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Il processo di emmetropizzazione - Università degli Studi Roma Tre

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nuovo in azione riportando i<br />

<strong>di</strong>fetti indotti dalla deprivazione<br />

verso l’emmetropia (Troilo e<br />

Walmann, 1991).<br />

Nell’uomo non è possibile valutare<br />

l’effetto della deprivazione<br />

visiva inducendola sperimentalmente.<br />

Quello che si effettua è<br />

allora, l’osservazione dei casi<br />

<strong>di</strong> deprivazione, indotta da<br />

patologie monoculari. Anche in<br />

questi casi è stata <strong>di</strong>mostrata<br />

una chiara influenza (allungamento<br />

assiale e miopia) legata<br />

alle varie deprivazioni:<br />

• Opacità corneali (Gee, 1988)<br />

• Emorragie vitreali (Miller-<br />

Meeks, 1990)<br />

• Opacità corneali (Calossi,<br />

1994)<br />

• Ptosi palpebrale (Robb, 1977;<br />

O’Leary e Millodot, 1979)<br />

2) Stu<strong>di</strong> sull’eccessiva foca -<br />

lizzazione da vicino<br />

La seconda fonte <strong>di</strong> evidenza<br />

sull’effetto dei fattori ambientali<br />

nello sviluppo dello stato <strong>di</strong><br />

refrazione, fa capo al fattore<br />

della prolungata visione da vicino<br />

come effetto inducente<br />

miopia. Nell’uomo occupazioni<br />

associate ad un impegno prolungato<br />

da vicino mostrerebbero<br />

un aumento dell’incidenza<br />

della miopia (Angle e<br />

Wismann, 1978; Duke-Elder,<br />

1930; Young, 1977; Zadnik e<br />

Mutti, 1995).<br />

Young (1962) riesce ad indurre<br />

sperimentalmente miopia in<br />

scimmie a cui si limitava il loro<br />

sguardo ad una piccola zona<br />

da vicino.<br />

Nella visione da vicino, viene<br />

A G G I O R N A M E N T O Contattologia, ottica ed optometria<br />

continuamente utilizzata l’accomodazione,<br />

cioè quella<br />

capacità <strong>di</strong> aumentare il potere<br />

refrattivo oculare. Se quin<strong>di</strong><br />

il continuo lavoro da vicino è<br />

causa <strong>di</strong> uno spostamento<br />

refrattivo permanente (miopia)<br />

allora ci sono buone possibilità<br />

che l’accomodazione sia un<br />

fattore importante.<br />

Considerando quanto detto,<br />

sul fronte inter<strong>di</strong>sciplinare psicologia-optometria,<br />

è stata<br />

fatta un’interessante ipotesi<br />

(Rosner e Rosner, 1990): considerando<br />

che l’accomodazione<br />

è una funzione controllata<br />

dal Sistema Nerv o s o<br />

Autonomo, anche l’<strong>emmetropizzazione</strong><br />

potrebbe essere<br />

influenzata da fattori psicologici,<br />

come per esempio una<br />

forma <strong>di</strong> stress emotivo.<br />

Considerando però, la complessità<br />

dei fattori tirati in ballo<br />

da una tale possibilità, nessuno<br />

finora è riuscito a <strong>di</strong>mostrarla<br />

sperimentalmente (per<br />

una parziale rassegna ve<strong>di</strong><br />

Chung, 1993). Viceversa il<br />

livello <strong>di</strong> impegno cognitivo che<br />

si accompagna all’attività <strong>di</strong> lettura<br />

durante la visione da vicino,<br />

è stato scartato come<br />

possibile causa <strong>di</strong> induzione<br />

miopica (Rosenfield e<br />

Ciuffreda, 1994).<br />

3) Stu<strong>di</strong> sui <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> refrazione<br />

indotti<br />

È stato sperimentalmente<br />

<strong>di</strong>mostrato che se si pone <strong>di</strong><br />

fronte ad un occhio <strong>di</strong> vari animali<br />

appena nati, facciamo<br />

conto emmetropi, una lente<br />

positiva che induce miopia,<br />

P.O.maggio 2003<br />

sorprendentemente questo<br />

stato refrattivo comincerà ad<br />

essere compensato dalle<br />

strutture oculari, che tenderanno<br />

a far si che la retina<br />

coincida con il nuovo fuoco (nel<br />

caso appena visto l’occhio si<br />

accorcerà). La stessa cosa<br />

ma in <strong>di</strong>rezione opposta, succederà<br />

nel caso <strong>di</strong> lenti negative<br />

(Fig.4). Questi risultati sono<br />

stati ottenuti in vari animali:<br />

gatto (Smith e coll, 1980),<br />

pollo (Schaeffel e coll, 1988;<br />

Schmid e Wildsoet, 1996;<br />

Wildsoet e Wallman, 1995),<br />

apale (Graham e Judge,<br />

1999), macaco (Smith e coll,<br />

1994), toporagno (Shaikh e<br />

coll, 1999). Irving e coll<br />

(1995), hanno ottenuto risultati<br />

<strong>di</strong> compensazione refrattiva<br />

anche se il <strong>di</strong>fetto che veniva<br />

indotto era un astigmatismo.<br />

Le variazioni strutturali<br />

che sembrerebbero coinvolte<br />

nelle rapide compensazioni<br />

<strong>di</strong>ottriche stimolate dall’uso <strong>di</strong><br />

lenti sembrerebbero essere<br />

principalmente due (Wildsoet<br />

e Wallman, 1995):<br />

-la lunghezza oculare, il cui<br />

allungamento è responsabile<br />

della risposta a lenti negative.<br />

-lo spessore della coroide che<br />

crescendo permetterebbe una<br />

riduzione della lunghezza assiale<br />

per la compensazione al<br />

defocus inflitto da lenti positive.<br />

La compensazione del <strong>di</strong>fetto<br />

<strong>di</strong> refrazione indotto sperimentalmente<br />

durante la crescita<br />

oculare è una delle prove più<br />

evidenti <strong>di</strong> come il <strong>processo</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>emmetropizzazione</strong> sia guidato<br />

da input ambientali.<br />

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