Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio

Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio Carisma francescano e nuova evangelizzazione nel terzo millennio

eticaescienza.eu
from eticaescienza.eu More from this publisher
20.05.2013 Views

mandato il Figlio ed entrambi lo Spirito Santo. Gesù Cristo costituisce, perciò, il supremo "testimone-evangelizzatore" del Padre, che ci dona il suo Spirito. 2. Trinità o "Dio dinamico" San Francesco ha illustrato la nuova evangelizzazione in due importanti scritti. Nel primo, la Lettera a tutti i fedeli, sottolineandola bene come servizio: "poiché sono servo di tutti, sono tenuto a servire a tutti e ad amministrare a tutti le fragranti parole del mio Signore". 3 Nella seconda, la Lettera al Capitolo Generale e a tutti i frati, rimarcandone l'andare, il testimoniare e il far conoscere: "il Signore vi mandò per il mondo intero affinché testimoniate la sua voce con la parola e con le opere e facciate conoscere a tutti che non c'è nessuno onnipotente eccetto Lui". 4 2.1. Bontà e sommo amore: dinamismo, origine e fine Le due affermazioni ci manifestano una delle più feconde e originali intuizioni spirituali di Francesco. Essa fu ripresa e sviluppata, con grande profondità, da S. Bonaventura, che ne fece un caposaldo della teologia francescana: la bontà e l'amore di Dio, come fondamento del dinamismo evangelizzatore. Questa tesi è così suggestiva e profonda, da meritare la più viva attenzione. Illuminato da questa grande intuizione, S. Bonaventura la sviluppò teologicamente. Nell'Itinerarium mentis in Deum elaborò la profonda e suggestiva visione del "dinamismo" dell'amore di Dio in questi termini: "Si dice che il bene è diffusivo di se stesso; ma allora il sommo bene deve essere sommamente diffusivo di se stesso". 5 Perciò occorre contemplare la comunicazione di sé, che Dio attua in due modi profondamente diversi: all'interno, nella vita intima della Trinità e all'esterno, nella creazione. Bonaventura, seguendo la tradizione dei Padri greci, sottolinea che i "processi dinamici" della Trinità sono rivelati nelle "processioni" o invii trinitari. La Trinità, per questo suo dinamismo estremamente diffusivo di amore e bene, va oltre se stessa, esprimendolo, con libera gratuità, nella creazione. Quindi questo dinamismo dell'amore che crea è la base dell'origine dal e del ritorno al Creatore, di tutte le creature. Quest'immagine di Dio, che comunica liberamente e dona generosamente essere, amore e santità, indica pure come Egli sia profondamente coinvolto nel mondo e nella storia. Perciò, Bonaventura afferma che il mondo è in relazione con la Trinità e ha un'intrinseca dimensione trinitaria. Dio, in quanto Mistero di amore che si autocomunica, non crea per ricavarne qualche vantaggio, ma per espandere gratuitamente e generosamente il suo bene. Ciò avviene sia nella creazione che nella redenzione. Il creato non scaturisce in nessun modo da un bisogno di Dio, ma è manifestazione puramente gratuita e totalmente libera del suo amore. La creazione è espressione che fluisce dal suo amore personale, creativo e creatore. Essa esiste ed è sostenuta continuamente dal suo immenso amore provvido e generoso. Bonaventura, a La Verna, meditando sull'infinito amore della Trinità e sull'intuizione di Francesco, che vedeva tale amore traboccare attraverso la natura e saturare tutte le creature, raggiunse una grande luce interiore, una profonda gioia spirituale e pienezza di pace. Tale luce, gioia e pace è il grande dono che ogni francescano deve vivere e trasmettere. Questo spiega perché ogni risposta di Francesco al "Dio dinamico" gli provocava immensa gioia, gli apriva mente e cuore e gli faceva gustare l'inesauribile bellezza e varietà delle creature. 12

