Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio

Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio

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conseguibili soltanto con i costosissimi pellegrinaggi in Terra Santa e le ancor più costose e sanguinose crociate. La stessa indulgenza era messa alla portata di facili preghiere accessibili a tutti. 5. Esperienza di Francesco: un inerme in dialogo Ritorniamo, ora, al terzo tentativo di Francesco di andare fra i musulmani, riuscito nel 1218, dopo due tentativi falliti e tredici anni dopo la sua conversione. Il momento era il peggiore. Imponenti eserciti cristiani avevano posto l'assedio a Damietta. S'illudevano di poter decidere per sempre le sorti dell'islam e della cristianità. La crociata era affidata a un Cardinale duro e bellicoso, il portoghese Pelagio Galvan. Al contrario, il capo dell'esercito musulmano, sultano Melek-el-Kamel, era saggio, moderato e, per evitare un assurdo e inutile bagno di sangue, aveva offerto Gerusalemme e la Santa Croce ai cristiani, a condizione che abbandonassero il suolo egiziano. I grandi vantaggi dell'offerta e i risparmi di vite umane e di devastazioni erano innegabili. I capi militari della crociata, compreso il re Giovanni di Brienne, volevano accettare e trattare col sultano. Ma il Cardinal legato fu irriducibile e rifiutò tutto. La sua teoria, priva di ogni ragione, sia evangelica che di buon senso, era che l'islam, nato e diffusosi con la spada, doveva essere vinto con la spada. Facendo prevalere la sua autorità ottenne, il 29 agosto 1219, la grande battaglia campale. La disfatta dei crociati fu totale: migliaia di morti, feriti e prigionieri. Narrano le fonti: "tutto l'esercito cristiano è in fuga, mettendo fine alla guerra non con il trionfo, ma con la vergogna. I nostri subirono tale disfatta da perdere seimila uomini tra morti e prigionieri". 23 L'episodio, riportato anche dai biografi, prova lo spirito profetico di Francesco che, prevedendo la catastrofe dei cristiani, implorava tutti di evitare la battaglia. Ottenne solo derisione. Dopo la disfatta Francesco, nonostante l'opposizione del Cardinal legato, ormai sconfitto, si recò nel campo musulmano a parlare con il Sultano. Questi lo accolse bene, ne apprezzò la fede e il coraggio, lo ascoltò volentieri e lo pregò di rimanere, offrendogli doni di elevato valore, che Francesco non accettò. Dopo aver parlato a lungo con lui e altri, non riuscendo a convertirli, ritornò. 6. Andare a vivere il Vangelo L'esperienza di Francesco è tuttora attualissima, perché gran parte del mondo cristiano, oggi come ai suoi tempi, ha conoscenze sommarie e opinioni inesatte o negative sull'islam, ritenendo i musulmani pericolosi nemici da combattere. Lo Spirito Santo lo liberò da tali idee, facendogli superare la tentazione della violenza. Sapendo tuttavia che, fra i cristiani, il timore dei "saraceni" non era infondato, non si attardò in dispute inutili, ma attuò la "profezia vissuta". Scelse la via evangelica, che non combatte, ma ama e serve i propri nemici, sull'esempio del Maestro, che diede la sua vita per la loro salvezza. Questo lo condusse a una lacerante scelta. Da una parte il "servo", Papa e Chiesa, che arruolavano i credenti in milizie armate per fare la guerra apportatrice di morte. Dall'altra parte il "Padrone", vero Signore della Chiesa e Salvatore di tutti gli uomini, che lo chiamava a guidare una "nuova milizia spirituale" rivestita delle armi evangeliche della pace, del perdono, della riconciliazione, della mitezza e della mansuetudine, apportatrici di salvezza e vita eterna. Francesco comprese che il Signore lo chiamava a ricostruire la Chiesa nello spirito dell'amore crocifisso che, con il suo sacrificio, trasforma i nemici in amici e fratelli, 89

