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GIORNATA MISSIONARIA<br />

MONDIALE<br />

Oggi completiamo la raccolta di risorse<br />

economiche al fine di sostenere le chiese<br />

missionarie nei luoghi più poveri del mondo:<br />

buste, salvadanai, la colletta di oggi e<br />

la PESCA DI BENEFICENZA alle porte della<br />

chiesa sono PRO MISSIONI!<br />

LA PAROLA DI DIO CRESCE E SI DIFFONDE<br />

DISCORSO AI NUOVI EVANGELIZZATORI, Aula del Sinodo,<br />

Sabato 15 ottobre 2011<br />

... la certezza consapevole che la Parola di Dio è sempre viva, in<br />

ogni momento della storia, fino ai nostri giorni, perché la Chiesa<br />

la attualizza attraverso la sua fedele trasmissione, la celebrazione<br />

<strong>dei</strong> Sacramenti e la testimonianza <strong>dei</strong> credenti. Per questo<br />

la nostra storia è in piena continuità con quella della prima Comunità<br />

cristiana, vive della stessa linfa vitale. Ma che terreno<br />

incontra la Parola di Dio? Come allora, anche oggi può incontrare<br />

chiusura e rifiuto, modi di pensare e di vivere che sono lontani<br />

dalla ricerca di Dio e della verità. L’uomo contemporaneo è<br />

spesso confuso e non riesce a trovare risposta a tanti interrogativi<br />

che agitano la sua mente in riferimento al senso della vita e<br />

alle questioni che albergano nel profondo del suo cuore. L’uomo<br />

non può eludere queste domande che toccano il significato di sé<br />

e della realtà, non può vivere in una sola dimensione! Invece,<br />

non di rado, viene allontanato dalla ricerca dell’essenziale nella<br />

vita, mentre gli viene proposta una felicità effimera, che accontenta<br />

per un momento, ma lascia, ben presto, tristezza e insoddisfazione.<br />

Eppure, nonostante questa condizione dell’uomo<br />

contemporaneo, possiamo ancora affermare con certezza, come<br />

agli inizi del Cristianesimo, che la Parola di Dio continua a crescere<br />

e a diffondersi. Perché? Vorrei accennare ad almeno tre<br />

motivi. Il primo è che la forza della Parola non dipende anzitutto<br />

dalla nostra azione, dai nostri mezzi, dal nostro “fare”,<br />

ma da Dio, che nasconde la sua potenza sotto i segni della debolezza,<br />

che si rende presente nella brezza leggera del mattino<br />

(cfr 1Re 19,12), che si rivela sul legno della Croce. Dobbiamo<br />

sempre credere nell’umile potenza della Parola di Dio e lasciare<br />

che Dio agisca! Il secondo motivo è perché il seme della Parola,<br />

come narra la parabola evangelica del Seminatore, cade ancora<br />

in un terreno buono che la accoglie e produce frutto (cfr Mt<br />

13,3-9). E i nuovi evangelizzatori sono parte di questo campo<br />

che consente al Vangelo di crescere in abbondanza e di trasformare<br />

la propria vita e quella di altri. Nel mondo, anche se il male<br />

fa più rumore, continua ad esserci il terreno buono. Il terzo<br />

motivo è che l’annuncio del Vangelo è veramente giunto fino<br />

ai confini del mondo e, anche in mezzo a indifferenza, incomprensione<br />

e persecuzione, molti continuano anche oggi,<br />

con coraggio, ad aprire il cuore e la mente per accogliere<br />

l’invito di Cristo ad incontrarLo e diventare suoi discepoli.<br />

Non fanno rumore, ma sono come il granellino di senape che diventa<br />

albero, il lievito che fermenta la pasta, il chicco di grano<br />

che si spezza per dare origine alla spiga. Tutto questo, se da una<br />

parte porta consolazione e speranza perché mostra l’incessante<br />

fermento missionario che anima la Chiesa, dall’altra deve riempire<br />

tutti di un rinnovato senso di responsabilità verso la Parola<br />

di Dio e la diffusione del Vangelo. Il Pontificio Consiglio per la<br />

Promozione della Nuova Evangelizzazione, che ho istituito lo<br />

scorso anno, è uno strumento prezioso per identificare le grandi<br />

questioni che si agitano nei diversi settori della società e della<br />

cultura contemporanea. Esso è chiamato ad offrire un aiuto particolare<br />

alla Chiesa nella sua missione soprattutto all’interno di<br />

quei Paesi di antica tradizione cristiana che sembrano diventati<br />

indifferenti, se non addirittura ostili alla Parola di Dio. Il mondo<br />

di oggi ha bisogno di persone che annuncino e testimonino<br />

che è Cristo ad insegnarci l’arte di vivere,<br />

la strada della vera felicità, perché è Lui stesso la<br />

strada della vita; persone che tengano prima di<br />

tutto esse stesse lo sguardo fisso su Gesù il Figlio<br />

di Dio: la parola dell’annuncio deve essere sempre<br />

