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Le dottrine degli Gnostici - Storia di un altro Occidente

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Tertulliano, è condotta in modo tale da non fornire alc<strong>un</strong>a testimonianza <strong>di</strong>retta: anche quando sembra che così<br />

sia, ci si accorge che la citazione è <strong>un</strong> modesto riferimento en passant nel corso della confutazione wiluppata<br />

da Tertulliano. Ci sono poi dubbi sulla cre<strong>di</strong>bilita della notizia che egli fosse allievo, a Roma, <strong>di</strong> <strong>un</strong> tal<br />

Cerdor3Til cui nome non compare nel De Prescr. Her., salvo tornare nell'Adv. Marc. Il suo inserimento<br />

potrebbe essere stato <strong>un</strong> artifizio <strong>di</strong> Ireneo per dar forma alla genealogia;r3tma, se così fosse, le date relative<br />

all'eresia marcionita potrebbero essere innalzate rispetto al 140 tramandato da Terhrlliano, che però sembra<br />

molto interessato ad abbassare la datazione reale per le stesse motivazioni a suo tempo introdotte da lreneo:<br />

I'eresia è <strong>un</strong> fatto tardo.l3e E anche dubbio che Marcione sia mai stato a Roma, nonoJtante le affermazioni <strong>di</strong><br />

Ireneo e Tertulliano,tootanto piÌr che entrambi sembrano ignorare fatti relativi alla vita <strong>di</strong> Marcione come<br />

cristiano,rar se si eccettua, per I'app<strong>un</strong>to, questa asserita presenza a Roma attorno al 140. In base a quanto<br />

sopra, Marcione potrebbe aver iniziato la sua pre<strong>di</strong>cazione dalla Frigia e dal nord della Siria attorno al primo<br />

decennio del II secolo,to'e non quin<strong>di</strong> da Roma nel quinto, come si ritiene in generale.la3<br />

Venendo ora alla dottrina, sulla quale viceversa le testimonianze sono numerose, ci imbattiamo<br />

anche qui in valutazioni <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>. La monumentale opera dello Harnack su Marcione e il Marcionismo,to'per<br />

certi aspetti superata ma non ancora sostituita, gi<strong>un</strong>geva a negare che Marcione fosse Gnostico, per far <strong>di</strong> lui <strong>un</strong><br />

"teologo biblico"; <strong>un</strong>a tesi che ha necessitato <strong>un</strong> l<strong>un</strong>go travaglio per esser ora <strong>di</strong> nuovo respinta, stante<br />

l'autorevolezza del suo pala<strong>di</strong>no e la documentazione da lui raccolta.ras<br />

Una sintesi sullo stato <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong> è stata esposta dal Mayra6 riferiamo qui <strong>di</strong> seguito le controversie<br />

e le conclusioni che toccano maggiormante la nostra ildagine.<br />

Marcione si <strong>di</strong>fferenzia dagli altri "<strong>Gnostici</strong>" per aver fatto ricorso ai testi "cristiani" (messaggio <strong>di</strong><br />

Gesù e Antico Testamento) nel costruire le proprie tesi, in luogo dei miti <strong>di</strong> <strong>di</strong>sparata provenienza che abbiamo<br />

sinora incontrato. Marcione elaboro infatti le cosiddette Antitesi, andate perdute, il cui scopo era mostrare<br />

I'incongruenza tra i dettati della Bibbia e la religione <strong>di</strong> Cristo. Da tale contrasto scaturiva la realtà <strong>di</strong> <strong>un</strong> "Dio<br />

buono" che non era il Dio legislatore della Bibbia.taT<br />

Marcione si adoperò per risolvere questo conflitto a partire dagli sp<strong>un</strong>ti che egli poteva trarre -con<br />

"opport<strong>un</strong>i interventi"- a partire da quanto circolava sulla pre<strong>di</strong>cazione <strong>degli</strong> Apostoli, <strong>di</strong> Luca (come riferisce<br />

già lreneo) e <strong>di</strong> Paolo. Fu la rilevanza della teologia <strong>di</strong> Paolo a far considerare Marcione <strong>un</strong> "teologo biblico"; è<br />

noto però che a Paolo si rifanno volentieri gli <strong>Gnostici</strong>, tanto che egli è considerato <strong>un</strong>a fonte dello <strong>Gnostici</strong>smo<br />

presente entro il Cristianesimo stesso, ciò che giustifico <strong>un</strong>a controinterpretazione ortodossa dei suoi testi.ras<br />

Paolo, naturalmente, godeva dell'antipatia dei giudaizzanti.<br />

Queste considerazioni tuttavia, cambiano le cose in modo più apparente che reale. Infatti, dovendo<br />

risolvere il problema dell'antitetica duplicità delle figure <strong>di</strong>vine, anche Marcione non può che introdurre il mito<br />

t37 G. May, Marcion in Contemporary Views: Results and Open Questions,5.C.,6,3, 1987-88; cfr. pp. 135-136.<br />

r38 ivi, p. 136; R.J. Hoffmarl How then know this Troublous Teacher? Further Reflections on Marcion and his Church, ivi; cfr. p. I 84.<br />

"n Adr. Marc., I, 19, 3. Resta però il fatto che attomo al 150 il Marcionismo è awertito come <strong>un</strong> <strong>di</strong>lagante pericolo per la Chiesa, con<br />

<strong>un</strong>'espansione, in tal caso, stranamente rapida, che potrebbe al'valorare <strong>un</strong> innalzamento della cronologia. J.P. Mahé, Tertullien et I'Epistula<br />

