Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio

Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio

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20.05.2013 Views

felicità l'essere esposti a tali prove e durezze; e, fedeli alla parola del Vangelo, pregavano solleciti e ferventi per i loro persecutori". 19 Non occorrono particolari commenti. 7. Nelle prove più dure esultanza e perfetta letizia Queste testimonianze eliminano ogni equivoco dal vero significato della gioia cristiana e letizia francescana. Gli evangelizzatori francescani erano colmi di gioia e serenità, non perché privi di difficoltà, pericoli e sofferenze, ma perché, vivendo in mezzo ad esse, le accoglievano come la parte migliore della loro vita: "ritenendo una felicità l'essere esposti a tali prove e durezze". Perciò vi vedevano un vivo segno evangelico e "fedeli alla parola del Vangelo, pregavano solleciti e ferventi per i loro persecutori". 20 Le accettavano per amore di Cristo e del Vangelo, che proclama: "Rallegratevi ed esultate in quel giorno, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli". 21 Perciò la "perfetta letizia" francescana non ha nulla a che fare con il superficiale ottimismo e le condizioni piacevoli. Nelle situazioni più avverse e tra i peggiori tormenti è frutto dello Spirito ed espressione di autentica fede, speranza e carità. È pure pazienza cristiana, fondata in Colui che ci ha riscattato e salvato, mediante la sua umiliazione, sofferenza, passione e morte. Francesco additò sempre, esplicitamente, ai frati che coraggio, serenità e gioia, nei discepoli, nascono dal vivere bene la vocazione evangelizzatrice. Il discorso che segue lo esprime fedelmente: "Fratelli carissimi, consideriamo la nostra vocazione. Dio, nella sua misericordia, ci ha chiamati non solo per la nostra salvezza, ma anche per quella di molti altri. Andiamo dunque per il mondo, esortando tutti, con l'esempio più che con le parole, a fare penitenza dei loro peccati e a ricordare i comandamenti di Dio... Non abbiate paura di essere ritenuti insignificanti o squilibrati, ma annunciate con coraggio e semplicità la penitenza. Abbiate fiducia nel Signore, che ha vinto il mondo! Egli parla con il suo Spirito in voi e per mezzo di voi... Non abbiate timore, poiché fra non molto verranno a noi parecchi dotti e nobili, e si uniranno a noi nel predicare ai re, ai principi e ai popoli. In gran numero si convertiranno al Signore, che moltiplicherà e aumenterà la sua famiglia nel mondo intero". 22 La storia ha documentato il contenuto profetico di queste parole. 8. Apostoli della dignità umana Uno sguardo ai tempi di Francesco ne fa risaltare l'affinità con quelli attuali. Allora come oggi: mutamenti politici, inquietudini sociali, lotte, guerre, insicurezza, incertezza, violenze, corruzione. Anche allora sistemi sociali e condizioni di vita erano ingiusti, violenti e squilibrati. Se le forme esterne differivano storicamente da quelle attuali, i dinamismi di fondo sembrano assai vicini: insicurezza, bisogno di profonde trasformazioni, ricerca del meglio, esigenza di fraternità e pace nella comunità ecclesiale e umana. Nella sua evangelizzazione profetica, Francesco sottolineava che persone, comunità e popoli non potevano trovare pace, né bene, né giustizia, finché non avessero accolto le esigenze e i valori del Vangelo. Il suo messaggio risuonava socialmente innovatore, proprio perché centrato sui valori evangelici, la dignità umana e la verità ultima 24