immersa in un rapporto intenso con Lui, in<br />

un’intensa vita di preghiera. Il mondo di oggi ha<br />

bisogno di persone che parlino a Dio, per poter<br />

parlare di Dio. E dobbiamo anche ricordare sempre che Gesù non<br />

ha redento il mondo con belle parole o mezzi vistosi, ma con la<br />

sua sofferenza e la sua morte. La legge del chicco di grano che<br />

muore nella terra vale anche oggi; non possiamo dare vita ad altri,<br />

senza dare la nostra vita: “chi perderà la propria vita per<br />

causa mia e del Vangelo, la salverà”, ci dice il Signore (Mc 8,35).<br />

Vedendo tutti voi e conoscendo il grande impegno che ognuno<br />

pone al servizio della missione, sono convinto che i nuovi evangelizzatori<br />

si moltiplicheranno sempre di più per dare vita a una<br />

vera trasformazione di cui il mondo di oggi ha bisogno. Solo attraverso<br />

uomini e donne plasmati dalla presenza di Dio, la Parola<br />

di Dio continuerà il suo cammino nel mondo portando i<br />

suoi frutti. Cari amici, essere evangelizzatori non è un privilegio,<br />

ma un impegno che proviene dalla fede. Alla domanda che il Signore<br />

rivolge ai cristiani: “Chi manderò e chi andrà per me?”,<br />

rispondete con lo stesso coraggio e la stessa fiducia del Profeta:<br />

“Ecco, Signore, manda me” ( 6,8). Vi chiedo di lasciarvi plasmare<br />

dalla grazia di Dio e di corrispondere docilmente all’azione dello<br />

Spirito del Risorto. Siate segni di speranza, capaci di guardare al<br />

futuro con la certezza che proviene dal Signore Gesù, il quale ha<br />

vinto la morte e ci ha donato la vita eterna. Comunicate a tutti<br />

la gioia della fede con l’entusiasmo che proviene dall’essere<br />

mossi dallo Spirito Santo, perché Lui rende nuove tutte le cose<br />

(cfr Ap 21.5), confidando nella promessa fatta da Gesù alla Chiesa:<br />

“Ed ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”<br />

(Mt 28,20). Al termine di questa giornata chiediamo anche<br />

la protezione della Vergine Maria, Stella della nuova evangelizzazione,<br />

mentre accompagno di cuore ciascuno di voi e il vostro<br />

impegno con la Benedizione Apostolica.<br />

Dall’OMELIA nella Basilica Vaticana, Domenica 16 ottobre<br />

... La prima lettura, tratta dal Libro di Isaia, ci dice che Dio è<br />

uno, è unico; non ci sono altri dèi all’infuori del Signore, e anche<br />

il potente Ciro, imperatore <strong>dei</strong> persiani, fa parte di un disegno<br />

più grande, che solo Dio conosce e porta avanti. Questa Lettura<br />

ci dà il senso teologico della storia: i rivolgimenti epocali, il<br />

succedersi delle grandi potenze stanno sotto il supremo dominio<br />

di Dio; nessun potere terreno può mettersi al suo posto. La teologia<br />

della storia è un aspetto importante, essenziale della nuova<br />

evangelizzazione, perché gli uomini del nostro tempo, dopo la<br />

nefasta stagione degli imperi totalitari del XX secolo, hanno bisogno<br />

di ritrovare uno sguardo complessivo sul mondo e sul tempo,<br />

uno sguardo veramente libero, pacifico, quello sguardo che il<br />

Concilio Vaticano II ha trasmesso nei suoi Documenti, e che i miei<br />

Predecessori, il Servo di Dio Paolo VI e il Beato Giovanni Paolo II,<br />

hanno illustrato con il loro Magistero. La seconda Lettura è<br />

l’inizio della Prima Lettera ai Tessalonicesi, e già questo è molto<br />

suggestivo, perché si tratta della lettera più antica a noi pervenuta<br />

del più grande evangelizzatore di tutti i tempi, l’apostolo<br />

Paolo. Egli ci dice anzitutto che non si evangelizza in maniera<br />

isolata: anche lui infatti aveva come collaboratori Silvano e Timoteo<br />

(cfr 1 Ts 1,1), e molti altri. E subito aggiunge un’altra cosa<br />

molto importante: che l’annuncio dev’essere sempre preceduto,<br />

accompagnato e seguito dalla preghiera. Scrive infatti: “Rendiamo<br />

sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre<br />

preghiere” (v. 2). L’Apostolo si dice poi ben consapevole del fatto<br />

che i membri della comunità non li ha scelti lui, ma Dio: “siete<br />

stati scelti da lui” – afferma (v. 4). Ogni missionario del Vangelo


deve sempre tenere presente questa verità: è il Signore che tocca<br />

i cuori con la sua Parola e il suo Spirito, chiamando le persone<br />

alla fede e alla comunione nella Chiesa. Infine, Paolo ci lascia<br />

un insegnamento molto prezioso, tratto dalla sua esperienza.<br />

Egli scrive: “Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse tra voi<br />

soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello<br />

Spirito Santo e con piena certezza” (v. 5). L’evangelizzazione,<br />

per essere efficace, ha bisogno della forza dello Spirito, che<br />

animi l’annuncio e infonda in chi lo porta quella “piena certezza”<br />

di cui parla l’Apostolo. Questo termine “certezza”, “piena<br />

certezza”, nell’originale greco, è pleroforìa: un vocabolo che<br />

non esprime tanto l’aspetto soggettivo, psicologico, quanto piuttosto<br />

la pienezza, la fedeltà, la completezza – in questo caso<br />

dell’annuncio di Cristo. Annuncio che, per essere compiuto e<br />

fedele, chiede di venire accompagnato da segni, da gesti, come<br />

la predicazione di Gesù. Parola, Spirito e certezza – così intesa –<br />

sono dunque inseparabili e concorrono a far sì che il messaggio<br />

evangelico si diffonda con efficacia. Ci soffermiamo ora sul brano<br />

del Vangelo. ... Gli interlocutori di Gesù – discepoli <strong>dei</strong> farisei<br />

ed erodiani – si rivolgono a Lui con un apprezzamento, dicendo:<br />

“Sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo<br />

verità. Tu non hai soggezione di alcuno” (v. 16). E’ proprio questa<br />

affermazione, seppure mossa da ipocrisia, che deve attirare<br />

la nostra attenzione. I discepoli <strong>dei</strong> farisei e gli erodiani non<br />

credono in ciò che dicono. Lo affermano solo come una captatio<br />

benevolentiae per farsi ascoltare, ma il loro cuore è ben lontano<br />

da quella verità; anzi, essi vogliono attirare Gesù in una trappola<br />

per poterlo accusare. Per noi, invece, quell’espressione è preziosa<br />

e vera: Gesù, in effetti, è veritiero e insegna la via di Dio<br />

secondo verità, e non ha soggezione di alcuno. Egli stesso è questa<br />

“via di Dio”, che noi siamo chiamati a percorrere. Possiamo<br />

richiamare qui le parole di Gesù stesso, nel Vangelo di Giovanni:<br />

“Io sono la via, la verità e la vita” (14,6). E’ illuminante in proposito<br />

il commento di sant’Agostino: “Era necessario che Gesù<br />

dicesse: «Io sono la via, la verità e la vita», perché, una volta<br />

conosciuta la via, restava da conoscere la meta. La via conduceva<br />

alla verità, conduceva alla vita ... E noi dove andiamo, se non<br />

a Lui? e per quale via camminiamo, se non attraverso di Lui?” (In<br />

Ioh 69, 2). I nuovi evangelizzatori sono chiamati a camminare<br />

per primi in questa Via che è Cristo, per far conoscere agli altri<br />

la bellezza del Vangelo che dona la vita. E su questa Via non si<br />

cammina mai soli, ma in compagnia: un’esperienza di comunione<br />

e di fraternità che viene offerta a quanti incontriamo, per<br />

partecipare loro la nostra esperienza di Cristo e della sua Chiesa.<br />

Così, la testimonianza unita all’annuncio può aprire il cuore<br />

di quanti sono in ricerca della verità, affinché possano approdare<br />

al senso della propria vita. Una breve riflessione anche sulla<br />

questione centrale del tributo a Cesare. Gesù risponde con un<br />

sorprendente realismo politico, collegato con il teocentrismo<br />

della tradizione profetica. Il tributo a Cesare va pagato, perché<br />

l’immagine sulla moneta è la sua; ma l’uomo, ogni uomo, porta<br />

in sé un’altra immagine, quella di Dio, e pertanto è a Lui, e a<br />

Lui solo, che ognuno è debitore della propria esistenza. I Padri<br />

della Chiesa, prendendo spunto dal fatto che Gesù fa riferimento<br />

all’immagine dell’Imperatore impressa sulla moneta del tributo,<br />

hanno interpretato questo passo alla luce del concetto fondamentale<br />

di uomo immagine di Dio, contenuto nel primo capitolo<br />

del Libro della Genesi. ... Sant’Agostino ha utilizzato più<br />

volte questo riferimento nelle sue omelie: “Se Cesare reclama la<br />

propria immagine impressa sulla moneta - afferma -, non esigerà<br />

Dio dall’uomo l’immagine divina scolpita in lui?” (En. in Ps.,<br />

Salmo 94, 2). E ancora: “Come si ridà a Cesare la moneta, così si<br />

ridà a Dio l’anima illuminata e impressa dalla luce del suo volto<br />

… Cristo infatti abita nell’uomo interiore” (Ivi, Salmo 4, 8). Questa<br />

parola di Gesù è ricca di contenuto antropologico, e non la si<br />

può ridurre al solo ambito politico. La Chiesa, pertanto, non si<br />

limita a ricordare agli uomini la giusta distinzione tra la sfera di<br />

autorità di Cesare e quella di Dio, tra l’ambito politico e quello<br />

religioso. La missione della Chiesa, come quella di Cristo, è essenzialmente<br />