Marcionis, R.So.R., 45, 1971, ha visto in questa misteriosa lettera, citata in modo vago e conlrad<strong>di</strong>ttorio da Tertulliano, e variamente interpretata<br />

dalla critica, <strong>un</strong>o <strong>degli</strong> strumenti dell'espansione che, con la cronologia <strong>di</strong> Tertulliano, sarebbe rapi<strong>di</strong>ssima. Secondo il Mahé, la lettera awebbe<br />

c.ostituito il veicolo per la volgarizzazione <strong>di</strong> <strong>un</strong>a dottrina altrimenti complessa.<br />

''" R.J. Hoffman cit. D. 185.<br />

rot G. May, cit., p. lJ5.<br />

"' Hoffinan cit., p. 183.<br />

'" Non cosi però lo Knox, cit., pp. 10-12, che ritiene possibile <strong>un</strong> inizio nel secondo decennio, riprendendo la tesi che i Docetisti cui allude<br />

Ignazio debbano essere i Marcioniti. I-.a datazione bassa ha infatti origine dalle notizie <strong>di</strong> Tertulliano e Ireneo, che non hanno riscontri sicuri,<br />

mentre è noto che nelle costruzioni <strong>degli</strong> eresiologi vi sono frequenti arti{rci fnalizzzti alla costruzione <strong>di</strong> alberi genealogici e alla riaffermazione<br />

della priorita temporale della "ortodossia" sulla "eresia".<br />

r4 A VonHarnack Marcion.DasEvangeliumvomfremdenGoft,I-nipzigHinrichs, 1924.<br />

ro5 Una rivista delle argomentazioni in proposito è in H. Mùhlenberg Marcion's Jealozs God, Disciplina nostra, Essays in Hon. of F.R. Evans,<br />

ed. by D.F. Winslow, Cambridge, The Philadelphia Paa. Fo<strong>un</strong>d., L979; veÀi anche G. May, cit.; U. Bianchi, Marcione, etc., cit., che ha<br />

esaminato le strutfure del pensiero <strong>di</strong> Marcione, riconducendole a quelle grostiche. B. Alan4 Marcion. Versuch einer neuen Interpretation,<br />

Z.T"tr.K.,70, 1973, ha messo in evidenza quello che, secondo noi, è maggiormarte significativo: il rifiuto della Bibbi4 tema che si congi<strong>un</strong>ge,<br />

completandolo, con il Docetismo già sottolineato dal Bianchi.<br />

laó cit.<br />

rat Si deve ricordare che lo Knox, cit., sulla scofa <strong>di</strong> AC. Mc Grifrttr, God of the Early Christians, N. York, 1924, sottolinea I'eviderza <strong>di</strong><br />

larghi gruppi <strong>di</strong> Cristiani che sino alla meta circa del II secolo haruro inteso adorare Cristo come Dio, serza enlrare in rapporto <strong>di</strong> alc<strong>un</strong> genere (né<br />

per accettare, né per rifiutare) con il Dio della Bibbia" "simply ignored". A nostro awiso, <strong>di</strong> queste considerazioni si deve tener conto parlando <strong>di</strong><br />

Marcione: fu Cristo infafii a conquistare il mondo pagano, non Cnsto insieme a Yahwè. Il problerna del loro ricongi<strong>un</strong>gimanîo sorge piuttosto<br />

tar<strong>di</strong>, al momenlo <strong>di</strong> dare sicure ra<strong>di</strong>ci ad <strong>un</strong> movimento che, per la sua stessa ampiezza, avrebbe potuto <strong>di</strong>sperdersi, fisicamente, dottrinalmente,<br />

socialmente.<br />

ra8 Sul problema dello "gnosticismo" <strong>di</strong> Paolo, riteniamo ci si possa afenere alle equilibrate conclusioni della Pagels, The Gnostic Paul,<br />

Philadelphia, Fortress Press, 1975. Secondo la Pagels, I'altemaîiva tra <strong>un</strong>a interpretazione "gnostica" <strong>di</strong> Paolo ed <strong>un</strong>a interpretazione "ortodossa"<br />

(che prende I'awio con Ireneo e finirà col prevalere) è <strong>un</strong>a falsa alternativa. Entrambe le letture sono antistoriche, entrambe forzano i testi. Non<br />

c'è dubbio che le esegesi valentiniana e marcionita -le due gran<strong>di</strong> scuole gnostiche che fondarono chiese in grado <strong>di</strong> soprawivere- harmo supporto<br />

nell'attacco <strong>di</strong> Paolo alla Lrgge e al sapere sacerdotale; il p<strong>un</strong>to è come vada interpretato tutto ciò. Non ci sembra tuttavia dubbio che Paolo colga<br />

più <strong>di</strong> ogni <strong>altro</strong> la novità rivoluzionaria del Cristianesimo, che non poteva essere ricondotto alle normative legalistiche della Bibbi4 né alla<br />

normatività del pensiero classico; in questo senso, la Pagels sottolinea come, sul versante opposto, la cosiddetta interpretazione 'storica" e analisi<br />

"obbiettiva" <strong>di</strong> Paolo, siano f<strong>un</strong>zione dell'eresiologia del II secolo. Se Paolo fosse cosi antigrostico, come potrebbe essere I'Apostolo <strong>degli</strong><br />

<strong>Gnostici</strong>? (cfr. p. l0) Resta il fatto storico che, come vedrerno, saranno probabili ere<strong>di</strong> dei Marcioniti quei Pauliciani che (nome a parte, la cui<br />

origine è dubbia) riaprono in nome <strong>di</strong> <strong>un</strong> antisacerdotalismo paolino la grande stagione del nuovo <strong>Gnostici</strong>smo, nel corso dell'\4ll secolo<br />

bizantino.

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