Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio
Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio
1. L'Antico Testamento presenta la "povertà" umana come conseguenza di comportamenti e cause strutturali ingiuste quali ozio, vizi, violenze, brigantaggio, rapine, frodi, inganni e abusi, consumati contro i giusti, nella vita privata e pubblica. I profeti condannano questi comportamenti come peccati e crimini d'Israele che, oltre a causare povertà, corrompono il popolo e attirano i castighi di Dio. Salmi e Profeti lodano i "poveri" di Dio, afflitti materialmente e spiritualmente: oppressi, soli, abbandonati, disprezzati, umiliati, offesi, traditi, perseguitati, ammalati che, tuttavia, pongono in Dio ogni attesa di salvezza e liberazione. Perciò sono le primizie del nuovo popolo con cui il Messia formerà la sua Chiesa e il suo Regno. 2. Il Nuovo Testamento presenta Gesù come Messia dei poveri, che predilige come eredi privilegiati del Regno, suo sacramento vivo, chiamati a far risplendere nella Chiesa e nel mondo la sacramentalità della evangelizzazione dei poveri. Perciò si è consacrato a portare loro la Buona Novella, 3. Gesù considerò i poveri "destinatari" e protagonisti dell'evangelizzazione, primizie del Regno, partecipi della beatitudini. La loro disponibilità è il segno messianico, indispensabile alla Chiesa, per preparare il Regno finale di Cristo. 3. Poveri e povertà nella nuova evangelizzazione francescana Tutto ciò fa comprendere il valore profetico e l'originalità di Francesco, che pose l'accento non sui beni ma sulle persone per cui, nella Regola, definì la povertà francescana "non aver nulla di proprio" e "non appropriarsi di nulla". 3.1. Non appropriarsi di nulla Essa esprime il suo stesso spirito, che gli proibiva di cogliere i fiorellini del campo, il cui valore venale è nullo, ma il cui "gratuito" splendore e bellezza glorifica il Creatore e rende felici quanti li guardano. Lo spirito di possesso che spinge a coglierli li fa appassire, imputridire o disseccare. Toglie gloria al Padre e splendore e gioia agli uomini. Appropriarsi è sempre distruggere e rovinare. Questa concezione di Francesco non è economica ma teologale. Appropriarsi di qualsiasi cosa, a prescindere dal suo valore, è "sottrarla" ai fratelli. Essendo stato ricco, sapeva che il possesso delle ricchezze scatena una spirale antievangelica di potenza, cupidigie, violenze e ingiustizie. Il "nulla di proprio" evangelico esprime un'esistenza impegnata solo per Cristo e il suo Regno. Lo stesso è dell'obbedienza. Se libertà e volontà sono il "valore" più alto dell'uomo, appropriarsene e ritenerle per sé è la peggiore forma di avarizia. 33 Pertanto, il vivere senza nulla di proprio: beni, affetti e volontà, elimina, dalle radici, ogni egoismo. 34 3.2. Rispettare la parte di Dio e dei fratelli L'intuizione fondamentale che ogni bene è proprietà di Dio e dono per tutti, convinse Francesco che solo il vero povero rispetta la parte di Dio e dei fratelli. Perciò ogni vero povero è evangelizzatore e ogni vero evangelizzatore è povero, non solo di cose ma anche di azioni. 35 Infatti, lasciando che Dio agisca in noi, possono espandersi tutta la potenza liberatrice e salvifica e l'infinito dinamismo del suo amore. Sorretti dalla sua potenza, poveri e deboli sono più forti di tutti i ricchi e i potenti della terra uniti insieme. Per questo preparano la venuta ed edificano il Regno di Dio. La prodigiosa fecondità dei Santi risiede in questo segreto. Lasciando tutto a Dio, non riservando nulla per sé, facendo il vuoto in se stessi, lasciano che la potenza dell'Onnipotente li colmi e agisca in loro. Questa è l'essenza intima della povertà evangelica, cristiana e francescana. Si vive senza nulla di proprio, perché tutto è di Dio e Dio è tutto. Per questo, Francesco pregava incessantemente: "mio Dio e mio tutto" e dopo 74
la conversione era lieto di stare in mezzo ai poveri, disprezzati, di poco conto, infermi, lebbrosi e mendicanti. Per questo invitava i frati ad amarli e servirli in tutto. 36 I biografi dicono che cercava sempre persone che fossero più povere di lui, per "restituire" loro ciò che, come frate, aveva "ricevuto solo in prestito" da Dio. 37 Tuttavia non lasciò prescrizioni in merito. Preferì lasciare allo Spirito Santo di ispirare generosa disponibilità nelle diverse circostanze e suscitare applicazioni sempre nuove, originali ed efficaci a favore dei poveri. 4. Evangelizzare predatori e violenti Francesco sapeva che gli operatori di violenza e morte sono essenzialmente privi di amore e incapaci di amare, isolati e chiusi nell'odio, distruzione, vendetta e morte. Alcuni sono attratti dal miraggio del guadagno, altri sono disperati o in cerca di soluzioni rapide e definitive dei mali. Perciò, alla luce del Vangelo, sono anch'essi sofferenti e bisognosi. I nuovi evangelizzatori non possono dedicarsi solo alle povertà economiche, trascurando quelle "umane", affettive, educative, psicologiche, culturali, sociali e politiche, ancor più devastanti. Tuttavia, povertà economica e povertà "umane" possono intrecciarsi e rafforzarsi a vicenda. Tutte le vittime di odio, sopruso, abuso, violenze e privazioni di ogni genere, sono la grande "riserva" di soggetti disponibili e strumentalizzabili per il male. Come abbiamo visto, Francesco, fondato nella speranza che "a Dio tutto è possibile", non dimenticava che ladroni, banditi e violenti sono anch'essi figli del Padre celeste da salvare mediante l'amore, la conversione e la riconciliazione. 