20.05.2013 Views

passeggio solitario” nella congregazione passionista (seconda parte)

passeggio solitario” nella congregazione passionista (seconda parte)

passeggio solitario” nella congregazione passionista (seconda parte)

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

278 Philippe Plet c. p.<br />

tuitiva e tuttavia intellettuale. Questo è talmente vero che all’epoca di Paolo<br />

della Croce lo studio del bello è diventato una disciplina filosofica particolare,<br />

chiamata l’estetica. Questa esperienza del bello non è tuttavia una conoscenza<br />

di tipo scientifico, ma piuttosto un’apprensione sensibile o intellettuale<br />

della natura8 . Gusto la bellezza attraverso i miei sensi (il corpo) tanto quanto<br />

attraverso la mia intelligenza (l’anima). E questo gusto è una conoscenza.<br />

In effetti bisogna avere coscienza che la conoscenza della creazione di<br />

Dio non si limita a questa operazione intellettuale che consiste nel misurare<br />

le cose. È attraverso la scienza matematica applicata alla materia che si misura<br />

il mondo fisico. Tuttavia, ciò che misuro in tal caso non è che l’aspetto<br />

quantitativo della creazione. Il fisico tenta di mettere l’universo in equazioni,<br />

in modo da tradurre i comportamenti dei suoi diversi elementi e delle loro interazioni.<br />

Ma si trova altrettanto in difficoltà, e forse più ancora, a tradurre in<br />

linguaggio concreto ciò che misura matematicamente. Così la percezione dell’armonia<br />

dell’universo fisico non si può comunicare veramente senza il linguaggio<br />

matematico stesso. Tuttavia l’intelligenza matematica non è il tutto<br />

dell’intelligenza umana. L’aspetto qualitativo dell’universo deve essere misurato<br />

da un’altra apprensione del reale. Allora si pone la questione della natura<br />

di questa apprensione della qualità e non più della quantità.<br />

È qui che bisogna fare una distinzione importante: “Distinguiamo bene<br />

l’ordine della struttura delle realtà e l’ordine della finalità” 9 . La struttura<br />

delle realtà, l’abbiamo detto, riguarda il mondo fisico, di cui la coerenza d’insieme<br />

costituisce la bellezza propria che ci affascina10 . Ma la finalità delle<br />

realtà è una cosa diversa. Quando guardo l’ordine dell’universo sotto l’ango-<br />

8 Gilson E., Le thomisme, Paris 1989, p. 339: “Si deve subito evitare di confondere<br />

il carattere ultimo di una apprensione con il carattere ultimo di una conoscenza. Non è necessario<br />

che una conoscenza sia ultima nell’ordine del conoscere purché la sua apprensione<br />

lo sia. A ciò è sufficiente che indipendentemente da ciò che ci insegna, ella offra alla<br />

comprensione l’oggetto di una apprensione così perfetta che, come apprensione, non lascia<br />

più nulla a desiderare”.<br />

9 Philippe M-D., L’Etre: recherche d’une philosophie première, II, Paris 1974, p.<br />

662.<br />

10 Id., p. 663: “Se l’ordine dell’universo finalizza in maniera immanente gli esseri<br />

fisici individuali, non si può affermare che il bello finalizza il mondo fisico in quanto fisico?<br />

L’ordine del mondo fisico non è, in definitiva, la sua bellezza? Ma se la bellezza può<br />

finalizzare il mondo fisico, il mondo delle realtà corruttibili inanimate, essa non può finalizzare<br />

la persona umana”.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!