parlare di Dio, fare memoria della sua sovranità,<br />

richiamare a tutti, specialmente ai cristiani che hanno smarrito<br />

la propria identità, il diritto di Dio su ciò che gli appartiene,<br />

cioè la nostra vita. Proprio per dare rinnovato impulso alla missione<br />

di tutta la Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto<br />

in cui spesso si trovano verso il luogo della vita, l’amicizia con<br />

Cristo che ci dona la vita in pienezza, vorrei annunciare in questa<br />

Celebrazione eucaristica che ho deciso di indire un “Anno della<br />

Fede”, che avrò modo di illustrare con un’apposita Lettera<br />

apostolica. Questo “Anno della Fede” inizierà l’11 ottobre<br />

2012, nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano<br />

II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Cristo Re<br />

dell’Universo. Sarà un momento di grazia e di impegno per una<br />

sempre più piena conversione a Dio, per rafforzare la nostra fede<br />

in Lui e per annunciarLo con gioia all’uomo del nostro tempo. ...<br />

UDIENZA GENERALE Pz. S. Pietro Mercoledì 19 ottobre 2011<br />

SALMO 136 IL SUO AMORE È PER SEMPRE<br />

Cari fratelli e sorelle, oggi vorrei meditare con voi un Salmo che<br />

riassume tutta la storia della salvezza di cui l’Antico Testamento<br />

ci dà testimonianza. Si tratta di un grande inno di lode che celebra<br />

il Signore nelle molteplici, ripetute manifestazioni della sua<br />

bontà lungo la storia degli uomini; è il Salmo 136 – o 135 secondo<br />

la tradizione greco-latina. Solenne preghiera di rendimento di<br />

grazie, conosciuto come il “Grande Hallel”, questo Salmo è tradizionalmente<br />

cantato alla fine della cena pasquale ebraica ed è<br />

stato probabilmente pregato anche da Gesù nell’ultima Pasqua<br />

celebrata con i discepoli; ad esso sembra infatti alludere<br />

l’annotazione degli Evangelisti: «Dopo aver cantato l’inno, uscirono<br />

verso il monte degli Ulivi» (cfr Mt 26,30; Mc 14,26).<br />

L’orizzonte della lode illumina così la difficile strada del Golgota.<br />

Tutto il Salmo 136 si snoda in forma litanica, scandito dalla ripetizione<br />

antifonale «perché il suo amore è per sempre». Lungo il<br />

componimento, vengono enumerati i molti prodigi di Dio nella<br />

storia degli uomini e i suoi continui interventi in favore del suo<br />

popolo; e ad ogni proclamazione dell’azione salvifica del Signore<br />

risponde l’antifona con la motivazione fondamentale della lode:<br />

l’amore eterno di Dio, un amore che, secondo il termine ebraico<br />

utilizzato, implica fedeltà, misericordia, bontà, grazia, tenerezza.<br />

È questo il motivo unificante di tutto il Salmo, ripetuto in<br />

forma sempre uguale, mentre cambiano le sue manifestazioni<br />

puntuali e paradigmatiche: la creazione, la liberazione<br />

dell’esodo, il dono della terra, l’aiuto provvidente e costante del<br />

Signore nei confronti del suo popolo e di ogni creatura. Dopo un<br />

triplice invito al rendimento di grazie al Dio sovrano (vv. 1-3), si<br />

celebra il Signore come Colui che compie «grandi meraviglie» (v.<br />

4), la prima delle quali è la creazione: il cielo, la terra, gli astri<br />

(vv. 5-9). Il mondo creato non è un semplice scenario su cui si<br />

inserisce l’agire salvifico di Dio, ma è l’inizio stesso di quell’agire<br />

meraviglioso. Con la creazione, il Signore si manifesta in tutta la<br />

sua bontà e bellezza, si compromette con la vita, rivelando una<br />

volontà di bene da cui scaturisce ogni altro agire di salvezza. E<br />

nel nostro Salmo, riecheggiando il primo capitolo della Genesi, il<br />

mondo creato è sintetizzato nei suoi elementi principali, insistendo<br />

in particolare sugli astri, il sole, la luna, le stelle, creature<br />

magnifiche che governano il giorno e la notte. Non si parla qui<br />

della creazione dell’essere umano, ma egli è sempre presente; il<br />

sole e la luna sono per lui - per l'uomo - per scandire il tempo<br />

dell’uomo, mettendolo in relazione con il Creatore soprattutto<br />

attraverso l’indicazione <strong>dei</strong> tempi liturgici. Ed è proprio la festa<br />

di Pasqua che viene evocata subito dopo, quando, passando al<br />

manifestarsi di Dio nella storia, si inizia con il grande evento della<br />

liberazione dalla schiavitù egiziana, dell’esodo, tracciato nei<br />

suoi elementi più significativi: la liberazione dall'Egitto con la<br />

piaga <strong>dei</strong> primogeniti egiziani, l’uscita dall’Egitto, il passaggio<br />

del Mar Rosso, il cammino nel deserto fino all’entrata nella terra<br />

promessa (vv. 10-20). Siamo nel momento originario della storia<br />

di Israele. Dio è intervenuto potentemente per portare il suo popolo<br />

alla libertà; attraverso Mosè, suo inviato, si è imposto al faraone<br />

rivelandosi in tutta la sua grandezza ed, infine, ha piegato<br />

la resistenza degli Egiziani con il terribile flagello della morte <strong>dei</strong><br />

primogeniti. Così Israele può lasciare il Paese della schiavitù, con<br />

l’oro <strong>dei</strong> suoi oppressori (cfr Es 12,35-36), «a mano alzata» (Es<br />