dell'uomo. Questo è l'essenziale, mentre il resto: ruolo sociale, ricchezza, beni, potere, ecc. è puro accessorio. Perciò anticipava ciò che anche la cultura attuale deve riconoscere: che ogni società fondata sui beni materiali crea necessariamente due classi di schiavi. La prima, dei detentori di beni, crea gli schiavi del proprio benessere ed egoismo, della repressione, della violenza e della paura degli altri. La seconda, degli esclusi e diseredati, crea gli schiavi dell'invidia, del rancore, della rivolta e dell'odio. 23 Francesco, pur senza proporsi come riformatore sociale, fa superare le due schiavitù col suo messaggio di grande efficacia: la radicale opzione evangelica dell'autentica comunione fraterna, fiducia, solidarietà e collaborazione reciproca. Solo tale impegno comune consente di superare individualismo ed egoismi. Perciò, il suo progetto non si fonda sulle ideologie, ma sulla proposta evangelica dell'amore, dell'aiuto vicendevole, della crescita comune e del continuo perfezionamento di sé. È invito a costruire una più adeguata convivenza, migliorando pure le condizioni ambientali. È chiamata a conversione continua, a riconciliazione comune e a pacificazione fraterna. Questo esclude ogni "competizione", "concorrenza" e "lotta" di classe. Francesco è convinto che si può creare una sintesi armoniosa tra mondo umano e ambiente naturale. I suoi inviti e proposte sono un vero "progetto sociale", nuovo perché fondato sui valori solidi, duraturi e ineliminabili del vangelo. Perciò è tuttora valido per la nuova evangelizzazione, per creare culture e società più adeguate alla dignità e alle esigenze della persona umana. 9. Conversione, dialogo, condivisione fraterna Nuova evangelizzazione è andare per il mondo e vivere in mezzo alla gente, assumendo il vangelo come modello di vita, come Francesco. È conversione continua, dialogo e colloquio fraterno, condivisione e semplicità. È vita sottomessa al servizio dei più semplici. Francesco, proponendola, ci sottrae alla tentazione di fare da maestri. La "soggezione" o sottomissione a ogni creatura dispone alla "condivisione fraterna e pacifica" di tutto, anche della fede. Perciò evita dispute, polemiche, pretese e imposizioni. Questo metodo si rivelò valido per le conversioni spirituali, i rinnovamenti morali e le riforme sociali. Ricordiamo come ottenne tutto ciò riguardo ai famosi ladroni che, nascosti nelle foreste e appostati lungo le strade, aggredivano e derubavano i passanti. Quando, invece, non avevano neppure da mangiare, andavano all'eremo di Borgo San Sepolcro a mendicare un po' di pane. I frati erano molto divisi. Alcuni volevano darlo, come ad affamati che chiedevano umilmente, altri volevano negarlo, trattandosi di banditi che facevano del male alle persone. Francesco, interrogato, propose la sua soluzione. Andare subito dai "fratelli briganti" con pane abbondante e buon vino, apparecchiare loro la tavola e offrirli "con rispetto e buon umore". Finito di mangiare chiedere loro un favore: per amor di Dio non percuotere né maltrattare le persone. Per la prima volta, accontentarsi di questo: "giacché se esigerete da loro tutto in una volta, non vi starebbero a sentire". La volta dopo, se avevano rispettato la promessa, aggiungere anche uova e formaggio e, in cambio, invitarli a non stare più lì a soffrire fame, freddo e stenti e far del male. Il progetto funzionò. I briganti "per l'affabilità e l'amicizia dimostrata loro dai frati" dapprima cominciarono a raccogliere legna e portargliela. Poi, altri smisero tale vita, infine alcuni si fecero frati, con grande sollievo e felicità della gente. 24 In questo come in altri casi, Francesco diede prova di grandi qualità: sapienza evangelica, vera santità, fine senso psicologico, senso pratico, esperienza dell'animo 25

dell'uomo. Questo è l'essenziale, mentre il resto: ruolo sociale, ricchezza, beni, potere,<br />

ecc. è puro accessorio.<br />

Perciò anticipava ciò che anche la cultura attuale deve riconoscere: che ogni società<br />

fondata sui beni materiali crea necessariamente due classi di schiavi. La prima, dei<br />

detentori di beni, crea gli schiavi del proprio benessere ed egoismo, della repressione,<br />

