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Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio

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conflitto tra il suo giudizio, la sua coscienza e fatti evidenti, quali la malattia, la necessità di<br />

medicine, la mancanza di ogni diletto e gusto, un corpo rovinato da lunghe malattie. Tali<br />

rimproveri della sua coscienza, perciò, in simili circostanze, non sembrano provenire dal<br />

Signore, né da giuste esigenze evangeliche, spirituali e teologiche. Non resta che la<br />

tentazione o lo scrupolo, che tuttavia Francesco non riesce a riconoscere come tali, né, a<br />

quanto pare, a superare, mediante l'orazione, contemplazione e colloquio con Dio.<br />

Ora, non è verosimile che il Signore, che lo ha sempre aiutato e illuminato in modo<br />

straordinario, lo abbandonasse o lasciasse all'oscuro proprio su questo punto. È più<br />

probabile che Francesco gli abbai opposto, probabilmente inconsciamente, un'indebita e<br />

ostinata resistenza. Essendo egli incapace, l'aiuto non poteva giungergli che attraverso un<br />

confratello, al quale fu costretto a rivolgersi.<br />

3.2. Dal travaglio alla verità liberatrice<br />

Il frate, teologo, saggio e fine conoscitore di coscienze, non rispose direttamente.<br />

Conosceva e temeva la dialettica in cui, in simili casi, Francesco si rinserrava, diventando<br />

impenetrabile. Adottò, perciò, l'atteggiamento evangelico seguito da Gesù nei confronti di<br />

Simone, il fariseo che lo aveva invitato <strong>nel</strong>la sua casa, senza dargli acqua per i piedi, né<br />

bacio di saluto e lo aveva giudicato ingiustamente perché si era lasciato lavare e profumare<br />

i piedi da una "peccatrice". Gesù lo aveva condotto a capire il suo errore con una breve<br />

parabola (Lc 7, 36-50). Il frate seguì la stessa via evangelica.<br />

Cominciò con una domanda pertinente, che non lasciava spazio a tentennamenti o<br />

riserve mentali, per costringere Francesco ad ammettere la verità sempre negata e mai<br />

riconosciuta: "Dimmi, Padre, se credi: non è stato pronto il tuo corpo ad obbedire ai tuoi<br />

ordini?" La forma è estremamente rispettosa: "se credi", tuttavia, è ben ferma <strong>nel</strong>l'esigere<br />

onestà e sincerità, mettendo Francesco alle corde. Se la risposta sarà sincera, sarà pure<br />

liberatrice:<br />

"Gli rendo testimonianza, figlio, che fu obbediente in tutto, in nulla si è<br />

risparmiato, ma si precipitava quasi di corsa al comando. Non ha sfuggito nessuna<br />

fatica, non ha rifiutato nessun sacrificio, purché gli fosse possibile obbedire. In questo,<br />

io e lui, siamo stati perfettamente d'accordo di servire senza riserva alcuna Cristo<br />

Signore".<br />

In altri termini, il corpo è stato sempre ineccepibile. L'errore e il male vengono da<br />

un'altra parte. La domanda consente alla potenza della grazia di illuminare interamente<br />

Francesco sul suo coagulo d'inveterata e immotivata ostinazione. La risposta va ben oltre le<br />

migliori aspettative e sa di "autocritica", se non di vera conversione. Riappare di nuovo,<br />

<strong>nel</strong>la riconciliazione col proprio corpo, il vero Francesco, cantore estatico della bontà<br />

divina e della fraternità di tutte le creature, suo corpo incluso.<br />

Il frate, tuttavia, conoscendone la lunga ostinazione <strong>nel</strong>l'errore e la gravità delle sue<br />

conseguenze, non si accontenta di questa dichiarazione. Vuole guarire in modo definitivo e<br />

totale il "male di Francesco", ossia la sua ingiustificata durezza e assenza di amore<br />

evangelico verso il proprio corpo. Ricorre, perciò, a un argomento ancor più decisivo, che<br />

lo conduca a un'ulteriore revisione evangelica. La <strong>nuova</strong> domanda è egualmente piena di<br />

amoroso rispetto, ma inesorabile:<br />

"Dov'è dunque, Padre, la tua generosità, dov'è la pietà e la tua somma discrezione?<br />

E' questa la riconoscenza che si dimostra agli amici fedeli, ricevere da loro un<br />

beneficio e non ricambiarlo <strong>nel</strong> tempo della necessità?"<br />

Anche questa volta, Francesco deve ammettere che <strong>nel</strong>la condotta verso il suo corpo,<br />

nonostante gli eccezionali lumi dello Spirito Santo e la sua eccelsa santità, ha mancato<br />

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