14,8), nel segno esultante della vittoria. Anche al Mar Rosso il<br />

Signore agisce con misericordiosa potenza. Davanti ad un Israele<br />

spaventato alla vista degli Egiziani che lo inseguono, tanto da<br />

rimpiangere di aver lasciato l’Egitto (cfr Es 14,10-12), Dio, come<br />

dice il nostro Salmo, «divise il Mar Rosso in due parti […] in mezzo<br />

fece passare Israele […] vi travolse il faraone e il suo esercito»<br />

(vv. 13-15). L’immagine del Mar Rosso “diviso” in due, sembra<br />

evocare l’idea del mare come un grande mostro che viene taglia-


to in due pezzi e così reso inoffensivo. La potenza del Signore<br />

vince la pericolosità delle forze della natura e di quelle militari<br />

messe in campo dagli uomini: il mare, che sembrava sbarrare la<br />

strada al popolo di Dio, lascia passare Israele all’asciutto e poi si<br />

richiude sugli Egiziani travolgendoli. «La mano potente e il braccio<br />

teso» del Signore (cfr Deut 5,15; 7,19; 26,8) si mostrano così<br />

in tutta la loro forza salvifica: l’ingiusto oppressore è stato vinto,<br />

inghiottito dalle acque, mentre il popolo di Dio “passa in<br />

mezzo” per continuare il suo cammino verso la libertà. A questo<br />

cammino fa ora riferimento il nostro Salmo ricordando con una<br />

frase brevissima il lungo peregrinare di Israele verso la terra<br />

promessa: «Guidò il suo popolo nel deserto, perché il suo amore<br />

è per sempre» (v. 16). Queste poche parole racchiudono<br />

un’esperienza di quarant’anni, un tempo decisivo per Israele che<br />

lasciandosi guidare dal Signore impara a vivere di fede,<br />

nell’obbedienza e nella docilità alla legge di Dio. Sono anni difficili,<br />

segnati dalla durezza della vita nel deserto, ma anche anni<br />

felici, di confidenza nel Signore, di fiducia filiale; è il tempo<br />

della “giovinezza”, come lo definisce il profeta Geremia parlando<br />

a Israele, a nome del Signore, con espressioni piene di tenerezza<br />

e di nostalgia: «Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza,<br />

dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi<br />

seguivi nel deserto, in terra non seminata» (Ger 2,2). Il Signore,<br />

come il pastore del Salmo 23 che abbiamo contemplato in una<br />

catechesi, per quarant’anni ha guidato il suo popolo, lo ha educato<br />

e amato, conducendolo fino alla terra promessa, vincendo<br />

anche le resistenze e l’ostilità di popoli nemici che volevano<br />

ostacolarne il cammino di salvezza (cfr vv. 17-20). Nello snodarsi<br />

delle «grandi meraviglie» che il nostro Salmo enumera, si giunge<br />

così al momento del dono conclusivo, nel compiersi della promessa<br />

divina fatta ai Padri: «Diede in eredità la loro terra, perché<br />

il suo amore è per sempre; in eredità a Israele suo servo,<br />

perché il suo amore è per sempre» (vv. 21-22). Nella celebrazione<br />

dell’amore eterno del Signore, si fa ora memoria del dono<br />

della terra, un dono che il popolo deve ricevere senza mai impossessarsene,<br />

