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Le collezioni veneziane d'arte e d'antichita dal secolo XIV. ai nostri ...

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CXVIII<br />

nome di dipartimento dell' Adriatico, prendendone titolo di principe,<br />

Eugenio Beauharn<strong>ai</strong>s.<br />

Ritornò, come è noto, Venezia 1' u aprile 1S13 ad essere occupata<br />

<strong>dal</strong>le schiere austriache insino al 22 marzo 1848.<br />

Un' I. R. ufficio Capitaniale tutelò le cose d' arte in quel primo<br />

dominio austriaco e cioè <strong>dal</strong> ijijSal 1805 circa. Ne abbiamo una prova<br />

in una supplica che del 20 gean<strong>ai</strong>o 1804 (Aixhivio di Stato I. R. C.<br />

Arte Aiiliquariì B. F. X ) scritta da un Nicolò Antonioli che chiede il<br />

permesso di aprire un negozio di Commercio di Anticaglie al Ponte<br />

dei Fuseri, presso al luogo ove V epigrafe dinotante il passaggio di<br />

Volfango Goethe, è murata.<br />

<strong>Le</strong> scienze e le belle arti furono m<strong>ai</strong> sempre riconosciute le fonti più sicure, e pe-<br />

renni per formare la grandezza dei Stati, e la felicità dei Popoli.<br />

Questi sacri oggetti devono essere coronati e protetti dei superiori attributi di co-<br />

testo Gap. Uffi. fortunatamente da un genio coltivatore di Essi.<br />

Animato da questa verità il sottoscritto Niccola Antonioli, ha divisato di aprire<br />

un negozio di commercio di Antiquario al Ponte dei Fuseri in questa illustre Città,<br />

intitolata < La Galleria dell' Arte e delle Sciente ». Egli avanza umilmente la presente<br />

supplica, onde ottenere un favorevole Rescritto per l'apertura dell'anzidetto negozio:<br />

Lusingandosi in ciò di essere protetto, molto più, che le di Lui mire non tendono ad<br />

altro, che ad illustrare sempre più quelle Scienze ed Arti, che formano il bene della<br />

Società e la civilizzazione della gente.<br />

Avanza ancora la supplica per l'oggetto che la Insegna rappresentante il di lui<br />

commercio, andrebbe a coprire i caratteri che indicano Ponte dei Fuseri, chiede di<br />

trasportarli in faccia alla Calle che porta in Frezzeria sopra la Fabbrica istessa, non<br />

alterando niente la cognizione del medesimo.<br />

Che della grazia, etc.<br />

Sotto il dominio della Serenissima, negozii tali non erano m<strong>ai</strong><br />

esistiti, quantunque non si può escludere qualche cessione d' straforo<br />

benché memorie private asseriscano che più di qualche nobile Barna-<br />

botto s'industriava specialmente nei bei tempi del Ridotto, in cui si<br />

lasciava fare, lasciava passare, in cui la religione era scesa all'ipocrisia,<br />

la festa solenne all' ubbriacatura in un camerino da caffè, la passione<br />

gaudiosa ad un colloquio alla chetichella ; in tre parole :<br />

messeta, ceneta, donnetta.<br />

V era invece un colonnello dell' Arte degli Strazzaroli, il quale<br />

si occupava del Commercio delle Anticaglie, ma non trattavasi che di

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