immolando se stesso per loro. Egli non esclude nessuno, né "saraceni" né gli "altri infedeli". Francesco intuì l'immenso e insostituibile valore dell'andare a vivere il Vangelo, in umiltà, servizio e beatitudine evangelica, in mezzo a coloro che non lo conoscono. Egli era pienamente convinto che la divina "potenza" del Vangelo rende forti, non per la guerra ma per la pace, qualifica, non per l'inimicizia ma per l'amicizia fraterna con tutta l'umanità. Oggi abbiamo la conferma che la chiamata profetica dello Spirito non riguardava solo il suo tempo ma anche l'oggi e il futuro. È la via per risolvere ogni problema di convivenza fra cristiani, musulmani e umanità intera. Lo stesso Concilio Vaticano II ha approvato questa evangelizzazione dichiarando: "La Chiesa guarda con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce". 24 Inoltre ha esortato cristiani e musulmani a "dimenticare" i dissensi e le inimicizie del passato, per esercitare la mutua comprensione e promuovere insieme la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà. 25 Anche il Segretariato per i non cristiani, nella Pentecoste del 1984, nel suo documento "Riflessioni e orientamenti su dialogo e missione" approvava e proponeva, come esempio significativo per tutti, le norme di S. Francesco, nella Regola non bollata del 1221, per coloro che: "per divina ispirazione vorranno andare fra i saraceni". 26 1 G. Basetti-Sani, "Saraceni", DF, 1647. 2 J. Gwénolé, Dieu est Courtoisie, Rennes 1985, 2. 3 1 Cel, 2,4, FF 325. 4 1 Cel, 5, FF 326. 5 2 Cel, 2, 6, FF 586-587. 6 Concilio Lateranense IV, Costituzioni, LXXI, in Decisioni dei Concili Ecumenici, Torino 1978, 276-277. 7 LegM, 3, 9a, FF 1063. 8 LegM, 3, 9a, FF 1063. 9 LegM, 3, 9, FF 1062. 10 LegM, 3, 9 e 9a: "Christi vicarius Christi famulum tamquam ignotum repulit indignanter" (Il vicario di Cristo mandò via con sdegno il servo di Cristo come uno sconosciuto) 11 Cf. Ruggero di Wendover e Matteo Paris, In quale modo il Papa approvò con suo privilegio l'Ordine di S. Francesco, FF 2285-2287. L'episodio è descritto in questi termini: a) Francesco presenta a Innoncenzo III in concistoro, il fascicoletto della Regola da approvare; b) il papa lo disprezza per il suo aspetto e la richiesta, dicendogli di andare ad arrotolarsi fra i porci e predicare a loro; c) Francesco lo ubbidisce alla lettera e poi torna chiedendo di nuovo l'approvazione; d) il papa, ammirato e commosso, gliela concede e lo benedice. L'episodio è assolutamente sconosciuto dagli altri testimoni e agiografi e, per molti dettagli e circostanze, assai inverosimile. 12 Concilio Lateranense IV, Costituzioni, LXIX, 278-279. 13 2 Cel, 6, 10, FF 593. 14 LegM 9, 4, FF 1168. 15 LegM 9, 5, FF 1169. 90

immolando se stesso per loro. Egli non esclude nessuno, né "saraceni" né gli "altri<br />

infedeli". Francesco intuì l'immenso e insostituibile valore dell'andare a vivere il<br />

Vangelo, in umiltà, servizio e beatitudine evangelica, in mezzo a coloro che non lo<br />

conoscono. Egli era pienamente convinto che la divina "potenza" del Vangelo rende<br />

forti, non per la guerra ma per la pace, qualifica, non per l'inimicizia ma per l'amicizia<br />

fraterna con tutta l'umanità.<br />

Oggi abbiamo la conferma che la chiamata profetica dello Spirito non riguardava<br />

solo il suo tempo ma anche l'oggi e il futuro. È la via per risolvere ogni problema di<br />

convivenza fra cristiani, musulmani e umanità intera. Lo stesso Concilio Vaticano II ha<br />

approvato questa <strong>evangelizzazione</strong> dichiarando:<br />

"La Chiesa guarda con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e<br />

sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha<br />

parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di<br />

Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica<br />

volentieri si riferisce". 24<br />

Inoltre ha esortato cristiani e musulmani a "dimenticare" i dissensi e le inimicizie<br />

del passato, per esercitare la mutua comprensione e promuovere insieme la giustizia<br />

sociale, i valori morali, la pace e la libertà. 25<br />

Anche il Segretariato per i non cristiani, <strong>nel</strong>la Pentecoste del 1984, <strong>nel</strong> suo<br />

documento "Riflessioni e orientamenti su dialogo e missione" approvava e proponeva,<br />

come esempio significativo per tutti, le norme di S. Francesco, <strong>nel</strong>la Regola non bollata<br />

del 1221, per coloro che: "per divina ispirazione vorranno andare fra i saraceni". 26<br />

1 G. Basetti-Sani, "Saraceni", DF, 1647.<br />

2 J. Gwénolé, Dieu est Courtoisie, Rennes 1985, 2.<br />

3 1 Cel, 2,4, FF 325.<br />

4 1 Cel, 5, FF 326.<br />

5 2 Cel, 2, 6, FF 586-587.<br />

6 Concilio Lateranense IV, Costituzioni, LXXI, in Decisioni dei Concili Ecumenici, Torino<br />

1978, 276-277.<br />

7 LegM, 3, 9a, FF 1063.<br />

8 LegM, 3, 9a, FF 1063.<br />

9 LegM, 3, 9, FF 1062.<br />

10 LegM, 3, 9 e 9a: "Christi vicarius Christi famulum tamquam ignotum repulit indignanter"<br />

(Il vicario di Cristo mandò via con sdegno il servo di Cristo come uno sconosciuto)<br />

11 Cf. Ruggero di Wendover e Matteo Paris, In quale modo il Papa approvò con suo<br />

privilegio l'Ordine di S. Francesco, FF 2285-2287. L'episodio è descritto in questi termini: a)<br />

Francesco presenta a Innoncenzo III in concistoro, il fascicoletto della Regola da approvare; b)<br />

il papa lo disprezza per il suo aspetto e la richiesta, dicendogli di andare ad arrotolarsi fra i porci<br />

e predicare a loro; c) Francesco lo ubbidisce alla lettera e poi torna chiedendo di nuovo<br />

l'approvazione; d) il papa, ammirato e commosso, gliela concede e lo benedice. L'episodio è<br />

assolutamente sconosciuto dagli altri testimoni e agiografi e, per molti dettagli e circostanze,<br />

assai inverosimile.<br />

12 Concilio Lateranense IV, Costituzioni, LXIX, 278-279.<br />

13 2 Cel, 6, 10, FF 593.<br />

14 LegM 9, 4, FF 1168.<br />

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