vivendo continuamente in un atteggiamento di<br />

accoglienza riconoscente e grata. Israele riceve il territorio in<br />

cui abitare come “eredità”, un termine che designa in modo generico<br />

il possesso di un bene ricevuto da un altro, un diritto di<br />

proprietà che, in modo specifico, fa riferimento al patrimonio<br />

paterno. Una delle prerogative di Dio è di “donare”; e ora, alla<br />

fine del cammino dell’esodo, Israele, destinatario del dono, come<br />

un figlio, entra nel Paese della promessa realizzata. È finito<br />

il tempo del vagabondaggio, sotto le tende, in una vita segnata<br />

dalla precarietà. Ora è iniziato il tempo felice della stabilità,<br />

della gioia di costruire le case, di piantare le vigne, di vivere<br />

nella sicurezza (cfr Dt 8,7-13). Ma è anche il tempo della tentazione<br />

idolatrica, della contaminazione con i pagani, dell’autosufficienza<br />

che fa dimenticare l’Origine del dono. Perciò il Salmista<br />

menziona l’umiliazione e i nemici, una realtà di morte in<br />

cui il Signore, ancora una volta, si rivela come Salvatore: «Nella<br />

nostra umiliazione si è ricordato di noi, perché il suo amore è<br />

per sempre; ci ha liberati dai nostri avversari, perché il suo<br />

amore è per sempre» (vv. 23-24). A questo punto nasce la domanda:<br />

come possiamo fare di questo Salmo una preghiera nostra,<br />

come possiamo appropriarci, per la nostra preghiera, di<br />

questo Salmo? Importante è la cornice del Salmo, all’inizio e alla<br />

fine: è la creazione. Ritorneremo su questo punto: la creazione<br />

come il grande dono di Dio del quale viviamo, nel quale Lui si<br />

rivela nella sua bontà e grandezza. Quindi, tener presente la<br />

creazione come dono di Dio è un punto comune per noi tutti. Poi<br />

segue la storia della salvezza. Naturalmente noi possiamo dire:<br />

questa liberazione dall'Egitto, il tempo del deserto, l’entrata<br />

nella Terra Santa e poi gli altri problemi, sono molto lontani da<br />

BATTESIMO DEI BAMBINI<br />

Domenica 13 novembre ore 16<br />

Domenica 4 dicembre ore 11<br />

IMMACOLATA 8 dicembre ore 16<br />

2012 BATTESIMO DI GESÙ, 8 gennaio ore 11<br />

Domenica 15 gennaio ore 16<br />

Domenica 5 febbraio ore 11<br />

Domenica 12 febbraio ore 16<br />

VEGLIA PASQUALE, 7 aprile ore 22.30<br />

Domenica 22 aprile ore 11<br />

Domenica 6 maggio ore 16<br />

Domenica 3 giugno ore 16<br />

Domenica 17 giugno ore 11<br />

Domenica 1 luglio ore 17<br />

Domenica 8 luglio ore 11<br />

VERSO IL MATRIMONIO<br />

Primo incontro oggi, domenica 23 ottobre ore 17.<br />

La proposta è rivolta anche alle coppie conviventi:<br />

riflettere sul valore del Sacramento aiuta a<br />

vivere in pienezza la realtà dell’amore.<br />

noi, non sono la nostra storia. Ma dobbiamo stare attenti alla<br />

struttura fondamentale di questa preghiera. La struttura fondamentale<br />

è che Israele si ricorda della bontà del Signore. In questa<br />

storia ci sono tante valli oscure, ci sono tanti passaggi di difficoltà<br />

e di morte, ma Israele si ricorda che Dio era buono e può<br />

sopravvivere in questa valle oscura, in questa valle della morte,<br />

perché si ricorda. Ha la memoria della bontà del Signore, della<br />

sua potenza; la sua misericordia vale in eterno. E questo è importante<br />

anche per noi: avere una memoria della bontà del Signore.<br />

La memoria diventa forza della speranza. La memoria ci<br />

dice: Dio c'è, Dio è buono, eterna è la sua misericordia. E così la<br />

memoria apre, anche nell'oscurità di un giorno, di un tempo, la<br />

strada verso il futuro: è luce e stella che ci guida. Anche noi abbiamo<br />

una memoria del bene, dell'amore misericordioso, eterno<br />

di Dio. La storia di Israele è già una memoria anche per noi, come<br />

Dio si è mostrato, si è creato un suo popolo. Poi Dio si è fatto<br />

uomo, uno di noi: è vissuto con noi, ha sofferto con noi, è morto<br />

per noi. Rimane con noi nel Sacramento e nella Parola. E' una<br />

storia, una memoria della bontà di Dio che ci assicura la sua bontà:<br />

il suo amore è eterno. E poi anche in questi duemila anni della<br />

storia della Chiesa c'è sempre, di nuovo, la bontà del Signore.<br />

Dopo il periodo oscuro della persecuzione nazista e comunista,<br />

Dio ci ha liberati, ha mostrato che è buono, che ha forza, che la<br />

sua misericordia vale per sempre. E, come nella storia comune,<br />

collettiva, è presente questa memoria della bontà di Dio, ci aiuta,<br />

ci diventa stella della speranza, così anche ognuno ha la sua<br />

