti, nel caso della prima<br />

campagna, relativamente al campione della spiaggia ‘B’, argillosa, con quelli del campione prelevato dalla<br />

spiaggia ‘A’, sabbiosa, si può notare come nel primo caso si abbia <strong>un</strong>a maggiore tendenza al deadsorbimento.<br />

Ciò può essere dovuto sia ad <strong>un</strong>a <strong>di</strong>versa <strong>di</strong>stribuzione del <strong>fosforo</strong> nei se<strong>di</strong>menti, sia al maggiore contenuto <strong>di</strong><br />

sostanza organica presente nella prima. Il contenuto <strong>di</strong> sostanza organica è <strong>un</strong> fattore molto rilevante nel<br />

processo <strong>di</strong> deadsorbimento del <strong>fosforo</strong>. Infatti nei laghi calcarei come il <strong>lago</strong> Trasimeno, <strong>un</strong>o <strong>dei</strong> principali<br />

meccanismi <strong>di</strong> rilascio <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> da parte <strong>dei</strong> se<strong>di</strong>menti è legato alla <strong>di</strong>ssoluzione del CaCO3, che avviene<br />

come conseguenza dell'aumento <strong>di</strong> anidride carbonica determinato dal processo <strong>di</strong> mineralizzazione della<br />

sostanza organica. Il <strong>fosforo</strong> organico presente nei se<strong>di</strong>menti liberato sotto forma <strong>di</strong> PO4 solubile durante i<br />

processi <strong>di</strong> decomposizione ad opera <strong>dei</strong> batteri può essere adsorbito su superfici inorganiche o rimanere in<br />

soluzione per essere riciclato nell'acqua lacustre.<br />

Le estrazioni sequenziali, effettuate sul se<strong>di</strong>mento appena prelevato e su quello ottenuto al termine delle prove<br />

a l<strong>un</strong>ga durata, hanno permesso <strong>di</strong> caratterizzare in maniera più approfon<strong>di</strong>ta i campioni, determinando la<br />

<strong>di</strong>stribuzione del <strong>fosforo</strong> fra le varie componenti mineralogiche del terreno, e <strong>di</strong> comprendere meglio quali<br />

fossero i meccanismi fisici e chimici coinvolti nei processi <strong>di</strong> rilascio e <strong>di</strong> adsorbimento. I risultati ottenuti sui<br />

campioni del <strong>lago</strong> Trasimeno sono stati confrontati con quelli, presenti in letteratura, relativi ad altri laghi, in<br />

particolare, la <strong>di</strong>stribuzione del <strong>fosforo</strong> nei se<strong>di</strong>menti del <strong>lago</strong> Trasimeno è risultata simile a quella determinata<br />

in relazione al <strong>lago</strong> Balaton, anch'esso calcareo e con caratteristiche vicine a quelle del <strong>lago</strong> italiano. La<br />

maggior parte del <strong>fosforo</strong> risulta legato al calcio o si trova sotto forma <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> residuo. La percentuale del<br />

nutriente associato a ferro, manganese, alluminio, e quin<strong>di</strong> quella sensibile alle variazioni <strong>di</strong> potenziale redox,<br />

risulta sempre minore del 50 %. Il <strong>fosforo</strong> facilmente scambiabile, o <strong>fosforo</strong> labile, è sempre presente in<br />

percentuali piuttosto basse, dell'or<strong>di</strong>ne del 2 - 3 %. Nella maggior parte <strong>dei</strong> casi analizzati il <strong>fosforo</strong> che viene<br />

rilasciato nelle varie con<strong>di</strong>zioni è quello legato al ferro e al manganese, il BD-P, e il <strong>fosforo</strong> residuo. La<br />

frazione <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> che influenza in modo più rilevante il processo <strong>di</strong> desorbimento, tuttavia, è proprio quella<br />

legata a ferro e manganese, il BD-P. Infatti, confrontando i risultati delle estrazioni sequenziali ottenuti<br />

durante la prima campagna per i campioni della spiaggia ‘A' e della spiaggia ‘B’ si nota come la prima,<br />

rispetto alla seconda, presenti <strong>un</strong>a maggiore percentuale <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong> residuo e <strong>un</strong>a minore percentuale <strong>di</strong> <strong>fosforo</strong><br />

legato ai metalli suddetti. Se si osservano gli andamenti del rilascio trovati per le due tipologie <strong>di</strong> campioni<br />

nelle varie con<strong>di</strong>zioni, è evidente come i campioni della spiaggia ‘B’ siano caratterizzati da <strong>un</strong>a maggiore<br />

tendenza al desorbimento. Il <strong>fosforo</strong> rilasciato sembra poi essere in parte adsorbito nuovamente sotto forma <strong>di</strong><br />

calcite.<br />

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