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Le dottrine degli Gnostici - Storia di un altro Occidente

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credere l3^ propaganda <strong>degli</strong> eresiologi, che ha creato nel tempo <strong>un</strong>'autentica idée regue molto <strong>di</strong>ffrcile a<br />

superare.too<br />

L'esistenza <strong>di</strong> <strong>un</strong> moderno spirito critico è viceversa ben attestata in <strong>un</strong> documento del Valentiniano<br />

Tolomeo tramandato da Epifanio, cioè la <strong>Le</strong>ttera a Flora, che merita attenta lettura.ror<br />

Per comprendere il senso <strong>di</strong> questo documento occorre tener presente <strong>un</strong> fatto fondamentale <strong>di</strong> tutta<br />

la polemica tra la nascente ortodossia e lo <strong>Gnostici</strong>smo: a monte delle <strong>di</strong>spute dottrinali, come abbiamo già<br />

ricordato ma ci sembra in<strong>di</strong>spensabile ripetere, vi è il fatto che I'ortodossia ha ragioni vitali per riba<strong>di</strong>re la<br />

cogenza dottrinale dell'antico Testamento, mentre lo <strong>Gnostici</strong>smo considera il messaggio <strong>di</strong> Cristo come la<br />

negazione <strong>di</strong> esso o, quantomeno, <strong>un</strong>a lezione che ne mostra i limiti. Mentre per I'ortodossia si verifica <strong>un</strong><br />

"superamento" storico, cioè <strong>un</strong> compimento <strong>di</strong> esso grazie alla venuta <strong>di</strong> Cristo, per lo <strong>Gnostici</strong>smo il<br />

superamento è dottrinale, nel senso <strong>di</strong> <strong>un</strong>a dottrina perfetta che ne supera <strong>un</strong>a contrad<strong>di</strong>ttoria e poco<br />

comprensibile. L'Antico Testamento, come <strong>Le</strong>gge che si wiluppa all'interno <strong>di</strong> <strong>un</strong> particolare popolo, viene<br />

forse sentito come <strong>un</strong> corpo estraneo nella cultura ellenistico-romana; a nostro awiso c'è futtavia qualcosa <strong>di</strong><br />

ancor più profondo nel rifiuto, che vedremo riemergere sempre nei secoli. L'operazione dell'ortodossia esalta la<br />

<strong>Le</strong>gge col risultato <strong>di</strong> accostare Mosè ai filosofi facendo perno sull'etica sociale, stabilendo percio <strong>un</strong>a<br />

continuità non soltanto con I'Antico Testamento, ma anche con il mondo classico; I'opzione gnostica, che<br />

tornerà in forme <strong>di</strong>verse nei secoli, è viceversa tutta centrata sulla rottura che viene operata da <strong>un</strong>a critica alla<br />

<strong>Le</strong>gge condotta in nome dello Spirito, senza preoccupazioni per I'etica sociale. Il che non significa<br />

necessariamente immoralita.<br />

Questo ci sembra il retroterra della <strong>di</strong>sputa; qualcosa <strong>di</strong> paragonabile è ricordata anche dal Quispel<br />

nella sua analisi della <strong>Le</strong>ttera a Flora allorché egli cita <strong>un</strong> passaggio delle ps.Clementine nel quale si afferma<br />

che la dottrina <strong>di</strong> Gesù è la base per <strong>di</strong>stinguere il vero dal falso nell'Antico Testamento. Ve<strong>di</strong>amo ora la<br />

<strong>di</strong>sputa specifica della <strong>Le</strong>ttera a Flora.<br />

Tolomeo prende dalla Bibbia e dalla pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Cristo due esempi: il tema del <strong>di</strong>vorzio e quello<br />

della legge del taglione. I termini sono noti: nella Bibbia il <strong>di</strong>vorzio è consentito, nella pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Cristo è<br />

condannato e considerato emblematico della"durezza <strong>di</strong> cuore" <strong>degli</strong> Ebrei; nel Decalogo viene fatto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong><br />

uccidere, ma poi viene stabilita la norma "occhio per occhio, dente per dente";ro2 laddove Cristo comanda <strong>di</strong><br />

porgere I'altra guancia.<br />

Tutto questo consente a Tolomeo <strong>di</strong> trarre alc<strong>un</strong>e semplici ma fondamentali deduzioni. Nella Bibbia<br />

la legge <strong>di</strong>vina è mescolata con le norme introdotte da Mosè e con i precetti <strong>degli</strong> Anziani.ro' La stessa legge<br />

<strong>di</strong>vina, quando si manifesta, è contrad<strong>di</strong>fforia per la necessità <strong>di</strong> adattarsi alle contingenti circostanze: è il caso<br />

dell'uccisione dell'uccisore che contrasta con il Decalogo.loasu questo p<strong>un</strong>to, Cristo è portatore <strong>di</strong> <strong>un</strong>a legge<br />

superiore, priva 4i-queste contrad<strong>di</strong>zioni contingenti che mostrano la natura inferiore del Dio biblico rispetto al<br />