Agli occhi di Francesco il creato si rivelava come dono traboccante dell'amore del Padre, ogni volta in un modo nuovo e diverso. Perciò non poteva più separarsene. In Bonaventura, a sua volta, l'intimo dinamismo di Dio si svelava nell'immagine umana del "Verbo Incarnato", vertice e perfezione di tutte le creature. Ciò spiega perché la nuova evangelizzazione di Francesco spandeva su tutti gioia, pace e letizia. 3. La teologia trinitaria di Antonio: "Trinità e Altari" Non possiamo omettere un breve cenno alla visione trinitaria di S. Antonio, che sfocia nell'esigenza dell'amore e della riconciliazione fraterna. Nel Sermone della VI domenica dopo Pentecoste, commentando il Vangelo di Mt 5,20-24 che esorta alla riconciliazione col fratello, prima ancora del sacrificio, ricorda quattro specie di altari. Quello Superiore è la Trinità. Quello inferiore l'umanità di Cristo. Quello interiore è la devozione e quello esteriore è la mortificazione. Ogni offerta del cristiano, deve accordarsi con le esigenze dei quattro altari, che reclamano tutti la riconciliazione, il perdono e l'amore tra fratelli. 6 4. Cristo nel dinamismo trinitario: universo e storia L'altare di Cristo, quindi, collocato fra quello della Trinità e dell'umanità, indica un genuino cristocentrismo, che presenta Gesù come modello, salvatore, re, servo povero sofferente e obbediente, da seguire in tutto. 7 Quindi fino alla Croce che, però, porta alla Risurrezione. 8 Fa parte di questa visione sottolineare che la creazione del Padre e la redenzione del Figlio si completano a vicenda. Infatti il "Verbo" è la più intima espressione dell'amore e della bontà del Padre. Il mondo esiste come espressione di questa bontà e amore sovrabbondanti. Perciò, Gesù, Verbo del Padre, sta al centro, non solo di ogni persona, ma anche dell'universo e della storia. Anche in questo, quindi, un filo d'oro collega Francesco e Antonio, mentre Bonaventura si rivela discepolo autentico e genuino interprete di Francesco. 4.1. Cristo al centro di mondo e umanità Da tutto ciò si comprende bene come il Figlio, Gesù, quale centro di tutto, irradi energia divina nella storia e nell'umanità. Mediante la sua morte e risurrezione, Egli redime il cosmo e dirige la storia al suo culmine finale. Inoltre, come la creazione scaturisce dalla Trinità attraverso il Figlio, così ritorna a Lei per mezzo di Cristo. Questa traiettoria spirituale del cosmo è possibile, perché il mondo è intimamente orientato a Dio, per mezzo del suo "Verbo". L'approccio di Francesco al mondo, per mezzo dell'Incarnazione, impregna tutta la sua vita. In ogni incontro con le creature risponde alla presenza di Cristo nell'universo, considerando il creato come un'immensa "teofania". La sua fraterna comunione con le creature è fondata sull'amore a Cristo, che, col mistero della sua Incarnazione, ha unito tutto ciò che è in cielo e in terra. Perciò può estendersi alle loro manifestazioni più grandiose e splendide: volta celeste, astri, fuoco ecc., come a quelle più semplici e umili: sassi, vermiciattoli, insetti ecc. Bonaventura insegna che, per comprendere la profondità della creazione, dobbiamo percepire il mondo come simbolo ed espressione del Verbo. Infatti, nonostante tutto il loro splendore, le creature rimangono sempre e soltanto ombre, echi e immagini di quel primo onnipotente, onnisciente e perfetto Principio, che è la fonte eterna di ogni luce e pienezza. 9 13

Agli occhi di Francesco il creato si rivelava come dono traboccante dell'amore del<br />

Padre, ogni volta in un modo nuovo e diverso. Perciò non poteva più separarsene. In<br />

Bonaventura, a sua volta, l'intimo dinamismo di Dio si svelava <strong>nel</strong>l'immagine umana del<br />