storia personale di salvezza, e dobbiamo realmente far tesoro di<br />

questa storia, avere sempre presente la memoria delle grandi<br />

cose che ha fatto anche nella mia vita, per avere fiducia: la sua<br />

misericordia è eterna. E se oggi sono nella notte oscura, domani<br />

Egli mi libera perché la sua misericordia è eterna. Ritorniamo al<br />

Salmo, perché, alla fine, ritorna alla creazione. Il Signore – così<br />

dice - «dà il cibo a ogni vivente, perché il suo amore è per sempre»<br />

(v. 25). La preghiera del Salmo si conclude con un invito alla<br />

lode: «Rendete grazie al Dio del cielo, perché il suo amore è per<br />

sempre». Il Signore è Padre buono e provvidente, che dà<br />

l’eredità ai propri figli ed elargisce a tutti il cibo per vivere. Il<br />

Dio che ha creato i cieli e la terra e le grandi luci celesti, che<br />

entra nella storia degli uomini per portare alla salvezza tutti i<br />

suoi figli è il Dio che colma l’universo con la sua presenza di bene<br />

prendendosi cura della vita e donando pane. L’invisibile potenza<br />

del Creatore e Signore cantata nel Salmo si rivela nella piccola<br />

visibilità del pane che ci dà, con il quale ci fa vivere. E così questo<br />

pane quotidiano simboleggia e sintetizza l’amore di Dio come<br />

Padre, e ci apre al compimento neotestamentario, a quel “pane<br />

di vita”, l’Eucaristia, che ci accompagna nella nostra esistenza di<br />

credenti, anticipando la gioia definitiva del banchetto messianico<br />

nel Cielo. Fratelli e sorelle, la lode benedicente del Salmo 136 ci<br />

ha fatto ripercorrere le tappe più importanti della storia della<br />

salvezza, fino a giungere al mistero pasquale, in cui l’azione salvifica<br />

di Dio arriva al suo culmine. Con gioia riconoscente celebriamo<br />

dunque il Creatore, Salvatore e Padre fedele, che «ha<br />

tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque<br />

crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv<br />

3,16). Nella pienezza <strong>dei</strong> tempi, il Figlio di Dio si fa uomo per dare<br />

la vita, per la salvezza di ciascuno di noi, e si dona come pane<br />

nel mistero eucaristico per farci entrare nella sua alleanza che ci<br />

rende figli. A tanto giunge la bontà misericordiosa di Dio e la sublimità<br />

del suo “amore per sempre”. Voglio perciò concludere<br />

questa catechesi facendo mie le parole che San Giovanni scrive<br />

nella sua Prima Lettera e che dovremmo sempre tenere presenti<br />

nella nostra preghiera: «Vedete quale grande amore ci ha dato il<br />

Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente»<br />

(1Gv 3,1). Grazie.<br />

INIZIAZIONE DEGLI ADULTI<br />

Forse non sei stato battezzato, magari non hai ricevuto<br />

la Comunione, più facilmente hai “rinviato” la<br />

Cresima… Oppure dopo i Sacramenti ti sei allontanato<br />

dalla vita cristiana … Proviamo a fare insieme<br />

un percorso di nuova iniziazione cristiana. Battesimo,<br />

Cresima, Eucaristia sono doni anche per gli<br />

adulti da accogliere in un cammino comune. Primo<br />

incontro MARTEDÌ 25 OTTOBRE alle ore 21.


Pro manuscripto, consultabile anche su www.ssmarcoepiox.it - email parrocchia@smpx.it<br />

PARROCCHIA DEI SANTI MARCO EVANGELISTA E PIO X<br />

Via di Casal Selce 271- 277 00166 ROMA - PANTAN MONASTERO tel 0661908080 - fax 0661905331 - c.f. 80351550589 -<br />

conto corrente postale IBAN IT31 N076 0103 2000 00082683004 - conto corrente bancario Banca di Credito Cooperativo di Roma<br />

ag. 154 IBAN IT18 O083 2703 2560 0000 0000 192 - parroco: don Gianni Sangiorgio 3334690381 d.gianni@smpx.it<br />

mons. Remigio Bellizio 3356143699 remigiobellizio@org.va - p. Giovanni Chiu ofm conv 0669895410 frachiu@ofmconv.org<br />

diaconi: Ivoneo Pietrobon 3338091510, Vincenzo Di Stefano 3358420764, Michele Sardella 3393772522 - sdm = Suore di carità<br />

di s. Vincenzo de Paoli di don Morinello via Cognetti de Martiis 33, tel. 0661909079 - sfr = Suore Clarisse Francescane Missionarie<br />

del SS. Sacramento via Pantan Monastero 35 tel. 0661560611 – bps = Suore di carità di Nostra Signora del Buono e Perpetuo<br />

Soccorso via Quarto S. Lucia 60/Casal Selce 389 tel 0661908082. Siamo nella Vicaria di Selva Candida della DIOCESI SUBURBI-<br />

CARIA DI PORTO – S. RUFINA Il nostro Vescovo è S. E. mons. GINO REALI. La CURIA DIOCESANA è in via del Cenacolo 53, 00123<br />

ROMA – LA STORTA tel. 0630893848 fax 0630893658 - www.diocesiportosantarufina.it – email: curia@diocesiportosantarufina.it<br />

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Giornata Missionaria Mondiale<br />

