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Le collezioni veneziane d'arte e d'antichita dal secolo XIV. ai nostri ...

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XXXII<br />

Lo Zanetti (.4/7/ principali, pag. 15), rammenta che <strong>dal</strong> 1046<br />

l'arte dell'orificeria in Italia era in alto grado; il monaco Donizzone<br />

dicendo che in Canossa « seppesi lavorare un carro d'argento di na-<br />

tur<strong>ai</strong> grandezza con una coppia di buoi dello stesso metallo <strong>dal</strong> mar-<br />

chese Bonifacio padre della contessa Matilde inviato in dono all' im-<br />

peratore Enrico III ».<br />

Del Corpo degli Orefici vien fatto cenno da remotissimi tempi ed<br />

in una convenzione tra il doge Ottone Orseolo nel 1005 e gli Era-<br />

cleani trovansi sottoscritti alcuni Aiirifices, e vien citata in data iO()5<br />

(Torcello) : « cupam argenteam unam factam ad niello » . Nel<br />

1213 essi<br />

dovevano essersi eretti in confraternita, come si sa <strong>dal</strong> testamento di<br />

Bernardo tedesco, abitante a S. Bartolomeo (121 3). (Procur. de ci-<br />

tra N. 305. « Scole quoque mee aurificum ejusdem domini Salva-<br />

toris » ecc.). Ed è pur risaputo che il doge suddetto inviava (Zanetti,<br />

op. cit.) all'imperatore Ottone «unum sedile eburneum cum uno<br />

subselio ». Secondo il Sagomino, nell' XI e XII <strong>secolo</strong> (\. pag. appres-<br />

so) si dinotano progressi in tutte le arti lenti, incerti ma continui ;<br />

dini o compartimenti. Il primo è composto di sette lamine le quali rappresentano in<br />

ismalto la festa delle Palme, la discesa al Limbo, la Crocefissione e 1' arcangelo S. Mi-<br />

chele pezzo centrale è il più ricco di gemme, colle mani dell' arcangelo e porzione delle<br />

braccia d'oro sporgenti <strong>dal</strong> fondo in tutto rilievo e circondato da sedici medaglioni coi<br />

dottori della chiesa ed altri santi, eseguiti in ismalto a varie epoche.<br />

Succedono poscia l'Ascensione, la Pentecoste ed il transito della Vergine.<br />

11 secondo ordine si compone di ventisette piccoli quadri con istorie di S. Marco<br />

e fatti della vita del Salvatore, della Vergine, imagini d'altri santi ed iscrizioni latine.<br />

Il terzo ordine, diviso in mezzo <strong>dal</strong> pezzo centrale, è composto di dodici tavo-<br />

lette, sei per parte con altrettanti arcangeli ed iscrizioni in greco ; il pezzo centrale<br />

ricchissimo con Gesù Cristo, S. Marco, S. Giovanni, S. Luca, S. Matteo sopra i quali<br />

vedonsi altri due arcangeli e due cherubini, e nel centro un trono sul quale posa il<br />

libro degli Evangeli, mentre in cima è effigiata una colomba portante un globo<br />

colla croce.<br />

Il quarto ordine consiste in dodici tavolette, sei per parte del pezzo centrale, con<br />

altrettante imagini di apostoli e santi, di buon disegno e grandi forme, appartenenti<br />

probabilmente ad un'epoca posteriore e lavorate a Venezia, mentre quelle con iscri-<br />

zioni greche sono a tenersi eseguite a Costantinopoli.<br />

L' ultimo ordine al basso comprende dodici profeti con iscrizioni parte greche e<br />

parte latine, e prendono in mezzo cinque comparti, fra quali due con imagini del-<br />

l' Imperatrice Irene Coinnena e di Ordelafo Falier, sostituita probabilmente a quella<br />

dell' imperatore Alessio.<br />

Cfr. Venepa e le sue Lacune, t. II, parte II, p. 79.

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