della violenza e della paura degli altri. La seconda, degli esclusi e diseredati, crea gli<br />

schiavi dell'invidia, del rancore, della rivolta e dell'odio. 23<br />

Francesco, pur senza proporsi come riformatore sociale, fa superare le due schiavitù<br />

col suo messaggio di grande efficacia: la radicale opzione evangelica dell'autentica<br />

comunione fraterna, fiducia, solidarietà e collaborazione reciproca. Solo tale impegno<br />

comune consente di superare individualismo ed egoismi. Perciò, il suo progetto non si<br />

fonda sulle ideologie, ma sulla proposta evangelica dell'amore, dell'aiuto vicendevole,<br />

della crescita comune e del continuo perfezionamento di sé. È invito a costruire una più<br />

adeguata convivenza, migliorando pure le condizioni ambientali. È chiamata a<br />

conversione continua, a riconciliazione comune e a pacificazione fraterna. Questo esclude<br />

ogni "competizione", "concorrenza" e "lotta" di classe.<br />

Francesco è convinto che si può creare una sintesi armoniosa tra mondo umano e<br />

ambiente naturale. I suoi inviti e proposte sono un vero "progetto sociale", nuovo perché<br />

fondato sui valori solidi, duraturi e i<strong>nel</strong>iminabili del vangelo. Perciò è tuttora valido per la<br />

<strong>nuova</strong> <strong>evangelizzazione</strong>, per creare culture e società più adeguate alla dignità e alle<br />

esigenze della persona umana.<br />

9. Conversione, dialogo, condivisione fraterna<br />

Nuova <strong>evangelizzazione</strong> è andare per il mondo e vivere in mezzo alla gente,<br />

assumendo il vangelo come modello di vita, come Francesco. È conversione continua,<br />

dialogo e colloquio fraterno, condivisione e semplicità. È vita sottomessa al servizio dei<br />

più semplici. Francesco, proponendola, ci sottrae alla tentazione di fare da maestri. La<br />

"soggezione" o sottomissione a ogni creatura dispone alla "condivisione fraterna e<br />

pacifica" di tutto, anche della fede. Perciò evita dispute, polemiche, pretese e imposizioni.<br />

Questo metodo si rivelò valido per le conversioni spirituali, i rinnovamenti morali e le<br />

riforme sociali. Ricordiamo come ottenne tutto ciò riguardo ai famosi ladroni che,<br />

nascosti <strong>nel</strong>le foreste e appostati lungo le strade, aggredivano e derubavano i passanti.<br />

Quando, invece, non avevano neppure da mangiare, andavano all'eremo di Borgo San<br />

Sepolcro a mendicare un po' di pane. I frati erano molto divisi. Alcuni volevano darlo,<br />

come ad affamati che chiedevano umilmente, altri volevano negarlo, trattandosi di banditi<br />

che facevano del male alle persone.<br />

Francesco, interrogato, propose la sua soluzione. Andare subito dai "fratelli briganti"<br />

con pane abbondante e buon vino, apparecchiare loro la tavola e offrirli "con rispetto e<br />

buon umore". Finito di mangiare chiedere loro un favore: per amor di Dio non percuotere<br />

né maltrattare le persone. Per la prima volta, accontentarsi di questo: "giacché se esigerete<br />

da loro tutto in una volta, non vi starebbero a sentire". La volta dopo, se avevano<br />

rispettato la promessa, aggiungere anche uova e formaggio e, in cambio, invitarli a non<br />

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Il progetto funzionò. I briganti "per l'affabilità e l'amicizia dimostrata loro dai frati"<br />

dapprima cominciarono a raccogliere legna e portargliela. Poi, altri smisero tale vita,<br />

infine alcuni si fecero frati, con grande sollievo e felicità della gente. 24<br />

In questo come in altri casi, Francesco diede prova di grandi qualità: sapienza<br />

evangelica, vera santità, fine senso psicologico, senso pratico, esperienza dell'animo<br />

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