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Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio

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Per questo il Signore inculcò sempre particolare sollecitudine verso di loro. Quando<br />

Israele li trascurava, gli ricordava di averlo liberato dalla umiliazione e oppressione in terra<br />

straniera. Nella Legge s'identificava con stranieri e forestieri, giudicando abominio ogni<br />

disprezzo, angheria e molestia contro di loro. Condannò pure l'indifferenza nei loro<br />

confronti, prescrivendo di accoglierli, amarli, rispettarli, proteggerli, nutrirli, retribuirli,<br />

condividere i beni che Egli appronta per tutti.<br />

Gesù stesso, fin dall'inizio della sua vita, fu esule e profugo per sfuggire la morte<br />

decretata da Erode. Nel suo ministero fu pellegrino <strong>nel</strong>la sua stessa terra e non ebbe ove<br />

posare il capo. Predicando il Regno si identificò con tutte le sofferenze e umiliazioni<br />

umane e basò il suo giudizio finale su quanto abbiamo fatto ai più piccoli, poveri, umiliati e<br />

offesi.<br />

7. Nuova <strong>evangelizzazione</strong>: gli ultimi saranno i primi<br />

Gli "alieni", che vengono a vivere tra noi, sollevano problemi complessi, vere sfide<br />

evangeliche. Certi loro atteggiamenti possono essere difficili da accettare. Ciò non<br />

giustifica, però, diffidenza, sospetto, paura, autodifesa, insofferenza. Tanto meno:<br />

intolleranza, rifiuto, aggressività e violenza. Non è neppure giusto vederli solo come<br />

concorrenti, che sottraggono lavoro e guadagno. I più di loro accettano lavori e<br />

rimunerazioni che nessun "comunitario" accetta più. Infine, non è giusto neppure<br />

considerarli solamente come "problemi" per la sicurezza, i servizi, l'assistenza, la casa, ecc.<br />

S. Benedetto il Moro c'invita a riflettere per quali ragioni, oggi, nessuno ricorda più i<br />

molti cittadini ricchi, dotti e potenti del suo tempo, mentre tutto il mondo venera proprio<br />

lui: povero, illetterato, debole, alieno e forestiero. La risposta è che questo povero<br />

estracomunitario di quattro secoli fa, riuscì a dare a tutti, ricchi e poveri, dotti e illetterati,<br />

sani e malati, forti e deboli, proprio tutto quello che i grandi del suo e di ogni tempo non<br />

seppero o non vollero dare.<br />

Il maggior benefattore di tutti, soprattutto dei più poveri e sofferenti del paese che<br />

l'aveva ospitato, fu proprio lui: l'estracomunitario, il nero, lo straniero, l'alieno, il diverso,<br />

l'ex-schiavo, da alcuni deriso, mal sopportato e trattato ingiustamente.<br />

La sua bontà trasformò anche i cuori più induriti, rendendoli capaci di amore e di bontà.<br />

Da quattro secoli dimostra l'inesauribile potenziale umano, morale, spirituale ed evangelico<br />

che è presente in tutti gli uomini, anche quelli che, spinti da disperazione, necessità o<br />

speranza, lasciano la loro terra, migrando per sopravvivere.<br />

Egli conferma la parola di Cristo: gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi.<br />

Dio solo sa quali e quanti "estracomunitari" in mezzo a noi, possono diventare altrettanti<br />

Benedetto il Moro, beneficando città e villaggi e liberandoci dai nostri egoismi, chiusure,<br />

grettezze e paure.<br />

Francesco, che chiamò tutti fratelli e sorelle, ci invita ad amare, rispettare e prenderci<br />

cura dei nostri fratelli e sorelle estracomunitari, per costruire, insieme, un mondo nuovo<br />

più evangelico ispirato alla fede, alla speranza e all'amore del Regno.<br />

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