5. Antonio: l'immensa compassione per i poveri Un titolo speciale per l'amore e l'impegno verso i poveri, va riconosciuto proprio ad Antonio da Padova. Ciò che dobbiamo notare, anzitutto, è l'aspetto spirituale che rese così "popolare" la sua predicazione, fatta di attenzione e predilezione per la gente semplice: i minores, i poveri. La struttura dei suoi sermoni, come contenuti, linguaggio ed esempi, è funzionale alla loro evangelizzazione. La sua immensa dottrina biblica e teologica, che lo ha fatto definire da Papi e teologi "Dottore Evangelico", "Arca del Testamento", "Armamentario delle Sacre Scritture", "Esimio Dottore", "Insigne Dottore e Maestro" e gli fece riconoscere "l'intelligenza delle Sacre Scritture" 38 venne da lui spezzettata, quasi in briciole quotidiane, ma in grande abbondanza perché se ne potessero nutrire tutti, soprattutto i più deboli. Infatti, la sua scienza e dottrina erano per edificare e far crescere il popolo di Dio. Perciò, il suo radicale carisma si esprimeva ne: "la scelta della minorità, che lo avvicinava al popolo, la scelta della predicazione popolare maturata in una rigorosa disciplina teologica, la stima del popolo come luogo privilegiato della salvezza, l'attenzione al popolo che preferisce l'azione alla parola, la testimonianza alla spiegazione". 39 Una particolare menzione lo considera pure come difensore dei poveri. Al riguardo basta leggere la sua fortissima predicazione contro gli usurai, piaga di allora come di oggi, le sue denuncie dell'egoismo dei ricchi, della violenza del dominio politico e della tirannia, dell'ingiustizia dello sfruttamento dei lavoratori e dell'oppressione dei poveri. 75
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I biografi dicono che cercava sempre persone che fossero più povere di lui, per<br />
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non lasciò prescrizioni in merito. Preferì lasciare allo Spirito Santo di ispirare generosa<br />
disponibilità <strong>nel</strong>le diverse circostanze e suscitare applicazioni sempre nuove, originali ed<br />
efficaci a favore dei poveri.<br />
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Francesco sapeva che gli operatori di violenza e morte sono essenzialmente privi di<br />
amore e incapaci di amare, isolati e chiusi <strong>nel</strong>l'odio, distruzione, vendetta e morte. Alcuni<br />
sono attratti dal miraggio del guadagno, altri sono disperati o in cerca di soluzioni rapide<br />
e definitive dei mali.<br />
Perciò, alla luce del Vangelo, sono anch'essi sofferenti e bisognosi. I nuovi<br />
evangelizzatori non possono dedicarsi solo alle povertà economiche, trascurando quelle<br />
"umane", affettive, educative, psicologiche, culturali, sociali e politiche, ancor più<br />
devastanti. Tuttavia, povertà economica e povertà "umane" possono intrecciarsi e<br />
rafforzarsi a vicenda. Tutte le vittime di odio, sopruso, abuso, violenze e privazioni di<br />
ogni genere, sono la grande "riserva" di soggetti disponibili e strumentalizzabili per il<br />
male.<br />
Come abbiamo visto, Francesco, fondato <strong>nel</strong>la speranza che "a Dio tutto è possibile",<br />
non dimenticava che ladroni, banditi e violenti sono anch'essi figli del Padre celeste da<br />
salvare mediante l'amore, la conversione e la riconciliazione.<br />
5. Antonio: l'immensa compassione per i poveri<br />
Un titolo speciale per l'amore e l'impegno verso i poveri, va riconosciuto proprio ad<br />
Antonio da Padova. Ciò che dobbiamo notare, anzitutto, è l'aspetto spirituale che rese<br />
così "popolare" la sua predicazione, fatta di attenzione e predilezione per la gente<br />
semplice: i minores, i poveri. La struttura dei suoi sermoni, come contenuti, linguaggio ed<br />
esempi, è funzionale alla loro <strong>evangelizzazione</strong>. La sua immensa dottrina biblica e<br />
teologica, che lo ha fatto definire da Papi e teologi "Dottore Evangelico", "Arca del<br />
Testamento", "Armamentario delle Sacre Scritture", "Esimio Dottore", "Insigne Dottore e<br />
Maestro" e gli fece riconoscere "l'intelligenza delle Sacre Scritture" 38 venne da lui<br />
spezzettata, quasi in briciole quotidiane, ma in grande abbondanza perché se ne potessero<br />
nutrire tutti, soprattutto i più deboli. Infatti, la sua scienza e dottrina erano per edificare e<br />
far crescere il popolo di Dio.<br />
Perciò, il suo radicale carisma si esprimeva ne:<br />
"la scelta della minorità, che lo avvicinava al popolo, la scelta della predicazione<br />
popolare maturata in una rigorosa disciplina teologica, la stima del popolo come<br />
luogo privilegiato della salvezza, l'attenzione al popolo che preferisce l'azione alla<br />
parola, la testimonianza alla spiegazione". 39<br />
Una particolare menzione lo considera pure come difensore dei poveri. Al riguardo<br />
basta leggere la sua fortissima predicazione contro gli usurai, piaga di allora come di<br />
oggi, le sue denuncie dell'egoismo dei ricchi, della violenza del dominio politico e della<br />
tirannia, dell'ingiustizia dello sfruttamento dei lavoratori e dell'oppressione dei poveri.<br />
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