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Le collezioni veneziane d'arte e d'antichita dal secolo XIV. ai nostri ...

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\LI<br />

Padovani dedicavasi nel 1382 ed altre opere di Tebaldo Cortellieri,<br />

Guarienti, ecc. ecc.<br />

A proposito di Tebaldo Oortellieri troviamo considerazione im-<br />

portante al passo<br />

comprova ampiamente come i<br />

e. arievo di Signori da Carrara nel 1370 •>, passo clic<br />

Da<br />

Carrara non erano committenti<br />

semplicemente, ma mecenati nel buono e lato senso e quindi ne dedu-<br />

ciamo conforto a quanto dicemmo, essere probabile che il Petrarca<br />

abbia ispirata la prima medaglia italiana eh;; sappiamo essere stata<br />

fatta probabilmente d<strong>ai</strong> Da Sesto per Francesco Novello di Carrara<br />

da Padova, e ce ne teniamo, tanta e la nostra venerazione per lui.<br />

E veramente questo <strong>secolo</strong> <strong>XIV</strong> tutta una continua creazione<br />

<strong>d'arte</strong> in ogni ramo che non si può seguire con occhio fermo, tanto<br />

ne viene abbagliato. Abbiamo già veduto nell'inventario di Marin Fa-<br />

llerò le belle legature in cuoio dei libri di Marco Polo; cuoio da cui<br />

venne cuoidoro ; sappiamo che in ogni tempo il commercio dei cuoi<br />

dorati a ^'enczia raggiungeva profitti vistosi. Confessiamo però che<br />

dei primi elementi di molte arti e d' industrie i veneziani andarono<br />

debitori <strong>ai</strong> fiorentini, che attraevano con ogni maniera e da essi<br />

appresero o impararono meglio l'arte di verniciare, smaltare e colorire<br />

sopra oro. Come ben fa notare Papadopoli nel suo veramente aureo<br />

libro, il primo fiorino d'oro di Firenze aveva preceduto di un terzo<br />

di <strong>secolo</strong> lo zecchino di 'Venezia.<br />

Poeti, letterati, pittori, artefici toscani trovano nelle città venete<br />

asilo, protezione, lavoro. Tanta infusione di sangue italiano, fenomeno<br />

da altri non avvertito, salva, ricorregge e guida il gusto veneziano<br />

nel momento in cui era saturo di bisantinismo, di corruttela e di im-<br />

moderato lusso onde le leggi suntuarie datano appunto <strong>dal</strong> 1360, sotto<br />

l'influenza probabilmente dello stesso Petrarca. Dante aveva fatto con-<br />

vergere le menti più illuminate sulla necessità di ritemprarsi nella<br />

bella latinità, e i codici e le <strong>collezioni</strong> di codici erano alla moda, più<br />

graditi, più ambiti quelli che oltre al contenuto avevano il pregio dei<br />

caratteri artistici, dei miracoli di quell'arte che «alluminare è detta<br />

in Parisi « e che aveva illustrato le nobili veglie dei solitari di Mon-<br />

tecassino.<br />

Nelle <strong>collezioni</strong> del Forzetta e del Faliero abbiamo veduto figu-<br />

rare i codici, i quali non saranno stati nelle biblioteche di uomini

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