"Verbo Incarnato", vertice e perfezione di tutte le creature. Ciò spiega perché la <strong>nuova</strong><br />

<strong>evangelizzazione</strong> di Francesco spandeva su tutti gioia, pace e letizia.<br />

3. La teologia trinitaria di Antonio: "Trinità e Altari"<br />

Non possiamo omettere un breve cenno alla visione trinitaria di S. Antonio, che sfocia<br />

<strong>nel</strong>l'esigenza dell'amore e della riconciliazione fraterna. Nel Sermone della VI domenica<br />

dopo Pentecoste, commentando il Vangelo di Mt 5,20-24 che esorta alla riconciliazione<br />

col fratello, prima ancora del sacrificio, ricorda quattro specie di altari. Quello Superiore<br />

è la Trinità. Quello inferiore l'umanità di Cristo. Quello interiore è la devozione e quello<br />

esteriore è la mortificazione. Ogni offerta del cristiano, deve accordarsi con le esigenze<br />

dei quattro altari, che reclamano tutti la riconciliazione, il perdono e l'amore tra fratelli. 6<br />

4. Cristo <strong>nel</strong> dinamismo trinitario: universo e storia<br />

L'altare di Cristo, quindi, collocato fra quello della Trinità e dell'umanità, indica un<br />

genuino cristocentrismo, che presenta Gesù come modello, salvatore, re, servo povero<br />

sofferente e obbediente, da seguire in tutto. 7 Quindi fino alla Croce che, però, porta alla<br />

Risurrezione. 8<br />

Fa parte di questa visione sottolineare che la creazione del Padre e la redenzione del<br />

Figlio si completano a vicenda. Infatti il "Verbo" è la più intima espressione dell'amore e<br />

della bontà del Padre. Il mondo esiste come espressione di questa bontà e amore<br />

sovrabbondanti. Perciò, Gesù, Verbo del Padre, sta al centro, non solo di ogni persona,<br />

ma anche dell'universo e della storia. Anche in questo, quindi, un filo d'oro collega<br />

Francesco e Antonio, mentre Bonaventura si rivela discepolo autentico e genuino<br />

interprete di Francesco.<br />

4.1. Cristo al centro di mondo e umanità<br />

Da tutto ciò si comprende bene come il Figlio, Gesù, quale centro di tutto, irradi<br />

energia divina <strong>nel</strong>la storia e <strong>nel</strong>l'umanità. Mediante la sua morte e risurrezione, Egli<br />

redime il cosmo e dirige la storia al suo culmine finale. Inoltre, come la creazione<br />

scaturisce dalla Trinità attraverso il Figlio, così ritorna a Lei per mezzo di Cristo. Questa<br />

traiettoria spirituale del cosmo è possibile, perché il mondo è intimamente orientato a<br />

Dio, per mezzo del suo "Verbo".<br />

L'approccio di Francesco al mondo, per mezzo dell'Incarnazione, impregna tutta la sua<br />

vita. In ogni incontro con le creature risponde alla presenza di Cristo <strong>nel</strong>l'universo,<br />

considerando il creato come un'immensa "teofania". La sua fraterna comunione con le<br />

creature è fondata sull'amore a Cristo, che, col mistero della sua Incarnazione, ha unito<br />

tutto ciò che è in cielo e in terra. Perciò può estendersi alle loro manifestazioni più<br />

grandiose e splendide: volta celeste, astri, fuoco ecc., come a quelle più semplici e umili:<br />

sassi, vermiciattoli, insetti ecc.<br />

Bonaventura insegna che, per comprendere la profondità della creazione, dobbiamo<br />

percepire il mondo come simbolo ed espressione del Verbo. Infatti, nonostante tutto il<br />

loro splendore, le creature rimangono sempre e soltanto ombre, echi e immagini di quel<br />

primo onnipotente, onnisciente e perfetto Principio, che è la fonte eterna di ogni luce e<br />

pienezza. 9<br />

13

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!