23 OTTOBRE Es 22,20-26; Sal 17; 1Ts 1,5-10; Mt 22,34-40<br />

S. MESSA in parrocchia: 7 – 11 - 19 - sdm 8 - sfr 9<br />

17 INCONTRO FIDANZATI IN PREPARAZIONE AL MATRIMONIO<br />

Calendario Preghiera Catechesi e altre iniziative<br />

LUNEDI’ 24<br />

OTTOBRE<br />

S. Antonio M. Claret<br />

Rm 8,12-17 Sal 67;<br />

Lc 13,10-17<br />

MARTEDI’ 25<br />

OTTOBRE<br />

Rm 8,18-25; Sal 125;<br />

Lc 13,18-21<br />

MERCOLEDI’ 26<br />

OTTOBRE<br />

Rm 8,26-30; Sal 12;<br />

Lc 13,22-30<br />

GIOVEDI’ 27<br />

OTTOBRE<br />

Rm 8,31-39; Sal 108;<br />

Lc 13,31-35<br />

VENERDI’ 28<br />

OTTOBRE FESTA<br />

DEI SS. APOSTOLI<br />

SIMONE E GIUDA<br />

Ef 2,19-22; Sal 18;<br />

Lc 6,12-19<br />

SABATO 29<br />

OTTOBRE<br />

Rm 11,1-2.<br />

11-12.25-29;<br />

Sal 93; Lc<br />

14,1.7-11<br />

7 sfr S. Messa<br />

9 S. Messa<br />

16.30 S. Rosario<br />

19 Vespri<br />

7 sfr S. Messa<br />

16.30 S. Rosario<br />

17 S. Messa<br />

7 sfr S. Messa<br />

9 S. Messa<br />

16.30 S. Rosario<br />

19 Vespri<br />

7 sfr S. Messa<br />

16.30 S. Rosario 17 Vespri, Comunione<br />

Adorazione eucaristica fino alle 21<br />

21 S. Messa<br />

7 sfr S. Messa<br />

8.30 Lodi<br />

16.30 S. Rosario<br />

17 S. Messa<br />

7.30 sfr S. Messa<br />

9 Pulizie della<br />

chiesa<br />

19 S. MESSA<br />

17 QUARTA ELEMENTARE<br />

Gerardina *1679, Rossana *8242<br />

17 SanMarcOrchestra d’Archi<br />

Francesco 3397011742<br />

18 PROVA LA BANDA! “assaggio”<br />

strumenti musicali Domenico 3929906077<br />

19 Incontro Diaconi<br />

21 ROSARIO Cristina Vanin Serafini<br />

vicolo d. Riserva del fontanile 4A *8247<br />

21 SERATA 4 CHIACCHIERE<br />

16 PRIMA MEDIA Elisa *6051<br />

17 QUARTA ELEMENTARE Diana *8116, Maria *5578 - QUINTA ELEMENTARE Lorena<br />

0645443711<br />

19 ROSARIO Clara Conte, via d. Casale delle Pantanelle 25 *8003<br />

21 INIZIAZIONE CRISTIANA DEGLI ADULTI primo incontro!<br />

17 TERZA ELEMENTARE - QUINTA ELEMENTARE Giovanna *5627<br />

18 ADVENTURE FRIENDS 3M&Biennio, studio& dialogo Eleonora F. 3339982190<br />

21 SCUOLA DI COMUNITÀ con don Remigio<br />

21 ROSARIO Gerardina Magliano <strong>Marco</strong>nato via Atenulfo 10*1679<br />

17 TERZA ELEMENTARE<br />

20.30 VANGELO Ivoneo Pietrobon, via Atenulfo 33, *8068,<br />

20.30 ROSARIO Daniela <strong>Marco</strong>nato, via Atenulfo 45 *5113<br />

21 ROSARIO Magliano, via Casal Selce 278 *5961<br />

21.30 GIOVANI over 18: imparare dall’esperienza<br />

15.30 San <strong>Marco</strong> d’Argento Incontro anziani Luigia 3334816235, Costanza 3336592306,<br />

Antonietta 3383419963<br />

16.30 SECONDA MEDIA Rita 0661550216<br />

17 SanMarcOrchestra d’Archi, Francesco 3397011742<br />

17.30 Gioventù Ardente Mariana 6 /14 anni Moira Letizia 3281266951<br />

20.30 GIOVANI film<br />

15 Scuola calcio Fulvio, Biliardino, Presepiamo Massimo 3316022825<br />

16 Chitarra Elisa D. 3339939045 - Coro <strong>dei</strong> ragazzi Giulia 3394028476<br />

15 TERZA ELEMENTARE Luca 3334879404 - 16 PRIMA MEDIA Paola 0661560619<br />

17 VANGELO GIOVANI Luca 3334879404<br />

ore 20 IL POZZO DI MARCO testimonianze di ciò che è già stato fatto nel<br />

Somaliland (TRE POZZI!) e una raccolta fondi per dare ancora acqua alla regione del Corno<br />

d’Africa, colpita dalla siccità e dalla carestia. E anche un piatto di pastasciutta perché cresca<br />

l’amicizia anche nel (quasi) digiuno. (Anche con musica!)<br />

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO<br />

30 OTTOBRE Ml 1,14-2,2.8-10; Sal 130; 1Ts 2,7-9.13; Mt 23,1-12<br />

S. MESSA in parrocchia: 7 – 11 - 19 - sdm 8 - sfr 9 11 CELEBRAZIONE DEL BATTESIMO<br />

17 INCONTRO FIDANZATI IN PREPARAZIONE AL MATRIMONIO<br />

LUNEDÌ 31 OTTOBRE S. MESSA PREFESTIVA ore 19<br />

MARTEDÌ 1 NOVEMBRE SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI S. MESSA FESTIVA in parrocchia 7 – 11 - 19 - sdm 8 - sfr 9<br />

MERCOLEDÌ 2 NOVEMBRE COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI S. MESSA: 7 –19 - sfr 9 - 15 al cimitero di Castel di Guido

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