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Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio

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1.2. Gesù e i poveri<br />

Gesù è il Messia dei poveri, consacrato a portare loro la Buona Novella. Perciò li<br />

riconosce e li proclama eredi privilegiati del suo Regno. 6 Egli stesso è povero, ma non per<br />

mancanza di beni. Infatti abita <strong>nel</strong>la casa del padre putativo Giuseppe (Mt 2,23), porta un<br />

abbigliamento più che decoroso (Gv 19,23), è sostenuto <strong>nel</strong>la sua attività apostolica da<br />

benefattori influenti e donne facoltose. 7 La sua povertà, quindi, è biblico-spirituale, dei<br />

poveri di Jahwe: miti, mansueti, umili di cuore, afflitti, perseguitati per la giustizia, ma<br />

totalmente liberi da ogni vincolo terreno, per essere integralmente disponibili e obbedienti<br />

al Padre.<br />

Per questa disponibilità, patisce tutte le sofferenze e umiliazioni del "servo povero" di<br />

Jahwe: persecuzioni, calunnie, accuse, esilio, disprezzo, derisioni, abbandono, solitudine,<br />

percosse, tradimento, morte crudele e ingiusta e sepoltura ignominiosa. Nella sua<br />

<strong>evangelizzazione</strong> itinerante, non ha neppure ove posare il capo. Evangelizza i poveri che<br />

predilige e ai quali, per primi, annuncia la salvezza. 8 Non li disprezza, condanna o<br />

strumentalizza mai, ma ne condivide sentimenti, ansie e timori. Colma le loro attese, li<br />

proclama beati, esprime loro piena solidarietà. 9<br />

Poveri, per lui, sono quanti versano in difficoltà o afflizione: peccatori, indemoniati,<br />

malati e forestieri. Di fronte ai suoi discepoli s'identifica con loro, promette loro il Regno<br />

dei Cieli e pone come condizione indispensabile di salvezza il servizio amoroso nei loro<br />

confronti.<br />

Perciò, per la povertà evangelica non bastano la pura indigenza materiale né l'umile<br />

condizione sociale. Occorrono, prima di tutto, la fede <strong>nel</strong>la sua persona, la speranza <strong>nel</strong>la<br />

sua parola, la carità o amore evangelico, <strong>nel</strong> suo amore. Poveri di Gesù sono Giovanni<br />

Battista, Maria, Giuseppe, la vedova che dona l'unico spicciolo ecc. Quindi, la povertà<br />

biblico-evangelica è una realtà teologale, complessa e misteriosa, irriducibile ai puri dati<br />

economici, sociali e materiali.<br />

1.3. Gli apostoli: poveri per evangelizzare<br />

Quelli che Gesù scelse come suoi discepoli e apostoli erano lavoratori, con<br />

occupazioni e beni sufficienti per una vita dignitosa. Qualcuno era decisamente<br />

benestante. Tutti, però, dovettero lasciare ciò che avevano e facevano, per dedicarsi, a<br />

pieno tempo, al Regno. Per il Regno si privarono del sostentamento ed entrarono <strong>nel</strong>la<br />

precarietà e incertezza umana, così divennero poveri. La loro povertà quindi, è la rinuncia<br />

a ogni sicurezza economica, per seguire Gesù, annunciare il vangelo e servire il Regno.<br />

Da allora, chi vuole seguire Cristo <strong>nel</strong>la vita apostolica, lascia famiglia, parenti, amici,<br />

casa, beni, lavoro e ogni altra cosa. Diventa pellegrino in terre straniere e straniero <strong>nel</strong>la<br />

propria, si espone a ogni disagio e insicurezza. Discepoli e apostoli, per amore di Cristo e<br />

del vangelo, si pongono volontariamente <strong>nel</strong>le più difficili situazioni di povertà:<br />

spogliazione effettiva, affettiva, culturale e spirituale, privazione di ogni sostegno umano<br />

e terreno. Gli evangelizzatori non possono contare neppure sul sostegno e affetto dei<br />

familiari. Eppure, Gesù, mediante questa loro povertà realizza la salvezza.<br />

Tuttavia, a Pietro che dice: "noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo<br />

seguito" risponde: "in verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o<br />

fratelli o genitori o figli per il Regno di Dio, che non riceva molto di più <strong>nel</strong> tempo<br />

presente e la vita eterna <strong>nel</strong> tempo che verrà" (Lc 18,29-30). Non sembra un semplice<br />

modo di dire, perché, <strong>nel</strong>l'orto degli Ulivi, al momento della sua passione domanda loro:<br />

"quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali vi è forse mancato qualcosa?"<br />

e i discepoli devono riconoscere unanimi: "Nulla!" (Lc 22,35). Confermano, quindi, la<br />

verità delle promesse di Gesù, agli inizi della vita pubblica: "non affannatevi di quello<br />

che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete... il<br />

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