Padre ineffabile.r05<br />

Qui si tocca <strong>un</strong> nodo fondamentale della <strong>di</strong>sputa: <strong>un</strong>a legge che deve venire a patti con le contigenze<br />

non e propriamente <strong>di</strong>vina per Tolomeo. Una legge davvero <strong>di</strong>vina è anche utopicamete perfetta e perciò non<br />

può che risalire a <strong>un</strong> Dio inconoscibile, quello del quale e venuto a testimoniare Cristo. Per la nascente<br />

ortodossia, al contrario, le circostanze storiche hanno ragione <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionare la norma,t*perché ciò che le<br />

preme -lo abbiamo già visto in Giustino, lo troviamo ancora in IreneoroT úattandosi <strong>di</strong> <strong>un</strong> p<strong>un</strong>to irrimrnciabile<br />

sul piano politico- è <strong>di</strong> mostrare che esiste <strong>un</strong> sostanziale accordo tra il Decalogo e la morale filosofica dei<br />

pagani.<br />

L'aspetto più importante della critica <strong>di</strong> Tolomeo va però oltre questa sua rigorosa <strong>di</strong>sputa con le<br />

posizioni dell'ortodossia; I'aspetto più importante consiste in <strong>un</strong>a presa <strong>di</strong> posizione che caratterizza la scelta <strong>di</strong><br />

campo in f<strong>un</strong>zione della quale gli <strong>Gnostici</strong> sentiranno <strong>di</strong> essere i veri Cristiani perseguitati dalla Chiesa.<br />

t00 Cfr. ad esempio I'articolo <strong>di</strong> M. Pokomli Die gnostische Soteriologie in theologischer <strong>un</strong>d soziologischer Sicht,in Cnosis <strong>un</strong>d Politik, cit.<br />

che ripete vecchi stereotopi senza per<strong>altro</strong> il minimo tentativo <strong>di</strong> verificame la consislenza storica. Nella stessa opera curata dal Taubes cfi.<br />

tuttavia H.J.W. Drijvers, Athleten des Geistes. Zur politischen Rolle der syrischen Asketen <strong>un</strong>d Gnostiker, che smentisce i luoghi com<strong>un</strong>i<br />

veicolati dallo Jonas. Ve<strong>di</strong> inoltre W.A. kthr, Gnostic Determinism reconsidered,Y.Ch.46, 1992, che riprende la polemica <strong>di</strong> I* Boulluec<br />

contro gli eresiologi e i clichés da essi coniati; nonché il lavoro <strong>di</strong> K. Alt, cit. I-a testimonianza <strong>di</strong> Ploîino, che resta in<strong>di</strong>pendente da quella <strong>degli</strong><br />

eresiologi, non mostra <strong>di</strong> recepire aspetti deterministici nel pensiero gnostico. La persisterza <strong>di</strong> luoghi com<strong>un</strong>i fondati sull'acritica accellazione<br />

delle affermazioni <strong>degli</strong> eresiologi è purtroppo <strong>di</strong>ffirsa, e mostra <strong>un</strong>a incapacità <strong>di</strong> "decostruire" la logica <strong>di</strong> Ireneo. Ad esempio, quando G.<br />

Stroumsa, lscèse et gnose. Aux origines de la spiritualité monastique, R. Th. 1981, ripete come proprie le vecchie <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong> Clemente tra<br />

ascesi cristiana ed enkratismo gnostico, afferma anche in tutta tranquillita che ciò che separa gli <strong>Gnostici</strong> dai Cristiani è ciò che anche separa gli<br />

<strong>Gnostici</strong> dai filosofi pagani. Egli cioè ripete, non sappiamo se inawertitamente o deliberaîamente, il cliché costruito da Ireneo -abbiamo visto<br />

come- <strong>di</strong> Ragione contro sragione; lo stesso che abbiamo visto ripetere, in <strong>di</strong>verso modo e per <strong>di</strong>veni fini, da Ippolito; e lo stesso <strong>di</strong> Giustino<br />

quando riven<strong>di</strong>ca le com<strong>un</strong>i basi <strong>di</strong> pagani e Cristiani, fondate sulla Ragione. In alîre parole: meglio <strong>un</strong> filosofo pagano che <strong>un</strong> teologo Gnostico!<br />

Ciò aveva certamente <strong>un</strong> significato politico per <strong>un</strong>a Chiesa che, pqr istituzionalizzarsi nell'Impero, necessitava <strong>di</strong> <strong>un</strong>a teologia razionalila;<br />

ripetuto però da stu<strong>di</strong>osi o<strong>di</strong>emi, è totale mancanza <strong>di</strong> spirito critico. È, oltretutto, rin<strong>un</strong>cia a recuperare <strong>un</strong>a parte non irrilevante del messaggio<br />

cristiano; errore in cui non cade, ad esempio, <strong>un</strong> accorto stu<strong>di</strong>oso come lo Orbe, che si sforza <strong>di</strong> recuperare il grande sigrrificato della teologia<br />

gnostica.<br />

r0IPeriltestocriticocfr.Ptolémée,<strong>Le</strong>ttreàFlora,Analyse,Textecrit.,Trad.etc.deG.Quispel,Paris,Cedlg66.<br />

toz <strong>Le</strong>v.24,20.<br />

tot <strong>Le</strong>ttre, cit., 4, 2 e 4, 14.<br />

lM iri.5.6.<br />

to5 ivt.6.2-3.<br />

tou Cfr. if commento <strong>di</strong> Quispel, pp.92-93,che fa riferimento a Tertulliano.<br />

''' Il tema è sviluppato in Adv. Hcer.,1,26.

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